sabato 30 aprile 2011

Capranica-Civitavecchia / prima parte

Il primo giorno di delirio romano (per il 1° maggio con beatificazione di Wojtyla) è stato scansato con una Capranica-Civitavecchia in graziella, anzi in Sabrina. Un'esperienza bellissima, che consiglio a tutti. Cinquantuno chilometri di sterrato, in cui spesso bisogna scendere dalla sella e camminare (in graziella, almeno). Ci sono andato da solo, in un giorno grigio e piovoso. Il soprassella è a pezzi, Sabrina non ha fatto una piega.
Una parte del percorso, ricavato da una linea ferroviaria dismessa

venerdì 29 aprile 2011


Ore 18.30, palo 27, via Dei Fori Imperiali. Partenza della Critical Mass Roma

a Milano, bilanci e promesse a confronto

Da Ciclobby-Fiab, Milano:

Mercoledì 4 maggio 2011 ore 21 – nell’ambito della 9° Stagione Serate UTP 2010-11 ed in collaborazione con Fiab CICLOBBY – 80° SERATA UTP, gratuita ed aperta al pubblico, che si terrà presso le Associazioni della Mobilità Sostenibile (Ciclisti, Pedoni, Utenti Trasporto Pubblico, Mobility Managers) via Borsieri, 4 - Milano (quartiere Isola Garibaldi) sul tema

TRASPORTI, TRAFFICO E MOBILITA' CICLISTICA:
BILANCIO di 5 anni ed OBIETTIVI per la prossima Giunta

confronto fra due autorevoli esponenti:
·         MAURIZIO BARUFFI, consigliere uscente del centrosinistra e Portavoce del candidato sindaco Giuliano Pisapia;
·         EDOARDO CROCI, già assessore Ambiente, Traffico e Mobilità della Giunta Moratti e attuale Promotore della Lista Progetto Milano Migliore per il candidato sindaco Letizia Moratti.

Dopo cinque anni di governo della città guidato dal sindaco Moratti ed alla vigilia delle prossime elezioni,  ci sembra opportuno ripensare a quanto è stato (o non è stato) realizzato ed agli indirizzi su Mobilità Sostenibile e Mobility Management da parte dei due schieramenti che si contendono Palazzo Marino.

Conducono il dibattito Massimo Ferrari (presidente UTP) e Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY).

Mercoledì 4 maggio 2011 ore 21, via Borsieri, 4 – Milano

A Bolzano il sorpasso a pedali

Riferisce oggi sul Venerdì della Repubblica, in un articolo di Alberto Fiorillo (p. 35), che a Bolzano gli spostamenti in bici hanno superato quelli su motore a scoppio. Illustra l'articolo una foto del mitico Adriano Maccarana  di Orco Cicli. A Bolzano, scrive Fiorillo, i ciclisti urbani abituali sono saliti dal 20% del 2002 al 26% del 2007, anche grazie a una campagna pubblicitaria martellante da parte del Comune, 50 Km di nuovi percorsi ciclabili, abbassamento della velocità, pedonalizzazione, precedenza ai mezzi più lenti nella segnaletica. Proprio come accade a Roma.
Citazione di apprezzamento anche per il lavoro di Paolo Chiossi a Modena, che ha rilevato la bottega del padre e ora realizza bici in cui si combinano tradizione e piccoli aggiornamenti non invasivi.

La semplicità è fuorviante

«Anche la quotidiana attività di guidare un'automobile, che sembra facile una volta appresa, è abbastanza complessa da richiedere settimane di addestramento e poi mesi per sviluppare un comportamento provetto. Ricordate quando siete andati per la prima volta alla scuola guida? Tutto sembra succedere così in fretta, con così tante azioni da eseguire simultaneamente con mani e piedi, mentre dovevate tenere d'occhio le auto dietro e di fianco, e tutti gli oggetti di fronte a voi, e in più leggere e rispettare i segnali stradali e i semafori, tutti sistemati in posizioni ignote lungo la strada: sembrava un compito impossibile. Dopo qualche anno di guida, sembra tutto così semplice e facile che c'è chi mangia, si trucca, raccoglie oggetti dal pavimento dell'auto e fa ogni genere di cosa mentre guida. La semplicità è fuorviante. Durante la guida normale, l'autista esperto ha molto tempo libero: guidare può essere noioso. Ma poi di colpo, senza alcun preavviso, può presentarsi una situazione pericolosa. Il risultato è che ogni anno decine di milioni di persone in tutto il mondo rimangono ferite in incidenti d'auto».

Donald A. Norman, Vivere con la complessità, Pearson Italia, Milano-Torino, 2011, pp. 26-27.

giovedì 28 aprile 2011

Ausiliari del traffico in bici a Milano?

Il segretario provinciale della Lega Nord, Igor Iezzi, chiede di istituire a Milano un gruppo di ausiliari del traffico in bicicletta per presidiare le piste ciclabili, troppo spesso usate come parcheggio supplementare da furgoni, auto e moto.

«Condividiamo e sosteniamo le iniziative del sindaco Letizia Moratti sul fronte della mobilità sostenibile [quali?, n.d.r.] anche attraverso la realizzazione di nuove piste ciclabili che rendono Milano all’altezza delle altre capitali europee. Comprendiamo però - aggiunge Iezzi - il disagio dei ciclisti urbani che non possono utilizzarle perché spesso invase dalle auto. Proponiamo allora che affinché le ciclabili siano libere vengano impiegati ausiliari del traffico, magari in bicicletta».

In realtà, sarebbe opportuno che ogni città italiana avesse reparti di vigili urbani in bicicletta: invece, che io sappia, non ce l'ha nessuna.

Cosa ne è della Metro C di Roma?

Dalla Rete Romana di Mutuo Soccorso:

La linea C della metropolitana   è la più grande infrastruttura pubblica, in via di realizzazione,  dopo il ponte sullo stretto di Messina. Per costruirla e gestirla i contribuenti dovranno mettere un sacco di bei soldini, una cifra spaventosa.
Il progetto, approvato nel 2003 e fiore all'occhiello della Giunta Veltroni, prevedeva inizialmente  le stazioni Tor di Quinto, Vigna Clara, Farnesina, Auditorium, Vignola, prima di approdare a Clodio-Mazzini. E per di più prevedeva anche, dopo Ottaviano, le stazioni Risorgimento, San Pietro, Chiesa Nuova, Argentina.
Lo sapevate che sono state tutte cancellate?  Sapevate anche che di revisione in revisione sono stati cancellati dal progetto iniziale anche:
•             lo scambio con il tram n.8 a Largo Argentina
•             l’interconnessione con la metro D a Piazza Venezia  e la stessa  stazione di Piazza Venezia
•             gli scambi con la ferrovia Roma Nord a Tor di Quinto, lo scambio con il tram n.2 all’Auditorium
•             l’interconnessione con l’anello ferroviario ancora a Tor di Quinto ed a Vigna Clara, le interconnessioni con la metro A nella zona nord e con il tram n.19.
Che cosa è successo? a cosa e a chi servirà allora questa linea di metropolitana? Per saperne di più (ne avete tutto il diritto visto che pagate anche voi) vi consigliamo di leggere il prezioso resoconto a cura dell'Associazione PROGETTO CELIO  apparso sul N.67 del suo quindicinale.

mercoledì 27 aprile 2011

Pedalando s'impara

Domani, 28 aprile, dalle 16 alle 17, inizia sulle frequenze della emittente romana Radio Onda Rossa (87.9 Mhz in Fm) una serie di trasmissioni intitolate:
Pedalando s'impara. 
 CiclOfficine Popolari e ciclismo critico a Roma.

Le puntate verranno trasmesse tutti i giovedì, sempre dalle 16 alle 17, fino ad arrivare alla vigilia della Critical Mass Intergalattica, aka Ciemmona (che per i ciclisti urbani equivale alle Olimpiadi per gli antichi Greci) e proseguirà anche dopo.

