martedì 30 novembre 2010

Se siete a Roma, e ne avete a cuore le sorti, non vi perdete i due giorni di riflessione promossi dal Campidoglio e intitolati: "Ritorno alla città - Sostituzione, densificazione e microchirurgia urbana per strutturare la città e tutelare l'Agro". All'auditorium dell'Ara Pacis, domani e dopodomani.
Mario Monicelli (1915-2010)

«A Ballarò e Annozero sono sempre gli stessi, tutti presidenti. Tutti parte della stessa classe dirigente, che si mette insieme, che fa questi spettacolini. Sono quelli che avallano quanto sta avvenendo. In quelle trasmissioni non si dice niente. Dicono che va male, si danno un po' su la voce e poi alla fine c'è la battuta. Non è così, la cosa è molto più grave, molto più drastica, molto più sanguinosa, in senso non materiale ma morale. Sono tutti spettacoli che avallano quello che sta avvenendo e che dovrebbero essere spazzati via anche quelli».
[...] 
«I giovani devono darsi da fare, unirsi, costruire. Invece di stare fermi sui banchi di scuola fate delle cose che vi impegnino, che mettano anche in pericolo, non la vita, ma la vostra momentanea situazione: occupate le scuole, cacciate il preside, bisogna fare delle cose che facciano nascere un qualche capo. Spingere con la forza e non tacere, sovvertire. Fatelo voi che siete giovani. Io non ho più l'età».

Roma e Lazio, campioni di morti

Nella classifica delle regioni cono il maggior numero di vittime fra i pedoni il Lazio è al primo posto con 106 vittime e 2.795 feriti (65 morti 2.139 feriti solo nel comune di Roma). Da sola, la regione causa il 10% delle morti tra i pedoni in Italia. Un primato non invidiabile, complice l'inattività delle istituzioni...inattive.

lunedì 29 novembre 2010

venerdì 26 novembre 2010

«Una bicicletta, un rubinetto, una forchetta, un letto: oggetti come questi non possono essere migliorati. Niente fronzoli».
"Le risposte di Enzensberger" [intervista a Hans Magnus Enzensberger] (da Die Zeit) su Internazionale, 874, 26 novembre 2010, p. 53.

giovedì 25 novembre 2010


Bike Frame Transportation System©
Tre cordini robusti, legati stretti stretti: uno legato al tubo sella, due ai foderi. E il telaio si trasporta facilmente. Fa pure un po' da parafango. Alla faccia dei motor.   
Ieri, Piazza Mazzini, Roma, dal ponte di comando della cicloastronave intergalattica Graziella. Nessun problema di traffico da segnalare, solo il manubrio da registrare 

mercoledì 24 novembre 2010

Comunicato del coordinamento "Di traffico si muore", a proposito del grottesco incontro sulla ciclabilità di oggi organizzato dall'Ambasciata di Danimarca e dal Comune di Roma:

I ciclisti romani sono stanchi delle parole di chi amministra la città. Il traffico romano uccide, indisturbato, chi ha scelto di muoversi in modo semplice e intelligente, e soprattutto innocuo.
Il vostro nascondervi dietro le parole non è più tollerabile, perché i ciclisti urbani sono cresciuti di numero, e muoiono solo per incuria vostra e altrui.
Perché voi sapete solo parlare di un futuro che per noi e per quasi tutta Europa è già un presente, mentre sulle strade si continua ad essere aggrediti e a volte uccisi da un passato che state ostinatamente mantenendo in vita.
Solo in quel momento voi siete in silenzio: quando lasciate soli noi ciclisti a subire ogni giorno la ferocia di una massa indisciplinata e indisturbata di umani senza argini, gli automobilisti.
In questa città domina una sola entità, una sola ideologia: l’automobile.
Persino sotto le finestre del governo cittadino le automobili sfrecciano, davanti alle finestre del campidoglio in una piazza molto nota e altrettanto trafficata non si riesce ad attraversare a piedi sulle strisce pedonali se non a rischio, e sempre litigando, a volte anche picchiandosi.
Voi non dovreste essere mesi in grado di amministrare neanche un condominio, se non riuscite a vedere ciò e a far rispettare le norme stradali di base, quelle di minima sicurezza. altro che Copenhagen.
Figurarsi se siete in grado di capire cosa succede, e come, in luoghi dove la logica, l’intelligenza e la convivenza su strada sono da tempo la normalità.
Copenhagen lamenta di non essere ancora al 50% della mobilità ciclistica quotidiana.
Beati loro.
Noi qui a Roma siamo a rischio di morte o invalidità permanente anche in soli 200 metri, in ogni zona della città e a qualunque ora del giorno.
Eppure continuiamo a credere che le cose possano cambiare e che una civiltà stradale, dopo decenni di vostro colpevole lasciar fare, di abbandono alla barbarie, sia possibile. vi abbiamo indicato soluzioni e voi le avete ignorate.

