mercoledì 27 luglio 2011

Il buio a Roma e il decalogo antistupro


Stampato in 10 mila copie, il decalogo offre perle di saggezza. Le donne si sono giustamente arrabbiate per i consigli offensivi. Ma anche i ciclisti dovrebbero farlo, soprattutto quando di parla del buio. "Evitate strade buie", avverte il decalogo. Evitare strade buie a Roma? Una parola.

Una pubblicazione grottesca, patrocinata dal Comune di Roma, il cui attuale sindaco improntò la campagna elettorale sulla sicurezza e ora la delega alle pubblicazioni. Sono ventiquattro pagine di consigli. Il libello è sottotitolato: "Sicurezza, un lusso che oggi noi donne vogliamo permetterci". Davvero esilarante. Sbalordisce anche il consiglio di evitare le strade buie. A Roma, di sera, su interi isolati calano le tenebre, e ciò non è dovuto a guasti alla rete elettrica (è impossibile che ci sia un guasto al giorno nella rete elettrica pubblica della Capitale, altrimenti qualcuno dovrebbe subito dimettersi), ma per risparmiare. Un problema per le donne, per le persone più vulnerabili e anche per molti ciclisti, costretti ad affrontare le strade con le loro esili lucette, con il rischio di incappare in una buca, o peggio.

lunedì 25 luglio 2011

Mio raccontino sulla bici Acciaio e le altre dei carovanieri alla Milano-Roma, con varie considerazioni generali. Si trova sul sito di Turbolento, qui.
Un assaggio per i soliti frettolosi:


«Con l'andare dei chilometri si crea una strana alchimia: il corpo si abitua al mezzo, anche se, in partenza, esso deve possedere le misure giuste per il fisico di chi la pedalerà. Mi illudo che anche la bici si adatti al ciclista, come si dice che accada per certi violini d'epoca che serbano traccia dei virtuosi che nei secoli li hanno suonati e producono un suono migliore di altri. A parte le misure giuste, c'è qualcosa che va oltre, che è legato alle vibrazioni dei materiali, al modo di pedalare, che in qualche modo ti condiziona nel momento di prepararti ad affrontare una salita o quando schivi una buca. C'è un graduale conoscersi a vicenda, e dopo tante ore trascorse in sella giureresti che quella è la bici perfetta per te. Forse non è vero, ma i tanti chilometri che ti hanno vibrato nelle ossa ti convincono che è così».

domenica 24 luglio 2011

Contro-società di minoranze

«Il suo sogno era ancora quello di una contro-società di minoranze, di una "secessione" piena, senza sconti. Alla gioventù, forse troppo poco "assurda" (Paul Goodman) che aveva davanti, consigliava maggiore intransigenza e più ambizione. "Da questa società - da questo stato di cose - bisogna separarsi, compiere atto pieno di eresia. E separarsi tranquillamente, in silenzio e in segreto, non da soli ma in gruppi, in società autentiche le quali si creino una vita il più possibile indipendente e sensata, senza alcuna idea di falansterio o di colonia utopistica...Sarebbe una forma non retorica di contestazione globale"».

Articolo su Nicola Chiaromonte di Vittorio Giacopini, "La chiarezza di Chiaromonte", Domenica, Il Sole-24 ore, 24 luglio 2011, p. 29. 
La rivista Lo Straniero dedica alla figura di Chiaromonte un numero monografico (agosto-settembre 2011).

venerdì 22 luglio 2011

Fonte: La Nazione

Viareggio, 21 luglio 2011 - In località Secco a Lido di Camaiore un uomo di 34 anni ha provocato un incidente con il suo scooter. L'uomo infatti, sotto l'effetto di stupefacenti, si è scontrato con una bicicletta. I due conducenti sono finiti a terra e il 34enne è apparso subito in stato confusionale.

Gli agenti, accorsi sul posto, hanno notato nel marsupio delle confezioni di cellophane che con una controllo accurato sono risultate contenere cocaina pari a circa 3 grammi e altre sostanze da tagliare. Trasportato al pronto soccorso dell'spedale Versilia l'uomo è stato sottoposto al test ed è risultato positivo.

Nei confronti dell'uomo è scattata quindi una denuncia per detenzione di sostanza stupefacenti e guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti con il ritiro anche della patente.

A Fano, Italia, ciclabilità osteggiata

Fonte: Il Resto del Carlino

Non è un paese per biciclette "Questa giunta è disattenta"

di Tiziana Petrelli

I ciclisti si lamentano: «Piste inesistenti o pericolose»