La prima puntata in onda domani è dedicata a "Storia e filosofia delle ciclofficine popolari". Una realtà che si sta espandendo in tutta Italia e che risponde a un'esigenza sempre più sentita da parte dei cittadini di imparare ad aggiustarsi la bici, rimediarne una senza dovers spendere dei soldi e iniziare a muoversi in città pedalando. Troppo semplice per la logica del consumismo, che obbliga le persone a usare i mezzi a motore, anche quando non vorrebbero.
Potrete così conoscere le ciclofficine di Roma, d'Italia e del mondo. Riciclaggio, riuso, autocostruzione, decrescita. Tutto questo sono oggi le cicloffiicine, un potente mezzo di cambiamento a favore di una mobilità libera, felice, sana, non inquinante, non invadente, pacifica, indipendente, a costo zero, ecc. ecc.. Come dice il filosofo: 
 
"Tornare ad essere capaci di creare i nostri propri oggetti significa plasmare la propria vita".

Informazioni sulle ciclofficine popolari qui. Il sito di Radio onda rossa è qua.

La festa è finita: Obama taglia i sussidi ai petrolieri

Il presidente degli Usa, Barack Obama, ha inviato una lettera a Camera dei rappresentanti e Senato: «Noi possiamo prendere delle misure per impedire che nel lungo termine i cittadini patiscano l'aumento dei prezzi della benzina. E una di queste misure è eliminare le agevolazioni di imposta ingiustificate a favore del settore petrolifero e di investire queste somme nelle fonti di energia pulita, in modo da ridurre la nostra dipendenza dal petrolio proveniente dall'estero». Settimane fa, il presidente era stato molto più netto: «Non è possibile che le compagnie petrolifere continuino ad aumentare i prezzi e nello stesso tempo a intascare i contributi federali. Questo deve finire».

Non sono parole scritte sul muro col gessetto contro il mondo, tipo: "Petrolieri andate affanculo", o "Stop guerre per il petrolio". La lettera è stata scritta dal presidente degli Stati Uniti alla più potente lobby del pianeta, la cui pressione politica è ancora più asfissiante delle emissioni che il loro gioco sporco procura al mondo.

Negli Usa, i petrolieri spendono ogni anno 82 milioni di euro (puttane, viaggi, cene, corruzione scienziati, piantumazione alberi, ecc.) per convincere i politici delle proprie ragioni.

Ora che un gallone di benzina (3,78 litri) costa la bellezza di 4 dollari, pensate un po', gli statunitensi si sono stufati. Da noi si spendono già 6 euro per l'equivalente in litri di un gallone, ma tutti vanno zitti zitti dal benzinaio, a casa mangiano porcherie, pur di sgasare e inchiodare perché non hanno tempo da perdere.


Per i petrolieri, la situazione è al momento ottimale: cresce il prezzo del petrolio e al contempo cresce la domanda dei suoi derivati. Quindi i prezzi si possono alzare tranquillamente.

Gli analisti di Wall Street prevedono che nel primo trimestre del 2011 i profitti della Esso cresceranno del 50% , mentre quelli di Chevron aumenteranno del 35%. 

Il meraviglioso inseguimento di Ganna



Gli scoppia un palmer: il piccolo gruppo che l'accompagna se ne avvede e fugge a rotta di collo.
Hanno le ali ai piedi e scompaiono laggiù, nella polvere.
Laggiù ride la Vittoria...
Il temuto varesino è a terra, è staccato, non ha più né il tempo, né lo spazio per raggiungerli.
Sì, Ganna è a terra.
E intorno alla sua macchina fedele egli lavora rapido, ma calmo, a montare una vergine gomma.
Il cuore deve battergli fino a spezzarsi.
Ma non un muscolo del viso tradisce l'interna emozione.
L'operazione è terminata: sono trascorsi cinque minuti.
Davanti al varesino, un gruppo di atleti, pedalando veloce, sta già pensando come andranno divise le spoglie del leone.
Ma il "leone" riparte.
Non è un uomo che corre: è una valanga umana che precipita, che balza, è un bolide umano lanciato lungo la via bianca che accieca, in un parossismo di forza cosciente e di furore.
Il gruppo dei fuggenti preme sui pedali in una pazza fuga che li difenda prima che il bolide arrivi.
E i chilometri diminuiscono...e qualche testa si volge, dubitosa, sperando.
Ahimé! Ecco il bolide che giunge, schiumando polvere dai raggi infuocati, lanciando fiamme dagli occhi.
Egli è sul gruppo fuggente come un'ombra che percuota e che schiacci, egli domina tutti e passa superbo, e trionfante, coi suoi garretti d'acciaio, col suo cuore di bronzo.


Armando Cougnet, Gazzetta dello Sport, 1909. In AA.VV., Cronache del primo Giro d'Italia, Otto/Novecento, Milano, 2010, pp. 113-114.

A Bergamo, sabato 30 aprile presentazione di "Tutta mia la città"

SABATO 30 APRILE alle 21:00presso la FIERA DEI LIBRAI sul Sentierone a Bergamo
Pedalopolis presenta il libro TUTTA MIA LA CITTA'(diario di un bike messenger)
di Roberto Peia,  Ediciclo editore. Sarà presente l'autore.
Il libro racconta la nascita degli Urban Bike Messengers di Milano e la vita del bike messenger all'ombra del Duomo.

Al termine TUTTA NOSTRA LA CITTA', pedalata notturna in compagnia inseguendo delle non meglio identificate birrette...

martedì 26 aprile 2011

Lorenzo Missoni, rouxell & duboi.
Bicycle. 1992
   

Fonte: qui.

Manca poco alle elezioni

Emanuele Macaluso intervistato da Stefania Rossini su L'Espresso, 28 aprile 2011, "Non mi faccio rottamare", pp. 70-72. 


«Questi rottamatori, che oggi reclamano spazio come se fosse un regalo dall'alto, sono degli imbroglioni. Nella politica, se un giovane ha qualità vere, trova presto il suo posto, anche da leader» 
[n.d.r.: detto oggi, con tutto quello che vediamo, suona un po' spiazziante. Il trota, i dentisti, avvocati, massaggiatrici, ecc. Ma è probabile che l'affermazione sia sincera, nell'ottica della vecchia politica]

Uomini nuovi all'orizzonte?
«Neanche l'ombra. Qui ci vuole un grande federatore, che sappia attrarre anche i moderati. Nell'attesa, consiglierei alla sinistra di mettersi al lavoro per rifare un partito decente. Dalle mie pagine, intanto io darò la mia linea».

La bici elettorale del Pd a Gallarate

Da Varese News scopro che a Gallarate, il Pd si è inventato la bici elettorale. Ma non si è inventato proprio niente, dato che uno degli oggetti più utilizzati nelle campagne elettorali è proprio la bicicletta. La bici fa molto fico e ammicca a sogni di viabilità ecologica, aria pulita, salute, intermodalità, molto presto accantonati e riposti in soffitta, una volta passate le elezioni. Il Pd propone la pubblicità autoprodotta, che vorrebbe essere un appello a muoversi dal basso per il colosso d'opposizione che, alla vigilia di diverse scadenze elettorali, non sembra avere né un leader, né idee chiare, meno che mai in fatto di mobilità (bicicletta, mezzi pubblici, la famosa "cura del ferro" ferroviaria vagheggiata da trent'anni ecc.). Non per sminuire l'intraprendenza e le capacità dei candidati locali, per carità. 
Fare pubblicità attraverso la bici può ssembrare un bel gesto: "Scendiamo in strada e facciamoci vedere", dice il Pd di Gallarate.
Su un lato del volantino figura la pubblicità del candidato, Edoardo Guenzani, sull'altroun appello pro-piste ciclabili. Sempre queste ciclabili...

Il riferimento alle piste ciclabili è la prima causa, in Italia, della stasi pressoché totale nei confronti della mobilità debole, non solo del ciclsimo urbano.

Aleggia un sentore di demagogia - forse inconsapevole - che strumentalizza la bici e coloro che ne fanno uso quotidianamente a costo di discreti rischi sulle strade d'Italia, senza alcun aiuto da parte delle istituzioni.
   immagine di separazione
Pd, campagna elettorale in bicicletta      

lunedì 25 aprile 2011

A San Paolo, Brasile, coda record

Nuovo record nel pianeta del motore a scoppio. A San Paolo, qualche giorno fa, una coda di 216 Km ha mandato la città in tilt. Ovvero: il traffico ha generato l'ennesimo intasamento (216 Km di coda). Il record verrà superato, un'emergenza quotidiana.
Nel 2010, a San Paolo si sono persi 14 miliardi di euro per i congestionamenti del traffico. Nella metropoli brasiliana i veicoli sono 7 milioni, in un'area di 7.944 chilometri quadrati. Non eccezioni, ma regole quotidiane in Brasile come in Italia.
Il veicolo privato ha fatto il suo tempo.

domenica 24 aprile 2011

25 aprile. Liberazione

Nel ricordo di quanti hanno dato la vita e sono stati torturati per liberarci dal nazifascismo. Il 25 aprile non è una ricorrenza scontata. La Costituzione della Repubblica Italiana non ci è stata regalata. La sua lettera e i suoi valori oggi sono a rischio più che mai,  a causa dell'oscurantismo, la depravazione, il fascismo, le trame occulte, la corruzione, l'inerzia presenti nella società italiana attuale. 
Sono valori che rischiamo di perdere, non dimentichiamocelo!

