lunedì 30 gennaio 2012

Fonet: Ininsurbia

Ciclista ucciso a Olgiate: si costituisce il "pirata"

L'automobilista, una donna, si è presentata ai Carabinieri di Busto. A morire al gelo l'architetto Loris Ongaro

Succede a Roma

Fonte: Il Messaggero, 28 gennaio 2012

Meno traffico in città: il caro benzina frena le auto

In un mese diminuiti del 10% i passaggi ai varchi della Ztl

giovedì 26 gennaio 2012

Comunicato Legambiente

Sacchetti, è legge il nuovo bando, vietati quelli con additivi
Legambiente: “Finalmente completata la rivoluzione iniziata nel 2007”

“Finalmente sono sanciti da un decreto legge pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di ieri quali sono i criteri di vera biodegradabilità dei sacchetti di plastica. Da ora in poi un sacchetto per essere definito veramente biodegradabile deve garantire la sua compostabilità secondo la norma europea EN13432, che mette al bando anche gli shopper realizzati con gli additivi, ampiamente diffusi nel commercio al dettaglio nel nostro Paese”.
Così il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani, commenta l’entrata in vigore del decreto legge n.2 del 25/01/2012 “misure straordinarie e urgenti in materia ambientale” che all’art.2 aggiorna il divieto entrato in vigore dal 1 gennaio 2011.
Il decreto, sottolinea Legambiente, correttamente prevede che si possano continuare a produrre sacchetti di plastica tradizionali che siano però effettivamente riutilizzabili con uno spessore minimo di 200 micron per le buste ad uso alimentare e di 100 micron per quelle destinate ad altri usi. Al di sotto di questi spessori il sacchetto deve essere realizzato con materiali compostabili che non inquinano il processo di produzione del compost di qualità ottenuto dal trattamento dei rifiuti organici domestici. Il decreto prevede anche sanzioni da 2.500 fino a 25.000 euro, aumentabili fino a quattro volte nel caso di grandi quantità, per chi commercializza sacchi non conformi alla legge. Un deterrente fondamentale a garantire il rispetto di questi criteri.

“Grazie all’impegno rispettato dal Ministro Clini, l’Italia completa nel migliore dei modi la rivoluzione iniziata con il bando dei sacchetti di plastica inserito nella finanziaria 2007, che ha già permesso una forte riduzione degli shopper usa e getta in tutto il Paese e la riscoperta della sana abitudine delle sporte riutilizzabili. Con la legge di ieri l’Italia si conferma paese leader al mondo nella lotta all’inquinamento da plastica e nella promozione di produzioni industriali innovative e rispettose dell’ambiente”.

Niente bici davanti alla stazione Fs

Fonte: Temponews


Carpi, 23 Gennaio 2012 
Proseguono a Carpi gli interventi riguardanti l’area antistante il piazzale della Stazione ferroviaria. A seguito di quanto deciso dalla Commissione Traffico su questo tema, per migliorare la sicurezza della zona moderando la velocità dei veicoli e l’accessibilità pedonale nonché il decoro dell’arredo urbano, a partire da lunedì 23 gennaio le rastrelliere porta-biciclette presenti sullo spazio pedonale prospiciente il fabbricato della Stazione ferroviaria e di quello degli annessi servizi igienici verranno eliminate. Si chiede pertanto la collaborazione dei ciclisti, nel rispetto del cartello di divieto di sosta con rimozione esposto, a non parcheggiare nei prossimi giorni le proprie biciclette in queste rastrelliere: ciò per facilitare questo intervento, che contribuirà a restituire lo spazio ora occupato dai manufatti e dalle bici ai pedoni. L’amministrazione comunale invita dunque ad utilizzare le altre aree di parcheggio a disposizione, debitamente attrezzate. L’intervento di rimozione delle rastrelliere, che si dovrebbe concludere durante la prossima settimana, sarà condotto sotto la supervisione della Polizia Municipale delle Terre d’Argine, di tecnici del Settore Lavori pubblici e grazie alla collaborazione degli Assistenti civici.
“L’intervento – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Carmelo Alberto D’Addese - è finalizzato a riordinare l’area pedonale razionalizzando la sosta delle biciclette e si colloca nell’ambito del quadro generale degli interventi volti a migliorare l’accessibilità e la sicurezza della Stazione ferroviaria”.