Fano, 21 luglio 2011 - Fano non è un paese per ciclisti. Premessa la maleducazione di alcuni automobilisti (vedi foto di via Canale Albani), considerato che i vigili urbani non possono fisicamente arrivare ovunque e valutato anche che spesso e volentieri chi è in sella ad una bicicletta non rispetta il codice della strada (vedi foto di via De’Borgarucci e via Bixio)... è evidente che nella città della fortuna i percorsi ciclabili sono davvero sfortunati.
IL RAGIONIER Fantozzi avrebbe definito «una boiata pazzesca» il senso unico per biciclette e pedoni in via Francesco Palazzi, per due motivi: il verso è nella stessa direzione di marcia delle auto e molte bici che procedono in quella direzione utilizzano la carreggiata, ma soprattutto per arrivare in via Roma dall’ospedale (tanto per fare un esempio) bisogna fare il giro dell’oca. «Chi ha pensato una roba del genere — si domanda Luciana Rivelli — la bicicletta l’ha mai presa?». «Un’altra stupidaggine — aggiunge Camilla Carnaroli — è il fatto, per me davvero inconcepibile, che non esistano gli attraversamenti ciclabili come in tutti paesi civili, ma si è costretti a scendere negli attraversamenti pedonali. Cosa che tra l’altro fanno in pochi». «Pista ciclabile a senso unico? Beh, dopo le piste di tre metri che iniziano e finiscono all’improvviso — sottolinea Stefania Olivi — mi pare che stiano seguendo un progetto casuale. Ma alla fine sono pure coerenti...».
Piste ciclabili che terminano nel nulla, senza avvisare («Cose già segnalate al comune senza neppure avviso di ricevimento — si lamenta Massimiliano Piccioli—: ciclabile di via Paleotta che finisce all’improvviso a poche decine di metri da casa Cecchi») o piste ciclabili utilizzate come parcheggio da automobilisti incivili (come nella foto in via Canale Albani oppure all’incrocio tra viale Kennedy, via della Liscia, via Presciutti e via della Giustizia «divieto di sosta immancabilmente non rispettato — continua Piccioli — con autobus che venendo in su ti fa il pelo per non raschiare la macchina»). Ma anche ciclabili su cui, ogni metro, si apre un passo carrabile, un incrocio o bisogna evitare una pianta: è il caso di viale Italia. «La pista ciclabile del viale Italia è letteralmente indecente — dice Francesca Giovagnoli —: i cordoli si sono tutti alzati e provocano continue cadute di persone che la percorrono. Non se ne può più».
Elenca varie situazioni di ciclabili pericolose Andrea Marcelli: «In via della Giustizia non riparata con macchine parcheggiate dentro, in via Canale Albani è tra la strada e i parcheggi e le auto per parcheggiare devono attraversarla, via 4 Novembre riparata parzialmente nel lato sinistro e spesso disconnessa, il lato destro finisce nel nulla e non è riparato». «Non c’è assolutamente l’attenzione o la sensibilità per le piste ciclabili — fa notare Andrea Eusebi — basti guardare quante ne siano state fatte dall’insediamento di questa giunta. Ogni nuova strada che viene tracciata è sguarnita di ciclabili, che continuano ad essere scollegate e in condizioni indecenti. Molte non sono nemmeno protette, vedi via Roma, dove spesso le macchine le invadono per sorpassare. Il colmo è la nuova strada dello zuccherificio: oltre a far schifo con i tombini, non ha la pista, eppure lì di spazio ce n’era in abbondanza».

mercoledì 20 luglio 2011

In bici controsenso: lo fanno in tutto il mondo

Fonte: Il Resto del Carlino

Modena, 19 luglio 2011- La Fiab (federazione italiana amici delle biciclette) non ci sta. Il presidente dell’associazione, Giuseppe Amorelli, è stato denunciato dalla guardia di finanza per istigazione a disubbidire alle leggi dopo la manifestazione del 19 marzo scorso, quando un gruppo di ciclisti sfidò il divieto e percorse alcune vie del centro contromano.  «Quel giorno la Fiab aveva organizzato un’azione, autorizzata dalla questura ed accompagnata dai vigili urbani, per dimostrare l’assoluta compatibilità e sicurezza del transito delle biciclette nei due sensi di marcia lungo le principali strade del centro storico cittadino — scrive il consiglio direttivo Fiab — Il presidente Amorelli, noto in città per il proprio impegno sociale per l’ambiente, la non violenza e la convivenza civile, guidava l’iniziativa che cercava di porre fine, legalmente, allo stillicidio di multe ai ciclisti che transitano in centro storico in entrambi i sensi di marcia. La Fiab promuove infatti, anche a livello nazionale, l’uso della bicicletta nelle aree densamente abitate e nei centri storici, per il modesto ingombro e l’assenza di emissioni inquinanti e chiede alle amministrazioni locali provvedimenti coordinati per facilitarne l’uso. In conformità al codice della strada — specifica — si è chiesto formalmente al Comune di modificare la circolazione per acconsentire alle biciclette di transitare in entrambi i sensi di marcia nelle principali strade di accesso al centro storico, come via Selmi e via Canalino, limitando ad un solo senso quello delle auto, per evidenti problemi di spazio.  E’ quanto già avviene in alcune strade, come quella che fiancheggia piazza Matteotti, dove ad alcuni mezzi è consentito, con tanto di segnaletica, il transito in entrambi i sensi. Da marzo sono passati omai quattro mesi e i ciclisti non sanno ancora come accedere al centro senza fare giri viziosi e senza rischiare sanzioni. Le Forze dell’ordine continuano a sanzionare i ciclisti, non contrastando con altrettanta efficacia il dilagare impressionante dei furti di biciclette e il relativo mondo della ricettazione. Il Comune si disinteressa al problema, non modificando l’attuale circolazione stradale, lasciando ai ciclisti l’amara scelta. E pensare che la promozione dell’uso della bicicletta era la priorità dichiarata del piano della mobilità dell’assessore Sitta», affonda la Fiab che conclude: «Mentre assicurerà al presidente Amorelli l’assistenza legale necessaria, la Fiab modenese studierà altre azioni dimostrative per consentire la piena accessibilità del centro storico da parte dei ciclisti.

venerdì 15 luglio 2011

Travolto da un suv, ucciso anziano in bici

Fonte: La Repubblica, 15 luglio 2011

Travolto da un Suv nella notte ucciso anziano in bicicletta

L'incidente intorno alle 3,30 sulla provinciale tra Grottaglie e Villa Castelli. L'uomo stava andando a lavorare ed è morto sul colpo
Sotto shock la conducente del Suv che ha tentato di prestargli soccorso e poi ha avvertito i carabinieri

Un uomo di 77 anni di Villa Castelli, in provincia di Brindisi, è morto travolto da un Suv mentre era per strada in bicicletta. La vittima si chiama Rocco Conte e l'episodio è avvenuto la notte scorsa verso le 3,30 lungo la strada provinciale Grottaglie - Villa Castelli che, denunciano i residenti, è piuttosto buia e piena di curve.
L'uomo era in sella alla sua bici e stava andando in campagna per lavoro quando è sopraggiunto un suv condotto da una 30enne di Villa Castelli che non l'ha visto e, quindi, lo ha preso in pieno. L'impatto è stato violento e l'uomo è morto sul colpo. I soccorritori del 118, intervenuti sul posto insieme con i carabinieri, non hanno potuto far altro che constarne il decesso. Sotto shock la conducente del suv che ha cercato di prestare i primi soccorsi ed ha avvisato subito i carabinieri.