 
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANAPRINCIPI FONDAMENTALI
Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2.

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5.

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6.
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art. 7.

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10.

L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11.
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
XII
È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. …

XVIII
… La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come Legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato.

Data a Roma, addì 27 dicembre 1947.

ENRICO DE NICOLAControfirmano: Il Presidente dell'Assemblea Costituente: UMBERTO TERRACINI. Il Presidente del Consiglio dei Ministri: DE GASPERI ALCIDE Visto: il Guardasigilli GIUSEPPE GRASSI

venerdì 22 aprile 2011

Altro che Giretto...

Su Panorama in edicola oggi, intervista a Matteo Salvini, giovane aspirante vicesindaco leghista a Milano.
Dice (p. 50): "Le cose fatte in positivo sono tante: non abbiamo aumentato tasse e tariffe, abbiamo inaugurato metropolitane. Però alcune scelte come l'ecopass e le centinaia di migliaia di multe verranno pagate".

Capito? Altro che mobilità dolce e rispetto per l'ambiente.

Il "Giretto d'Italia"

A me questo "Giretto d'Italia" sembra l'ennesima iniziativa superficiale e inutile. Il titolo mi infastidisce, mi sembra che consideri il ciclista come uno scemo. Se gli altri giudicheranno il termine "Giretto d'Italia" acuto e intelligente, sono disposto ad ammettere di essermi sbagliato.

Forse è l'idea di aumentare l'indice di ciclabilità di Roma, schivando continuamente suv e scooteroni lanciati a 70 Km/h, cercando di prevedere il comportamento di persone che scrivono e leggono sms mentre guidano, ecc. che mi fa sentire uno scemo.

Comunque il Giretto è organizzato da grandi associazioni, come Legambiente e Fiab, assieme alla molto più evanescente Cittainbici, e i Comuni, ovviamente. (Cittainbici è l'associazione che unisce tutti gli enti locali che abbiano una figura di riferimento istituzionale che si occupa di bici. Pensate che esiste pure a Roma, e non è una battuta.)
Vi sono tre categorie di città, suddivise in base al numero di abitanti. I tre vincitori verranno premiati durante la famigerata "Giornata Nazionale della Bicicletta", che potrebbe essere ribattezzata più appropriatamente "Giornata Nazionale dell'Immobilismo Nei Confronti Della Bicicletta".
I Comuni faranno a gara a chi è più virtuoso in fatto di ciclabilità, ma avendo a disposizione ogni anno i dati di Legambiente e Fiab, non capisco in cosa consista la gara, cioè il Giretto.
Poi c'è questo modo di porre le questioni, sempre lo stesso, che alterna luci e ombre, per cercare in qualche modo di consolarsi, nascondendo il totale disinteresse strutturale per la bici in Italia, in particolare nelle grandi città, e la mancata applicazione delle famose leggi sulla ciclabilità, che sono da anni lettera morta.

Dice l'articolo del Corriere della sera: “Il Giretto d’Italia - sottolineano gli organizzatori - vuole dimostrare che ci sono già oggi città dove la mobilità a due ruote è una realtà consolidata e che hanno percentuali di spostamenti a pedali paragonabili a quelli di capitali europee, come Copenaghen o Berlino, unanimemente considerate a misura di bici”.
Sì, peccato che questi alti livelli di ciclabilità sussistano nelle famose Ferrara, Reggio Emilia, Bolzano, Mantova, ecc., mentre nelle grandi città la situazione è pessima, gli investimenti sono molto scarsi e il dominio delle auto persiste incontrastato.  

A me paragonare Ferrara a Berlino non consola affatto.

Quindi comincia il Giretto. Potete anche mandare una vostra foto o un raccontino al Corrierone.

Ancora una volta, quindi, tira aria di scampagnata. 

Molta superficialità, dunque, e operazioni di facciata nei confronti di Santa bicicletta (definizione di Umberto Grioni, 1910), un mezzo che avrebbe il potere di abbattere l'uso del motore a scoppio, renderlo obsoleto e pulire l'aria delle strade, se l'uso della bici fosse supportato da soluzioni idonee, che sono quelle applicate a New York, Los Angeles, Londra, Parigi, Berlino e, fra un po', anche Pechino.

L'indice di ciclabilità del nostro Paese - movimenti totali in bicicletta - è fermo al 3,8%. In Olanda siamo al 27%, in Danimarca al 18%, in Germania al 10%, in Finlandia al 7,4%. Peggio di noi solo Francia, 3%, Regno Unito 2%, Portogallo 1 % e Spagna 0,7%. 

P. S.: per come stiamo messi a Roma in quanto a ciclabilità, mi sa che la Caput Mundi al "Giretto d'Italia" non inizia neanche a pedalare: problemi tecnici.

giovedì 21 aprile 2011

Flash mob a Milano per Corso Buenos Aires

Ciclobby protesta con un flash mob, contro l'indifferenza del Comune di Milano nei confronti dei ciclisti. Il rifacimento di Corso Buenos Aires hanno trascurato completamente la ciclabilità. Ennesimo esempio di oscurantismo nelle metropoli italiane. Intanto il mondo cambia e la vendita della auto è in calo...



Da Fiab-Ciclobby, Milano:

Ricorderemo invece al sindaco uscente Letizia Moratti che più di 3000 persone hanno firmato una petizione per chiedere più strada alla bici.
Anche in corso Buenos Aires, dove la Moratti si trovera' a passare alle 18 di giovedì 21.
Il Sindaco "inaugurerà" (ma quanto inaugura?) il corso, i cui lavori di riqualificazione hanno portato a poco più che un cosmetico rifacimento dei marciapiedi!

Stampa anche tu questo volantino e vieni a far sapere alla Moratti che anche chi usa la bici deve poter pedalare in sicurezza per le strade di Milano!

Porta un bavaglio bianco, per rendere visibile il fatto che i nostri rappresentanti in comune non hanno voluto parlare con la nostra associazione.

Appuntamento in corso Buenos Aires 22 (angolo via Omboni, via San Gregorio) alle 17:50.

Catena spezzata

Cosa fare se la catena ti si spezza in mezzo alla strada, lontano da casa, da amici attrezzati e da riparatori di bici? Ti fai un pezzo a piedi, questo è sicuro. In discesa sali in sella. E alla prima occasione, con il coltellino svizzero seghi imprecando (perché non sega niente) un pezzo di vite e lo collochi nel buco avvitando. Ecco il risultato. Sto parlando di una single speed. Non ho ancora collaudato la catena: aggiungerò postilla quanto prima.
Comunicato Fiab:
FIAB, 25 aprile: "Resistere Pedalare Resistere, Percorsi di Liberazione"

2^ edizione nazionale

La bicicletta elemento importante durante la Resistenza


In occasione del 25 aprile, anniversario della liberazione dell'Italia dall'occupazione dell'esercito tedesco e del governo fascista, avvenuta nel 1945, si rinnova l'appuntanento delle associazioni FIAB con  "Resistere pedalare resistere, percorsi di Liberazione".

L’iniziativa, finalizzata a tenere viva la memoria della Resistenza, consiste nello svolgere delle visite in bicicletta a luoghi di un eccidio, di un combattimento, o dove è stata deposta una lapide. Una breve sosta e poche parole, quindi, per ricordare che il 25 aprile non è un giorno come gli altri e che la bicicletta è stata un elemento importante nella Resistenza. I GAP svolgevano le loro azioni con questo mezzo e le staffette partigiane sono immediatamente associate alla bicicletta.

