MILANO, SICUREZZA STRADALE: IL CODACONS CHIEDE AL COMUNE ORDINANZA URGENTE PER RIDURRE I MORTI SULLE STRADE
LIMITE DI
30 KM/H
IN CITTA’ PER TUTELARE I CICLISTI
Milano. Troppi i morti ed i
feriti sulle strade della città per l'eccessiva velocità, specie per gli utenti
deboli della strada come i pedoni ed i ciclisti.
Per questo il Codacons ha
chiesto al Comune di Milano, attraverso lo strumento della diffida, un'ordinanza
urgente per ridurre i morti sulle strade. In particolare l'associazione di
consumatori ha chiesto, "al fine di garantire l’incolumità e la libera
circolazione dei ciclisti", "l'emanazione di un provvedimento che preveda la
riduzione a 30 km/h del limite di velocità consentito per la circolazione delle
automobili nel Comune di Milano". Una richiesta ai sensi dell'art. 140 e 140 bis
del D.Lgs. n. 206/2005 (Codice del Consumo).
Per quanto riguarda la
città di Milano, nel 2010, su un totale di 21.461 veicoli coinvolti in incidenti
stradali, 989 erano biciclette, il 4,6%.
Considerato che esiste una
correlazione statistica tra aumento della ciclabilità e riduzione
dell’incidentalità, ossia che maggiore è il numero dei ciclisti maggiore è la
sicurezza dei ciclisti stessi, il Codacons chiede al Comune di intervenire sia
con politiche sulla mobilità sia abbassando il limite di velocità a 30 km/h,
dato che la velocità è, nelle strade urbane, una delle prime cause di incidenti
insieme al mancato rispetto della precedenza e alla
distrazione.
"Le zone 30 devono essere
la regola e non l’eccezione e devono
essere prioritarie anche rispetto alle piste ciclabili" ha dichiarato il
presidente del Codacons, Marco Donzelli. "Tra l’altro è un intervento
realizzabile rapidamente e sarebbe anche un modo per fluidificare il traffico,
considerato che in città generalmente si arriva prima se c’è una zona 30 senza
semafori piuttosto che accelerare fino a 70 all’ora, rifermarsi, ripartire, per
poi rendersi conto che la velocità media, nelle ore di punta, è, a Milano, inferiore a 10 km/h" ha proseguito Donzelli.
"In pratica con questi continui stop and go si consuma solo più carburante, non
si guadagna nulla in termini di tempo e si aumenta anche l’inquinamento" ha
concluso Donzelli.
L'associazione di
consumatori ricorda che, secondo gli ultimi dati disponibili, anno 2010, nei
centri urbani italiani si concentrano ancora il 43% dei morti (1759 su un totale
di 4090), il 72,14% dei feriti (218.383
su 302.735) ed il 75,7% degli incidenti (160.049 su 211.404) ed è proprio nelle
città, quindi, che occorre lavorare maggiormente per raggiungere, almeno nel
2013, il traguardo europeo di dimezzare la mortalità fissato per il 2010 dall’UE
nel Libro Bianco del 2001. Traguardo non raggiunto da Milano, a differenza di
altre città come Torino o Trieste.
Se si analizzano i dati dei
conducenti morti e feriti in incidenti stradali per categoria di veicolo, per le
biciclette si hanno numeri drammatici: 14.472 feriti su un totale di 208.071 e
263 morti su 2.837, con un numero di conducenti morti che si colloca solo dopo
gli autoveicoli ed i motocicli, superando i decessi della categoria ciclomotori
(192) e autocarri e motocarri (162).
Ma il dato più preoccupante
è l’indice di mortalità per categoria di veicolo, calcolato come rapporto tra il
numero dei morti ed il numero dei veicoli, distinti per categoria, coinvolti in
incidente stradale (moltiplicato 100), che, nel 2010 presenta il livello più
elevato proprio per le biciclette ed i motocicli (rispettivamente 1,7 ed
1,8).
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