mercoledì 30 settembre 2009

Uno di noi


«Il Golia del materialismo non può essere affrontato con successo con timidezza e semplici riforme. Deve essere denunciato con forza, e la propria alternativa non può essere una mera riforma dell’esistente ma una riformulazione delle motivazioni alla base della vita [...]. Noi occidentali siamo rimasti intrappolati nella gabbia del materialismo, una nostra invenzione. L’impero tecnocratico avrà vita breve perché al suo miope ed immenso potere fa eco la sua impronta teocratica».

Paolo Soleri, architetto, artefice di Arcosanti, Arizona, l'altroieri alla Festa dell’Architettura di Roma.


lunedì 28 settembre 2009

Cadel Evans, neocampione del mondo

L'australiano Cadel Evans ha vinto ieri a Mendrisio il campionato del mondo su strada. "Il mio doping? amarone, barolo e sangiovese".

venerdì 25 settembre 2009

Il bike sharing è superato, dice il suo inventore

Metro è un quotidiano free-press che da tempo si è impegnato nella diffusione della bici in città, con molti articoli interessanti e originali. Scrive di bici meglio e più dei grandi quotidiani a pagamento.Oggi, a pag. 8, è apparsa un'intervista a Pedro Kanof. Nel 1989, Kanof ha inventato il bike sharing. Dice che l'idea gli è venuta per far risparmiare, perché nel 1989, quando ha inventato il bike sharing, le bici costavano parecchio, mentre oggi se ne può comprare una con 60-100 euro [n.d.r.: è un cesso a cui si staccano e bruciacchiano i pattini dei freni, i pedali, ecc.].  Non è che le bici del  bike sharing valgano molto di più, almeno a giudicare dai componenti che montano, comunque sono bici d'uso, stanno sotto la pioggia, ecc. Quanto siano costate è un altro discorso che interessa i revisori dei conti, la magistratura, ecc. Dice Kanof che in Italia è pieno di bici, la gente ne possiede molte, ma le lascia in cantina. «La gente - continua questo uomo saggio - chiede alla mobilità comodità e sicurezza». Per quanto riguarda la comodità, Kanof ha ideato delle stazioni di ricarica per le bici, con allarmi, ecc. Questo ci interessa relativamente. Chiede allora il giornalista, Andrea Bernabeo, dimostrando di essere abbastanza al corrente della tematica, al contrario di altri suoi colleghi: «E la sicurezza? Guardi: la storia delle infrastrutture non attacca: ci vogliono 20 anni per fare 1 metro di ciclabile...». Risponde Kanof...leggete bene:
«Se ci sono è meglio. Altrimenti la massa che scenderà in strada condizionerà le auto, facendole andare più piano delle due ruote. È questa la vera rivoluzione».

giovedì 24 settembre 2009

Clandestino Day in tutta Italia


Tutti i luoghi di questa bellissima iniziativa qui.

mercoledì 23 settembre 2009

Lungimiranza politica a San Donato Milanese

Ieri all'Onu. "Obama : clima, il tempo sta per scadere".
Ieri comunicato FIAB: "San Donato Milanese cancella le ciclabili nella Settimana europea della mobilità".
Quando si dice il tempismo.
D'altra parte, Dompè, il sindaco di San Donato Milanese, l'aveva detto nel suo programma pre-elettorale: «Rivedere le piste ciclabili, con particolare riferimento a Via Gramsci e al viale De Gasperi, anche per ripristinare quelle corsie di marcia automobilistiche che consentano un traffico più scorrevole e quindi meno inquinante con particolare attenzione al rispetto, del codice stradale e della sicurezza».
Avete capito? Parole chiave: "Rivedere" e "scorrevole". Adesso andiamo a vedere che cosa succederà su queste vie così "scorrevoli". Sembra di capire che togliendo le ciclabili si voglia ridurre il traffico. Neanche in Somalia.

martedì 22 settembre 2009

Citazione

«Laggiù...se un mercante potesse spegnere le stelle affinché le sue insegne si vedano meglio, forse lo farebbe».