L'iniziativa, nata alcuni anni fa per opera di alcune associazioni FIAB, dallo scorso anno ha carattere nazionale e da quest'anno gode del gradimento anche dell'ANPI (Associazione nazionale partigiani d'Italia) che, nelle località dove si svolgeranno le manifestazioni, ove possibile, garantirà la massima collaborazione.

Le città dove le associazion FIAB organizzaranno "percorsi di Liberazione" sono: Ferrara, Forlì, Genova, Lecce, Lodi, Reggio Emilia, Roma, Rovigo, Torino, Trento, Varese, Verona. Il programma delle pedalate è su http://www.fiab-onlus.it/resistere.htm

mercoledì 20 aprile 2011

La Luna, ieri

Roma sta cambiando. Una buona notizia, finalmente? Insomma, cambiano di più le abitudini dei volatili che quelle di una città al collasso, intasata e asfissiata dai motori a scoppio e da umani che soffrono come tonni inscatolati nelle loro auto, grandi o piccole che siano. Anzi, chi è a bordo di auto grandi e costose, patisce di più per le dimensioni (lo status symbol).
Ho notato grossi cambiamenti, in cielo. I gabbiani fino all'anno scorso erano una presenza sporadica. Passavano in perlustrazione, ma adesso si sono stabiliti in massa a Monte Mario. I corvi non hanno gradito e ho visto un combattimento aereo piuttosto inquietante fra un gabbiano e un corvo. Le rondini sono arrivate ma, in questo cielo movimentato, non ci si ritrovano. I piccioni, poi, vivono ormai rintanati da qualche parte. Scusate, penso che gli animali siano tutti belli, ma i piccioni non li posso sopportare. Il mio terrazzo è frequentato dai merli, che fanno dei tuffi incredibili dalla ringhiera e hanno osato sradicare le piantine di insalata che ho piantato l'altroieri. Seguirà un post specifico sull'orto pensile.

La baia dei lupi

La baia dei lupi (2010) è un documentario di Bruno e Fabrizio Urso. Racconta la storia di morte del più grande polo petrolchimico europeo, che si trova in Sicilia, e di una della maggiori catastrofi ambientali degli ultimi cinquant'anni. Scrivono gli autori nella presentazione: «Nell’immediato dopoguerra, sulla costa orientale della Sicilia sono state costruite raffinerie, industrie chimiche e centrali elettriche. In pochi decenni è stato creato il più grande polo petrolchimico d’Europa. La Baia dei Lupi è la storia del sogno del progresso e dell’indipendenza energetica di una nazione. Una storia di illeciti e di progetti di sviluppo che hanno perpetrato per anni violenza e devastazione. La storia di un popolo e di chi per mandato si è trovato a governarlo. Una pagina nera che coinvolge la coscienza di un’intera nazione».
Non si è parlato abbastanza di questo documentario. Chissà perché? Andrebbe visto, per capire i guasti perpetrati dall'uso del petrolio.

Auto elettrica? No, dice la Fiat

(ASCA) - Torino, 30 mar - ''La struttura finanziaria delle auto elettriche non sta in piedi''. Sergio Marchionne conferma il suo scetticismo sulla trazione elettrica come strumento principale per abbattere le emissioni inquinanti e critica la posizione dell'Ue che impone la circolazione delle auto con motore elettrico nei centri storici a partire dal 2050. ''Dobbiamo trovare un modo più intelligente'', dice Marchionne, annunciando la presentazione del primo modello ibrido del gruppo a Detroit nel 2012. Marchionne ricorda come la Fiat abbia già sviluppato ''prima che arrivassi io la tecnologia del metano e del gpl che e' la soluzione piu' importante per ridurre le emissioni di Co2 in Europa''. ''Non credo - ha proseguito - che sia essenziale arrivare a una soluzione disperata come quella Ue che non e' sostenibile dal punto di vista finanziario'': Marchionne ha detto che le Fiat 500 elettriche per gli Stati Uniti perdono 10mila dollari a vettura. Per gli Usa ha detto, la soluzione è quella del motore a gas di cui gli Usa hanno riserve per un secolo e che permetterebbe loro di eliminare la dipendenza dal petrolio.

martedì 19 aprile 2011

Comunicato dei Verdi: 

Bonessio (Verdi): “Dopo il grande cuoco alla mobilità ora aspettiamo la nomina di un cavallo”.
“Dopo la nomina da parte di Alemanno del grande cuoco tedesco Heiz Beck al Piano per la mobilità sostenibile del Comune di Roma, non ci sono parole. Ora aspettiamo solo che, attingendo alla storia di Roma, il sindaco nomini il suo cavallo a qualche importante assessorato. Dobbiamo comunque constatare che almeno questa volta non si tratta di un suo parente”. Lo dichiara Nando Bonessio, presidente dei Verdi del Lazio.


Per Yusuf

Ricevo da Andrea Segre e Stefano Liberti, e volentieri pubblico:


PER YUSUF

Pochi minuti fa ci ha chiamato Yusuf Aminu Baba.
E' un ragazzo nigeriano di 30 anni. Migrante.
E' il protagonista di A SUD di LAMPEDUSA, il documentario che abbiamo girato insieme 5 anni fa nel deserto del Niger.
Da allora ogni tanto ci chiama, per salutarci.
Questa volta la telefonata non era uguale alle altre.
Ci ha detto: "Sono a Zuwarah, sulla costa libica, tra poche ore partirò per Lampedusa. Pregate per me. Ho bisogno delle vostre preghiere e dell'aiuto di Dio".

Gli abbiamo detto: "Non partire, è pericoloso". Lui ci ha detto: "Stare qui è più pericoloso".
Yusuf partirà. Forse è già partito mentre leggete queste righe. Chissà se mai arriverà o se finirà come molti altri inghiottito dal Mediterraneo.
E dall'indifferenza.
Non c'è più spazio per strategie diversive. Dobbiamo essere chiari e definitivi: la vita umana ha per noi europei ancora un valore indipendentemente dall'origine etnica?
Dobbiamo solo rispondere a questa domanda. Se la risposta è sì, c'è un'unica cosa da fare: avviare immediatamente tutte le procedure per organizzare corridoi umanitari che aiutino i profughi a fuggire dalla guerra in Libia anche via mare.
Se invece non lo facciamo e lasciamo che il loro destino sia la Libia o il rischio mortale del barcone, allora abbiamo risposto no a questa domanda.
La tv libica ha informato gli stranieri africani presenti nel territorio nazionale che possono lasciare la Libia come e quando vogliono. Tutti coloro che vogliono fuggire lo possono fare. Come lo fanno?
O via terra verso Tunisia ed Egitto.
O via mare verso l'Italia.
Partono.
Partono comunque.
Partono perché il regime che è stato nostro grande amico fino a due mesi fa e che oggi in modo confuso bombardiamo, dopo averli sfruttati, detenuti, isolati, deportati, ora li fa partire.
Cosa dobbiamo fare?
Fregarcene e farli morire, facendo finta che la nostra strategia politica degli ultimi anni sia stata un grande successo disturbato da un incidente di percorso non previsto? E’ un’opzione, ma allora dobbiamo dirlo chiaramente: la storia della nostra civiltà è cambiata, la vita umana non ha valore in sé. Oppure, se ancora crediamo al valore della vita umana, tentiamo di attivare quella che dalla seconda guerra mondiale a oggi è la naturale conseguenza di un conflitto: aiutare i civili a fuggire, dare un rifugio ai civili, indipendentemente dalla loro razza, dalla loro religione e dalla loro cultura. Azione umanitaria, così si chiama: umanitaria (chiediamo scusa, ma è diventato necessario spiegarlo).

Si dirà: "Eh, ma come si fa? Gheddafi non ci lascia farlo". E' una scusa inaccettabile. Tutti gli sforzi diplomatici, attraverso le istituzioni internazionali, vanno attivati. E va fatto pubblicamente: i cittadini europei, italiani in testa, devono sapere che i governi stanno cercando di salvare quelle vite umane. E' una questione culturale e civile imprescindibile per il futuro della nostra dignità. Se ci saranno motivi concreti d’impedimento, se ne discuterà. Ma intanto se vogliamo rispondere sì a quella domanda questo è ciò che bisogna tentare di fare subito: traghetti umanitari dalla Libia per aiutare i profughi a fuggire.