Ora siete qui ad un convegno, poi ce ne sarà un altro, e un altro ancora, e nel frattempo qualcuno tra noi ciclisti o camminatori sarà morto, di sicuro lo sarà. e sarà colpa anche delle vostre inutili parole, della vostra inerzia e della paura che avete di affrontare una realtà dura e feroce, cosa che invece noi ciclisti urbani di Roma affrontiamo ogni giorno, cercando di mantenere il più possibile il sorriso e la gioia di muoversi liberamente e senza fare alcun danno alla città, e allo stesso tempo cercando di tornare a casa vivi.
Delle vostre parole non sappiamo più che farcene. vogliamo fatti a partire da subito.
E’ ora di cambiare questa città, e poco importa se verrete rieletti o rinominati nei vostri posti attuali: voi avete il dovere di governare, non di fare convegni le cui parole non arrivano mai a concretezza.
Da subito limite di 30 km/h in città.
Da subito controlli sui limiti di velocità, sospensione della patente e sequestro del mezzo per chi va oltre i limiti.
Da subito corsie ciclabili ai lati di ogni strada.
Da subito ingresso in metro per le biciclette.
Da subito repressione della sosta illegale e dei comportamenti illeciti.
Noi sappiamo già che non lo farete. Ma voi sapete da tempo che è questo che dovreste fare. Ogni morto in più resterà nella nostra memoria, e graverà sulla vostra coscienza.
Baruch de Spinoza (Amsterdam, 24 novembre 1632- L'Aja, 21 febbraio 1677)

Baruch de Spinoza

Ha davvero poca importanza da quale pulpito sia venuta la maledizione, perché i dispositivi delle religioni sono gli stessi in tutte le epoche. Nel tempo sono divenuti più sofisticati, ma l'obiettivo è sempre lo stesso: isolare il virus dell'intelligenza ed evitare il confronto con il pensiero critico.

Un manifesto di libertà per tutte le epoche, l'anatema (cherem) impartito solennemente il 27 luglio 1656 contro il filosofo e mai revocato dalla comunità ebraica olandese.
Ecco, dunque, il violentissimo anatema rivolto contro Spinoza quasi quattrocentocinquant'anni fa, che noi sbandieriamo oggi come vessillo di libertà valido per tutte le epoche. Esso non ha scalfito la sua filosofia, l'ha rinforzata:

«Con il giudizio degli angeli e la sentenza dei santi, noi dichiariamo Baruch de Spinoza scomunicato, esecrato, maledetto ed espulso, con l'assenso di tutta la sacra comunità [...]. Sia maledetto di giorno e maledetto di notte; sia maledetto quando si corica e maledetto quando si alza; maledetto nell'uscire e maledetto nell'entrare. Possa il Signore mai più perdonarlo; possano l'ira e la collera del Signore ardere, d'ora innanzi, quest'uomo, far pesare su di lui tutte le maledizioni scritte nel Libro della Legge, e cancellare il suo nome dal cielo; possa il Signore separarlo, per la sua malvagità, da tutte le tribù d'Israele, opprimerlo con tutte le maledizioni del cielo contenute nel Libro della Legge [...]. Siete tutti ammoniti, che d'ora innanzi nessuno deve parlare con lui a voce, né comunicare con lui per iscritto; che nessuno deve prestargli servizio, né dormire sotto il suo stesso tetto, nessuno avvicinarsi a lui oltre i quattro cubiti [circa due metri], e nessuno leggere alcunché dettato da lui o scritto di suo pugno».