mercoledì 25 gennaio 2012

Lettera da Catania, città italiana

Non ce la faccio più, solo tu puoi capirmi!
La scorsa settimana c'è stato qui in Sicilia lo sciopero degli
autotrasportatori. I miei concittadini catanesi sono impazziti. Ormai
se devi fare benzina sei costretto a fare file incredibili. Anche se lo
sciopero è terminato la situazione non si placa. Si aspetta l'esito
dell'incontro fra il nostro Presidente della Regione On. Lombardo ed il
Presedente del Consiglio. Sappiamo tutti che la fumata sarà nerissima
ed in molti temono che lo sciopero riprenderà. Quindi la gente appena
apre un distributore si fionda lì. Si formano così file interminabili
di automobili, anche dinanzi a distributori chiusi, in attesa che
portino il prezioso combustibile.
Domenica scorsa mi sono recato a casa di mia madre in bicicletta. Era
una bellissima giornata invernale con un sole stupendo. C'erano poche
macchine in giro, ma quei pochi automobilisti erano assatanati. Il
codice della strada sembrava un libro di barzellette ( a Catania può
essere considerato nella norma, ma domenica le infrazioni superavano
ogni limite di sopportazione). Un pazzo mi stava superando, non aveva
ancora completato il sorpasso che, avendo visto sulla destra un
distributore (peraltro chiuso), ha sterzato repentinamente rischiando
di travolgermi. Fortunatamente il mio urlo lo ha indotto a fermarsi. Le
giuro che mi sono visto già a terra!
Io credo che la migliore risposta a questi scioperi sarebbe
l'assoluta indifferenza da parte della gente. Invece accade il
contrario.
Così come la migliore risposta ai continui aumenti dei carburanti
sarebbe limitarne al massimo i consumi. Ma la gente invece si fa le
scorte con ogni tipo di contenitore. Non si trovano più bidoni. Forse
ora useranno anche le pentole.
Sono stati presi d'assalto anche i supermercati come se fosse
scoppiata la terza guerra modiale! Secondo me tutto si tradurrà in un
grande sperpero di roba che verrà buttata nell'immondizia perché andata
a male.
Mi chiedo come si possa far ragionare la gente. Qualcuno ha ripreso
la vecchia bicicletta, speriamo che almeno uno di questi la prenda come
abitudine anche quando tutto ciò sarà finito.
Il problema è che tanta gente è andata a vivere fuori città, in
quelle villette accorpate che vengono considerate case singole ma che
in realtà sono dei condomini differenti dai semplici palazzi del
centro. Si tratta sempre di case in condominio per il semplice fatto
che hanno in comune stradine, cancelli, giardinetti, ecc.. La maggior
parte di queste case non sono state costruite in pianura, ma alle
pendici dell'Etna. Potrei dire che al giorno d'oggi non si può neanche
parlare di pendici del monte, bensì ai piedi del cratere centrale. I
costruttori addirittura chiedono che vengano modificati i limiti del
"Parco dell'Etna"...Pazzi furiosi!!!
In questo modo, la gente fa su e giù con le auto anche più volte in
una stessa giornata. Quanta benzina viene bruciata in questo modo?
Bisogna anche considerare che a Catania il servizio di trasporto
pubblico è penoso per cui scarsamente utilizzato. Nonostante questo la
gente va ad abitare fuori città. Si sono formati dei dormitori
orribili. Anche dei paesini graziosi sono divenuti col tempo terribili
agglomerati di palazzi e villette accorpate. Le stesse piazze spesso
vengono utilizzate come aree di parcheggio. Così, mentre il centro
urbano muore, prendono vita i grossi centri commerciali. Forse io sto
invecchiando, ma odio i centri commerciali. Già devo munirmi di grande
pazienza quando mia moglie mi coinvolge a girare per negozi in città,
figuriamoci andare in un centro commerciale. Ma come si può preferire
un centro commerciale all’aria aperta di una città, seduti al tavolino
di un bar su una bella piazza, fra i palazzi barocchi? Le vie centrali
di Catania il sabato sono ormai territorio di bande di ragazzi che
fanno di tutto. Le forze dell’ordine in giro sono sempre meno. Vedi
solo il personale che fa le multe per le soste nelle zone a pagamento.
Vorrei organizzare un movimento che induca ad un cambiamento radicale
della nostra vita. Ma da dove cominciare? I nostri politici sono poco
credibili. Magari sposano un’iniziativa perché fa spettacolo e loro si
mettono in mostra, ma alla fine non fanno nulla di sostanzioso per la
città. Il sindaco di Catania On. Stancanelli ha creato per fare un po’
di spettacolo pochi metri di pista ciclabile, praticamente inutile. Non
le dico il costo! Ogni tanto regala qualche bicicletta elettrica ad un
paio di studenti. Una domenica all’anno organizza un giro in bicicletta
per la città e finisce tutto lì. Poi se ne va in giro con la sua faccia
di bronzo a fare conferenze sull’ecologia e quant’altro, come se fosse
il sindaco di Copenaghen. Anche l’On. Bianco, ha creato in passato una
pista ciclabile in una zona balneare di Catania, sempre slegata da ogni
altro collegamento. In inverno questa diventa una pista di gare per
scooters e d’estate è un’area di parcheggio abituale. I vigili? Non
fanno nulla. Non creda che non ci siano; ci sono ma per questo tipo di
infrazioni non fanno multe.
Bisogna far capire alla gente che i grandi politici non sono poi così
grandi. Bisogna far comprendere che il consumismo ci sta proprio
consumando il cervello. Ma da dove cominciare?
Forse le mie sono solo illazioni di un tizio che sta invecchiando e
che non accetta i cambiamenti del mondo!

Distinti saluti,
                    Antonio

In aiuto agli elegantoni

Sta per uscire sul mercato un nuovo zaino, realizzato per contenere giacca e pantaloni, computer potatile, beauty case e deodoranti. Per il ciclista che non deve chiedere mai. Si basa sul noto principio del rotolo di vestiti che non si spiegazza. Lo produce la Cambridge Design Partnership. Il link è qui.
In Gran Bretagna si stima che 783 mila persone vadano al lavoro o a scuola in bici. Una bella fetta di mercato, non c'è che dire.
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Comunicato dei Verdi lazio

BONESSIO (VERDI): NESSUN PERCORSO CICLO PEDONALE NEL NUOVO PONTE DELLA SCAFA. SUBITO UNA PETIZIONE POPOLARE
“Siamo rimasti letteralmente allibiti – dichiara Nando Bonessio, Presidente dei Verdi del Lazio – quando, a seguito di una richiesta a firma del nostro capogruppo Angelo Bonelli, in cui si chiedeva all’amministrazione di Roma Capitale se nel progetto stradale del nuovo Ponte della Scafa e relativa viabilità di collegamento fossero previsti percorsi ciclo-pedonali, l’Assessore alle Politiche dei Lavori Pubblici del Comune di Roma Capitale ci ha cortesemente risposto che, da parte degli Uffici ed Enti coinvolti, nessuno aveva mai provveduto ad inserire tale prescrizione, disattendendo le normative regionali e nazionali (tra cui la legge 333/98) che prevedono che nelle nuove infrastrutture di viabilità siano presenti percorsi in sicurezza per la mobilità ciclabile e pedonale”.
“In un’epoca in cui la mobilità sostenibile, in particolare quella ciclabile, assume un rilievo crescente, anche quale elemento di sviluppo turistico del territorio, oltre che come elemento in grado di rappresentare un’alternativa ecologica ed “economica” all’automobile, ancor più in considerazione del caro-benzina, scoprire che nella progettazione di un’opera che costerà decine di milioni di Euro alla collettività non siano stati previsti percorsi ciclo-pedonali è qualcosa a dir poco di incredibile”.
“Per tale ragione – conclude Bonessio - come Ecologisti, Reti Civiche e Verdi Europei del Lazio, in collaborazione con le associazioni di ciclisti e pedoni del Litorale Romano e del Lazio, promuoveremo una petizione on-line affinché si provveda ad inserire, da subito, dei percorsi ciclo-pedonali nel progetto del nuovo Ponte della Scafa, consentendo una mobilità sostenibile tra Ostia ed il Comune di Fiumicino”.
 