Che ne pensa il PD, il più grande partito di opposizione progressista in Italia? Ha il coraggio a pochi giorni dalle elezioni amministrative di rispondere sì a questa domanda?
Se lo ha, si faccia portavoce di questa richiesta umanitaria fondamentale. Se pensa di avere dei rischi elettorali in un Paese ormai scavato dall'intolleranza seminata ovunque dalla piccolezza leghista, lo faccia anche solo con uno slogan umanamente minimo, ma almeno evidente: "Partono comunque, salviamoli".
E' l'ultimo stadio. Proviamo a non rinunciarci.

Mentre leggete queste righe Yusuf potrebbe essere già partito. Arriverà a Lampedusa o finirà in fondo al mare? Provate solo un secondo a porvi questa domanda e vedrete che dietro ce n’è un’altra, che investe nel profondo la nostra cultura e interroga il futuro che vorremmo consegnare ai nostri figli: ha ancora un valore la vita umana?

Stefano Liberti e Andrea Segre
Non è vero che Roma è una città derelitta, piena di immondizia, in cui gli autisti dell'Atac fanno turni massacranti mentre l'Atac rischia di fallire. Roma ha anche il coraggio della sperimentazione. Di cosa? Chiudere un intero quartiere al traffico motorizzato? No. Creare zone a 30 Km/h in ogni municipio? No. Fermare tutti i veicoli a motore tutte le domeniche per due mesi? No. Regalare biciclette a studenti e precari? No, troppa fantasia.

La sperimentazione riguarda l'apertura delle corsie preferenziali degli autobus alle moto.
Verranno escluse le corsie dei tram, perché sono pericolose per le due ruote e le minicar. Insomma, a frenare questa ansia di sperimentazione delle massime autorità comunali, pare esserci qualcuno che ha un po' di buonsenso.

Il test riguarderà soltanto le corsie di alcune strade. L'annuncio è stato dato dal sindaco, dopo un incontro con Max Giusti (non so chi sia, ma viene presentato come uno famoso).

Il sindaco ha detto: «Se l’idea funziona la estenderemo in tutta Roma perché i motociclisti meritano il riconoscimento per il loro sacrificio quotidiano evitando di prendere la macchina».

Non riesco a proseguire, scusate. Mi sono commosso, pensando al sacrificio quotidiano di chi sale su uno scooter 600 cc. La fatica, le noie con la copertina del Tucano sulle gambe. Mi ricorda Enrico Toti che, colpito a morte, scaglia la stampella contro il nemico.

Si vede proprio che a Roma i ciclisti non contano nulla.

Quindi pare di intuire che fra qualche giorno vedremo sindaco Alemanno e vicesindaco Cutrufo su qualche preferenziale in sella a un motorino battere il cinque con gli arditi centauri romani.
Un piper ha compiuto un atterraggio d'emergenza su un campo da golf di proprietà della stilista Laura Biagiotti. È vero, allora, che il golf serve a qualcosa. Si tratta di una nuova strada per la speculazione edilizia e fa vendere un sacco di diserbante.
C'è qualcosa di peggio che giocare a golf: vedere una partita di golf. E, ancora peggio, è vederla in tv (quest'ultima l'ha detta David Foster Wallace).
«Il ciclismo moderatamente praticato conferisce all'individuo maggiore energia morale e concorre efficacemente  a formare quella speciale forza che Lagrange ha caratterizzato coll'espressione di coraggio fisico».

Umberto Grioni, Il ciclista, Hoepli, Milano, 1910, p. 147.
L'inchiesta di Piero Ferrante sulle ciclabili di Foggia si allarga al territorio. Qui un reportage sulle terre di Federico II. Stupore del Tavoliere, nonostante le discariche e la speculazione edilizia.
Comunicato della Rete romana di mutuo soccorso:


Dopo l'assemblea pubblica promossa il 23 marzo u.s. dal Comitato Serpentara (aderente alla RRMS), si estende la rivolta dei Comitati di Quartiere del IV Municipio contro lo sciagurato progetto del Comune di Roma di  prolungare la metro B1 per 2 chilometri   finanziandola con il metodo del project financing e permettendo così ai soli noti costruttori di cancellare con 2  nuovi milioni di metri cubi  altri parti preziose dell'agro romano. 
Comunicato della Fondazione Luigi Guccione onlus:

Incidenti sui luoghi di lavoro:
sentenza "storica" in Corte di Assise a Torino
Nella sentenza per la morte degli operai della Thyssen Krupp previsto il dolo. 16 anni e 6 all'AD: è omicidio volontario e non colposo. Un "arma" di giustizia potente anche per le vittime della strada.

La sentenza per la morte degli operai della Thyssen Krupp di Torino è stato detto è una sentenza esemplare. Non c’è da gioirne perche dietro alla sentenza ci sono i morti  (che non verranno restituiti alla vita) ed i loro familiari e davanti alla stessa sentenza ci sono le condanne (ancora non definitive)  e quindi i colpevoli (con la prospettiva di galera non eludibile) e le loro famiglie.
Ma la sentenza “scardina” le consuetudini giurisprudenziali – anche se come ha detto il Pm Guariniello : “abbiamo trovato in Cassazione oltre 40 sentenze di condanna con questa imputazione” -  che rubricavano gli incidenti sui luoghi di lavoro e sulla strada come omicidio colposo (art. 589 c.p.). Dall'omicidio colposo si passa all'omicidio volontario individuando nell'azione il dolo.
Ora la sentenza farà assumere maggiore responsabilità ad Amministratori delegati,  Dirigenti e/o proprietari di imprese (private) che negli anni, consapevolmente o meno, hanno disatteso le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Ma sonni meno tranquilli dovranno dormire dirigenti ed amministratori proprietari di infrastrutture stradali sulle quali avvengono incidenti gravi e mortali anche a causa del loro cattivo stato di manutenzione.
La sentenza emessa dalla Corte di Assise di Torino, dunque, non riporta solo confermata la prevedibilità dell’evento (non potevo non prevedere che omettendo di mantenere l’impianto sarebbe potuto succedere quello che poi è successo) ma sancisce il dolo che sta dietro l’azione omissiva, la volontarietà del rischio e dell’accaduto, dall’inizio alla fine. Ma questo è stato possibile anche grazie all’azione immediata di indagine (sequestri di materiali, perquisizioni anche nei computer aziendali, mail tra Dirigenti, ecc).
Anche per gli incidenti stradali potrà aprirsi un’altra pagina. Aldilà delle richieste di modifica dell’ inasprimento delle pene previste nel Codice oggi.
Passare con il rosso ed uccidere, guidare in stato di ubriachezza ed uccidere, uccidere pedoni sulle strisce pedonali, guidare al alta velocità, specialmente in area urbana – per citare alcune azioni dove può essere dimostrato dolo (si vedrà se diretto, indiretto o “colpa cosciente”) – non era solo prevedibile come evento.
E’ dunque sempre più necessario preparare tutti gli agenti accertatori di incidenti stradali a compiere con tempestività le azioni di indagine e di inquadramento del “teatro dell’evento”, la strada (come nel caso della Tissen, il luogo dell’incidente). Raccogliendo indizi, “fotografando” il teatro dell’azione delittuosa. E’ quello che le Organizzazioni delle vittime hanno ribadito anche nel recente Meeting delle ONG di Washington chiedendo agli Stati Membri – di ONU e OMS – di aggiornare le leggi in materia.
Anche la stessa magistratura (è eccezionale la sintonia tra togati e giudici popolari nella Corte di Assise di Torino sulla sentenza Tissen) deve  tornare, sempre più, a guardare gli incidenti stradali non solo come una triste abitudine di cattivi comportamenti di chi guida un veicolo ma anche come un coacervo di azioni e responsabilità – pubbliche e private – che vanno sanzionate.
Gli incidenti stradali sono 4 volte i morti sui luoghi di lavoro, ogni anno,  in Italia. Tra gli stessi morti sui luoghi di lavoro ben il 52% sono morti da incidente stradale (nell'esercizio di un'attività lavorativa sulla strada - autotrasporto merci, persone, cantieri mobili  - e quelle "in itinere", cioè nel tragitto casa-lavoro-casa).
Ecco perché la sentenza di Torino da ai familiari delle vittime ed alle vittime possibilità di una speranza di giustizia. E la giustizia fatta costituirà un elemento di deterrenza forte capace di “convincere” tutti noi che è utile non compiere azioni delittuose.