Una lezione per tutti i conformisti che si adeguano a regimi dittatoriali e sedicenti democratici, dannosi per gli altri, per sé e per l'ambiente.

A proposito di ciclismo urbano, non vi viene in mente nulla? Senza alcuna pretesa di glorificare la nostra mesta quotidianità, il ciclista urbano, oggi, nelle grandi città italiane appare come un reietto della società. Non si adegua al sistema e gliela si fa pagare cara. Rischia molto, da solo. È preso per i fondelli dalle istituzioni. Oggi, per esempio, c'è un incontro a Roma, organizzato dall'Ambasciata di Danimarca e dal Comune, sponsorizzato fra l'altro dalla Nissan, in cui si mettono a confronto la ciclabilità a Copenhagen e a Roma. Nel pomeriggio, alle 14.30, la parte più ghiotta: un convegno intitolato  “La ciclabilità: Italia e Danimarca a confronto”, moderato da Marco Contadini. Come dire: "L'industria degli Stati Uniti e del Malawi a confronto". Peccato non poterci andare a farsi due risate, ma i miei giorni di ferie sono preziosi.
Ci sarà anche una mostra sulla ciclabilità: chissà se esporranno anche una foto del ponte sulla ciclabile Castel Giubileo-Ponte Milvio chiuso da due anni e le crepe tipo faglia di Sant'Andrea della pista suddetta. Come faranno a fare il confronto tra Roma e Copenhagen? Chiedetelo a Spinoza.

Anche oggi, chi vuole uscire dal sistema riceve i suoi anatemi ovattati o generiche rassicurazioni su un futuro migliore. Il pensiero comune è solidissimo e inattaccabile, alla faccia del metodo scientifico e dell'Illuminismo; lo stigma della follia e dell'isolamento è sempre pronto a colpire ovunque il ribelle come un drone letale.

In quest'epoca oscurantista, chi non abusa di plastica e carburanti fossili è ritenuto strano, al pari di colui che sceglie di sottrarsi alla martellante propaganda pubblicitaria delle case automobilistiche o allo svilente spettacolo della politica odierna (nel governo, nella maggioranza e nell'opposizione) e di coloro che si rifiutano di prender parte a interminabili discussioni sui motori e il calcio.

«Luddista, sedizioso, pauperista, integralista, irrazionale, trozkista...»


Un ciclista urbano: moderno caso di spinozismo
Chi si oppone al controllo biopolitico viene espulso; chi combatte, mosso dal senso civico e dal senso di responsabilità, viene paradossalmente isolato (o ucciso, come il sindaco di Pollica), oppure svilito e normalizzato dalla burocrazia e dall'impermeabilità delle istituzioni.

N.B.: Per chi può. I Ciclomobilisti mi segnalano l'appuntamento all'Aranciera di San Sisto (Piazzale Metronio/Via dell'Ambaradam) dalle 13.30 alle 14 per protestare contro l'ennesima presa in giro del Comune di Roma a danno dei ciclisti urbani. 

martedì 23 novembre 2010

lunedì 22 novembre 2010

Pubblicato il rapporto Istat “Reati, vittime, percezione della sicurezza - Anni 2008-2009”. Diminuiscono i reati comuni, ma aumenta la paura degli italiani. L'unico dato in aumento è il furto di bicicletta (da 3,1% a 3,8%).

giovedì 18 novembre 2010

Sul Messaggero di oggi (p. 21) intervista al comandante dei vigili urbani di Roma, Angelo Giuliani: «Abbiamo il dovere di garantire la sicurezza a tutte le persone che si trovano sulle strade di Roma, soprattutto a quei cosiddetti soggetti deboli, come pedoni e ciclisti, che pagano le conseguenze più gravi».

