La casa editrice Chiarelettere in
seguito alle polemiche suscitate dalla pubblicazione del libro "Sua Santità" di
Gianluigi Nuzzi tiene a precisare che il suo autore, lungi dall'aver ricettato
alcunché, ha svolto il suo dovere di giornalista portando a conoscenza della
pubblica opinione documenti di interesse generale nel rispetto delle norme
vigenti in Italia e in Europa.
Stupiscono pertanto alcune
dichiarazioni tese a invitare il governo italiano ad appropriarsi di un ruolo
che non gli compete in uno stato democratico e di conseguenza appaiono fuori
luogo le interrogazioni parlamentari annunciate da alcuni esponenti del mondo
politico dai quali, viceversa, ci si aspetterebbe una ferma presa di posizione
in difesa della libertà di stampa.
Stupiscono altrettanto le continue
accuse di ricettazione, evidentemente volte a diffamare la casa editrice e il
suo autore, e in merito alle quali va ricordato che la Suprema Corte di
Cassazione, anche con riferimento all'art. 21 della Costituzione, ha più volte
escluso che la ricezione di documenti riservati, e in ipotesi sottratti da terzi
al legittimo proprietario da parte di un giornalista, possa essere considerata
reato.
Inoltre la Corte europea dei diritti
dell'Uomo, in applicazione dell'art. 10 della Convenzione, ha più volte
garantito e tutelato il diritto dei giornalisti di porre in circolazione notizie
riservate o sottoposte a segreto, al punto da aver condannato Stati membri per
la posizione assunta nei confronti di soggetti che avevano fatto il loro
mestiere attingendo a fonti segrete o riservate.
Chiarelettere
Editore
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