Bernard Moitessier, La lunga rotta, Mursia, Milano, 1972, p. 135.

lunedì 21 settembre 2009

I mostri delle mostre di bici

Sui giornali, intendo i quotidiani a grande tiratura, si parla di bici come mezzi di trasporto in due occasioni. A primavera inoltrata, insieme ai consigli sulle diete, bere molta acqua, mangiare verdura e frutta, evitare la carne rossa, ecc.; e in occasione dei saloni della bici. Quest'anno se ne tengono due, uno a Milano e l'altro a Padova. Personalmente, ho scarso interesse per le novità, anche se ogni tanto esce fuori qualcosa d'interessante. Quello che mi sembra davvero importante è sottolineare la distorsione mediatica a cui viene sottoposta la bicicletta, non solo nei giornali, ma anche nelle riviste. Ci sarebbero molte cose da dire, ma mi concentro qui su una: il prezzo e la qualità delle bici proposte, a volte in associazione a gadget, abbigliamento sportivo, ecc. Tutto costosissimo. Ho davanti le due pagine de "La Stampa", giornale della Fiat, che venerdì scorso, 18 settembre (pp. 28-29), presentando il salone di Milano Eicma (che si chiude oggi), snocciolava una serie di bici con tanto di prezzo in bella vista. Non sono incoraggianti per chi volesse comprare una bici nuova. Il capolavoro è la Fashion Milano, "bici da passeggio stile vintage [...] 500 cristalli Swaroski su carter, frontalino e canna" costa 4500 euro; la Bottecchia Fadalto in carbonio 2235 euro;la City Pearl Ducati [!!!] della Italtwin 2200 euro, la Montante Yachting 6500 euro, pieghevole in carbonio, 6500 euro!!! Una bici da barca che costa come una barca...In allegato all'articolo principale, la solita citazione colta, stavolta di Alfredo Oriani; e, infine, un articolo che avrebbe voluto essere ironico, nel riprendere il tormentone "quelli che..." di Jannacci di Gambarotta  dedicato ai ciclisti urbani. Si intitola "Gli irriducibili che sanno stare in sella". Si capisce che l'autore non ha mai preso una bici in città: tutto il resto è noia.

venerdì 18 settembre 2009

A Londra bici contromano: è legge

A Londra, per ora in via sperimentale, le bici potranno circolare contromano. Un cartello "Except cycles" apposto sotto il divieto di transito renderà possibile la circolazione legale contromano ai ciclisti. Una piccola corsia (basta mezzo metro) permetterà alle bici di non fare il giro della città o di prendersi una multa perché si sta usando il marciapiede. Anche Reggio Emilia e Bolzano hanno introdotto il doppio senso per le bici. Da Roma quelle città sembrano lontane quanto Londra. Da noi se rispetti le regole rischi di farti male: meglio rischiare una multa.


                                                   Un cartello neozelandese

mercoledì 16 settembre 2009

La bici con ruote da 36 pollici

Le mtb con ruote a 29 pollici sono ormai diffusissime: si tratta di ruote del diametro uguale a quelle da corsa, 28”, definite per approssimazione a 29" per via del copertone più grande. Anche le bici cosiddette da 27” (in realtà un po’ più larghe di quelle attuali da corsa), un tempo diffusissime nei Paesi anglosassoni, erano un po' più grandi di quelle da 28". Ma già da un po’ si è affacciata un’ipotesi monstre: la mountain bike con ruote da 36”, un vero bisonte per strade sempre più malmesse: sarà una nuova risorsa per il ciclismo urbano? Ecco un raffronto tra una Salsa El Mariachi da 29″ e una bici con ruote da 36”. La bici nella foto è stata assemblata da Ben Witt dei Milltown Cycles.


Cerchioni e copertoni del genere sono utilizzati per alcuni tipi di monocicli e anche qualche versione di velocipede.





Grazie a questi segmenti di mercato esiste la possibilità di farsi una ruota da bici con un cerchio da 36”. Attacchi dei freni e tutto il resto vanno fatti artigianalmente.

Il copertone della foto di sopra è il Nimbus Nightrider, mentre il cerchio è lo Stealth. Si trovano in vendita sui siti di monocicli. Un altro cerchio utilizzato è l'Airfoil, magari con copertoni slick TA 36". Derivando dai monocicli, il peso è consistente. Un cerchione pesa mediamente oltre un kg. E poi c’è il problema dei costi: una camera d’aria da 36” costa molto più di una per le bici “normali”, anche se è stata sperimentata la possibilità di utilizzare per i copertoni da 36” le camere d’aria da 29” (qui).
La Black Sheep ha prodotto una splendida 36” in titanio:

martedì 15 settembre 2009

Festival della bicicletta, 18-20 settembre


Organizzano l'Officina culturale 41° parallelo della Regione Lazio. Ideato da TÊTES DE BOIS con i COMUNI DI ZAGAROLO E GENAZZANO, PROVINCIA DI ROMA e CON IL PATROCINIO DELLA REGIONE LAZIO. Incontri, suoni, libri, spettacoli, conversazioni, letture
La bici, il suo quotidiano, le vicende sportive, la sua storia, il suo ruolo nel risparmio energetico, in una nuova mobilità e vivibilità delle strade.
Tra gli ospiti, Gianni Mura, Alfredo Martini, Maurizio Crosetti, Sandro Donati, Sergio Rizzo, Tullio Berlenghi, Mario Tozzi, Gian Paolo Ormezzano, Claudio Ferretti, Lorenzo Romito, Antonio Dalla Venezia, Tetes de Bois, Edizioni Ediciclo, cicloofficine di Roma, Slow Food Lazio. Il programma dettagliato trovasi qui.