Autostrada Roma-Latina

Bonessio (Verdi): “Autostrada Roma-Latina sarà incubo per cittadini e pendolari. È regalo a lobby cemento”

“Il progetto della Roma Latina, ora autostrada a pagamento, passato oggi al Cipe aprirà scenari da incubo per i cittadini delle aree interessate e per i pendolari. - afferma Nando Bonessio, Presidente dei Verdi del Lazio Il progetto, infatti, sposa la logica più retriva in materia di mobilità favorendo ulteriormente il trasporto passeggeri e merci su gomma, in controtendenza a tutta Europa, ma la vera opera inconcepibile è il raccordo tra Tor De Cenci e l’A12 che sarà, per forza di cose un’opera faraonica e inquinante a uso e consumo del trasporto merci su gomma. Il raccordo, infatti, dovrà per forze di cose passare nell’area Protetta del Litorale e scavalcare, non si sa come, la Cristoforo Colombo, l’Ostiense e il treno Roma Ostia, proseguendo sulle aree golenali del Tevere a rischio esondazioni. È incredibile che anziché mettere in sicurezza la Pontina e sviluppare una metropolitana di superficie lungo l’asse Roma-Latina si mettano in campo opere dannose come questa, a uso e consumo delle lobby dei costruttori. Il costo previsto di 2,7 miliardi, infine, è assolutamente ipotetico visto che si dovrà procedere a espropri di territorio agricolo pregiato per centinaia di chilometri. Il 25 novembre noi Verdi saremo alla manifestazione indetta dai comitati, tra i quali il “Comitato no corridoio Roma-Latina per la metropolitana leggera” davanti alla Regione Lazio per protestare contro questo progetto”.

La strage continua

Istat e Aci pubblicano il nuovo rapporto sulla sicurezza stradale. I dati generali migliorano a livello nazionale, grazie soprattutto al tutor sulle autostrade, in cui si verifica un calo degli incidenti e della mortalità.
Le cose vanno in modo diverso a livello locale.
A Roma e provincia la situazione peggiora sensibilmente. Rispetto all'anno scorso, gli scontri mortali sono aumentati del 4,2%.

Comune di Roma, incidenti 2008:  18.181
                                          2009:  18.561

Provincia di Roma, incidenti 2008:  22.636
                                           2009: 23.213

Comune di Roma, feriti 2008: 24.062
                                    2009: 24.638.

Provincia di Roma feriti 2008: 30529
                                    2009: 31.558

Sono scarsi e non coordinati i controlli sul territorio; non esiste una politica seria di riduzione del traffico, le politiche sulla mobilità sono inesistenti, i servizi pubblici sono allo sfascio.
Venendo alla questione della mobilità ciclistica, è evidente lo stato di totale abbandono di qualsiasi concretezza. Per parlare di bici, si è scelta la strada della progettualità non finanziata. Fa scena e non costa niente. I sogni ad occhi aperti costano meno e sono meno impegnativi.
Mentre le maggiori città del pianeta si attrezzano con misure serie, non necessariamente costose, a sostegno della ciclabilità, Roma si avviluppa sulle tariffe dei taxi le botticelle, con piste ciclabili che fanno schifo.
Vanno forte le promesse sulla carta, le leggi inapplicate, i tavoli per incontrare le "associazioni".

Nucleare: gli italiani hanno detto e dicono NO

Fra i miei migliori ricordi di gioventù c'è il voto al referendum contro il nucleare (8-9 novembre 1987). Ora i programmi degli Strangeheart di governo prevedono di tornare a costruire centrali atomiche in Italia. La chimera è rendere l'Italia più autosufficiente a livello energetico, con quattro-cinque centrali. Sogni a occhi aperti. In tempi rapidi, con tecnologie già vecchie e non molto collaudate, con il problema dello stoccaggio delle scorie (una bomba atomica regalata ai nostri figli), del futuro smantellamento - costosissimo - di queste centrali (una bomba economica regalata ai nostri figli) e la scarsità mondiale e il costo sempre più alto dell'uranio.
Un recente sondaggio dell'Ipsos mette in evidenza che il 62% degli italiani è contrario alle centrali. Nel maggio 2009 i contrari erano a quota 49%.
Il nucleare costa moltissimo e ha un impatto tremendo sul territorio. Se le cose vanno bene. Se qualcosa va storto, nessuno ti dirà chiaramente che ci sono dei problemi, per non allarmare la popolazione. Nasceranno vitelli con due teste, leucemie, ecc. Pazienza. I controlli li faranno loro.
Ma se le cose vanno male moriamo tutti. Incidenti, terremoti, frane, alluvioni, come se ne vedono sempre di più in Italia in questi anni, possono scatenare effetti imprevedibili nonostante le appassionate rassicurazioni dei paladini dell'atomo.
Sapete quante compagnie assicurative a livello mondiale hanno scelto di assicurare una centrale nucleare?