Roma, 25 gennaio 2011
Stazione di Roma Trastevere, qualche tempo fa

al Comune di Roma lo sportello consumatori su misura

Comunicato Adoc

ROMA: ADICONSUM, ADOC, ASSOUTENTI, CITTADINANZATTIVA, CONFCONSUMATORI, FEDERCONSUMATORI, LEGA CONSUMATORI, MOVIMENTO CONSUMATORI, MDC E UNC  PROTESTANO PER FANTASIOSO ACCORDO BILATERALE TRA ROMA CAPITALE E UNA ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI PER SPORTELLI DI ASCOLTO CHE DI FATTO SOSTITUISCONO IL DIFENSORE CIVICO

 Roma, 25 gennaio 2012 – Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, MDC e UNC hanno inviato una lettera al Sindaco Alemanno nella quale esprimono la loro forte protesta contro un accordo tra il Sindaco e una delle associazioni dei consumatori operante a Roma, per avviare una serie di sportelli "istituzionali" gestiti dalla associazione a tutela dei diritti dei cittadini. Tale decisione presa dalla Amministrazione di Roma Capitale viola le più elementari consuetudini democratiche, non essendo state né consultate né informate tutte le altre principali associazioni che pure da anni dialogano con l'Amministrazione ai vari livelli  e che sono complessivamente più rappresentative. 
Abbiamo appreso con stupore la decisione del Comune di Roma di istituire uno sportello d’ascolto dei consumatori romani gestito da una sola Associazione dei consumatori – dichiarano i Presidenti Provinciali di Adiconsum, Adoc,Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, MDC e UNC  - seppure l’idea rappresenti un passo in avanti rispetto al passato, dato che va a sopprimere una figura, il Difensore Civico, costosa e inefficiente e difficilmente in grado di rispondere tempestivamente ed esaurientemente alle esigenze pratiche dei cittadini, la decisione di sviluppare una nuova struttura dedicata ai consumatori senza il confronto, l’ausilio e il coinvolgimento di tutte le Associazioni più rappresentative sul territorio, da anni al fianco dei consumatori romani fornendo assistenza e aiuto in molteplici occasioni, e da tempo impegnate nel dialogo con l'Amministrazione di Roma Capitale ai diversi livelli inclusa la gestione delle aziende di servizio, ci appare assurdo e provocatorio. Chiediamo pertanto al Sindaco Alemanno un incontro urgente allo scopo di verificare assieme i termini dell’accordo sottoscritto, ed eventualmente allargarlo alla partecipazione di tutte le Associazioni dei consumatori operanti a Roma e legittimate a farne parte”.
Homs, Siria, 23 gennaio 2012 (fonte: Photoblog)

Il vero volto di Beppe Grillo

"La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso". Beppe Grillo sul suo blog.

Solo buone notizie

Fonte: Il Giornale

Con il decreto salva Italia la benzina super tassata: crollo record dei consumi

di Stefano Filippi
I consumi sono in calo da anni, la stangata della manovra «salva-Italia» ha assestato un colpo da ko. Un crollo. Le tabelle con i confronti tra 2011 e 2010 sono piene di segni negativi. Soprattutto a novembre e dicembre, i mesi dello spread impazzito, dell'arrivo di Mario Monti, delle mazzate fiscali.
Quarant'anni fa lo shock petrolifero provocato dalla guerra tra Israele e Paesi arabi cambiò la vita dei Paesi occidentali. Il prezzo dell'oro nero andò alle stelle e per gli italiani si aprì la stagione della cosiddetta «austerity», già allora si preferiva dirlo all'inglese, forse per convincerci che non era colpa nostra. La benzina centellinata. Le prime domeniche a piedi. Le targhe alterne. Il riscaldamento condominiale a ore. L'illuminazione stradale ridotta. Sparirono gli addobbi natalizi, i bar dovevano chiudere a mezzanotte, la Rai mandava tutti a letto alle 23. Il buio accompagnava la metamorfosi delle nostre abitudini.
Quando morde la crisi, c'è una vittima predestinata: il prezzo dei prodotti del petrolio. Una volta sarà per il rincaro della materia prima, un'altra per la strizzata fiscale, fatto sta che il primo a risentirne è il prezzo della benzina. Rispetto a un anno fa, oggi un pieno di carburante costa mediamente 15 euro in più. Così si comprano meno auto (le immatricolazioni nel 2011 sono diminuite di quasi l’11 per cento), ci si sposta con oculatezza, si vaga alla ricerca del distributore senza marca ma più conveniente, si prendono i mezzi pubblici, nelle zone di confine riprende la spola per rifornirsi all'estero. Il calo dei consumi petroliferi è il segnale inequivocabile che i tempi duri sono già arrivati.

Lo si diceva già cinquant'anni fa

Revelle e Suess [1957] così si esprimono sull'argomento: "L'umanità sta facendo un'esperienza geofisica su larghissima scala, un'esperienza che non si sarebbe potuta fare in tempi passati e che non sarà ripetibile in tempi futuri. Nel corso di poche centinaia di anni riportiamo all'atmosfera e agli oceani il carbonio che da milioni di anni è rimasto concentrato nei sedimenti." Attualmente la scienza geofisica cerca di indagare con precisione sul problema dell'aumento di concentrazione della CO2 atmosferica, problema che potrà avere una grande importanza anche per le epoche future.

Siegfried Strugger, Biologia 1 (Botanica), Enciclopedia Feltrinelli Fischer, Feltrinelli, Milano, 1965 [ediz. originale tedesca: 1962], p. 117.
Fonte: Ansa



Energia:"pompe da bici" in mare, nuova frontiera rinnovabili

Prototipo approntato nel Regno Unito

24 gennaio, 22:05

Searaser, ispirato alle pompe di bicicletta, nuova frontiera per rinnovabili  
Searaser, ispirato alle pompe di bicicletta, nuova frontiera per rinnovabili



(ANSA) - ROMA, 24 GEN - Un meccanismo che si ispira alle più semplici pompe da bicicletta per spingere l'acqua marina verso generatori di corrente collocati sulla terra ferma: potrebbe essere la nuova frontiera delle energie pulite rinnovabili. Un prototipo di quello che è stato chiamato il Searaser è stato approntato nel Regno Unito su disegno di un geniale inventore, Alvin Smith.