lunedì 18 aprile 2011

A Modena / terza parte

Finisco il racconto della trasferta a Modena. Le mie foto purtroppo si sono tutte cancellate. La sindrome di Stendhal conosce picchi notevoli, nel momento in cui Paolo mi mostra una bici di Lino Messori davvero notevole. La potete vedere qui, Un capolavoro. L'acciaio è il migliore materiale per i telai, pedalare su questa bici dà sensazioni particolari, il manubrio è quello giusto. Messori, oltre a passare la vita a costruire bici, ha prodotto una serie sbalorditiva di chitarre elettriche, una ricavata addirittura da un tagliere per la carne. Messori canta da tenore e ha una manualità e una capacità tecnica straordinarie. Nel 1986 ha ultimato una bicicletta in titanio, quando ancora non erano disponibili tubature di questo metallo. I tubi li ha fatti lui, partendo da una lastra, curvando e saldando. La bici è qua. La sella montata su questa bici ha una storia pazzesca. Appartenne a Serse Coppi, poi a un gregario di Gino Bartali. Messori ha anche costruito diversi attrezzi, tra cui due calibri. Forse la bici più bella in casa Messori è questa. Una bici da pista con il telaio traforato. I fori sono stati rinforzati da un filo d'acciaio saldato a ottone. Le pedivelle di ferro sono quasi invisibili per quanto sono sottili. Lino giura che sono resistenti. Se giri appena una pedivella, la ruota posteriore va avanti per minuti interi.
Lino Messori ha rapporti di parentela con la mitica ciclista Alfonsina Strada.
L'artigiano Messori non è un caso isolato su questo territorio, dove tecnici altamente specializzati lavorano il metallo con maestria, non importa se per la Ferrari o per costruire un pezzo di trattore.
Andiamo poi a presentare il mio libro, Manuale di resistenza del ciclista urbano (Mdrdcu). C'è parecchia gente, molti ciclisti urbani interessati all'argomento. A Carpi ha già aperto una ciclofficina e anche qui a Modena sta per aprirne una, all'interno di un locale gestito dall'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che da anni funge da deposito bici ed effettua anche il prestito. Fra queste mura è ancora viva la memoria del "Seriffo", per anni custode del luogo e di cui vi è un ritratto, e anche un cappello stile western. Una parte di questa struttura ospiterà la ciclofficina. Ci sono diverse persone che vogliono partecipare e mi sembrano motivate. Alla presentazione vengono anche due ragazzi intenzionati ad aprire un'altra ciclofficina in un paese di cui non ricordo il nome. Glauco presenta il libro assieme a me: si è preparato a dovere. Fra l'altro è lui che ha stampato il volantino dell'iniziativa con caratteri mobili degli anni Trenta, veramente bello. Ha detto che in tipografia si possono stampare anche le magliette, usando l'inchiostro tipografico, senza problemi.
Non saprei dire quanto sia durata la presentazione, ma quando alcuni cominciano ad andarsene capisco che è ora di chiudere il rubinetto delle mie parole. Con Paolo, Andrea, Glauco, la presidentessa dell'associazione "Rimessa in movimento" e tutti gli altri si parla ancora fittamente. Il tempo proprio non basta. La sera andiamo a mangiare in un altro ristorante buonissimo.
Ora che rivedo i tortellini ripenso allo yoga emiliano, al fatto che uno può fare sì yoga ma calato nella sua cultura.
Modena non è grande, è a misura di pedone, ancora prima che di ciclista: ma le automobili rompono il cazzo lo stesso. Stai camminando in santa pace, ti guardi intorno, respiri, e arriva la macchina, a velocità allegra. Perché sono le automobili che trasformano le persone, non sono le persone a decidere se guidare meglio o peggio. Poi ci sono i matti pericolosi, ma questo è un altro discorso. Guardo le strade di questa bella città e cerco di intuire come sarebbero senza auto in sosta: un salotto che attirerebbe turisti da tutto il mondo. Invece no, ti becchi il suvvetto spacca-timpani con la radio a tutto volume. Ci sono però moltissimi ciclisti a far invertire una tendenza che fino a poco tempo fa sembrava ineluttabile. E invece non lo è.
La mattina dopo, di buon'ora, assieme a Paolo, vado alla stazione in bici. I rottami di Fuerza 1 in mano, la bici di Messori sotto le chiappe. Vorrei chiudere trascrivendo un pezzo di racconto scritto da Messori che, secondo me, ha una profondità inaudita. Questa mia breve trasferta ha avuto una costante: l'oblio e il recupero della memoria. Un sacco di discorsi fatti con i miei amici a Milano e Modena hanno avuto come tema principale questo. Ci sarebbe da fare molti approfondimenti, in particolare sull'oblio intenzionale. Guarda caso, da Roma mi ero portato da sgranocchiare il formidabile libro di Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata, Feltrinelli, Milano, 1996, che tratta della rivoluzione scientifica ellenistica che iniziò alla fine del IV sec a. C., portò il mondo greco a livelli incredibili, ma poi fu dimenticata per incapacità di conservare e trasmettere queste conoscenze.

Ecco una citazione dai testi di Messori, che andrebbero letti nelle scuole:

«Perché quasi tutte le persone sprecano.
Sono insaziabili di piaceri e dimenticano tutti i morti, le fami del mondo, le guerre attuali e passate.
Io da sempre mi chiedo se se ne fregano o fanno finta di non udire, o di non vedere. Invece io no, non dimentico».

I wish this was...

L'artista Candy Chang, che lavora molto sull'urban planning e l'interazione sociale nelle città, ha offerto uno spazio bianco alla cittadinanza di New Orleans per esprimersi liberamente: "I wish this was...", 'vorrei che fosse...'.


Qualcuno ha ipotizzato un oggetto per uso ciclistico. Inevitabile, anche in città di Paesi civilizzati. Si può fare sempre qualcosa in più.

In Italia, nel 1998 è stata approvata una legge sulla mobilità ciclistica. Poi sono nate diverse leggi regionali. Almeno nel Lazio, non è stato fatto niente, a livello strutturale: solo qualche ciclabile, due rastrelliere, così giusto per fre qualcosa e per dire: non rompete i maroni.
L'anno scorso, però, il ministro dell'ambiente ha indetto la Giornata nazionale della bicicletta, in cui si invitava a fare le stesse cose definite dalla legge tempo addietro.
Gli effetti della giornata nazionale sulla ciclabilità italiana sono stati dirompenti. Proprio come a New York, Berlino, Parigi, Londra, Bogotà, Pechino, Auckland. Yes we can. Ora siamo alla vigilia, pensate, della seconda Giornata Nazionale della Bicicletta. Non oso pensare alle utilissime iniziative che verranno messe in atto quest'anno: tremo per l'emozione.

Date un'occhiata allo schema di disegno di legge.
Questo schema, che è uno schema di un disegno, quindi stiamo ancora visibilmente a carissimo amico, dopo che è stata approvata una legge nel 1998 che dice praticamente le stesse cose. Ma alla fine di questo schema di disegno di legge sta scritto un articolo, che manda tutto a carte quarantotto:

art. 6 (Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

2. Le amministrazioni competenti provvedono alle attività previste dalla presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

I wish this was..., come dice Candy.
«Il materialismo e l'egoismo della vita contemporanea non sono aspetti intrinseci della condizione umana. Gran parte di ciò che oggi appare "naturale" risale agli anni Ottanta: l'ossessione per la creazione di ricchezza, il culto della privatizzazione e del settore privato, le disparità crescenti tra ricchi e poveri. E soprattutto la retorica che accompagna tutto questo: l'ammirazione acritica per mercati liberi da lacci e laccioli, il disprezzo per il settore pubblico, l'illusione di una crescita senza fine».

Robert Judt, Guasto è il mondo, Laterza, Bari, 2011.