mercoledì 17 novembre 2010


«Pinot dipinse negli ultimi dieci anni della sua vita. E per lui fu come entrare in una nuova vita. Ho simpatia, affetto e, oggi, ammirazione per quest’uomo incazzosissimo e generosissimo. Ricordo che le ultime opere di mio padre – a cominciare da “L’anticamera della morte” – furono un presagio della sua fine. Negli ultimi quadri dominava il nero e l’idea che la materia si decomponesse. Pinot Gallizio morì in salita: né troppo famoso, né troppo sconosciuto. Come su quelle rampe faticose che i ciclisti percorrono verso un traguardo, così lui cercò più che il successo una personale forma di libertà».

Antonio Gnoli, “Il pittore di Debord” [intervista a Giorgio Gallizio], La Repubblica, 28 dicembre 2002.

 

Fondatori dell'Internazionale situazionista a Cosio d'Arroscia (aprile 1957). Da sinistra a destra: Giuseppe Pinot Gallizio, Piero Simondo, Elena Verrone, Michele Bernstein, Guy Debord, Asger Jorn e Walter Olmo.

martedì 16 novembre 2010

Sono passati cent'anni

«Il motto dei misantropi "poca brigata vita beata" non è stato creato per i ciclisti. In questa classe la camaraderie è formidabile; è una specie di massoneria universale trasportata nel campo sportivo: se ad un ciclista capita di litigare per istrada, state pur certi che si trovano subito dieci altri ciclisti disposti - almeno - a dargli il minor torto possibile.
Il fenomeno ha ragioni storiche. Il velocipedismo è passato attraverso un'epoca di persecuzione e di odio tanto ingiustificato e irragionevole quanto profondo. Oggi noi siamo già abituati all'automobile, e può sembrarci strano che vent'anni sono delle persone anche intelligenti abbiano maledetto l'innocua ed inutile bicicletta come un flagello sociale. Queste persecuzioni, che talvolta giunsero a deplorevoli eccessi, provocarono una vigorosa reazione di concordia e di solidarietà fra tutti coloro che non la pensavano come i cani da pagliaio e che divinando la futura riabilitazione si erano concessi alla Santa Bicicletta. I ciclisti d'allora, considerati un po' come rivoluzionari pericolosi e come sovvertitori della quiete pubblica, incominciarono a riunirsi in comizio, con tanto di musica e di bandiere, in ogni parte d'Italia - se non altro per misurare le proprie forze collettive e mostrare ai reazionari che, benché matti, erano in tanti».

Umberto Grioni, Il ciclista, Hoepli, Milano, 1910, pp. 104-105.

Il primo ministro britannico, David Cameron, ha annunciato che inizierà un nuovo sistema di rilevazione, alla ricerca dei parametri di benessere comune, basato sulla felicità dei cittadini. Soddisfazione, qualità della vita, realizzazione personale, felicità sono parametri indipendenti dal prodotto interno lordo. Per anni ci si è attaccati al Pil come a un parametro oggettivo, che però si è rivelato ampiamente inefficace per misurare la qualità della vita. Anche se per molti deve crescere sempre, alla ricerca della felicità: un miraggio, finito male peraltro. Certo, in tempi di crisi economica è facile parlare di benessere legato a qualcos'altro.
Comunque il re del Bhutan arrivò a queste conclusioni nel lontano 1972 (cfr. ns post del 2008, qui).
Sul Corriere della sera di oggi, p. 23, c'è una clamorosa "toppa" che vorrebbe la Fil (Gross national Happiness) introdotta in Bhutan soltanto nel 2008.
Il dito di Cattelan davanti alla Borsa di Milano

Pubblicità del nuovo suv Mercedes - il solito frigo gigante con le ruote - vista su una rivista ieri: «Il futuro appartiene a chi ha il coraggio di essere differente». Che faccia tosta!

lunedì 15 novembre 2010

«Quando ho cominciato i miei studi economici la differenza salariale tra un operaio e un amministratore delegato era di quaranta a uno, quando lo segnalavi c'era uno scatto di indignazione. Ora è di quattrocento a uno e non scatta più nessuno».

