venerdì 30 luglio 2010

Buone vacanze e buone pedalate.

Cemento nel parco Giovanna Reggiani di Tor di Quinto

Credo che ad agosto la mia produttività per questo blog verrà drasticamente ridimensionata. Mi dispiace perché non potrò seguire da vicino la vicenda dei palazzi nel parco Giovanna Reggiani di Tor di Quinto. I lavori procedono a ritmi vorticosi. Davanti al cantiere, non sono riuscito a trovare il cartello con il nome della ditta, del progettista, ecc. Forse qualcuno delle forze dell'ordine, se ha un po' di tempo, dovrebbe andare a vedere se c'è.
A giorni si aspetta l'esito di un ricorso da parte dell'associazione Italia nostra al Consiglio di Stato. Quello al Tar è andato male.
Frattanto, sono venuto a conoscenza di diverse cose. La cubatura complessiva prevista nel parco è di 7.765 metri cubi e l'associazione sportiva che gestirà l'impianto pagherà al Comune solo 172 mila euro all'anno: un po' poco. 
la sensazione è che il vero affare non sia tanto nella gestione dell'impianto, ma nella costruzione dello stesso. Poi ti arrangi. Non capisco neanche bene in base a quali leggi in Italia, oggi, si concede un'area in concessione per 33 anni, permettendo di edificare alcuni grossi edifici. Un po' come se, affittando casa a qualcuno, questi costruisse nel giardino una torre in cemento.
Tra le altre cose che ho saputo è che la concessione è stata data senza alcuna gara pubblica alla Boreale s.r.l.
Si tratterebbe di una "compensazione" per la mancata concessione per l'edificazione di un chiosco su via del Podismo. I fatti risalgono al 2007 e se ne parla qui. Riporto una parte di quel testo, scritto da Sandra Giannoccaro, utile a capire come si può arrivare a Roma, nel 2010, al punto in cui siamo, a veder sorgere palazzi nel verde pubblico. Bisogna risalire infatti al progetto di chiosco nell'area verde di via del Podismo:

«Mi piace ricordare succintamente la storia della sofferta destinazione di questo piccolo giardino considerato una deroga – cioè un inserimento eccezionale come da Delibera 169/95 - al Concorso “Punti verdi qualità” bandito dal Comune di Roma nel 1995, come riferitomi al Servizio Giardini del X Dipartimento del Comune di Roma, nella Sede di Piazza di Siena a Villa Borghese, dove mi ero recata nell’anno 2000, per assumere le informazione, e dove mi fu data ogni delucidazione e numerosa documentazione in merito, che ancora conservo. Il bando prevedeva la concessione a Privati Cittadini, per 20 anni, di grandi estensioni di terreno, abbandonate all’incuria e al degrado perché venissero riqualificate e manutenute in cambio della gestione di un punto di ristoro a scopo di lucro personale. Una positiva iniziativa; non era però il caso di Via del Podismo, piccolo fazzoletto di verde, per di più sovrastante la galleria ferroviaria sotterranea, circondato da civili abitazioni, e vicina alla sede del Servizio Giardini del XX Municipio che ne avrebbe dovuto e potuto garantire la vigilanza e custodire più degnamente l’area, anziché farla passare in concessione ad un privato, nella fattispecie la “U.S. Boreale”, che prima del contratto avvenuto in data 06/04/2000 si presentava come Associazione senza scopo di lucro ma che dopo circa un mese in data 19/05/2000 si trasformava in “Srl U.S. Boreale” con l’intento di privatizzare parte del giardino a scopo di lucro. L’allora Consigliere Comunale Gaetano Rizzo presentò 2 interpellanze al Consiglio Comunale, in data 12/09/2000 e 12/10/2000 chiedendo: 1°) l’annullamento immediato del contratto alla U.S. Boreale Srl (cosa avvenuta dopo 5 anni con revoca della concessione ed il passaggio della competenza sull’area di Via del Podismo al XX Municipio) poiché la trasformazione inficiava “(…) così uno dei requisiti essenziali della delibera comunale e quindi del contratto, e cioè l’assenza dello scopo di lucro nella gestione del patrimonio pubblico (…)”; 2°) se i “lavori edilizi intrapresi e l’abbattimento degli alberi siano stati autorizzati da regolare concessione edilizia o altra.” I Residenti, di loro iniziativa, fecero ricorso al TAR. Alla fine il X Dipartimento-Servizio Giardini, anche per le mie insistenze revocò la concessione al privato cittadino, ovvero la U.S. Boreale Srl, e trasferì la giurisdizione dell’area, finalmente libera, al XX Municipio, il quale, ereditando l’area, ne ereditò evidentemente la stessa intenzione di privatizzarla».

