mercoledì 23 maggio 2012

"Le zone 30 devono essere la regola e non l’eccezione e devono essere prioritarie anche rispetto alle piste ciclabili"

Comunicato CODACONS

MILANO, SICUREZZA STRADALE: IL CODACONS CHIEDE AL COMUNE ORDINANZA URGENTE PER RIDURRE I MORTI SULLE STRADE

LIMITE DI 30 KM/H IN CITTA’ PER TUTELARE I CICLISTI

Milano. Troppi i morti ed i feriti sulle strade della città per l'eccessiva velocità, specie per gli utenti deboli della strada come i pedoni ed i ciclisti.
Per questo il Codacons ha chiesto al Comune di Milano, attraverso lo strumento della diffida, un'ordinanza urgente per ridurre i morti sulle strade. In particolare l'associazione di consumatori ha chiesto, "al fine di garantire l’incolumità e la libera circolazione dei ciclisti", "l'emanazione di un provvedimento che preveda la riduzione a 30 km/h del limite di velocità consentito per la circolazione delle automobili nel Comune di Milano". Una richiesta ai sensi dell'art. 140 e 140 bis del D.Lgs. n. 206/2005 (Codice del Consumo).
Per quanto riguarda la città di Milano, nel 2010, su un totale di 21.461 veicoli coinvolti in incidenti stradali, 989 erano biciclette, il 4,6%.
Considerato che esiste una correlazione statistica tra aumento della ciclabilità e riduzione dell’incidentalità, ossia che maggiore è il numero dei ciclisti maggiore è la sicurezza dei ciclisti stessi, il Codacons chiede al Comune di intervenire sia con politiche sulla mobilità sia abbassando il limite di velocità a 30 km/h, dato che la velocità è, nelle strade urbane, una delle prime cause di incidenti insieme al mancato rispetto della precedenza e alla distrazione.
"Le zone 30 devono essere  la regola e non l’eccezione e devono essere prioritarie anche rispetto alle piste ciclabili" ha dichiarato il presidente del Codacons, Marco Donzelli. "Tra l’altro è un intervento realizzabile rapidamente e sarebbe anche un modo per fluidificare il traffico, considerato che in città generalmente si arriva prima se c’è una zona 30 senza semafori piuttosto che accelerare fino a 70 all’ora, rifermarsi, ripartire, per poi rendersi conto che la velocità media, nelle ore di punta, è, a Milano,  inferiore a 10 km/h" ha proseguito Donzelli. "In pratica con questi continui stop and go si consuma solo più carburante, non si guadagna nulla in termini di tempo e si aumenta anche l’inquinamento" ha concluso Donzelli.
L'associazione di consumatori ricorda che, secondo gli ultimi dati disponibili, anno 2010, nei centri urbani italiani si concentrano ancora il 43% dei morti (1759 su un totale di 4090), il  72,14% dei feriti (218.383 su 302.735) ed il 75,7% degli incidenti (160.049 su 211.404) ed è proprio nelle città, quindi, che occorre lavorare maggiormente per raggiungere, almeno nel 2013, il traguardo europeo di dimezzare la mortalità fissato per il 2010 dall’UE nel Libro Bianco del 2001. Traguardo non raggiunto da Milano, a differenza di altre città come Torino o Trieste.
Se si analizzano i dati dei conducenti morti e feriti in incidenti stradali per categoria di veicolo, per le biciclette si hanno numeri drammatici: 14.472 feriti su un totale di 208.071 e 263 morti su 2.837, con un numero di conducenti morti che si colloca solo dopo gli autoveicoli ed i motocicli, superando i decessi della categoria ciclomotori (192) e autocarri e motocarri (162).
Ma il dato più preoccupante è l’indice di mortalità per categoria di veicolo, calcolato come rapporto tra il numero dei morti ed il numero dei veicoli, distinti per categoria, coinvolti in incidente stradale (moltiplicato 100), che, nel 2010 presenta il livello più elevato proprio per le biciclette ed i motocicli (rispettivamente 1,7 ed 1,8).

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