Romano Prodi, "Al futuro chi ci pensa?", L'Espresso, 7 ottobre 2010, p. 54.

mercoledì 10 novembre 2010

Oggi sono a Palermo, Libreria Feltrinelli, ore 18.30, a presentare il mio libro. Se venite mi fa piacere, se venite in bici ancora meglio...
Ricevo, giro e aderisco. (Ideale una bandana, costa poco e ha vari usi)::



Cari amici,


volevo proporre a tutti i ciclisti romani di girare da oggi in avanti con un drappo color rosso sangue al braccio per protestare contro l'immobilismo criminale delle istituzioni a
fronte della strage di ciclisti che si consuma sulle strade.
Potrebbe essere un segnale forte anche per coinvolgere i cittadini.


Se siete d'accordo spargere la voce!

Lorenzo Grassi

martedì 9 novembre 2010

A fine anno, nella città di Zaragoza, Spagna settentrionale, entrerà in vigore un nuovo regolamento comunale. Quasi tutte le strade della città avranno un limite di velocità a 30 Km/h.

Zaragoza è la quinta città spagnola e ha una popolazione di 674.317 abitanti. La misura è stata presa su tutte le strade a un'unica carreggiata per tutelare i ciclisti e gli altri utenti deboli della strada. L'intervento costa 300 mila euro (equivalenti a un paio di chilometri di pista ciclabile). Altri dettagli qui.

Fatti, non parole.
Un regalo a tutti i ciclisti urbani italiani, un'operetta morale a modo mio. La trovate qui. Buona lettura.

lunedì 8 novembre 2010

Non gettare tra i rifiuti urbani. A batterie esaurite, riporre le batterie negli appositi raccoglitori di pile usate. Se li trovate. Altrimenti, cercateli nelle città, finché non li trovate. Al limite, cambiate città. Se il raccoglitore è pieno, cercatene un altro. Non cercare di ricaricare le batterie, né tentate di aprirle. Evitare il contatto con il fuoco e tenere lontano da fonti di calore eccessive. Questo prodotto va usato soltanto per gli usi consentiti. Il distributore non è responsabile di ogni eventuale uso improprio del prodotto.
Il prodotto non va smaltito come rifiuto ma, a fine vita, ne dovrà essere effettuata la raccolta differenziata a norma della Direttiva 2002/96/EC. Tenetelo a casa.

Paolo Cascavilla, 40 anni, di Vitinia, è morto sulla Cristoforo Colombo mentre andava in bicicletta. È stato travolto da un mezzo a motore; l'autista non si è fermato. Il corpo è stato trascinato per diversi metri e, ipotizza la polizia municipale, potrebbe essere stato schiacciato da una seconda auto che sopraggiungeva.
«Paolo usciva da due anni in bici perché non poteva più guidare e quindi non aveva la patente», ha riferito una parente della vittima. Le indagini sono in corso.

Ha detto il sindaco Alemanno: «La prossima settimana faremo un incontro con l'assessore Marchi, l'assessore De Lillo e con le associazioni dei ciclisti per verificare il rispetto delle regole a tutela di chi va in bicicletta e per accelerare lo sviluppo delle piste ciclabili a Roma».

venerdì 5 novembre 2010

«La mia triste conclusione è allora che, senza che ci sia una sufficiente coscienza al riguardo, la sparizione delle piccole case editrici e delle piccole librerie culturalmente impegnate, della stampa e dei mass media indipendenti, costituisce una vera rinuncia alla democrazia basata sull'opinione critica del cittadino, svincolato dall'ideologia del dio denaro, che è la più sottile e bugiarda fra le politiche, pronte a nascondersi dietro falsi riferimenti di libertà e idonee a rivendicare la fine delle ideologie».