Si tratta di una pompa ancorata al fondo marino (l'altezza è di 18 metri) che muove lo stantuffo grazie all'energia derivante dalle onde. Il grande vantaggio, secondo Smith, rispetto agli altri sistemi creati per produrre elettricità sfruttando le onde marine o le maree è che in questo caso il generatore non si trova in mare ma sulla terra.

"Se si mette un motore in mare deve venire completamente sigillato. L'acqua e l'elettricità non possono mescolarsi; l'acqua marina è particolarmente corrosiva e per questo simili tecnologie sono dispendiose e fragili", ha spiegato Smith al Guardian. Inoltre le pompe non necessitano di inquinante lubrificazione. A trasformare l'invenzione in una tecnologia che produca energia pulita a un prezzo più basso di quanto si sia mai riusciti a fare fino ad ora intende pensare la società Ecotricity.

Secondo il fondatore di questa società Dale Vince, l'obiettivo è mettere in funzione 200 pompe con relativi generatori a terra entro cinque anni. Ogni pompa è in grado di fornire elettricità pari al fabbisogno di un migliaio di abitazioni. E, a differenza di altre fonti di energia rinnovabile, la fornitura è continua e regolare, così come senza interruzione è il movimento del mare.(ANSA)

martedì 24 gennaio 2012

Fonte: primocanale

24/01/2012 06:53 
Grave incidente nella notte a Chiavari in Corso Valparaiso, la passeggiata a mare. Lo scontro è avvenuto intorno alle 3 tra una moto e una bicicletta; ad avere la peggio è stato l'uomo in bicicletta che è stato soccorso e trasportato all'ospedale San Martino di Genova in codice rosso. Secondo le prime ricostruzioni sembra che il centauro sia scappato senza attendere l'arrivo dei soccorsi; sono in corso le indagini dei carabinieri.




Fonte: amarsala

Marsala, auto investe bicicletta sulla via Mazara

12:40 Lunedì 23 Gennaio 2012 12:39 
Pochi minuti fa, sulla via Mazara, un'auto ha investito una bicicletta condotta da un uomo anziano. L'incidente è avvenuto in direzione ponte Fiumarella, circa 200 metri dopo la Caserma dei Carabinieri. Al momento l'uomo investito giace a terra, non si conoscono le sue condizioni di salute.
 Sul posto non è ancora arrivata l'ambulanza, nè tantomeno qualche rappresentante delle forze dell'ordine per rilevare l'incidente.

Fonte: Radiolombardia

Incidenti, anziano travolto in bicicletta

24-01-2012 10:40
Un 71enne in bicicletta è stato travolto e ucciso da un'auto a Desenzano (Brescia). La ricostruzione dell'accaduto è stata fornita dalla Polizia Stradale. L'incidente è avvenuto intorno alle 17.30 di ieri. L'uomo è stato trasportato dai soccorritori del 118 all'ospedale di Desenzano, ma per lui non c'era più nulla da fare.

lunedì 23 gennaio 2012

Ribellarsi è giusto, anzi è un dovere

«Nel centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, a cinquantacinque anni dalla proclamazione della Repubblica, io, nato nel 1915 a Torino, di famiglia ebrea, sopravvissuto a due guerre mondiali e alle persecuzioni fasciste e naziste, invito voi che siete più giovani a ribellarvi.
Fatelo adesso, subito, prima che sia troppo tardi, con un urlo alto, fragoroso.
Un urlo che faccia sobbalzare chi è al potere, che ridesti la società civile e la classe dirigente, complice del degrado, che sovrasti gli sproloqui e le risse parlamentari di ogni giorno.
Un urlo che scrolli i pavidi, che scuota gli indifferenti, che sorprenda gli ignavi, i dormienti, gli abbioccati di consumismo.
Un urlo forte, vibrante, che infranga le pareti di silenzi imposti e menzogne, che spezzi l'indifferenza di una società ipnotizzata da un un'informazione monopolizzata, salvo rare eccezioni.
Un urlo che faccia tremare i servi sciocchi, gli ipocriti, i disonesti, i saltafossi, i profittatori voltagabbana annidati nei luoghi di comando, che giunga a tutti i giovani, gli "angeli dei tetti", che restituisca loro speranza per il futuro.
Un urlo che ripeta le parole di chi non ha più voce, dei nostri caduti per la libertà, di chi credeva nella democrazia».

da Massimo Ottolenghi, Ribellarsi è giusto, Chiarelettere, Firenze, 2012.

Wi-fi a Milano utile al ciclista

A Milano, per iniziativa del Comune (che lo aveva annunciato nel novembre del 2011), sono in arrivo 50 punti wi-fi free, ossia gratis tutto il giorno; il prossimo obiettivo è di rafforzare la rete con altri 1200 punti di accesso: è una risorsa utilissima al ciclista urbano. 

Le cose o si fanno in modo strutturale o è inutile farle. Vedi il bike sharing a Roma, vedi le piste ciclabili a Roma, vedi le zone 30 Km/h a Roma, vedi l'accesso sui mezzi pubblici per le bici, sempre a Roma.

Molti furti di bici a Reggio Emilia e qualche considerazione

Fonte: Il Resto del Carlino / Tuttinbici

Reggio Emilia, 23 gennaio 2012 - Durante la Settimana europea della mobilità sostenibile Tuttinbici ha distributo un questionario ai ciclisti reggiani [....]
Ben il 72 % di chi ha risposto al questionario ha dichiarato di aver subito il furto ddella bicicletta, e il 39% di averlo subito più di una volta. [...] Alla domanda del questionario: «La useresti di più se....» il 26 % ha risposto «se potessi posteggiarla in un luogo sicuro» a pari merito con «se il traffico fosse meno pericoloso». Solo il 15% ha risposto: «se ci fossero più piste ciclabili».
[...]
La tecnologia offre poi possibilità di contrasto al furto delle bici, che occorre sfruttare, occorrono azioni specifiche da parte delle forze dell’ordine, anche perchè sembra che non siano così misteriosi i canali che alimentano il traffico di bici rubate e questa microcriminalità ingigantisce veramente il senso di insicurezza. [...]
è vero che ai ladri professionisti non c’è dispositivo che tenga, un filo di metallo tagliabile con una tronchesina che sta in tasca, aumenta notevolmente la percentuale di possibili ladri

Fine dell'articolo.
Faccio alcune considerazioni sul furto, che è una vera e propria piaga:

0) Penso che i vari sistemi di targa, punzonatura non servano a prevenire i furti. Se la bici viene caricata su un pulmino e finisce a 1000 Km di distanza non c'è immatricolazione che tenga.