Se non ho capito male, la mancata edificazione di quel chiosco, è stata "risarcita" (ma il verbo suona un po' grottesco) con la concessione edilizia nel parco Giovanna Reggiani di Tor di Quinto, quello del laghetto rotondo, per intenderci, vicino all'ippodromo militare.
Agosto è lungo e i pilastri vanno su che è una meraviglia.

giovedì 29 luglio 2010

Dal 24 giugno giro per Roma solo in bici. Un  po' di fastidio per l'ozono in salita nelle ore calde. E un po' di fretta, tipo montare ganasce del freno troppo corte sulla graziella fissa. Sembrava a posto, ma nella frenata i pattini si spostano volentieri in alto. E poi, siccome la ruota si controlla senza salire sulla bici, il copertone quando si sta in sella si allarga verso l'esterno. In questi casi, le frenate in discesa consumano il copertone che può scoppiare o consumarsi (e far scoppiare la camera). Risultato: ho bucato tre volte nel giro di mezz'ora, prima di scoprire da cosa dipendesse. Perché riparavo la camera, la rimontavo e ripartivo. Il copertone non dev'essere necessariamente rotto, si può essere solo assottigliato e il danno è difficile da scoprire. Per fortuna avevo delle toppe grandi appresso e sulla ciclabile mi sono messo a rattoppare il copertone (da buttare) per arrivare a casa. Tutto è filato liscio e ho fatto una ventina di chilometri in questo modo. Se mi fosse successo la sera prima avrei bucato a mezzanotte dentro Villa Borghese: un po' peggio, per la carenza di luce e per la tempistica.
Nell'ultima settimana ho trovato 5,50 euri per terra. Chi va a motore corre e non si accorge neanche dei soldi per terra. Quindi il bilancio dei miei tragitti è in attivo, nonostante le toppe e il mastice.
Come sempre, ho anche trovato vari oggetti che entreranno a far parte della mia raccolta. Ecco soltanto quelli dell'altroieri. Metallo che possiede una texture particolare, direbbero gli esperti, perché è un consumato. Domanda: i veicoli che si perdono tutta questa roba per strada, prima o poi non cadono a pezzi?

mercoledì 28 luglio 2010

In alcuni tratti, la via Flaminia in bicicletta si rivela impervia (rischi di morire), a causa degli svincoli e per il mancato rispetto dei limiti di velocità, delle regole del sorpasso e per l'uso delle corsie d'emergenza da parte dei veicoli a motore. In vita mia, non ho mai visto una pattuglia a controllare la velocità.
A volte, però, capita di fare qualche incontro interessante. Come stamattina. Sulla corsia d'emergenza, contromano, cammina Georg.


(Non so se avete notato sullo sfondo l'abbagliante bellezza della mia Bottecchia mtb trasformata da corsa.) Partito da Passau e giunto al Km 1017 del suo viaggio, Georg è un pellegrino. Come un cavallo, trascina il suo carretto, montando una spessa cintura di cuoio con bretelle, allo stesso tempo pratica e penitenziale. Il mezzo ha una ruota bucata, e mi chiede dove può ripararla. Gli dico che gliela posso riparare io (oddio, forse il mastice è finito, dopo quello che è successo l'altroieri, ne parlerò un'altra volta). Mi dice che non capisce bene l'inglese e che la ruota ha un problema serio. [Adesso ho capito, pensava che gliela volessi gonfiare.] Il carretto di Georg è interamente autocostruito. Il carico è essenziale, meno che per gli arredi sacri. Il colpo d'occhio è barocco.