La domanda di petrolio crescerà nel 2012

L'international Energy Agency (IEA) ha stimato che nel 2012 la domanda mondiale di petrolio aumenterà, a causa della crescente richiesta di greggio da parte dei Paesi emergenti. L'IEA stima  una crescita della domanda pari a 1,47 milioni di barili al giorno, che porteranno il consumo a quota 91 milioni. Nel 2011, si prevede che la crescita sarà di 1,2 milioni di barili.
Il rischio è un’ulteriore ascesa dei prezzi, che potrebbe esser contrastata solo con un parallelo innalzamento dell’offerta. Ma il petrolio scarseggia. E i produttori guadagnano lo stesso tenendo i prezzi alti; per quale motivo dovrebbero estrarre più petrolio? 
Intanto i consumi petroliferi italiani a giugno sono aumentati dello 0,9% rispetto allo stesso mese del 2010, attestandosi a circa 6,3 milioni di tonnellate (fonte Unione Petrolifera, ANSA). Nel primo semestre 2011 sono stati pari a circa 35,7 milioni di tonnellate, circa lo stesso valore dei primi sei mesi 2010.

Ciò che conta è la bicicletta

«La bicicletta mi salva la vita ogni giorno. Se vi è capitato di sperimentare un momento di estasi o di libertà su una bicicletta, se vi è capitato di fuggire dalla tristezza al ritmo di due ruote mulinanti, o di sentire la speranza rinascere pedalando sulla cima di un'altura con la fronte imperlata dalla rugiada della fatica; se vi è capitato di chiedervi, gettandovi in picchiata come ucccelli giù per una lunga discesa in bicicletta, se il mondo si fosse fermato; se vi è capitato, anche una sola volta, di sare seduti su una bicicletta con il cuore che cantava e la sensazione di essereun comune mortale in contatto con gli dèi, allora voi e io condividiamo qualcosa di fondamentale. Sappiamo che ciò che conta è la bicicletta».
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Robert Penn, Ciò che conta è la bicicletta. La ricerca della felicità su due ruote, Ponte alla Grazie, Milano, 2011, p. 23.
11 luglio 2011 (Fonte tgcom)

Lodi, bimbo travolto in bici: arrestato il pirata

Week end tragico sulle strade italiane, dieci le vittime soprattutto giovani

09:13 - E' stato arrestato il pirato della strada che domenica ha travolto a Castiglione D'Adda (Lodi) un bambino di 8 anni, attualmente ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale Niguarda di Milano. L'uomo, un operaio di 38 anni, residente nel Basso Lodigiano è risultato positivo al test dell'alcol. Il piccolo è stato falciato in bicicletta sulle strisce nel punto in cui la pista ciclabile attraversa la provinciale 26.
Domenica è stata una giornata nera sulle strade di tutta Italia con con morti e feriti, la maggior parte di giovane età.

Un'altra ragazza di 23 anni, Vanessa Murtas, di Quartu Sant'Elena, è rimasta uccisa a sul Lungomare Poetto a Cagliari in uno scontro tra la moto su cui viaggiava insieme a un ragazzo e un'auto che ha fatto un'improvvisa inversione di marcia; in gravissime condizioni il ragazzo, ventiseienne, Michael Solinas, che guidava una Honda 900. Il conducente dell'utilitaria è indagato per omicidio colposo.

In Campania, è morto un uomo di 32 anni, residente a Caserta, e altre tre persone sono rimaste ferite in uno scontro tra una Renault Clio e una Fiat 500 tra il nodo tra Casoria e il bivio per la diramazione di Capodichino.

Un'altra ragazza di 24 anni è morta a Torino dopo uno scontro con una Punto condotta da una diciottenne romena che procedeva in direzione opposta: nell'incidente, in cui sono state coinvolte quattro vetture in sosta, è rimasta ferita un'altra persona che era a bordo della Fiat. 

Sempre nel Torinese un motociclista è morto dopo essere stato urtato da un'automobile. E' successo a San Carlo Canavese (Torino). L'uomo, Michele Mele, 56 anni, di Cirié, ha frenato in prossimità di un incrocio ed è stato colpito da una vettura che procedeva nello stesso senso di marcia.

All'alba di domenica, sulla strada che collega Forlì a Cervia, 5 giovani tra i 16 e i 19 anni sono rimasti feriti dopo che la loro auto è andata a schiantarsi contro il guard-rail, molto probabilmente a causa di un colpo di sonno. Il conducente, di 18 anni, ha riportato lesioni lievi, ma due dei ragazzi feriti sono rimasti intrappolati nella vettura e liberati poi dai vigili del fuoco.

A Roma uno scontro tra un taxi e un'auto privata ha provocato un morto e due feriti gravi. Un triste bilancio del sabato notte anche nel Bergamasco, dove si sono contati tre scontri nei quali sono rimaste ferite 18. La polizia stradale è dovuta intervenire poco dopo la mezzanotte a Montello, dove in uno schianto sono rimasti feriti tre ragazzi tra i 18 e i 20 anni; un altro incidente è accaduto poco dopo a Brignano in uno scontro tra due auto lungo la provinciale 121, nel quale sono rimasti feriti quattro giovani tra i 19 e i 31 anni.

All'alba, sempre nel Bergamasco, in un tamponamento tra due auto in autostrada sono rimaste ferite sette persone: cinque ragazzi tra i 16 e i 22 anni, in viaggio su una delle macchine coinvolte, e un uomo e una donna di 59 e 62 anni a bordo di un'altra.

Un motociclista di 46 anni, Andrea Bonoli, è morto mentre percorreva in sella ad uno scooter la provinciale Ponte Bastia-Longastrino, nei pressi di Filo d'Argenta, nel Ferrarese. L'uomo aveva da poco lasciato la casa dove abitava ad Argenta e dove aveva salutato la moglie per andare al mare e si è scontrato con un'auto guidata da un settantenne mentre svoltava a sinistra.