1) Un negoziante serio propone catene e lucchetti non come panacee assolute, ma spiegando quanto tempo ci mette il ladro a romperle e con quali attrezzi.

2) Lasciare in strada la bici di notte è molto pericoloso. Un giorno ti va bene, un altro pure, ma la bici rischia di scomparire. (Istruttivo documentario girato a New York nell'arco di un anno qui).

3) Oltre al lucchetto da usare per strada, bisogna informarsi sui vari sistemi di ancoraggio dentro casa (al muro: 1 o 2 ganci; al soffitto, 3 ganci [con strepitosi effetti scenografici]) oppure alla possibilità di collocare la bici dentro il palazzo (cantina, androne, giardino condominiale).

4) Documentarsi bene sui prodotti offerti dal mercato e sviluppare alcune tecniche di parcheggio. (Le mie me le tengo strette.) Basta un po' di immaginazione.

5) Valutare l'acquisto di una bici pieghevole (costa, ma te la porti sempre appresso come un barboncino) ovvero rimettete in carreggiata una vecchia bici tipo graziella (costa molto meno).

6) Una delle fissazioni più comuni, quando si rimette a posto una bici vecchia, è la riverniciatura: costa un botto e attira l'attenzione. "La faccio sabbiare", voglio il telaio giallo, rosso, ecc. Altri si fanno la bici con i cerchi a profilo alto fosforescenti, telaio nuovissimo, componenti costosi, ecc. Poi piangono. 

Fa molto freddo, vado in bici

Il successo dell'Area C a Milano non piace ad alcune lobby e ad alcuni cittadini, anche se la scelta del varco a pagamento è stata approvata da un referendum popolare del 12-13 giugno 2011 dalla maggior parte della cittadinanza (dettagli qui). L'assessore Maran ha offerto 1000 caffè come ulteriore incentivo ai ciclisti in fase di rodaggio. Pure questo è stato criticato. PdL e Lega hanno cominciato a raccogliere le firme per abolire tutto e continuare a inquinare serenamente (1000 finora). Su Il Giornale è apparso un articolo, in cui si cita un messaggio di un cittadino che evoca il freddo: «Sinceramente assessore, preferisco che funzioni la metropolitana, e offrire il caffè è un po' poco visto che per andare in bici fa freddo..»

Per favore, non evocate il freddo, accampate altre scuse, tipo mi fa male la caviglia sinistra oppure ho un po' di cerume nelle orecchie. Inoltre è dimostrato che chi usa la bici tutto l'anno si ammala molto meno.


Quindi beccatevi questa compilation. In questi centri urbani ad alta ciclabilità vanno in bici tutto l'anno, anche quando il sole s'affaccia davvero poco:

Anchorage, Alaska, USA: latitudine 61° 11', temperatura media ieri: -12°C, vento 0 Km/h, umidità 73%. Sito web di riferimento per il ciclismo urbano, qua.
 
Vancouver, Canada (latitudine 49° 16 N', temperatura media ieri: 4 °C, vento 37 Km/h, umidità 81%). Sito ciclistico di riferimento qui.

Oslo, Norvegia: latitudine 59° 55', temperatura media ieri: -5 °C, vento 10 Km/h, umidità 93%. Sito ciclistico di riferimento ici.

Portland, USA: latitudine 45° 31', temperatura media ieri 2 °C, vento 6 Km/h, umidità 93%. Sito ciclistico di riferimento aquí.

Buone idee per Forlì: il Comune non risponde (un classico)

Fonte: Il Resto del Carlino

Betti: "Le mie idee per il centro Il Comune? Mai risposto"

 Forlì, 23 gennaio 2012 - HA PASSATO l’estate in bicicletta a controllare ogni senso unico, ogni divieto, ogni bus, ogni semaforo. Doveva preparare la tesi, e il suo libro di riferimento è stata Forlì. O, meglio, il trasporto pubblico cittadino. Francesco Betti, 27 anni, si è laureato qualche mese fa in Ingegneria dei sistemi edilizi e urbani. La sua ambizione? Ridisegnare la mappa dei trasporti della città. [...] 

Bene. Ora lo ripeta con calma ai forlivesi, allergici agli autobus.
«In effetti non siamo proprio dei bus-dipendenti. Certo, ripensare i trasporti di una città significa proiettarsi nel lungo periodo. Non si può credere che cambiamenti del genere avvengano nel giro di una manciata di mesi».
Intanto però il suo progetto c’è. Provi a raccontarcelo.
«Allora, innanzitutto ho studiato la mappa della nostra città punto per punto per arrivare ad individuare delle macroaree. Ho passato l’estate in bici proprio per percorrere tutte le strade del centro: in questo modo ho capito nelle varie zone cosa c’è e cosa servirebbe in termini di mobilità».
Si spieghi meglio.
«Ho diviso le varie aree della città in cinque categorie, per capire cosa avevo davanti: shopping; negozi intesi come servizi alla residenza (supermercati, calzolai, lavanderie...); negozi a gestione e clientela straniera; terziario aperto al pubblico e locali. Fatto questo, ho ripartito in sezioni la mappa della città cercando di capire quali tipi di trasporti sarebbero stati più funzionali nelle varie aree di riferimento».
[...]
«Pedonalizziamo le aree dello shopping, dove la gente deve poter passeggiare e guardarsi intorno. Penso ai corsi Repubblica e Mazzini, che di giorno dovrebbero essere chiusi al traffico. Ma rendiamo raggiungibili in maniera immediata i luoghi dove bisogna andare per svolgere determinate commissioni quotidiane. Grazie a questa razionalizzazione si può passare alla reale valorizzazione dell’esistente».
[l'articolo intero è qua]

Vite bloccaggio sella Legnano

Per parecchio tempo, in ciclofficina Ex Lavanderia ha stazionato un bel telaio Legnano d'epoca. Il canotto sella era irremovibile, ma il problema principale era l'assenza della vite che lo bloccava, una vite interna al telaio, un pezzo particolare che non si trova. Una volta smontato il tubo, grazie ad alcune tecniche segrete, rimaneva il problema di come rimpiazzare la vite. Sul web ho trovato il pezzo ricostruito da un artigiano; è questo:
Fonte: http://www.flickr.com/photos/bellavistavintage/5274167697
Rimestando fra la varia ferraglia che mi fa compagnia, ho rimediato un pezzo che poteva sopperire alla mancanza dell'originale. L'ho limato. Stringendolo, ha un effetto chiavella che blocca il tubo, per ora mi pare in modo soddisfacente.