Raffinerie a rischio chiusura

In Italia, una raffineria su quattro è a rischio chiusura. Finalmente una buona notizia! La causa sarebbe la minor domanda di benzina, poi vengono chiamati in causa i motori a risparmio energetico, ibridi, ecc. Mah. La domanda di carburanti in Italia, nel 2010 è scesa del 2,4%: il livello più basso negli ultimi trent'anni. Gli impianti lavorano all'80% della capacità. Si importano prodotti raffinati dall'Asia.
La fonte di guadagni enormi e sicuri comincia a segnare qualche cedimento.
La lobby dei raffinatori non resta a guardare e si sta muovendo in Europa, fra le altre cose, per chiedere una moratoria sulla riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050.

domenica 17 aprile 2011

Fuerza de la revolución 2

Nonostante il racconto della trasferta Milano-Modena non sia ancora concluso, altri avvenimenti incalzano e, in qualche modo, modificano il ricordo di quanto accaduto. La rottura di "Fuerza", poi l'incontro con i modenesi e, infine, la festa sbragomeccanica della ciclofficina popolare ExLavanderia, con tanto di provvidenziale ritrovamento.
Il "perpetual motion food" non impedisce, a un certo punto, ieri, di accorgersi dello stazionamento in ciclofficina di una graziella con ruota da 24 pollici, con tanto di maniglia per trasporto della macchina ripiegata (quindi collocata adeguatamente rispetto al suo baricentro), ma anche struttura di rinforzo, ideata da pietosi progettisti per evitare che la graziella si rompa sul più bello. Le ruote non c'erano, una seccatura in meno.
Il "perpetual motion food", propellente per ciclisti a base di alcol, è un'idea di Alfred Jarry, che probabilmente, alla fine, lo ammazzò. A proposito di alcolici, oltre alla birra e al vino, ha abbondato nella festa un cocktail fatto con pastis di Marsiglia, orzata e acqua: una cosa un po' coloniale, da clima caldo, ma buona anche con questo tempo primaverile incerto. Succede anche questo, dato che l'ambiente è internazionale.
Così, stamattina i pezzi di Fuerza 1, portati da Milano via Modena, trovano una nuova collocazione. La ruota posteriore, per un pelo di cane non tocca l'attacco del parafango. Vengono subito rimossse la dinamo, i parafanghi e i cavi freno. Abbondante spennellata generale di gasolio per confortare il morale all'inizio del lavoro di montaggio e ridare vita al telaio. Vedere com'è in realtà, sotto lo strato di ruggine e polvere che il tempo e l'incuria hanno sedimentato.
Alla sella è stata tolta l'imbottitura, sì da creare un'autentica sella penitenziale, una sella durissima su ci è meglio non sostare troppo, tale da favorire uno stile agonistico, seppure su una graziella: una sella che l'arrivo dell'estate renderà ancora più scomoda. Poi vedremo.
Un discorso serio riguarda il manubrio. Quello montato sulla graziella ha un aspetto particolare, ha un discreto rise, rialzo, e poi le estremità scendono di nuovo, creando una bella curva: sembrano le ali di un gabbiano prima di uno slancio.
Una forma interessante, che attira anche lo sguardo di meccanici abituati a tutto, che hanno peraltro i baffi ritorti come il manubrio della graziella, ma al contrario.
La leva dei freni delle grazielle, saldata perlopiù al manubrio, non mi ha mai convinto. Quindi dovrei segare le leve, limare con attenzione il manubrio e montare le leve da mtb o passeggio che considero migliori per qualità-prezzo, le Miche, tutte di metallo e in vendita a 15-17 euro.
Il telaio pesa relativamente poco ed è certamente più robusto, e anche meno maltrattato, di quello di Fuerza 1. Piccola parentesi: la graziella vera, quella della Carnielli che porta il nome Graziella, e che ha dato ispirazione a Cinzia, Sabrina, Rossella, Livia, ecc., pesa un sacco. Non dimentichiamo però la destinazione generale delle bici tipo graziella: andarci al mare, una bici un po' femminile, ma adatta anche a un certo tipo di maschio che non si formalizza troppo sui ruoli e che è pronto anche a stendere la biancheria, almeno qualche volta. Bici da intermodalità attualisissima che, trasportate su un'utilitaria, statisticamente parlando una 500 o una 600, oppure una Nsu Prinz, venivano sbarcate per la manovra di avvicinamento alla spiaggia o al parco. Bici versatile e ricreativa, con cui si poteva andare anche in due. Il passeggero poteva stare in piedi sul portapacchi posteriore, tenendosi con le mani sulle spalle del pedalatore e conducente. Una volta, con un mio amico andai in graziella a vedere Ilona Staller a Pescara, un'esperienza indimenticabile che magari tratterò in un post specifico.
Comunque, tornando all'auto, queste utilitarie forse consumavano meno delle auto attuali, dotate di navigatore, radio e riproduttore mp3, cellulare e un sacco di altre cazzate. Solo la fantasia morbosa della speculazione economica ha permesso di pianificare e imporre agli acquirenti, che ci cascano con tutte le scarpe e poi si distraggono alla guida.
Con l'aumentare dei tempi di attesa nel traffico, è prevedibile pensare che presto le automobili saranno dotate di un sedile col buco in mezzo, che permetterà di fare la pipì e la cacca mentre si guida, come qualche sovrano aveva fatto fare al trono per non doversi alzare nelle udienze.
Il rapporto di Fuerza 1 era 42 ×14 e potrebbe essere rivisto a favore di un 46 ×14, anche perché qualche giorno fa, sulla ciclabile, con la suddetta ho perso una gara con un tipo su una bici a ruota fissa molto tecnologica. Avevo però in spalla lo zaino da viaggio con almeno 3.5 Kg di bagaglio; insomma, a perdere non ci sto. In salita con questi rapporti nuovi sarà faticoso, ma dipende molto anche dalla forma del manubrio, che permette di stare in piedi sui pedali più o meno comodamente. Si cerca di non non cominciare a sbracare sui rapporti, nonostante l'età avanzata, sennò finiamo tutti a scaricare la graziella dalla Prinz al mare.     
"Fuerza de la revolución 2" in lavorazione

venerdì 15 aprile 2011

A Modena / seconda parte

Paolo e la sua famiglia, moglie e figlia, vanno a ruota fissa. Con Paolo andiamo a mangiare i tortellini e si parla ininterrottamente di bici e ciclofficine. Incontro anche Andrea, che ha imparato a riparare le bici nella bottega del padre.
Il giorno dopo scopro varie cose. Il relitto di "Fuerza" è stato depositato in una cantina con bici molto più interessanti. Questo detto obiettivamente, a dispetto delle belle sensazioni che questa graziella a ruota fissa mi ha dato, e anche a dispetto dell'enfasi che avevo posto nel presentare, e anche battezzare, questo velocipede.
Scopro che esiste una variante emiliana dello yoga, e ne rimango sollevato. Non è vero che per fare yoga bisogna mangiare solo verdure. Invece è possibile alimentarsi con tortellini e lambrusco, e poi effettuare tutta una serie di esercizi senza alcun problema. Solo così si può apprezzare la capacità dello yoghi. Sennò sono buoni tutti.
Bisogna fare presto: dobbiamo andare a trovare Lino Messori, 86 anni, uno dei più grandi telaisti italiani.
«C'è ancora gente che pensa che l'economia liberale sia la realtà. Non è vero, è solo ideologia. Non è nemmeno una teoria del mercato, perché oggi non ci sono più regole e non c'è più concorrenza, solo speculazione e profitti senza limiti [...] Propongo di pescare nelle tre eredità: libertaria per l'autonomia dell'individuo, socialista per migliorare la società, comunista per creare la comunità. Queste eredità si sono disgiunte, irrigidite, chiuse, degradate. Oggi si deve tornare alle fonti e rigenerare tutto».

Edgard Morin (intervistato da Giacomo Leso) sull'Espresso, 21 aprile, pp. 100-103.