Un ciclista di 51 anni, M.T., è morto nello scontro frontale con una moto avvenuto a Baiso, nel Reggiano, sulla strada che porta a Montelusino. I sanitari del 118, intervenuti anche con l'eliambulanza da Pavullo, hanno potuto solo constatare il decesso. Ferito il motociclista, un 25enne di Carpi trasportato all'ospedale modenese di Baggiovara.
Un pensionato cinquantadueenne di Nave di Fontanafredda (Pordenone) è morto in un incidente avvenuto lungo la strada provinciale che porta a Caneva (Pordenone). Secondo una prima ricostruzione, l'uomo, in sella a una Vespa, imboccando una semicurva è uscito di strada ed è caduto in un fossato, urtando violentemente contro un rinforzo in cemento.

Cremona, ciclista uccisa da auto tamponata: da chiarire la dinamica
Gli agenti della Polizia stradale di Cremona stanno cercando riscontri al racconto dei due giovani che sabato notte erano a bordo di una Skoda Octavia che ha travolto e ucciso una ventinovenne di Pescarolo (Cremona) che stava percorrendo in sella alla sua bicicletta la strada per Vescovato. Gli agenti intendono infatti accertare se effettivamente, come raccontato dai due, la loro vettura sia stata tamponata da una Mercedes Classe A che poi sarebbe fuggita. La Skoda presenta, infatti, una strisciata sulla fiancata del lato del passeggero, mentre, se fosse stata tamponata, avrebbe dovuto investire la ciclista con la parte anteriore. Il conducente della vettura è stato denunciato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza in quanto aveva un tasso alcoolico pari a 0,69, quando il limite consentito e' di 0,50. Essendo neopatentato, tra l'altro, il suo tasso alcolico doveva essere pari a zero.
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14 luglio 2011(Fonte Il Resto del Carlino)

Scontro auto-bici ad Alfonsine: 77enne in gravi condizioni
L'incidente è accaduto sulla reale, all'altezza del bar Dollaro. La signora è stata trasportata al Bufalini di Cesena
Soccorsi
Ravenna, 14 luglio 2011 - Questa mattina verso le 9 e mezza, un'anziana in bicicletta è rimasta coinvolta in un incidente con un auto.
E' successo ad Alfonsine, sulla via Reale all'altezza del bar Dollaro: per cause ancora da accertare, il veicolo e la bici si sono scontrate. La 77enne è stata trasportata in gravi condizioni all'ospedale Bufalini di Cesena, con lelicottero dell'ambulanza.

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13 luglio 2011 (Fonte Il Resto del Carlino)

Cade andando in bici: è grave

SENIGALLIA Distrazione o colpa di un tombino? Indagano i carabinieri
L'ambulanza (Digitalfoto)
Senigallia (Ancona), 13 luglio 2011 - E’ CADUTO rovinosamente mentre in sella alla sua bici stava percorrendo il tratto centrale del lungomare Alighieri, all’altezza del Ponte Rosso. L’incidente è avvenuto ieri attorno a mezzogiorno, quando G. C. di 64 anni è volato improvvisamente dalla bici, finendo in maniera violenta e pesante sull’asfalto.

mercoledì 13 luglio 2011

Carovana ciclistica Milano-Roma / fine

A Orvieto qualcuno della carovana si intrattiene a parlare con due ciclisti di mezza età in abiti sportivi. Gli chiedono incuriositi: "Che cosa state facendo?". "Siamo della carovana ciclistica Milano-Roma. E voi da dove venite?". "Da Helsinki".

Albano Marcarini con il dott. Guido Basilisco, ai cui consigli mi sono attenuto per l'intera carovana 
La mattina successiva parte l'ultima tappa, Orvieto-Roma. Si spera che sia un po' più tranquilla delle altre. Invece no.

Albano Marcarini e Paolo Tagliacarne, i movimenti centrali della Carovana Milano-Roma
Civita di Bagnoregio
C'è anche tempo per una puntata a Civita di bagnoregio, una città fantasma che sta crollando. Altrove la salverebbero. In Italia no: c'è troppo patrimonio, poca voglia e pochi soldi.
Elisa e Giulia, non provate a fare a gara con loro
Il panorama da Civita
 Lo scenario è molto suggestivo, ma intanto il gruppone avanti pedala e noi stiamo perdendo tempo. La temperatura aumenta. Va bene, però per Orvieto-Roma mica ci dev'essere tanto dislivello. Volendo. Ma per andare da Orvieto a Roma non c'è mica solo una strada. Infatti Paolo Tagliacarne ha scelto una strada molto in salita. In particolare, dopo Viterbo si affrontano i monti Cimini, un 1000 Km di dislivello tutti in una volta. Lo so, è brutto dire un sacco di parolacce mentre si pedala vicino a colui che ha pensato il percorso. Però è quello che succede. Adesso, ripensandoci, credo che Paolo abbia fatto bene a farci percorrere tragitti che tagliano luoghi incantevoli, ma in quel momento ho profferito un sacco di improperi, soprattutto al momento di svoltare una curva e scoprire l'ennesima salita. Lo so, è poco in linea con lo stile Touring, ma prima di entrare a Roma, ho tolto il fazzoletto al collo e rassettato tutto, come un buon marinaio prima di entrare in porto.
Finalmente, a un certo punto le grandi salite finiscono. Ci sediamo, Albano e io, a casa della signora Assunta, che ha visto passare un sacco di Giri d'Italia, ci dice.