  Non solo la croce di Gesù, ma pure quelle dei ladroni, vuote però.


Georg deve arrivare a San Pietro, e ha pure una certa fretta: infatti mi indica l'orologio. Un po' surreale, dopo tutta quella strada.

martedì 27 luglio 2010

Una tromba d'aria in Libano, tempeste di sabbia e oasi nel deserto con addosso gli occhialetti da piscina per proteggersi, fiori e tunnel di Liguria, uno in cima alla piramide di Cheope, Petra, montagne che incombono minacciosamente sulla strada, il Mar Morto, un collezionista di biciclette sulla costa turca, una critical mass in Egitto. Tutto questo è stato mostrato dal cicloviaggiatore bulgaro Vyacheslav Stoyanov, detto Saba, ieri sera, alla ciclofficina centrale, davanti a un pubblico selezionato, molto selezionato. Ora sarà già in strada, pedalando verso la Sicilia. Buon viaggio.

lunedì 26 luglio 2010

«Una sedia rotta? Non buttatela. le gambe di plastica non reggono più, ma funziona ottimamente come sedia aggiunta alla bicicletta di famiglia». Fulvio Irace, "Il portafrutta? È l'oblò della lavatrice", Il Sole-24 ore, Domenica, 25 luglio 2010. Mica tanto. Non fatelo. Va bene riciclare, ma prima bisogna costruire e adattare.
Ricevo da Ciclobby e inserisco anche nel mio blog l'ennesima tragedia annunciata:

«Inutile prendere atto che le auto possono essere come proiettili e che la patente va equiparata al porto d’armi, se poi ci si trova periodicamente a piangere su qualche altra vittima innocente di una guerra non dichiarata.

Linda aveva 17 anni e una vita davanti. Abitava nel cremonese.

Insieme ai suoi tre amici ha solo avuto la sventura di essere nel luogo sbagliato al momento sbagliato.
Falciata da un automobilista 35enne alla guida di un Mercedes Classe A che viaggiava ubriaco mercoledì notte a tutta velocità sulle strade di campagna tra Cremona e Bergamo. E che, per una manovra di sorpasso azzardata, è piombato addosso ai quattro ragazzi in bici, lasciandone miracolosamente illesi due, ferendo in maniera gravissima il terzo, e uccidendo la ragazza.

Chi guidava il veicolo, un piccolo imprenditore edile, era talmente “decotto” dall’alcol che non ha avuto neppure la prontezza di reagire frenando. Il corpo di Linda è stato trascinato per parecchie centinaia di metri. Le cronache dei giornali dicono che nel 2005 a questo signore era già stata ritirata la patente sempre per una guida un po’ troppo “disinvolta”.
L’altra notte, sceso dall’auto, ha saputo solo dire che sono «cose che possono succedere».
E’ un commento di cui ci si dovrebbe vergognare, se pronunciato a mente lucida.
No, signore: non si può morire così.
Sono cose che non possono succedere. Non possono, non devono.

L’emergenza sicurezza sulle nostre strade è costante da anni. E le strade urbane la scontano nel modo peggiore (solo a Milano negli ultimi mesi ci sono stati quattro morti tra i ciclisti, l’ultimo qualche sera fa al quartiere Isola).
Non servono regole nuove bensì maggiori controlli.
Chi guida un veicolo a motore deve sapere che ha tra le mani un’arma pericolosa. E se provoca danni a pedoni e ciclisti non deve poter continuare a circolare con la sua auto come se nulla fosse.
Non per giustizialismo, né per desiderio di vendetta. Ma solo di Giustizia».

Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY)
Avrei molte cose da raccontare su questi ultimi giorni (telai trovati, forature a ripetizione, bici più treno), ma devo lasciare spazio all'incontro di stamattina con Vyacheslav Stoyanov. Parto in bici per andare al lavoro e vedo un tipo con la bici piena di pacchi. Mi fermo a parlare. Vyacheslav, bulgaro di Sofia, è in viaggio da febbraio, è partito da Istanbul e ha fatto il giro del Mediterraneo, compreso Cipro, Corsica e Sardegna. Si rammarica di aver saltato la Libia, perché non gli hanno concesso il visto. Non è solo un viaggiatore, ma anche un attivista e in ogni luogo si mette in contatto con i ciclisti, le associazioni e le amministrazioni locali, allo scopo di promuovere l'uso della bici in città. E anche le pratiche di recupero, riuso, ecc. Praticamente un fratello. Forse stasera ci si incontra.

giovedì 22 luglio 2010

«Eppure, convinti come siamo che sempre più Internet vincerà la qualità dell'informazione, prima ci si libera del ronzio di fondo, meglio sarà».
Stefano Salis, "Senza scrittori ma con i blogger", Il Sole-24 ore, Domenica, 11 luglio 2010, p.27.
Pare che il ricorso al Tar per tentare di impedire l'edificazione di alcuni mostri in cemento in area pubblica (Parco Giovanna Reggiani a Tor di Quinto) non sia andato a buon fine. Infatti stanno costruendo a tutto spiano. A questo punto, non rimane che sperare che le Olimpiadi del 2020 non si tengano a Roma. Come ha già annunciato il sindaco Alemanno, infatti, la vittoria di Roma significherebbe una cementificazione brutale nell'area dell'attuale ippodromo militare che costeggia la pista ciclabile Ponte Milvio-Castel Giubileo.
Dopo il progetto di legge PdL 2271 dell'on. Michele Scandroglio (progetto che vuole imporre risarcimenti alle ditte da parte di chi ha fatto ricorso, e dopo la nomina di Roberto "solide realtà" Carlino all'ambiente per la Regione Lazio, le cose per i signori del cemento si mettono molto bene. Si vede: palazzi in un parco pubblico di Roma!
La capitale non è adatta per i giochi olimpici. Meglio Valencia, una città bellissima, ampia, nuova. E c'è Copenhagen, capitale di un Paese che rispetta l'ambiente.

mercoledì 21 luglio 2010

Roberto Carlino, immobiliarista, è stato nominato presidente della commissione Ambiente della Regione Lazio. Il conte Dracula va invece a dirigere la banca del sangue.
L'imprenditore è a capo della Immobildream, pubblicizzata con lo slogan «Non vende sogni, ma solide realtà». Molto solide.
Gli è stato chiesto in un'intervista:  
Qualcuno prevede la crescita esponenziale delle cubature...
«Non bisogna giudicare le persone prima che abbiano lavorato».
1.401.49 firme raccolte per la difesa dell'acqua pubblica. Davvero un bel record nazionale. Un segnale che la partecipazione civile degli abitanti di questo Paese non è stata azzerata dai guasti della politica rappresentativa. Una lezione, anche, ai partiti di centrodestra e centrosinistra che ribadiscono la loro incapacità di conoscere i problemi concreti e affrontare le questioni sul territorio. Perfino sul delicatissimo tema dell'acqua, hanno prevalso le logiche spartitorie, i distinguo grotteschi: tipo il rubinetto è privato, il tubo semipubblico, l'acqua è un po' più pubblica, parliamone, ecc.
Se la destra è irrimediabile, il centrosinistra continua a essere del tutto inconsistente: basta guardare i manifesti di questi giorni del PD sul digitale e altre amenità.