La vite sella in sede

E la Legnano riguadagna la strada, a parte qualche problemino da risolvere, compresa una verifica della tenuta del telaio, che era piuttosto arrugginito.

Non chiamatele biciclette

Comunicato Fiab

Definizione delle "e-bike" e disciplina omologazione veicoli a motore
Il Presidente FIAB scrive al rappresentante del Governo italiano nel gruppo UE Armonizzazione tecnica


In vista dell'incontro del Gruppo UE "Armonizzazione tecnica veicoli a motore" che si terrà a Bruxelles il prossimo 26 gennaio per esprimersi sulla decisione (COM 2010 542) riguardante la definizione di "biciclette a pedalata assistita", il Presidente della FIAB, Antonio Dalla Venezia esprime il proprio sostegno alla posizione dell'ECF (European Cyclisn Federation)  http://www.ecf.com/wp-content/uploads/Automotive-Tech-Harmon-Group.xls  e, con una nota al rappresentante italiano del Ministero dei Trasporti all'interno del Gruppo di lavoro europeo Armonizzazione tecnica, chiede "un impegno del Governo italiano affinchè le nuove "e-bike", in quanto dotate di caratteristiche tecniche che le renderanno più potenti e, quindi, più pericolose per la sicurezza sulle strade e sulle piste ciclabili, siano assoggettate alla disciplina sull'omologazione dei veicoli a due, tre e quattro ruote".

"In sede di revisione della normativa europea riguardante l'omologazione obbligatoria dei nuovi prodotti - spiega il Presidente FIAB - la Commissione UE Mercato Interno e Protezione di Consumatori (IMCO),  ha approvato una modifica degli standard delle biciclette a pedalata assistita, rendendo illimitata la potenza massima precedentemente fissata a non oltre i 250 Watt, eliminando la pedalata assistita e confermando l'esonero per i nuovi mezzi dalla normativa sull'omologazione obbligatoria".

Le "e-bike",  pur classificate come veicoli motorizzati in quanto muniti di motore elettrico erano - e sono tuttora - parificate alle biciclette a propulsione muscolare. Non sono quindi assoggettate alla disciplina sull'omologazione obbligatoria, ma a quella, meno vincolante, del Comitato europeo di normalizzazione (CEN) e dell'Organizzazione internazionale di normalizzazione (ISO).

"Le modifiche sulle caratteristiche tecniche apportate dalla Commissione IMCO - continua Dalla Venezia - anzichè prevedere, come sarebbe stato logico che fosse, anche il passaggio delle nuove e-bike più potenti e pericolose sotto le norme sull'omologazione obbligatoria, di fatto, comporteranno più in generale una modifica della definizione di bicicletta e dei suoi  standard di riferimento. Ciò vuol dire che potremo iniziare a vedere biciclette non più azionate dalla forza muscolare, non più di potenza inferiore a 250 Watt (che è il potere di un ciclista di alto livello), senza pedali e azionate da un motore elettrico e quindi più veloci e meno controllabili. Praticamente nuovi mezzi a due o più ruote che, pur decisamente più pericolose, definite come "biciclette", usufruiranno di enormi agevolazioni, tra cui no targa, no assicurazione, no obbligo del casco per il conducente, no bollo, no patentino. La FIAB è fortemente preoccupata. Già oggi, dove sono diffuse le bici a pedala
 ta assistita, è aumentato il numero di incidenti stradali anche perchè spesso il mezzo risulta ingovernabile. Si rende pertanto, ai fini della tutela della sicurezza stradale, di assoggettare i veicoli a due, tre e quattro ruote, assistiti da motori elettrici, al regime di omologazione obbligatoria".

domenica 22 gennaio 2012

A Milano ieri i funerali del vigile Savarino

Fonte: Corriere della Sera

A Torino gravi effetti dello smog sull'amministrazione comunale

Fonte: La Stampa

21/01/2012 - RETROSCENA

"Tolleranza zero", e il popolo delle bici si ribella sul web

Palazzo Civico ha annunciato tolleranza zero anche per i ciclisti: il  progetto prevede anche corsi e ditribuzione di vademecum
 
alessandro mondo
torino
A scuola di bicicletta: con vademecum informativi e, perché no, tramite appositi corsi di formazione. Magari in collaborazione con le scuole-guida in città. Il Comune sta valutando seriamente l’ipotesi, al punto da inserirla nel pacchetto di proposte che presenterà alla Consulta per la sicurezza stradale convocata a breve termine.

La premessa è la nuova linea annunciata mercoledì dall’assessore alla Viabilità Claudio Lubatti sul fronte del traffico e della sicurezza, con riferimento a tutti i soggetti interessati (automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni): controlli e mappatura dei punti a rischio; repressione e interventi strutturali; tolleranza zero e, quando possibile, formazione. Come si premetteva, il discorso vale anche per i patiti delle due ruote (una passione consolidata dall’aumento del prezzo dei carburanti e più in generale dalla crisi), i quali hanno replicato sdegnati al giro di vite annunciato da Lubatti: la protesta corre sui blog.