Finalmente un cartello con sopra scritto "Roma"
Mi chiedono tutti: "Senti aria di casa?". Insomma, mica tanto, spiego, quando si vedrà la cappa di smog forse sì, adesso è ancora un altro mondo, anche se il traffico aumenta.
Il segno della Santa Bicicletta sulla gamba della ciclista
Per entrare a Roma in bicicletta bisogna fare i salti mortali. Cavalcavia, autostrade. Insomma, potrebbe gentilmente il Comune di Roma approntare un ingresso decente per i ciclisti che da tutta Europa arrivano pieni di buone intenzioni alla Città Eterna? Pare di no. Alla fine entriamo in cittò, è fatta. L'arrivo è fissato al Quirinale, come nella Carovana del 1895. Ho già scritto che qualcuno dei milanesi si commuove, mentre a me già girano le balle, anche se sono stanco.
Ma come, è già finito il sogno pedalatorio che ci ha portati da Milano a Roma? Ma una volta facevano anche la Roma-Parigi.Poi si potrebbe fare la Atene-Copenhagen per unire l'Europa. 
L'arrivo a Melegnano nella Roma-Parigi del 1909
Insomma, sarebbe il caso di parlarne con quelli del Touring Club Italiano. Dovrebbero poi chiamare coloro che hanno già fatto la Milano-Roma, ecc. Io sono pronto, anche se nella scelta dei rapporti devo fare qualche riflessione.
Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, ha ricevuto oggi alle 12 il presidente del TCI, Franco Iseppi, e pare abbia suggerito di organizzare una doppia carovana che si incontri nella Capitale: una partirebbe da Milano, l'altra da Palermo: idea grandiosa per unire il Paese pedalando. Io mi prenoto per la Palermo-Roma già da adesso. Mi ci volete, oppure ho fatto troppo casino? Ma dove si beve? Dov'è l'aperitivo?
Il TCI ha allestito a tempo di record anche una mostra dedicata alla bicicletta. C'è pure un magnifico velocipede. Poi arriva la botta. Dice proprio così, la didascalia: "Il fatale andare del progresso". Fatale. Come dire: inevitabile. Il TCI nel 1900 cambiò nome, a causa dell'avvento dell'automobile. Abbiamo sbagliato strada e lo abbiamo fatto pure inquinando parecchio.

Non so se ce la fate a leggere, ma si parla di come le cose, e soprattutto le persone, sono mutate nel corso del Novecento.

La straordinaria somiglianza tra il carovaniere Gianni Gambaro e un carovaniere del 1895. (Le mani da mago sono di Albano Marcarini)
Dopo l'apertivo e una serie di discorsi ufficiali, è il momento di separarci. Adesso sì che son dolori. La stanchezza mi crolla addosso. La nostalgia è già in azione: chissà quando mi ricapita. I miei amici vanno alla Stazione Termini. Ad alcuni di loro ho spiegato il trucco della sacca con i sacchetti dell'immondizia.
Ora è solitudine piena. Resta il mio bagaglio e un sacco di bei ricordi. La fatica? Per quella basta una doccia e una dormita.
Colonna sonora di questo momento. Semper Dowland, semper dolens.
La bici, il bagaglio e le ruote rotte

E poi c'è lui, ovvio, er traffico de Roma: "è 'na caciara, è 'na Cambogia" (ascolta qui).

Critical Mass di San Francisco 2012

Nel settembre del 2012 (secondo i Maya il mondo dovrebbe essere finito, comunque la manifestazione si terrà lo stesso), a San Francisco, California, USA, si celebrerà il ventennale della prima Critical Mass della storia. Sono previste numerose iniziative. Abbiamo tradotto qui sotto l'invito di alcuni attivisti storici a contribuire a un libro che uscirà per l'occasione. (La traduzione è mia.)
Cominciate a mettere da parte i soldi nel porcellino di terracotta.




Termine di scadenza per i progetti: 15 gennaio 2012 Mandate le vostre proposte di articoo, progetti, volantini, fotografie, ecc. a
critmasssf@gmail.com
di Chris Carlsson, Hugh D’Andrade, LisaRuth Elliott, and friends


Il ventesimo anniversario della Critical Mass cadrà nel settembre del 2012. La prima CM si tenne a San Francisco nel settembre del 1992, quindi invitiamo tutti da ogni parte del mondo a venire a San Francisco il prossimo settembre per un festival di una settimana che celebrerà il ventennale. Nel corso di questo festival speriamo di avere masse quotidiane, un festival di film, mostre d'arte, tavole rotonde, musica e altro ancora. (Inviaci un messaggio se pensi di venire e facci sapere quante persone si prevede che verranno dal tuo Paese).
Per questa occasione vorremmo anche produrre un nuovo libro di saggi, fumetti, fotografie e documenti, cercando di descrivere i potenti e dinamici movimenti sociali che sono emersi o hanno ruotato attorno alla Critical Mass. A tal fine, questa è un invito aperto a sottoporre materiali per il libro. Probabilmente non avremo un budget per pagare i contributi, ma vorremmo realizzare un volume storicamente importante, che documenti la crescita del movimento ciclistico nelle ultime due decadi e le sue relazioni con la Critical Mass. Gli introiti di vendita del libro serviranno a sponsorizzare la festa e, in seguito, la stampa e la comunicazione di future Critical Mass.
Vorremmo articoli da ongi parte del mondo dalle 2000 alle 8000 parole e siamo aperti anche ad altri tipi di contributi. Siamo interessati soprattutto a saggi che prendano in esame in profondità questioni politiche più ampie che ruotano attorno alla Critical Mass e alla bicicletta come un significante e strumento di una più ampia trasformazione sociale.
Per favore, contattateci per farci sapere se intendete scrivere qualcosa o se avete fotografie, volantini o altro materiale per dare il vostro contributo. Autori o gruppi pubblicati nel libro avranno una copia gratis e, se siamo fortunati, troveremo editori in altre lingue per stampare il libro in spgnolo, francese, portoghese, russo, cinese, giapponese, coreano, ecc. Seavete contatti con editori in altre lingue, per favore fatecelo sapere.

Qui sotto riportiamo alcuni temi da cui iniziare, ma sentitevi liberi di sottoporci le vostre idee su cosa vi piacerebbe scrivere.
(Il testo ora prosegue in inglese, il link da cui ho tradotto è qui.)

1. Please describe the history of the Critical Mass experience in your city with the following questions as a guide:
When did it start? How many people participated in starting it? Did it come out of a pre-existing network or political association? Or did new friends come together to start it?
Give us the details of your ride:
where does it start from, when does it roll, how long has it been going? How often does it happen? Monthly?  How do you think your ride is unique vis a vis other rides you have heard of, or maybe personally experienced?

2. How does Critical Mass manage itself in your city? Do you have monitors and communications that are sustained by the same people month after month, or do new people emerge regularly to help produce a good experience? What kind of debates characterize your Critical Mass experience? Do people discuss and argue about the nature of the ride during the ride? Do you have xerocracy (printed documents circulating among the riders)? Do you have pre-planned routes or do you move around the city spontaneously? Do your rides split up into multiple rides sometimes? Tell us about the lived experience and the tensions within your ride, and related to other organized bike rides in your city (if any).