lunedì 14 settembre 2009

Autovelox e dissuasori a Roma

A Roma sono in arrivo 25 autovelox. In arrivo per modo di dire: verranno installati, pare, si dice, nel corso del 2010. Saranno gestiti direttamente dalla polizia municipale, e non da privati come in passato. Ne servirebbero molti di più per trasformare le pessime abitudini di guida di buona parte dei romani. Vi ricordate cos’è successo quando si è deciso di applicare le norme sulle cinture di sicurezza? Alla fine, anche Er Cotenna, Er maiale e Er Merda si sono adeguati. Altrimenti multa. Si dice che a Roma verranno installati anche i dissuasori, come si fa da decenni nei paesi sviluppati. Uno dei luoghi sarà Lungotevere, una vera autostrada notturna, in cui sono morte diverse persone. Secondo il Codice della Strada le telecamere degli autovelox devono essere segnalate 400 metri prima. A me paiono troppi. Non era meglio 200?

venerdì 11 settembre 2009

Spine sulla ciclabile

Forse per festeggiare la Settimana Europea della mobilità sostenibile 2009, che si svolge dal 16-22 settembre, con eventi, iniziative, dibattiti, tavole rotonde, tutti utilissimi a spronare all'uso della bici in città - pare vero -, è stata predisposta l'ennesima potatura della ciclabile Ponte Milvio-Castel Giubileo. Ma non hanno spazzato, oppure non lo hanno fatto bene, o è la stagione delle spine. Comunque, l'altro ieri ho visto tre biciclette a gambe all'aria con i proprietari che bestemmiavano, o che comunque non mostravano particolari segni di gioia. Stamattina è toccato a me. Una spina s'è piantata nel Vittoria Randonneur da 28 mm che non s'era forato neanche all'Eroica 2008!

mercoledì 9 settembre 2009

Riflessioni in un giorno di luce nera

L’estate è archiviata, almeno qui a Roma, con il vento di ieri e stamattina con un cielo cupo di nuvole, con striature luminose in lontananza. Gli automobilisti, incuranti dei limiti di velocità e del minimo buonsenso, hanno ripreso a pieno ritmo a riempire questa città di squallore e pericoli. A rotta di collo, con le loro auto quasi sempe grigie o nere, volano sulle autostrade urbane, inchiodando ai semafori e suonando ai pedoni che cercano di passare sulle strisce. Di fronte al compulsivo frena e accelera delle automobili per ogni metro di spazio disponibile sulla strada, mi sono ricordato di un incontro avuto tempo fa. In una macelleria, un maresciallo dei Carabinieri, un pezzo d’uomo, si vantava giustamente di non aver mai cambiato né le pasticche dei freni né la frizione alla propria auto in 200 mila chilometri percorsi. I puristi antimilitaristi vegani mi perdoneranno se faccio questo esempio.
Come tanti manichini automatici, gli automobilisti obbediscono all’istinto del momento, racchiuso in 5 secondi di tempo e cinque metri di spazio. È l’automobile che li guida. E questo è il dramma. Come in un vudù, la potenza del motore a scoppio stabilito dalla casa si è impadronita di loro. Ha imposto la sua legge facilmente, perché chi ha abbracciato l’auto ha cercato di inseguire la comodità. Ma ha trovato l’inferno di smog e attese snervanti. Per paura e pigrizia si è divenuti generatori di pericolo. Si è presa, con l’auto, una strada opposta ai ritmi naturali e umani, pe tutto quello che riguarda le stagioni, la caccia, la raccolta di bacche, l’agricoltura, il tempo speso per gli spostamenti, e la fatica, il corteggiamento, la fertilità, la luna. Tutto questo ha plasmato il cervello umano nel corso della sua evoluzione. Se guardiamo le nostre città, è evidente, quindi, il ruolo involutivo dell’automobile. Oltre ai già citati parametri spaziotemporali, ecco altre caratteristiche dell’automobilista. Colesterolo e glicemia alti, battito cardiaco a riposto, 100 pulsazioni; risposta auricolare alle frequenze sonore: unicamente 7550 Hz, ovvero la suoneria del proprio cellulare; tempo di reazione: non pervenuto. “Frena e accelera”.
Intanto il ricambista e il meccanico stanno alla finestra e si fregano le mani. Anche il meccanico. Il maresciallo è stato furbo: diceva, in macelleria: «Basta guardare cosa succede più lontano sulla strada, si scala la marcia, si rallenta prima. La maggioranza, invece, frena e accelera come macchinette dentro alle macchinette. Non sanno neanche guidare. Non rispettano i limiti di velocità e nessuno fa nulla. Lo stress è il migliore amico del ricambista e del meccanico, che la macchina sicuramente la guida meglio della media. «Bravo, bene, frena, spingi la frizione, lascia, accelera, frena. Frena e accelera, frena e accelera, fre-na e ac-ce-le-ra, fre-na...». Ci manca poco, e passerai a trovarmi: «Dunque, manodopera, le pasticche...beh, anche la benzina e il tempo speso per andarle a comprare, ehm, sono 150 euro». Il prezzo di una discreta bicicletta usata, a volerla cercare. «Le pasticche si consumano.No, non può aspettare, sennò si rovinano anche i dischi, che costano ancora di più».