martedì 20 luglio 2010

E venne il tandem

Autentico colpo di fortuna. Ulteriore prova dell'esistenza di Santa Graziella Scatenata. Qualche giorno fa, al mattino cerco per l'ennesima volta un tandem fra gli annunci di seconda mano. I prezzi sono alti, a volte arbitrariamente alti. Roba di 3-400 euri, difficile capire le condizioni del mezzo. Il pomeriggio, mentre vado a fare shopping sulla graziella cargo, ormai troppo piccola come scuolabus, mi imbatto dal rigattiere nella sfolgorante sagoma di un tandem d'epoca. Il prezzo? Dammi 50 euro, dice il rigattiere. Ci sa fare. Il non detto del rigattiere arriva fino a Milano. Sa quanto vale, sa che ingombra, che pesa parecchio, che certi artefatti non se li pigliano tutti, che le case sono piccole e le cantine ingombre di cianfrusaglie. Sa pure che a fare un lavoro di restauro come si deve ci vuole tempo, pazienza e soldi. C'è il senso pratico di piazzare l'articolo. Lui sa, io so. Non contratto. Vado a casa, a posare la graziella. Torno al negozio, lo prendo. Non ha neanche le ruote bucate, la catena è oliata, pure troppo. Ci salgo. Esperienza inebriante. Comincia il trasbordo di pezzi, qui soltanto all'inizio.
Tour de France. A una manciata di chilometri dalla vetta di Port de Balès, l'imprevisto. Dal Km 93 sono in fuga in dieci. Schleck fa tirare i suoi e comincia a spingere. Prova a stargli dietro solo Vinokourov: mentre il kazako recupera sul lussemburghese, a Schleck esce la catena. La maglia gialla è costretta a scendere dalla bici e a riparare da sola il guasto meccanico. Impiega 35”, scrive Gianni Mura, aggiungendo che “poteva essere assistito meglio”. Non è chiaro se qualcuno sia corso in aiuto, non ho visto la tappa in tv. Da solo o in compagnia, 35 secondi sono comunque un tempo troppo lungo. Per un cambio ruota posteriore un bravo meccanico impiega un tempo sbalorditivo: toglie la ruota, aggancia la catena e chiude lo sgancio rapido, persino dopo un velocissimo controllo della centratura.
Sarebbe bene che anche i ciclisti professionisti facessero un po’ pratica di meccanica. Non dico per le forature, ma almeno la catena e altre piccole riparazioni d’emergenza. Noi rimaniamo ammirati dalle gare di un tempo, in cui era vietato assistere i corridori.
Contador approfitta del momento e supera il rivale. Dicono che non si fa, che sarebbe giusto aspettare. Se un avversario diretto cade, bisogna aspettarlo. Su questo non ci sono dubbi, nel galateo non scritto del ciclismo. Schleck, sostenuto dai tifosi, torna in gara e insegue il rivale spagnolo il quale, nel frattempo, ha trovato in Samuel Sánchez un alleato prezioso, soprattutto nell’infinita discesa (21 Km).
Ieri Contador ha dichiarato di aver attaccato perchè non aveva visto il problema del rivale. Oggi ha rimesso a fuoco la querstione sul suo sito è si è scusato: “Forse mi sono sbagliato, chiedo scusa. Al momento, l’unica cosa che pensavo era andare il più veloce possibile. Sono deluso, perchè il fair play per me è importante”.
Incipit de "La costituzione del cemento" di Salvatore Settis, oggi su La Repubblica, pp. 1 e 29.

«Profeticamente, Roberto Saviano ha scritto in Gomorra: "La Costituzione si dovrebbe mutare. Scrivere che si fonda sul cemento e sui costruttori. Sono loro i padri. Non Parri, non Einaudi, non Nenni, non il comandante Valerio". "Cementifici, appalti e palazzi quotidiani: lo spessore delle pareti – prosegue Saviano – è ciò su cui poggiano i trascinatori dell´economia italiana"».
No (Memories of Nun te reggae più)

No a Berlusconi, no a Bersani, no a Di Pietro.
No a Beppe Grillo.

No ai tatuaggi. Specialmente le cornicette sul culo delle donne.
No ai cristalli Swarovski, in qualsiasi forma.
No alle bici in fibra di carbonio. No alle bici da corsa
d'epoca con il manubrio dritto. Sbagliato che si stia più comodi.
No ai ciclisti estivi della domenica. Inutili al ciclismo urbano. Forse pure
controproducenti. Fine della parentesi ciclistica, in fondo è un blog di ciclismo.
No all'aria condizionata. No al salame: fa veramente male, nutre solo i brufoli e lo fanno
con i manici di scopa, come diceva mio padre.