3. Can you describe stories of personal transformation that people have experienced as a result of riding in Critical Mass? Who rides in Critical Mass in your city? Has the population of your ride changed over time or is it the same as it has been since the beginning? What kind of future does the ride have in your city, in your estimation?

4. How would you characterize your city’s bicycling scene? Was it pretty big before Critical Mass? Did Critical Mass play a key role in expanding it? How does your city feel differently today than it did before Critical Mass started? Or does it feel different at all?

5. Are there formal bicycle advocacy groups in your city (or region)? How do they relate to Critical Mass? Do they support it and participate in it? Or are they hostile? What kinds of dynamics have taken place where you are?

6. Are there free food, gardening/farming, housing/squatting, free radio, hacker spaces, or other kinds of similar efforts cross-linked to Critical Mass in your city? What is the relationship of Critical Mass to other political and social initiatives in your city, if any? Can you write in depth about those relationships and how they have fed each other? What is the relationship in your city between formal and informal political groups?

7. Outsider journalists and writers often pose the question, “What has Critical Mass accomplished?” Our answer in SF as co-founders has generally been to emphasize that Critical Mass is an ongoing event, an ongoing seizure of public space by hundreds and thousands of cyclists, and is not an organization—nor even a coherent movement—with a specific agenda. So to speak of “accomplishments” is to frame it incorrectly. How do you respond to this question? Describe how you experience the meaning and coherence of the Critical Mass phenomenon in your city.

8. What kinds of journalism, blogs, writing, and/or art has emerged from the Critical Mass movement in your city?  Please submit some examples and tell us about them (can be weblinks, photos, artwork, books, zines, stickers, posters, etc.  If you are sending a url, please be specific about which page/blog/art you mean, and describe how it relates to Critical Mass, the ride).

Velo City Global a Vancouver (26-29 giugno 2012)

Comunicato della FIAB
(con qualche annotazione personale in parentesi quadre)

Velo City Global  a Vancouver dal 26 al 29 giugno 2012. BIXI, la società pubblica di bike sharing canadese, principale sponsor

Bixi, il sistema pubblico di bike sharing lanciato a maggio 2009 a Montreal in Canada, sarà lo sponsor principale di Velo-City Global 2012 che si terrà a Vancouver dal 26 al 29 giugno 2010 per iniziativa dell'European Cyclists' Federation.
L'annuncio è stato dato dal Presidente dell'ECF, Manfred Neun , insieme al Segretario generale Bernhard Ensik, di ritorno da una trasferta a Vancouver  per incontrare il sindaco della città Gregor Robertson, rappresentanti di istituzioni e di partner locali dell'evento. "Entro il prossimo decennio - dichiara Manfred Neun - ogni città moderna al mondo si doterà di un efficiente sistema di bici pubbliche condivise". [eccetto il Comune di Roma, per cui si attende lo sbarco degli extraterrestri, bici al seguito, intorno al 3010]

Le biciclette che verranno messe a disposizione di tutti i partecioanti registrati alla Conferenza Velo-City Global di Vancouver, saranno fornite dall'azienda produttrice di bici BIXI. "Quando abbiamo saputo che la Conferenza mondiale sul trasporto in biciclette 2012 si sarebbe tenuta a  Vancouver, abbiamo immediatamente deciso di proporci come sponsor canadese" - ha dichiarato il direttore Comunicazione e Marketing di BIXI, Michel Philibert.
Attualmente biciclette BIXI sono utilizzate quotidianamente nelle città di tutto il mondo tra cui Londra, Toronto, Washington DC Minneapolis, e Melbourne.
Secondo il sindaco di Vancouver, Gregor Robertson, l'organizzazione del Velo-City globale 2012 darà un forte contributo a far crescere la sensibilità  della città verso la mobilità sostenibile e il verde pubblico.
E ha aggiunto: "Velo-City riunirà parecchie centinaia di partecipanti tra amministratori e uomini politici, urbanisti, esperti di trasporti e specialisti di mobilità ciclistica da tutto il mondo per discutere la rapida crescita e il ruolo della bicicletta nel trasporto urbano".
"Siamo molto contenti - ha detto Robertson - che la Federazione Ciclistica Europea abbia scelto Vancouver per la sua conferenza del 2012. "Ospitare un grande evento specializzato come Velo-City è un buon impulso per la nostra economia locale, ed è una grande opportunità per mostrare le infrastrutture ciclabili realizzate negli anni ad un pubblico selezionato di esperti di trasporto a livello mondiale".
Da parte sua Manfred Neun ha detto: "Vancouver ha vinto la selezione perché ha mostrato un impegno particolare nel migliorare l'uso urbano della bicicletta ed ha colpito particolarmente per la capacità prospettata di ospitare una conferenza globale: i suoi cittadini potrebbero beneficiare direttamente da una manifestazione di questo calibro.
[Non capisco come abbia fatto Roma a perdere la gara per Velo-City]

A Montreal il sistema di bike sharing, aperto al pubblico a giugno 2009 con 3000 biciclette in 300 stazioni dislocate nel centro della città, oggi dispone di 5.000 bici pubbliche in 400 stazioni.
[a Roma il bike sharing non è possibile perché ci sono i sette colli, i sampietrini e le buche, c'è il papa, Roma sotto è vuota, i turisti vengono spostati in pulmann come pecore, la gente guida male e non ci sono i soldi. Poi d'estate si suda]

venerdì 8 luglio 2011

Carovana ciclistica Milano-Roma / 12


Dov'eravamo rimasti? A Pienza, il giorno dopo i referendum.
Sul percorso ci sono segnali inequivocabili di una partecipazione popolare.