Guido Rossi, Postfazione ad André Schiffrin, Il denaro e le parole, Voland, Roma, 2010, p. 106.
Un semaforo salvapedoni (con il conto alla rovescia per il rosso) è stato installato nelle vicinanze del Colosseo. Ne hanno parlato i giornali.Secondo me si tratta di una macchina schiavistica, utile a far affrettare i pedoni. Come se gli automobilisti avessero il diritto di passare sui corpi dei pedoni attardati. Un semaforo a misura di automobile, non di pedone, quindi.
È utile, è inutile, è vitale per la salvaguardia dei pedoni? Difficile dirlo. Certo, sarebbe molto più importante, su via dei Fori Imperiali, l'installazione di autovelox, vista la velocità media dei mezzi motorizzati e i morti. Una richiesta avanzata da Di traffico si muore qualche mese fa, a tutt'oggi inascoltata.
Se volte far risparmiare un po' di soldi pubblici, potete inviare al Governo la presente lettera.


Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che desidero NON riceverlo, essendo un mio diritto in
base alla legge per la tutela della privacy n. 675/1996 ed il relativo D.P.R. n. 501/1998, nella fattispecie articolo 13 comma e).

Cordiali saluti,

giovedì 4 novembre 2010

Libertà

«Ora che ho lasciato il professionismo e sono passati tanti anni da quando ho percorso i primi metri senza ruotine, posso confermare che per me la bicicletta è stata davvero un simbolo di libertà. Mi sono allenato facendo fatica, ho gareggiato, ho viaggiato tanto, ma riuscendo sempre a mantenere la mia autonomia. Durante gli allenamenti ero libero di scegliere le strade da percorrere: se ne avevo voglia, andavo sulle colline, se invece preferivo lo scenario del mare, mi bastava girare il manubrio e pedalare lungo la strada a pochi metri dalle onde. Questa è libertà». Paolo Bettini, Tutti campioni, red! Edizioni, Milano, 2010, p. 11.

mercoledì 3 novembre 2010

«La città è il luogo ideale per una svolta contro la politica barbarica che se ne infischia delle regole e dei cittadini. si comincia dalla polis per arrivare allo Stato, visto che a livello nazionale non c'è una democrazia deliberativa. [...] Qualcuno dirà che siamo ancora nel campo delle utopie, e un po' è vero. Ma nella storia le utopie hanno realizzato tante cose. A volte bisogna crederci: la paura del futuro si può vincere solo con un soprassalto di parecipazione».
Guido Rossi, intervistato sul Corriere della Sera , 31 ottobre, p. 13.
A ottobre il mercato dell'auto segna un - 39,9% nelle vendite. Nessun nuovo modello, nessuna pubblicità, nessun incentivo potrà cambiare questo stato di cose. I risultati negativi sono legati proprio alla fine degli incentivi. Pompato il mercato, ora si torna alle dimensioni normali. In realtà, sarebbe ora di riconvertire interi settori dell'industria automobilistica. Dovrebbero iniziare a progettare e costruire qualcos'altro...
Intanto, pur di non cambiare, l'industria si adegua, prospettando un futuro di auto piccole, senza introdurre nuovi modelli a breve termine. Un primo risultato sarebbe non vedere più quegli squallidi suv nelle nostre città.

martedì 2 novembre 2010

Requiem per una libreria

Davvero una brutta notizia. Il 31 luglio scorso ha chiuso la libreria Remainders di Piazza San Silvestro a Roma. È stata per molti anni una mia meta prediletta, caverna di serendipità, scoperte e appassionate indagini da bibliofilo squattrinato. Ci si trovavano libri fuori catalogo e anche qualche vecchio esemplare. Certo, come nei mercati, al banco delle pezze, bisognava perderci tempo. Poi si doveva scremare le scelte, perché i soldi non bastavano. Se ne usciva molto soddisfatti. La libreria di Piazza San Silvestro, nei suoi quarant'anni di attività, è stata per moltissime persone una meta importante. Assieme alla scomparsa di Remigio Leonardis, performer di Piazza Barberini, questa chiusura segna la fine di un'epoca. Un'epoca già finita da un pezzo. La fine del centro di Roma come meta culturale iniziò con l'apertura di un fast food proprio a Piazza Barberini. Poi arrivarono le jenserie e altre troiate nelle vie centralissime del Tridente. Fine delle botteghe degli artigiani. Andando ancora indietro si potrebbe arrivare a descrivere il lento declino degli antiquari, ma risalirei arbitrariamente a un periodo che non ho vissuto direttamente. Il centro si trasforma fino a non avere quasi più senso. Piazza del Popolo è uno spazio espositivo per automobili e altre minchiate; a Villa Borghese ci cantano Baglioni e Renato Zero. Il centro di Roma non è tutelato a sufficienza. Ci passa tanta gente, pochi ci si fermano. Sono ancora troppe le strade aperte alla circolazione automobilistica. Fra auto blu, taxi, autobus e mezzi dei residenti, la ztl serve a poco. Alcune strade andrebbero considerate alla stregua di monumenti da tutelare. Qualche via ha un suo comitato di esercenti che mantengono una certa personalità, ma non può essere tutto affidato alla volontà dei singoli. A intervenire dovrebbe essere il Comune di Roma.