Il problema numero uno restano le auto e le moto, inutile nascondersi dietro il dito. Anche così, i «bikers» che hanno la testa sul collo sono i primi ad ammettere l’inadeguatezza e le infrazioni commesse da molti torinesi sul sellino: alcune dettate dalle circostanze (strade dissestate, scarsa illuminazione pubblica, piste ciclabili «nonsense»), altre da trascuratezza. Alzi la mano chi non ha visto giovani e meno giovani procedere in bici a zig-zag, tenendo la sinistra della strada e invadendo i portici, attraversando con il rosso. Magari intenti a telefonare o muniti di auricolare. Più in generale, si parte dalla convinzione, sbagliata, che tutti sono buoni a inforcare una bicicletta: in una grande città non è così. «Come minimo - spiega Lubatti -, bisogna conoscere la segnaletica e le norme più elementari del codice stradale».

Da qui l’idea di favorire la sicurezza non solo multando le violazioni ma attraverso la formazione. Il tutto in un quadro di interventi a uso di tutti: dalla messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali pericolosi alla formazione nelle scuole da parte dei vigili urbani. Antonella Visintin, membro del tavolo comunale dedicato alla mobilità ciclabile, vede di buon occhio la prospettiva dei corsi. C’è di più: «Lavoriamo a un piano bici per rispondere alle sollecitazioni delle associazioni. Le Zone 30, ad esempio, vanno legate alle piste ciclabili: tutto il centro, eccetto i viali, potrebbe diventare Zona 30».

Secondo Paolo Hutter far rispettare le regole ai ciclisti è un falso problema: formalmente è corretto imporre il rispetto del codice stradale, badando alla sostanza non mi risulta di pedoni messi in pericolo da ciclisti». I quali, sovente, mettono a rischio la loro incolumità prima che quella altrui. «Giro in bici e sovente mi imbatto in ciclisti che non osservano le più semplici regole di sicurezza», conferma Vincenzo Cugusi. «Ad esempio - gli fa eco Wanda Bonardo -, è sconcertante che ancora oggi l’uso del casco sia inteso come un optional. Il che non esime il Comune dalle sue responsabilità: dalla creazione di nuove piste ciclabili alla manutenzione di quelle esistenti».

A Padova si creano problemi ai ciclisti

Fonte e articolo completo: Padovaoggi

"I ciclisti avranno pure buone gambe, ma non si capisce perché questa solerzia nell'allontanare le biciclette, che sono un vanto di Padova e non vanno nascoste dietro i ponti".
Lavori piazzale stazione Padova: Legambiente critica allontanamento bici

Stazione, Legambiente: “Biciclette bandite e trascurate”

L'associazione contesta il progetto di rifacimento del piazzale dello scalo ferroviario di Padova che allontana le rastrelliere, ancora di "vecchio stampo", alle quali non si può legare il telaio, metodo più sicuro già sperimentato in piazza dei Signori

di Redazione 20/01/2012

RASTRELLIERE ALLONTANATE. Sandro Ginestri, coordinatore di Legambiente Padova, commenta sarcastico il progetto di sistemazione di piazzale Stazione, i cui lavori sono in corso e che prevede un allontanamento delle rastrelliere dal piazzale, per finire ad essere posizionate fino in via Eremitano, dietro al cavalcavia Borgomagno, o in via Tommaseo, all'angolo con via Valeri.


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venerdì 20 gennaio 2012

La Porsche dei miei sogni

Emanuele m'ha mandato il link a un video esilarante, una Porsche un po' particolare. Sta qua.

Dossier Mal'aria 2012 di Legambiente

Indovinate qual è il succo del dossier? 1) Nelle città italiane l'aria è pulita e si promuove la mobilità pubblica e non motorizzata, oppure 2) nelle città italiane l'aria è sporca e non si fa abbastanza?


comunicato di Legambiente

Legambiente presenta Mal’aria 2012
E’ emergenza smog nelle città italiane
Fuori legge per pm10 il 67% dei capoluoghi di provincia monitorati
“Necessarie serie politiche di mobilità sostenibile. Seguire l’esempio dell’Area C milanese”
Al via il week-end di mobilitazione per il diritto alla salute