No a spa, resort, fitness center.
No alla fissazione per l'igiene. L'incubo della cosiddetta influenza suina è passato,
ma troppi continuano ancora a passarsi litri di amuchina sulle mani.
No ai campi da golf, sotto qualsiasi forma. Solo un mezzo per speculazioni edilizie.
Con ettolitri di diserbante nel terreno.
No al golf. Uno sport del cazzo.

No ai CIE. Se scappano sono contento.

No all'aquagym: andate a farlo al mare, anche d'inverno: fa dimagrire di più.
No a qualsiasi variazione alla Costituzione della Repubblica Italiana. prima studiatela.
Quanto ha preso Ghedini all'esame di Diritto Costituzionale?

No a qualsiasi attività nelle aziende relativa alla "responsabilità sociale d'impresa". Ce l'ha anche la BP.
No all'ingiusto oblìo del tropical (per chi non lo sapesse, latte e menta).
No all'idea di "fluidificazione del traffico", una scempiaggine per versare altro cemento e altro asfalto.

No all'acqua privata.
No ai cellulari: almeno per come li si usa. Mayday, Mayday.
Anch'io ce l'ho, ma lo uso come radio d'emergenza.
No ai condoni.
No alle Olimpiadi a Roma.
No a Facebook. A mio modesto parere, è una colossale boiata, ma nessuno ha il coraggio di dirlo.

mercoledì 14 luglio 2010

I lavori nel parco Giovanna Reggiani di Tor di Quinto procedono a ritmi serratissimi. Ecco la situazione stamattina. La velocità con cui si sta realizzando il complesso sportivo è strabiliante. Del resto, gli interessi cementizi hanno preso di mira l'intera zona, incluso l'attiguo ippodromo.
La speranza è di vincere la gara per le Olimpiadi del 2020 e di dar sfogo al ballo del mattone. Ne La colata si parla anche di quest'area.
Intanto, ci si incontra con altri ciclisti al ponte della ciclabile, chiuso dal 2008. Nessuna novità. Le istituzioni tacciono (molti hanno provato a contattare il XX Municipio e il Comune senza risultati), ma il senso di questo silenzio è chiaro: "Fottetevi!"
Le elezioni sono lontane. C'è la crisi. Ci sarà tempo per fare i lavori.

martedì 13 luglio 2010

Anche l'Onu invita il governo italiano ad "abolire o modificare" il progetto di legge sulle intercettazioni, perché "se adottato nella sua forma attuale può minare il godimento del diritto alla libertà di espressione in Italia". Frattini è sconcertato. Imminente un pronunciamento ufficiale anche da parte dell'Impero Galattico, ma non è detto che questi signori riescano a capire.
Botta di ottimismo sul Corriere della Sera di oggi, Cronaca di Roma, p. 3: "Rifiuti, la differenziata comincia a funzionare. L'indice di gradimento dei romani cresce: per il 71% adesso la città è più pulita". Colpa del caldo.
Dalla rubrica "Le regole" di Internazionale, 9 luglio 2010, p. 98, dedicata ai "ladri di biciclette". 1) L'unico modo per essere sicuri è parcheggiarla in casa. 2) Ma se la porti in spalla fino al sesto piano, sappi che non la userai mai più. 3) Alle brutte togli il sellino e infilalo in borsa. 4) La ciclofficina è la tua seconda casa. 5) Il campanello di design non supera la prima notte. 6) Mettiti l'anima in pace: le bici nuove le rubano, quelle vecchie le prendono a calci.
Nel gennaio del 2008, Ludovico Todini, volenteroso consigliere di AN del XX Municipio, si faceva interprete del malcontento dei cittadini presentando un'interrogazione al Comune di Roma a cui non veniva data risposta. Riguardava il parco di Tor di Quinto, quello con il laghetto. Il parco versava in uno stato di abbandono, il laghetto puzzava ed era pieno di immondizia.
Nel maggio 2009 il parco viene intitolato a Giovanna Reggiani.
Nel febbraio del 2010 iniziano i lavori di bonifica. Si sostituisce la guaina sul fondo del laghetto, vengono piantati i fiorellini, l'erba è tagliata e i cittadini tornano a respirare nella natura, a spasso con i bambini e/o i cani.
Marzo 2010: il parco viene ceduto ai privati, alla US Boreale s.r.l., per 33 anni.
Vengono avviati i lavori che stanno procedendo a ritmi record. Il progetto è qui. Saranno costruiti un mega-ristorante (700 metri quadri), un asilo nido privato (800 metri quadri) e una palestra con spogliatoi e bar. Ci sarà anche un'area cani di 1000 metri quadri, in pratica un pezzo di parco. Poi campi da pallavolo, ecc.

