Comunicato Greenpeace
GREENPEACE SVELA LE BUGIE DI ENEL: QUARTO EMETTITORE DI CO2 IN EUROPA E PRIMO IN
ITALIA
ROMA, 30.05.12 - I dati pubblicati oggi dal Carbon Market Data,
l'istituto che raccoglie le informazioni sulle emissioni di CO2 in Europa dai
grandi impianti, danno ragione a Greenpeace: con 78 milioni di tonnellate di CO2
emesse nel 2011, Enel è il quarto emettitore assoluto europeo di anidride
carbonica e il primo in Italia. Si tratta di un dato peggiorativo: con 10
milioni di tonnellate di CO2 in più rispetto al 2010, le emissioni del gruppo
Enel in Europa aumentano, nonostante la crisi.
"È la conferma di un
primato negativo che già conoscevamo e che l'azienda si ostina a negare -
commenta Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di
Greenpeace - Non solo Enel mente, ma denuncia chi osa ricordarle quanto emette e
i danni che produce. Un atteggiamento che non ti aspetti da un'azienda che si
pubblicizza come 'l'energia che ti ascolta'".
Dopo l'avvio
dell'operazione "bollette sporche" - che vede Greenpeace impegnata a recapitare
nelle case di 100mila italiani i dati sui veri costi ambientali, sanitari ed
economici inflitti al Paese dalla produzione elettrica da carbone di Enel -
l'azienda ribadisce l'intenzione di denunciare Greenpeace e risponde alle accuse
dell'associazione con dati inesatti o fuorvianti.
In una nota diffusa
pochi giorni fa, Enel condensa in poche righe numerose bugie:
Prima
bugia: "le attività dell'azienda […] si svolgono nel pieno rispetto delle leggi
che tutelano l'ambiente e la salute". Falso. Enel è già stata condannata, anche
per "emissioni moleste, danneggiamento all'ambiente, al patrimonio pubblico e
privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico" per
la centrale di Porto Tolle. Per quella stessa centrale tutto il management
risulta oggi rinviato a giudizio per "omissione dolosa di cautele contro
disastri". Altre indagini sono in corso - anche per omicidio colposo - in
relazione alle emissioni della centrale a carbone di Brindisi. Su cui, inoltre,
sono aperte inchieste per smaltimento illecito di rifiuti pericolosi e disastro
ambientale.
Seconda bugia: "circa metà dell'energia elettrica che Enel
produce è priva di qualunque tipo di emissione, compresa l'anidride carbonica".
Non è così, se a livello globale quella percentuale è inferiore al 50 per cento
e in Italia supera di poco il 40. Nella stima di Enel è inclusa anche la
produzione nucleare, il cui livello di pericolosità va ben oltre le emissioni di
CO2. Ma quanto viene emesso per produrre oltre il 50 per cento dell'elettricità
fatta da Enel? Alcune delle sue centrali, a livello europeo, sono tra le più
inquinanti, come testimoniato anche dall'Agenzia Europea per
l'Ambiente.
Terza bugia: l'azienda sostiene di avere "in programma
investimenti nelle fonti rinnovabili per oltre 6 miliardi di euro nei prossimi
cinque anni, un impegno che ha ben pochi paragoni a livello globale". La verità
è che gran parte dei 6 miliardi, su un piano complessivo di oltre 27, è
destinata a grandi impianti idroelettrici in Sud America e non riguarda le nuove
tecnologie rinnovabili. Per un confronto, la banca Goldmann&Sachs ha
annunciato di stanziare 40 miliardi di dollari nelle rinnovabili nei prossimi 10
anni e ha un fatturato annuo inferiore alla metà di quello di Enel.
Infine, Enel ricorda che "solo il 12 per cento dell'energia elettrica
italiana è prodotta con il carbone contro una media europea di circa il doppio".
Con questa affermazione l'azienda parla d'altro per non ammettere la verità.
Greenpeace non contesta il dato nazionale della produzione di elettricità da
carbone, bensì fa riferimento al carbone di Enel, i cui documenti riportano una
produzione che nel 2011 ha superato il 41 per cento.
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