martedì 8 settembre 2009

Viaggio di studio

Lo scorso fine settimana ci siamo abbeverati in giro per l'Italia a qualche fonte di sapienza ciclistica, che avevamo intenzione di visitare da diverso tempo. Con Danilo e Francesco abbiamo viaggiato un po', allo scopo di arricchirci culturalmente, in senso ciclistico, è ovvio e di riportare schegge di sapienza, e qualche pezzo metallico, alla ciclofficina ExLavanderia. La prima tappa è stata un paesino romagnolo dove abita Diego Vitali. Una vita per la bici, tremila telai costruiti, meccanico della Salvarani di Gimondi dal 1968 al '73, con i suoi 85 anni portati bene Vitali è uno di noi. L'avevo intuito subito, ma ne sono stato sicuro quando ha detto che la bici è come una bella donna, ti giri a guardarla, la mente ne viene attratta, ne resta stregata. Ama la bici ancora oggi, Vitali. Ci ha fatto vedere la sua officina, gli strumenti e tutto il resto. Io mi sono un po' commosso, e penso anche i miei amici.

 Diego Vitali al banco di lavoro

Il Maestro spiega, uno solo sta attento, l'altro fa il film e un altro ancora scatta la foto

 
Uno dei banchi di Vitali, e la sella della bici del nipote Federico, che corre forte e vorrebbe diventare professionista

Vitali gira per il paese con una graziella con mozzi Campagnolo super-record; nella sua vita, ha costruito bici splendide, d'acciaio e alluminio. Ci mostrato la saldatura tig e la saldobrasatura. Il suo corpo è guizzato felinamente dalle levigatrice ai vari banchi, ha preso due tubi, li ha avvicinati: poi ha acceso il cannello, quasi con uno scatto, lo ha regolato. Francesco ha fatto le riprese: faremo un piccolo documentario a uso delle ciclofficine e degli appassionati. Siamo stati una mattinata con lui, poi siamo ripartiti. Ci siamo fermati a Ferrara, "città della bicicletta".


Una Umberto Dei a Ferrara


Eravamo diretti a Vicenza, allo scopo di incontrare Lanerossi, profondo conoscitore della materia. Non lo avevo mai visto, ci eravamo scritti: eppure, quando nella mente ruotano ingranaggi e pacchi pignoni ci vuole poco a diventare amici.

Il banco di Lanerossi

Sapiente al punto di trattenerlo fino alle 3 di notte a parlare di freni, corone, ruote, telai, raggi, personaggi, guerre mondiali, ecc., Lanerossi ha lasciato il segno. Mi ha pure regalato un paio di pezzi che mi permetteranno di affrontare l'Eroica, evitando di scendere a tutte le salite ripide. Solo su qualcuna. Grazie.
Il banco di Lanerossi (particolare)

Poi siamo ripartiti per la provincia di Venezia.

lunedì 7 settembre 2009

Corona da 65

 
Una corona 65 Campagnolo Gipiemme da pista

giovedì 3 settembre 2009

Forcella a uno stelo e pieghevoli

Siccome il discorso sembra interessare, allego altro materiale sulle forcelle a uno stelo. Si tratta di un sistema copiato anche dalle case motociclistiche e applicato massicciamente dal grande costruttore di biciclette britannico Mike Burrows; in inglese si chiama 'monoblade'). Godetevi qui un video con Burrows, la sua succulenta officina e alcune delle sue creazioni, che comprendono bici da carico, tricicli, reclinate e pieghevoli, oltre a straordinarie bici da pista.
Vi allego anche un'immagine di un interessante prototipo della Cannondale,



La Cannondale produce diverse bici con forcella lefty, ammortizzate o rigide (qui un modello da città).