Dalla ciclabile si può vedere la velocità dei lavori. Hanno già colato il cemento delle fondamenta.
Pensate un po' che il gestore della struttura si è fatto carico di mantenere il parco e il laghetto: davvero un colpo di fortuna per i cittadini romani.
Insomma, come vedete basta chiedere: le istituzioni rispondono, eccome.

giovedì 8 luglio 2010

Ecco l'ennesima coppia di cicloturisti, fotografati stamattina, alle prese con il ponte interrotto sulla ciclabile. Sono stati costretti a scaricare tutti i loro pesanti bagagli dalle due ruote, a trasportarli e a rimetterli sulle bici, fissandoli accuratamente, perché la bici non è un bagagliaio. Nessuna indicazione, in alcuna parte della pista ciclabile, avvisa dell'interruzione del ponte.
Arrivando a Roma, i turisti stranieri hanno subito un quadro di ciò che li aspetta.

mercoledì 7 luglio 2010

Non andare in automobile, vai in bici, e quando ci vai pensa a guidare. La metà degli incidenti è causata dalla distrazione. Partita una campagna della Fondazione Ania, quella che dipinge le strisce pedonali dove il Comune non lo fa. Il video è qui.
La settimana scorsa mi è capitato di dover tornare a casa dopo essere stato colpito dal famigerato colpo della strega, una forte contrattura alla schiena con effetti dirompenti sulla mobilità umana (come l'automobile, quindi). Una prova di ciclismo urbano. Non potevo non tornare in bici, anche perché il mezzo non si abbandona mai. L'aria era un forno. La Flaminia era terreno da gran premi con intasamenti repentini e gente che andava sulla corsia d'emergenza per fare prima [ritiro della patente]. Insomma, come al solito, il solito brano di pecore con una discreta quantità di stronzi. Pedalare con un mal di schiena lancinante è possibile. Non è auspicabile. Ma mi preme di dare qualche rapido consiglio a chi dovesse trovarsi nella stessa condizione. Mi è toccato pure portare lo zainetto. In pianura sono andato piano. la difficoltà era soprattutto quella di voltarsi, anche di poco per controllare le strade laterali. In salita sono sceso senza esitazione, anche perché ero in single-speed. Anche camminando la schiena faceva male, bastava una buchetta, un sasso. Un vero cesso, io. Anche la poca discesa l'ho fatta cautamente, cercando di evitare i movimenti bruschi. Poi quattro giorni a letto, rintronato dal caldo soffocante: una vera botta. Poi lunedì di nuovo in sella, con qualche accortezza, soprattutto in salita. Ho evitato di pedalare in piedi sui pedali, preferendo un rapporto molto leggero e curando la rotondità della pedalata, senza strattoni. Per ora non ci lamentiamo.

martedì 6 luglio 2010


(La foto è di qualche mese fa, tanto non è cambiato nulla)