Nel tragitto incontriamo un signore, a Sarteano, che conosce una vecchia gloria del ciclismo: Ferdinando Terruzzi (1924), il re delle Seigiorni, che abita a un paio di chilometri da dove ci siamo fermati. Chi vuole andarlo a trovare? Siamo in quattro (da sinistra Gino Cervi, Marco Pastonesi, il blogger e Angelo Melone).
Il gruppone prosegue per la sua strada; la visita a Terruzzi comporterà un discreto inseguimento, ma ne vale la pena, anche perché sono in comagnia autentici esperti del ciclismo storico. Il grande campione che vinse una medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1948 ci riceve cordialmente: ha qualche acciacco, ma è lucidissimo. Nelle foto appese al muro, Ferdinando mostra un fisico poderoso e una faccia da attore americano. In pista, faceva coppia spesso con Fausto Coppi, con cui vinse numerose gare. Pastonesi sa tutto - "perché Magni..., la Molteni..., la Seigiorni di Anversa del 1953, dài telefoniamo a Zanazzi..." - è davvero impressionante la sua memoria, ma neanche gli altri scherzano. La casa di Terruzzi è piena di ricordi e fotografo tutto come uno scolaro in gita.
 
Dopo il doveroso saluto al grande campione e un salutare bagno nel ciclismo d'altri tempi (l'unico che mi interessa), ripartiamo, coscienti che la strada è lunga a faticosa, vista l'ora, il caldo e il fatto che dobbiamo inseguire il gruppo.
Gino e io arranchiamo un po', mentre Melone e Pastonesi si mostrano allenatissimi. Non riesco a capire come facciano a continuare a parlare di media cartacei ed elettronici su salite fino al 15% con un caldo piuttosto intenso. Melone ha uno stile da stambecco, con un passo leggero che rimane costante anche nelle salite più ripide. Pastonesi ha una pedalata rotonda, d'altri tempi, un po' da mulo, testarda. Gino e io li seguiamo a fatica, ma restiamo in contatto.
Alla fine, dopo un lungo inseguimento, raggiungiamo il gruppo (non mi ricordo dove). Nel pomeriggio arriviamo a Orvieto (sono tramortito dalla stanchezza, infatti non mi ricordo bene la parte finale).

giovedì 7 luglio 2011

La barbarie del comfort


«E. Sommier sosteneva, osservando i guasti fisici del regime delle comodità e dell'automobile: "Senza esagerare, qualche lieve sintomo qua e là indica che forse occorre un po' più di misura nell'estrema facilità della vita". L'altra ragione principale della critica serrata del comfort che giungeva a vedervi una manifestazione di nuova barbarie stava nell'emergere in America, attraverso quel fenomeno, di una concezione materialistica dell'uomo e di un materialismo diffuso. Henri Massis scriveva nel 1931: "Non si sono soddisfatti per niente tutti i bisogni della coscienza umana quando si siano assicurati una Ford e un bathroom a tutti! Il bene sociale è un'opera più difficile da realizzare: può essere frutto solo dell'unità"».
 Michela Nacci, La barbarie del comfort. Il modello di vita americano nella cultura francese del '900. Guerini e associati, Milano, 1996, p. 59.

martedì 5 luglio 2011

NO TAV

Riceviamo da Franco, e pubblichiamo:

OGGI ERO A CHIOMONTE
Oggi ero a Chiomonte e ci sono arrivato dal forte di Exilles con la marcia NO TAV.
Voglio raccontarvi questa marcia, la mia marcia e la marcia di chi era con me, perché di questa marcia non vi parleranno le tv e i giornali controllati dal potere dominante, quello stesso che ha interesse a realizzare la TAV per spartirsene le bustarelle.
I media vi parleranno degli scontri, delle aggressioni agli agenti, delle infiltrazioni dei black block europei perché chi controlla quei media ha l’interesse a parlare del rumore dell’albero che cade anziché del suono della foresta che cresce. Perciò portare l’attenzione sugli scontri come se fossero l’unica cosa degna di nota servirà a non dire quanta gente ha veramente partecipato, quanti valligiani sono saliti a Chiomonte, quante persone si sono mosse anche da fuori regione per dire NO a questo progetto. Parlare delle azioni dei violenti serve a non riconoscere che ci sono molti più non violenti contrari al progetto che stanno lottando da 22 anni. Da 22 anni…è un eufemismo dire che qualcuno adesso può spazientirsi, io parlerei di legittima incazzatura.
I media vi parleranno dei boschi incendiati dai manifestanti e non diranno che sono andati a fuoco a causa dei lacrimogeni tirati dalla polizia da sopra il cavalcavia dell’autostrada sulla gente sottostante insieme a pietre, bottiglie e altri oggetti contundenti.
I media vi parleranno del discorso di Grillo che chiama “eroi” i manifestanti e delle reazioni compatte del resto del modo politico che definisce lui un eversivo.
Il solito bla bla bla.
Ma non è di questa marcia che voglio parlarvi, questa ve la cito per ricordarvi le balle che vi racconteranno. E’ vero che ci sono state delle aggressioni al sito da parte di manifestanti antagonisti ma non è vero che c’è stato solo quello né che si fosse lì solo per quello.
Io ha partecipato alla marcia con la mia compagna e mia figlia, quasi in testa al corteo, dietro gli amministratori e insieme alle famiglie con i bambini, sotto i palloncini colorati. Ho partecipato portando due cartelloni che avevo preparato, uno recitava “CHI A TAVANA ENVELENA FIN-A TI DISIE ‘D PIANTELA LI’!” che tradotto per chi non capisce il piemontese significa “chi fa tavanate (stupidaggini, cazzate) avvelena anche te digli di smetterla” e l’altro diceva “IL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI NON HA BISOGNO DI TRENI CHE CORRANO VELOCI DENTRO BUCHI ALL’URANIO MA DI ETICA RIPARTIZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED ECONOMICHE, DI ISTITUZIONI CAPACI DI DIALOGARE CON I CITTADINI ANZICHE’ BASTONARLI, DI RISPETTO PER LA NATURA E LA DEMOCRAZIA E DI OCCHI CAPACI DI GUARDARSI”.
Ho incontrato con piacere diverse persone con cui intrattengo relazioni di lavoro, sono stato avvicinato da molte persone di età diverse che hanno fotografato i cartelli e me ne hanno chiesto la traduzione e quasi mi ha commosso una signora che ne ha ricopiato il testo.
Al nostro arrivo a Chiomonte abbiano ancora visto sfilare ininterrottamente le persone per le vie del paese per più di un’ora e mezza, stanche ma sorridenti, contente di esserci e di testimoniare il diritto a vivere in un paese che ascolti i cittadini e le loro ragioni.
Alla marcia ha partecipato una signora anziana che mi è stata indicata come un’eremita che abita in una grotta in valle. Quando Loredana, la nostra amica sindaco, l’ha avvicinata per ringraziarla della presenza lei ha risposto qualcosa come “E’ il Signore che mi ha detto di venire” e ha marciato sgranando il rosario, pregando e dispensando umilmente sguardi e sorrisi… in un silenzio concentrato e meditativo.
Ma i media non vi parleranno di lei, cercheranno la foto di qualche ragazzo col viso mascherato che alza una pietra in direzione degli agenti.
E così pure non vi diranno che una spedizione di Carabinieri e Finanzieri è intervenuta nei boschi menando indiscriminatamente tutti quelli che incontrava, al punto tale che la stessa gente delle borgate rendendosi conto dell’abominio che era in corso si è rivoltata aggredendo a loro volta questi agenti fino a catturarne uno, imprigionandolo e privandolo della divisa e della pistola. Questo agente è stato liberato non dai suoi commilitoni, ma dai ragazzi del centro sociale Askatasuna (proprio così!) che, per evitare il peggio si sono frapposti tra gli altri manifestanti e l’hanno riconsegnato, non illeso, ma almeno salvo, agli altri Carabinieri. Ma quei valligiani delle borgate hanno reagito ad un sopruso immotivato: ma con che diritto una divisa consente di picchiare chiunque ti capiti vicino?
Sul prato antistante la centrale bivaccavano famiglie con bambini per il ristoro del pranzo: sono state invase dai lacrimogeni e costrette a fuggire sui pendii o nel torrente.
Tra le vigne un contadino stava lavorando la propria, una di quelle “a rischio di estinzione” per via del progetto TAV e ha ricevuto un lacrimogeno in pancia tirato da un poliziotto.