L'idea di cui si diceva ieri non è nuova né particolarmente originale. Ecco "Locust" di Josef Cadek:



E qui potete vedere "IF-Mode" di Mark Sanders:

mercoledì 2 settembre 2009

Contorsionist pieghevole

La bicicletta pieghevole Contorsionist è stata ideata da Dominic Hargreaves, 24 anni, diplomato al Royal College of Art. Il veicolo è stato selezionato per il James Dyson Award.



Dominic, purtroppo, non è compreso fra i quattro finalisti da cui, il 7 settembre, sortirà il vincitore (il montepremi è pari a 10 mila sterline). Ciò non toglie che la Contirsionist abbia delle qualità interessanti. Una volta piegato, il suo telaio è di dimensioni pari a quelle delle ruote, un problema che ha anguistiato molti ideatori e spesso costringe a ridurre il diametro delle ruote, con conseguenze immaginabili, soprattutto in presenza di fondi stradali sconnessi.



La forcella è a uno stelo, anche la ruota posteriore è attaccata al telaio su un lato solo, le ruote sono da 26 pollici e, una volta piegata, la bici si trasporta sulle sue stesse ruote, altra grande conquista. E ora, se volete, il video è qui.

martedì 1 settembre 2009

Il noleggio bici a Ostia: la solita storia

Notizia del 30 agosto scorso, emblematica nella forma e nella sostanza. “Il Bike sharing a Ostia con le bici elettriche”. (Già qui mi verrebbe di commentare, ma proseguiamo.) Riporto per intero la notizia, riportata sul sito del Comune di Roma:

Il bike sharing è approdato a Ostia con tre postazioni per il noleggio bici, gestite (come quelle di Roma centro) da Atac, in questo caso con la collaborazione di Aci Consult S.p.A. e del XIII Municipio. Le postazioni sono: Porto-Lungomare Duca degli Abruzzi, Venezia-Lungomare Amerigo Vespucci e la terza presso la sede del Municipio. 20 in tutto le biciclette, di cui 6 elettriche a pedalata assistita. I prezzi sono gli stessi del centro storico: 5 euro per comperare la "smart card", 5 per la prima ricarica minima, 50 centesimi per ogni mezz'ora o frazione. Ci sono anche 5 minuti d'uso gratis della bicicletta, per dar tempo all'utente di risolvere eventuali problemi al momento di prendere la bici alla colonnina.

Commento: veramente generosi per quei cinque minuti gratis. C’è da scommettere che la generosità dell’Atac e del XIII municipio farà breccia nei cittadini di Ostia. Se le contenderanno, quelle venti biciclette. Elettriche, poi. Proprio a Ostia, dove la prima salita si trova sulla battigia della spiaggia! Ripeto che spendere un euro all’ora per una bici, seppure elettrica, a Roma porterà al totale fallimento del noleggio bici (mi rifiuto di chiamarlo bike-sharing). Costa meno prendere l’autobus. È un’operazione puramente di facciata, se non addirittura controproducente: se dovesse fallire, si dirà che ci hanno provato, ma che la bici non interessa.

Zone Trenta


Sul "Corriere della Sera" di ieri, in prima pagina, è apparso un articolo di Giangiacomo Schiavi intitolato "Rientro slow, le città a 30 all'ora". È una questione che penso stia a cuore a tutti i ciclisti urbani, per il fatto di garantire maggiore sicurezza non solo a chi va in bici, ma a tutti gli utenti deboli: mamme con carrozzine, bambini, ragazzi, anziani (sempre di più nel nostro Paese), disabili, fino a persone che hanno fatto la spesa, ecc. In realtà, estenderei la fascia protetta a tutti pedoni, perché un auto a 50 Km/h è più pericolosa di una che va a 30.
I Comuni di Roma, Milano, Bologna, Verona e altri lancia nei centri storici le Zone Trenta. Nonostante le battaglie condotte da alcune associazioni, fra cui l'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, questi provvedimenti si rendono necessari soprattutto per adeguarsi alle normative dell'Unione Europea. Infatti, nel Vecchio Continente le Zone Trenta sono una realtà consolidata. Arriviamo ultimi, anzi partiamo ultimi...
Per fare un esempio, in Germania, tra il 70 e il 90% della popolazione vive in Zone Trenta. Potete leggere un interessante dossier qui. In Germania sono state istituite nel 1980.