Fa una certa impressione, in questo periodo dell'anno incontrare sulla pista ciclabile Castel Giubileo-Ponte Milvio i ciclisti nordeuropei che arrivano a Roma in bicicletta. Provengono da Germania, Paesi Bassi, Francia. Viaggiano prevalentemente in coppia, ma anche da soli. E non sono affatto pochi. Solo che passano, raggiungono un camping, magari scaricano i bagagli e girano la città a piedi. Per cui, nel traffico cittadino di Roma, non li si nota, come del resto non notiamo neanche i pullman. Ecco, i turisti stranieri che arrivano a Roma pedalando e ancora ricordando le sfiancanti colline toscane, i sapori delle terre attraversate, la pianura padana incandescente e umida, quando arrivano al ponte della ciclabile Castel Giubileo-Ponte Milvio (interrotto dal 2008) sono costretti a scavalcare con le loro bici gravate da 20-30 Kg di bagaglio. Non credo che la cosa li spaventi; magari qualcuno si domanda se c'è un rischio serio. Ma soprattutto, si domandano (come hanno fatto due tedeschi con cui ho scambiato qualche chiacchiera qualche giorno fa) perché l'interruzione del ponte non è segnalata all'inizio della ciclabile. Ognuno, in quel momento, può decidere se cambiare strada o andare avanti. In nessuna parte del mondo, si omette di indicare un'interruzione della circolazione a chilometri di distanza e senza alternative (almeno per i non aborigeni, come il sottoscritto). La storia di Roma, la sua tradizione di pellegrinaggi, ha un'innegabile importanza culturale (quella religiosa forse interessa soltanto i cattolici). Pertanto, l'idea che ci siano dei turisti che stabiliscono la Città eterna come meta del loro viaggio non può che fare piacere, nonostante l'aggressione delle brutture cementizie, il traffico, la sporcizia, le truffe ai danni dei turisti. Quale effetto voi pensate possa avere sulla mente del cicloturista che arriva a Roma, la chiusura non segnalata di un ponte e, di fatto, l'inutilità della ciclabile per entrare a Roma? Anzi la trappola, perché nel dubbio che il ponte crolli, il turista è costretto a raggiungere la via Flaminia (completamente non segnalata), strada molto nota per il rispetto dei limiti di velocità di chi ci passa.
Per questo, quando si parla di candidatura alle Olimpiadi del 2020 per Roma mi viene da ridere. Non ci sono gli autobus, i lavori della metropolitana sono rallentati da ritardi e costi in crescita costante, le piste ciclabili sono ridotte molto male, non esiste una politica sistematica sulla mobilità. A parte le foglie di fico di chi lancia progetti nel vento, sperando che abbiano lo stesso valore degli atti concreti. No, le Olimpiadi a Roma non si possono fare. Non si può usare la stessa logica che ha seminato quartieri satellite sul territorio, privi di ogni struttura. La storia è un po' diversa. Le candidature sono qui.

lunedì 5 luglio 2010

Uscito in italiano il libro di David Byrne Diari della bicicletta, Bompiani, Milano, 2010. Il leader dei Talking Heads è un ciclista urbano sfegatato. Vari giornali hanno dedicato un articolo all'uscita del libro. Su "La Stampa" del 3 luglio, p. 33, un articolo definito "inedito" intitolato "Se la tolleranza va in bicicletta". Ma l'articolo era già uscito su "Internazionale" il 5 febbraio scorso. E si trova anche, in inglese, sul suo blog, molto interessante.

Sto leggendo con molto interesse l'inchiesta di Sansa, Garibaldi, Massari, Preve, Salvaggiulo intitolata La colata, Chiarelettere, Firenze, 2010, che spiega il motivo per cui nelle città si continua a costruire a rotta di collo, perché a Roma sorgono centri commerciali che poi vengono quasi abbandonati; perché si costruiscono parcheggi sotterranei, E perché non così importante che manufatti di cemento di vendano: l'importante è che si costruiscano. Sotto l'ombrellone portatevi "La colata" e cercate di capire che i partiti politici sono pressoché uguali nel favorire le colate di cemento: l'unica è unirsi in comitati di cittadini sul territorio, come accade sempre più spesso.
A questo libro vorrei presto aggiungere un libro uscito l'anno scorso, che tratta dello stesso argomento: Il termitaio. I signori degli appalti che governano l'Italia di Alberto Statera, Rcs, Milano, 2009.
Molte le ricadute sul pensiero ciclistico urbano: si capisce il motivo per cui delle ciclabili e della ciclabilità urbana non frega niente a nessuno, oppure perché questi temi vengono pesantemente strumentalizzati. L'appalto in nome dell'ambiente tira da matti.