lunedì 1 novembre 2010

Piste ciclabili e bike sharing a Napoli

Il Mattino di ieri ha dedicato una pagina intera (p. 41) al progetto di piste ciclabili a Napoli. Per 20 Km di ciclabile da San Giovanni Teduccio a Bagnoli, divisa in tre spezzoni, si spenderà 1.154 mila euro. Può essere una buona idea per avviare il discorso della ciclabilità a Napoli (quasi peggio di Roma) se il progetto avrà una prosecuzione organica con itinerari ciclabili, percorsi a 30 Km/h, eccetera.
C'è però un altro progetto che fa venire i brividi. Si tratta del bike sharing. I brividi vengono per i costi (fondi del ministero dell'Ambiente). Per 90 biciclette, con sette stazioni, il preventivo è di 554 mila euro. Lasciate perdere, viene da dire. Oltre mezzo milione di euro per mettere in strada 90 biciclette è una spesa abnorme!
Il progetto, scrive Il Mattino, è stato curato dal gruppo ResTart per conto di Napolipark ed è ora in attesa del via libera.
Spero che non venga dato il via libera, ovviamente.
Sarebbe meglio concentrarsi sui percorsi condivisi degli utenti deboli. Le esperienze - successi e fallimenti - condotte in diverse città europee attestano che il bike sharing o si fa con un numero significativo di mezzi oppure sono soldi buttati, utili solo per conferire qualche appalto. Il numero significativo di mezzi è molto, ma molto più alto di 90 unità. I sindaci, gli assessori alla mobilità e all'ambiente, ecc. dovrebbero prima studiarsi le esperienze già in atto e trarre le loro conclusioni.
Un anno fa moriva in bicicletta Eva Bodhalova. A distanza di un anno esatto parte da via dei Fori Imperiali la Critical Mass. Da allora non si è fatto nulla per la salvaguardia dei ciclisti urbani di Roma. "Adesso menomale che hanno fatto la legge che obbliga i ciclisti a mettere le bretelle catarifrangenti di notte", dicevano l'altra sera un paio di non ciclisti, discorrendo su temi legati alla sicurezza stradale, prima di attaccare la solita solfa che in bici a Roma è pericoloso, eccetera eccetera, e che uno che conosceva una volta ha ammazzato uno in bici di notte senza fari, su una statale. Queste tematiche, quando vengono trattate in forma rapsodica, passando da un argomento all'altro, sono paradossalmente inattaccabili.
Parlando di limiti di velocità, si è tutti d'accordo che se vai su una statale a 150 Km/h mezzo sbronzo, te la stai cercando. Ma sul fatto di andare su una strada urbana di Roma a 70-90 Km/h, sobrio, con un po' di fretta addosso, beh su questo i pareri non sono ancora concordi. Si tende un po' a sorvolare.
Anche venerdì sera, e scommetto anche oggi, le auto sfrecciano ben oltre i limiti di velocità su via dei Fori Imperiali e sulle tante "autostrade" della Capitale. Nessuno controlla. Intanto alla CM, i ciclisti parlano tra loro e accendono candele in memoria di Eva.
La bici che ricordava Eva su via dei Fori Imperiali
Una gallery di foto dell'altra sera si trova sul sito della Repubblica.
Eva