La qualità dell’aria delle città italiane è pessima e continua a peggiorare. Lo confermano i dati del dossier Mal’aria, lo studio annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico. I principali imputati sono le polveri sottili: nel 2011, il 67% dei capoluoghi di provincia monitorati non ha rispettato il limite consentito di superamenti della soglia di PM10, un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Torino, Milano e Verona sono in testa con 158, 131 e 130 superamenti registrati nella centralina peggiore di ognuna delle tre città. Crescono, inoltre, le dimensioni degli sforamenti. Ed è una vera e propria emergenza, perché il particolato emesso dagli scarichi delle autovetture, dagli impianti di riscaldamento e dai processi industriali, sono sostanze altamente dannose per la salute umana per la loro capacità di penetrare in profondità nell’apparato respiratorio. Ecco perché contro smog e traffico, per rivendicare il diritto alla salute, prende il via oggi il week-end di mobilitazione di Legambiente lungo la penisola: banchetti informativi, flash mob, incontri con le amministrazioni e i cittadini per discutere proposte sui problemi piccoli e grandi legati alla mobilità in città.
Nel 2011, secondo la classifica di Legambiente “PM10 ti tengo d’occhio”, sulle 82 città monitorate, 55 hanno esaurito i 35 superamenti all’anno del limite di legge giornaliero per la protezione umana del PM10 (50 µg/m3). In particolare l’area della pianura Padana rimane la zona più critica. Tutti i capoluoghi lombardi hanno superato il “bonus” dei 35 giorni, in Piemonte si salva solo Verbania, in Veneto Belluno, Cesena in Emilia Romagna e Gorizia in Friuli Venezia Giulia.
A saltare all’occhio, però, oltre al numero di città che non rispettano i limiti, sono i giorni di sforamento e il loro pauroso aumento da un anno all’altro. Ben 13 città hanno registrato oltre 100 superamenti del limite di protezione della salute umana e 29 hanno superato di due volte il limite annuale dei 35 giorni fuorilegge. Se, per ipotesi, si potessero esaurire in anticipo i 35 superamenti consentiti ogni anno, Torino avrebbe già esaurito il bonus per i prossimi tre anni e mezzo, Milano e Verona per due anni e otto mesi, Alessandria e Monza per i prossimi 2 anni e mezzo. Rispetto al 2010, in alcune città la situazione è peggiorata in modo drammatico: Cremona ha registrato quasi tre mesi in più di aria irrespirabile, Verona due mesi in più, Treviso 50 giorni, e numeri allarmanti si leggono anche per Milano (44 giorni in più), Terni (42), Cagliari e Vercelli (entrambe hanno registrato un aumento di 38 giorni).
E se diminuiscono le città che hanno superato più di 25 volte il valore giornaliero dell’ozono, sono 18 quelle in cui gli sforamenti sono stati più del doppio di quelli concessi. Addirittura il triplo a Lecco, Mantova e Novara. È in leggera crescita anche il numero di città che non rispettano i limiti del biossido di azoto.
Le cause dell’inquinamento atmosferico sono chiare e conosciute da tempo. Analizzando il dettaglio cittadino delle fonti di emissione, si vede come il contributo del traffico veicolare sia rilevante per le polveri fini (come a Roma, Milano, Palermo e Aosta) e ancora di più per gli ossidi di azoto. Un’altra fonte sempre più influente in città è quella dei riscaldamenti, che in alcuni casi supera anche il contributo delle automobili, come ad esempio a Bolzano, Trento, Cagliari. E scendendo nel dettaglio delle emissioni che provengono dalle diverse categorie di veicoli, sono sempre le automobili le peggiori “inquinatrici”, e sebbene sul mercato compaiano modelli di auto sempre più efficienti e alcuni progressi siano stati fatti sulla riduzione degli inquinanti che escono dai tubi di scappamento, non vanno sottovalutate quelle 9mila tonnellate di polveri a livello nazionale che derivano dall’usura degli pneumatici, dei freni e del manto stradale, che in buona parte finiscono nei nostri polmoni.
“Al traffico – commenta Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente - si risponde troppo spesso con interventi occasionali di emergenza, come blocchi del traffico o targhe alterne, che possono servire a qualcosa solo se programmati in modo continuo nel tempo e associati a provvedimenti quali il pedaggio urbano. L’Area C recentemente introdotta a Milano è, ad esempio, un’iniziativa che va in questa direzione e che si dimostrerà tanto più efficace quanto più convincerà i milanesi a usare maggiormente i mezzi pubblici e la bicicletta. Sarebbe auspicabile integrarla con misure su zone più estese. Il tutto, poi, va coordinato a livello nazionale da un Piano di risanamento della qualità dell’aria, che ancora si fa attendere, e al quale si devono associare altre misure come quelle sul riscaldamento che in molte città contribuisce in maniera sostanziale all’aumento dell’inquinamento dell’aria. La soluzione è possibile, richiede però più coraggio da parte degli amministratori e più responsabilità da parte dei cittadini”.
Per limitare le auto in città servono, insomma, serie politiche di mobilità sostenibile e di potenziamento del trasporto pubblico locale, ma si deve pensare più seriamente anche al modo di ridurre il flusso del traffico pendolare in entrata nelle città. Sono circa 11milioni le persone che ogni giorno si spostano per recarsi al lavoro o ai luoghi di studio, e di questi solo 2,8milioni scelgono il treno. Le pessime condizioni del servizio ferroviario e dei treni sono continuamente peggiorate dai continui tagli delle risorse e dei collegamenti, le difficoltà di muoversi in città una volta usciti dalla stazione, rendono il treno poco appetibile come mezzo di trasporto. Eppure aumentare di mille unità i treni in circolazione o investire a lungo termine per portare i passeggeri ad almeno 4 milioni, porterebbe benefici non solo alla qualità della vita, ridurrebbe le congestioni da traffico, e comporterebbe un risparmio di emissioni in atmosfera stimate da Legambiente in una riduzione dal 3,3% al 5,5% di PM10.

PM10 ti tengo d’occhio– superamenti del limite medio giornaliero di protezione della salute umana (50 µg/m3) nei capoluoghi di provincia nel 2011, rispetto alla centralina peggiore. Superamenti consentiti in un anno: 35


Città capoluogo
Centralina peggiore
Superamenti

Città capoluogo
Centralina peggiore
Superamenti
1
Torino
Grassi
158
28
Rimini
Abete
74
2
Milano
Senato
131
29
Como
Viale Cattaneo
76
3
Verona
Borgo Milano
130
30
Ferrara
Via Bellonci
72
4
Alessandria
D'Annunzio
125
31
Varese
via Copelli
69
5
Monza
via Machiavelli
121
32
Bologna
Porta San Felice
69
6
Asti
Baussano
117
33
Roma
Tiburtina
69
7
Brescia
Villaggio Sereno
113
34
Pescara
Viale Bovio
69
8
Vicenza
Quartiere Italia
112
35
Ravenna
Caorle
68
9
Cremona
via Fatebenefratelli
109
36
Terni
Le Grazie
68
10
Frosinone*
Scalo
108
37
Lecco
Via Amendola
64
11
Mantova
via Ariosto
108
38
Palermo
Di Blasi
63
12
Pavia
Piazza Minerva
103
39
Napoli
Oss. Astronomico
62
13
Treviso
Via Lancieri di Novara
102
40
Firenze
Mosse
59
14
Bergamo
Via Garibaldi
98
41
Benevento
Osp. Civili Riuniti
58
15
Rovigo
Centro
98
42
Macerata
Via Vittoria
54
16
Lodi
Viale Vignati
96
43
Avellino
Ospedale Moscati
48
17
Cagliari
Piazza Sant'Avendrace
94
44
Forlì
Roma
48
18
Padova
Mandria
94
45
Pordenone
Centro
47
19
Parma
Montebello
93
46
Taranto
Via Machiavelli
45
20
Venezia
Parco Bissuola
91
47
Trento
via Bolzano
45
21
Modena
Via Nonantola
90
48
Pisa
Borghetto
44
22
Vercelli
Campo CONI
90
49
Sondrio
via Mazzini
44
23
Ancona
Via Bocconi
88
50
Udine
P.le Osoppo
44
24
Reggio nell'Emilia
Timavo
86
51
Perugia
Ponte San Giovanni
43
25
Novara
Roma
84
52
Prato
Roma
43
26
Piacenza
Giordani-Farnese
81
53
Trieste
Via Carpineto
43
27
Biella
Lamarmora
77
54
Pesaro
via Scarpellini
39




55
Cuneo
Alpini
36