Vi rendete conto del livello di tensione in cui dovrebbero gestire questo cantiere che la gente non vuole, lo ripeto la gente di quella valle non lo vuole. Lo stanno imponendo da 22 anni raccontando a noi che è necessario e che i contrari “sono i soliti quattro gatti anarchici”.
Questi invece sono a mio avviso “la migliore Italia erede dell’Italia partigiana” e la TAV “è una puttanata intergalattica” per usare le espressioni dei nostri civilissimi ministri.
La verità è che questa marcia è stata l’espressione di una accresciuta consapevolezza anche da parte di molte persone che finora sono rimasste più indifferenti, che non possiamo più accettare che un governo faccia ciò che vuole a scapito dei cittadini solo perché ha la forza della soggezione. Ed è questo che fa paura e di cui non parleranno volentieri. I referendum hanno scosso la tranquilla pasciutaggine di chi ha confuso il servizio ai cittadini con l’esercizio dell’abuso di potere ai danni dei propri elettori per conservare i propri privilegi. Movimenti come il NO TAV valsusino minacciano l’ottusa obbedienza a cui questi signori vogliono addomesticarci.
E’ per questo che trovo cosa buona e giusta partecipare, fare informazione e contro informazione, invitare a rendersi più consapevoli che quello che si sta giocando non è solo la realizzazione di una linea ferroviaria o la spartizione di qualche mazzetta miliardaria, né la possibilità di restare agganciati o meno all’Europa (che è un’altra delle tante bufale che ci raccontano tanto nel PDL quanto nel PD, in fondo anche nella sigla sono poco differenti), ma piuttosto il diritto di decidere della nostra vita, della nostra economia, della nostra salute e della possibile qualità di vita che consegneremo ai nostri figli.

Se non credete che queste mie siano balle scritte per indottrinarvi, se avete la fiducia e il coraggio di prenderle per una testimonianza vera, diffondetele ai vostri contatti.
Io non sono andato lì per agire violenza, non è il mio stile, ho fatto scelte non violente per la mia vita e ho allontanato la mia famiglia prima che potessero esserci pericoli per essa.
Ma lì ho assistito alla violenza agita da quelle forze e istituzioni che dovrebbero garantire il rispetto dei diritti civili e che si sono comportate, come al G8 di Genova, come al presidio di Venaus, come in tante altre occasioni, come veri macellai. Lo hanno fatto per ordini superiori, perché viene loro insegnato che bisogna ubbidire all’ordine del capo e non alla propria coscienza.
Io obbedisco alla mia coscienza e metto a servizio le mie parole e la mia testimonianza perché questa verità emerga.
 

francomarengo

Consigli per ridurre il consumo di carta


Mediamente, una persona getta nella spazzatura 250 Kg di carta all'anno. Una buona percentuale di questa carta è costituita da carta igienica, tovaglioli e fazzoletti di carta, posta indesiderata e giornali. Rotazioni vi dà alcuni consigli, in base ai propri standard. Il consumo di carta si traduce in chilometri quadrati di foreste abbattute dall'industria capitalista (a cui non frega niente della fine del mondo), in spregio a qualunque criterio di buonsenso, con conseguenze irreparabili per l'ecosistema e la biodiversità.

1) Eliminare definitivamente dalla propria casa carta igienica, tovaglioli e fazzoletti di carta. Se in India facessero quello che facciamo noi, il pianeta sarebbe già tracollato. La carta igienica è irritante e può essere sostituita dall'acqua pubblica (bidet, bottiglia d'acqua, lavandino). Eccellente l'idea di usare a tavola tovaglioli di tessuto. Anche il naso può essere pulito (e meglio) con l'acqua pubblica.

2) Eliminare la stampante del computer. I documenti da stampare sono davvero pochi. Per questo ci si può appoggiare alla propria sorella o fratello. O a colui a cui abbiamo regalato la stampante (il toner costa come la stampante, ma questo è un altro discorso).

3) Raccogliere fogli usati e volantini per scrivere sul retro appunti, tipo la lista della spesa, ecc. La quantità di carta da riciclare a disposizione è strabiliante e non c'è motivo di contribuire in proprio a questo consumo sconsiderato.