Atac al collasso, traffico in tilt

Comunicato dei Verdi:

Bonelli (Verdi): “Alemanno segua suoi manager e rassegni le dimissioni. Con centrodestra trasporto pubblico prossimo a collasso”

“Le dimissioni dell’amministratore delegato di Atac Maurizio Basile confermano il vero e proprio disastro  della Giunta Alemanno. Un disastro che ha portato la città di Roma ad avere un trasporto pubblico a livelli inaccettabili, non rispettoso dei cittadini romani e ormai prossimo al collasso. –afferma il Presidente nazionale e Capogruppo in Regione, Angelo Bonelli - Mentre il Comune di Roma annuncia l’aumento del biglietto e contestualmente Atac taglia il servizio di trasporto del 20%, le guerre di potere dentro la giunta di comunale di centrodestra stanno trasformando il servizio di Tpl in un vero e proprio disservizio pagato da tutti i cittadini romani. È ormai chiaro che il sindaco Alemanno è assolutamente inadeguato a svolgere l’importante funzione di Primo cittadino, poiché è totalmente incapace di mettere persone giuste ai vertici delle municipalizzate che mettano al centro delle proprie attività l’interesse pubblico dei cittadini. Succede esattamente il contrario e ora il disastro è totale. Alemanno accetti le dimissioni di Basile e lo segua: ossia si dimetta immediatamente”.

giovedì 14 aprile 2011

I ragazzi di Barbiana scrivono al Presidente della Repubblica

Lettera aperta al Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napolitano

11 Aprile 2011

Signor Presidente,
lei non può certo conoscere i nostri nomi: siamo dei cittadini fra tanti di quell'unità nazionale che lei rappresenta.
Ma, signor Presidente, siamo anche dei "ragazzi di Barbiana". Benchè nonni ci portiamo dietro il privilegio e la responsabilità di essere cresciuti in quella singolare scuola, creata da don Lorenzo Milani, che si poneva lo scopo di fare di noi dei "cittadini sovrani". Alcuni di noi hanno anche avuto l'ulteriore privilegio di partecipare alla scrittura di quella Lettera a una professoressa che da 44 anni mette in discussione la scuola italiana e scuote tante coscienze non soltanto fra gli addetti ai lavori.
Il degrado morale e politico che sta investendo l'Italia ci riporta indietro nel tempo, al giorno in cui un amico, salito a Barbiana, ci portò il comunicato dei cappellani militari che denigrava gli obiettori di coscienza. Trovandolo falso e offensivo, don Milani, priore e maestro, decise di rispondere per insegnarci come si reagisce di fronte al sopruso. Più tardi, nella Lettera ai giudici, giunse a dire che il diritto - dovere alla partecipazione deve sapersi spingere fino alla disobbedienza: “In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste ( cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.
Questo invito riecheggia nelle nostre orecchie, perché stiamo assistendo ad un uso costante della legge per difendere l'interesse di pochi, addirittura di uno solo, contro l'interesse di tutti. Ci riferiamo all’attuale Presidente del Consiglio che in nome dei propri guai giudiziari punta a demolire la magistratura e non si fa scrupolo a buttare alle ortiche migliaia di processi pur di evitare i suoi.
In una democrazia sana, l'interesse di una sola persona, per quanto investita di responsabilità pubblica, non potrebbe mai prevalere sull'interesse collettivo e tutte le sue velleità si infrangerebbero contro il muro di rettitudine contrapposto dalle istituzioni dello stato che non cederebbero a compromesso. Ma l'Italia non è più un paese integro: il Presidente del Consiglio controlla la stragrande maggioranza dei mezzi radiofonici e televisivi, sia pubblici che privati, e li usa come portavoce personale contro la magistratura. Ma soprattutto con varie riforme ha trasformato il Parlamento in un fortino occupato da cortigiani pronti a fare di tutto per salvaguardare la sua impunità.
Quando l'istituzione principe della rappresentanza popolare si trasforma in ufficio a difesa del Presidente del Consiglio siamo già molto avanti nel processo di decomposizione della democrazia e tutti abbiamo l'obbligo di fare qualcosa per arrestarne l'avanzata.
Come cittadini che possono esercitare solo il potere del voto, sentiamo di non poter fare molto di più che gridare il nostro sdegno ogni volta che assistiamo a uno strappo. Per questo ci rivolgiamo a lei, che è il custode supremo della Costituzione e della dignità del nostro paese, per chiederle di dire in un suo messaggio, come la Costituzione le consente, chiare parole di condanna per lo stato di fatto che si è venuto a creare. Ma soprattutto le chiediamo di fare trionfare la sostanza sopra la forma, facendo obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione. Lungo la storia altri re e altri presidenti si sono trovati di fronte alla difficile scelta: privilegiare gli obblighi di procedura formale oppure difendere valori sostanziali. E quando hanno scelto la prima via si sono resi complici di dittature, guerre, ingiustizie, repressioni, discriminazioni.
Il rischio che oggi corriamo è lo strangolamento della democrazia, con gli strumenti stessi della democrazia. Un lento declino verso l'autoritarismo che al colmo dell'insulto si definisce democratico: questa è l'eredità che rischiamo di lasciare ai nostri figli. Solo lo spirito milaniano potrà salvarci, chiedendo ad ognuno di assumersi le proprie responsabilità anche a costo di infrangere una regola quando il suo rispetto formale porta a offendere nella sostanza i diritti di tutti. Signor Presidente, lasci che lo spirito di don Milani interpelli anche lei.

Nel ringraziarla per averci ascoltati, le porgiamo i più cordiali saluti

Francesco Gesualdi, Adele Corradi, Nevio Santini, Fabio Fabbiani, Guido Carotti, Mileno Fabbiani, Nello Baglioni, Franco Buti, Silvano Salimbeni, Enrico Zagli, Edoardo Martinelli, Aldo Bozzolini

Per aderire all'appello si può andare sul sito: www.altreconomia.it

Il ciclismo aguzza l'ingegno

Alan Stillmann, amministratore delegato di Kwikpoint, ha scoperto l'utilità di un sistema di comunicazione mediante figure stilizzate durante un giro del mondo in bicicletta, vent'anni fa. La sua azienda, che ha sede ad Alexandria, negli Stati Uniti, ha oggi 15 dipendenti, fra grafici e linguisti. lo scopo è creare dei traduttori visivi pieghevoli e plastificati.
Comunicato dei Verdi:

“La maggioranza va in tilt e ritira il Piano Casa dalla Commissione urbanistica rinviando il testo al presidente del Consiglio regionale. La Commissione urbanistica stamattina ha costatato che la maggioranza non è in grado di approvare la legge della giunta in Commissione”. Lo dichiara Angelo Bonelli, capogruppo regionale e presidente nazionale dei Verdi”.
“In queste ultime settimane, le numerose assenze di consiglieri della maggioranza non hanno consentito che la legge potesse essere approvata e questo a prescindere dal ruolo dell’opposizione. La maggioranza della Polverini è ormai allo sbando e ne è la dimostrazione il Consiglio regionale di ieri, dove il Piano Regionale Attività Estrattive non è stato approvato a causa della mancanza del numero legale.”.
“Ricordiamo che questo Piano Casa favorisce esclusivamente la grande rendita fondiaria e i grandi costruttori, consentendo di edificare nei Parchi, nelle aree a rischio idrogeologico, e prevedendo il silenzio-assenso nel rilascio delle concessioni in sanatoria per gli immobili edificati abusivamente. Lo scontro nella maggioranza – conclude il presidente Bonelli – è molto probabile che porterà al blocco della legge della giunta Polverini”.

Carburanti in ascesa, consumi in picchiata

Deboli segnali di speranza dalla mastodontica macchina dei carburanti fossili. I dati dell'Unione Petrolifera di marzo fanno segnare per l'Italia un consumo di 6 milioni di tonnellate, con una diminuzione complessiva di 280 mila tonnellate rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Nel primo trimestre del 2011, i consumi sono diminuiti dell'1% rispetto allo stesso periodo del 2010. Le immatricolazioni di autovetture sono diminuite del 23,1%.
20 milioni di biciclette giacciono in cantina, in attesa di tornare sulla strada.

Giro per le ciclabili milanesi

Comunicato di Ciclobby-Fiab, Milano:
Le piste e corsie ciclabili in fase di realizzazione in questo periodo costituiscono di fatto le prime azioni organiche e concrete dopo molti anni e rappresentano una novità significativa nello scarno panorama delle politiche urbane a sostegno della mobilità ciclistica. Una novità che merita uno sguardo non distratto.

Sabato 16 aprile, guidati dai volontari Fiab CICLOBBY, commenteremo le nuove realizzazioni, testando “con ruota” le opportunità, i vantaggi e valutando insieme le criticità.

Programma

Sabato 16 aprile 2011

Ritrovo (in bici) in piazza Cadorna
alle ore 14,00 (davanti all’Ago e Filo).

Breve conferenza stampa.

Partenza alle 14,30.

Seguiremo la nuova corsia ciclabile lungo la Cerchia dei Navigli, percorreremo le piste fra Palestro e la Stazione Centrale per arrivare al tratto sperimentale sui marciapiedi fra il Naviglio Martesana e via Padova.

Conclusione in piazzale Loreto prevista per le ore 17,30.

Partecipazione libera.