giovedì 31 maggio 2012

Comunicato ILO

Per l’ILO, la transizione verso l’economia verde potrebbe portare fino a 60 milioni di nuovi posti di lavoro
Ginevra (ILO News) — Secondo un nuovo rapporto dell’ILO realizzato dall’Iniziativa per i Lavori Verdi, il passaggio verso una economia più verde potrebbe generare tra i 15 e i 60 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo nei prossimi vent’anni e aiuterebbe decine di milioni di lavoratori ad uscire dalla povertà.

Lo studio Working towards sustainable development: Opportunities for decent work and social inclusion in a green economy (“Lavorare per uno sviluppo sostenibile. Opportunità di lavoro dignitoso e inclusione sociale nell’economia verde”), sostiene che il numero di posti di lavoro creati dipenderà dall’adozione di una corretta combinazione di politiche.

« L'attuale modello di sviluppo si è dimostrato inefficace e insostenibile, non solo per l’ambiente, ma anche per le economie e le società » ha affermato il Direttore Generale dell’ILO Juan Somavia. « Dobbiamo muoverci al più presto verso un percorso di uno sviluppo sostenibile attraverso un insieme coerente di politiche che riconosca alle persone e al pianeta un posto centrale ».

« La prossima Conferenza Rio+20 delle Nazioni Unite sarà un momento determinante per garantire che, nel futuro, il lavoro dignitoso e l’integrazione sociale siano parti integranti di ogni strategia di sviluppo ».

Achim Steiner, Direttore Esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha dichiarato: « Questo rapporto arriva alla vigilia del 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, che avrà per tema Economia verde: ne fai parte anche tu? ».

« I risultati del rapporto sottolineano che l’economia verde potrebbe aiutare milioni di persone di uscire ad uscire dalla povertà, garantendo migliori condizioni di vita a questa generazione e a quelle future. Mentre i leader si stanno preparando al vertice Rio+20, vogliamo diffondere in tutte le capitali del mondo questo messaggio positivo che apre nuove prospettive e opportunità », ha aggiunto Steiner.

Il rapporto — pubblicato quasi quattro anni dopo il primo studio dell’Iniziativa per i Lavori Verdi — analizza gli effetti che una economia più verde potrebbe produrre in termini di occupazione, reddito e sviluppo sostenibile in generale.

La transizione verso una economia più verde avrà ripercussioni su almeno la metà della manodopera mondiale — l’equivalente di 1,5 miliardi di persone. Se è vero che i cambiamenti determinati da questa transizione si faranno sentire sull’intera economia, lo studio sostiene che otto settori avranno un ruolo centrale e subiranno le conseguenze maggiori: l’agricoltura, l’industria forestale, la pesca, il settore dell’energia, l’industria manifatturiera ad alta intensità di manodopera, il riciclaggio dei rifiuti, le costruzioni e i trasporti.
Comunicato Chiarelettere editore

La casa editrice Chiarelettere in seguito alle polemiche suscitate dalla pubblicazione del libro "Sua Santità" di Gianluigi Nuzzi tiene a precisare che il suo autore, lungi dall'aver ricettato alcunché, ha svolto il suo dovere di giornalista portando a conoscenza della pubblica opinione documenti di interesse generale nel rispetto delle norme vigenti in Italia e in Europa.

Stupiscono pertanto alcune dichiarazioni tese a invitare il governo italiano ad appropriarsi di un ruolo che non gli compete in uno stato democratico e di conseguenza appaiono fuori luogo le interrogazioni parlamentari annunciate da alcuni esponenti del mondo politico dai quali, viceversa, ci si aspetterebbe una ferma presa di posizione in difesa della libertà di stampa.

Stupiscono altrettanto le continue accuse di ricettazione, evidentemente volte a diffamare la casa editrice e il suo autore, e in merito alle quali va ricordato che la Suprema Corte di Cassazione,  anche con riferimento all'art. 21 della Costituzione, ha più volte escluso che la ricezione di documenti riservati, e in ipotesi sottratti da terzi al legittimo proprietario da parte di un giornalista, possa essere considerata reato.

Inoltre la Corte europea dei diritti dell'Uomo, in applicazione dell'art. 10 della Convenzione, ha più volte garantito e tutelato il diritto dei giornalisti di porre in circolazione notizie riservate o sottoposte a segreto, al punto da aver condannato Stati membri per la posizione assunta nei confronti di soggetti che avevano fatto il loro mestiere attingendo a fonti segrete o riservate.

Chiarelettere Editore

Ciemmona 2012 / 2


Partenza da San Paolo
Paolo e il nuovo carrello per la chitarra e per altri pesi
La bici del viaggiatore di lungo corso, in giro per il mondo da 4 anni
Il viaggiatore di lungo corso
Bari c'è: corriere in bici
Il monociclista
La massa più bella del mondo

Il manubrio non serve se hai equilibrio e devi suonare la chitarra
La Tangenziale



Jean Tinguely, Cyclograveur, 1959


Lettera aperta al Presidente del Municipio 19, Roma



Egregio Presidente,

In un articolo sul Tempo del 30 maggio 2012 viene riportato un suo intervento "virgolettato" nella quale Lei dichiara, tra l'altro:
"Non meno importante, al Santa Maria della Pietà ci sono sedi occupate abusivamente, una da alcune famiglie e un'altra dall'associazione ex Lavanderia, che ci ha anche allestito dentro un bar: perché non si sgomberano questi luoghi?".
Come Lei sa noi non abbiamo mai preteso da Lei di sostenere l'esperienza di gestione pubblica e culturale del Padiglione 31 che la nostra associazione promuove ormai da quasi 8 anni.
Tuttavia Le chiediamo di rispettare la realtà delle cose quale essa è. Come Lei sa benissimo, l'Associazione Ex Lavanderia gestisce attività culturali in un padiglione da sempre destinato a questo tipo di attività, ristrutturato per questo nel 2000, definito come tale nel Protocollo di Intesa del 2007 e confermato in tale destinazione in ogni atto pubblico. Se, oggi, il Padiglione 31 è ciò che deve essere, un'eccellenza culturale pubblica, lo si deve solo all'Associazione Ex lavanderia. Non si può dire certo altrettanto del restante patrimonio del S.Maria della Pietà.
Davvero Lei crede che auspicare lo "sgombero" del Padiglione 31 contribuirebbe al "risanamento" del comprensorio S.Maria della Pietà?
E ancora, favorire l'associazione di idee tra lo "sgombero" del Padiglione 31 e la risoluzione del problema della sede municipale risponde a verità storica?
Lei sa bene che lo stato di abbandono del parco, il fallimento di ogni progetto di riutilizzo, la non realizzazione della pedonalizzazione del Parco, la perdita secca di risorse pubbliche relativa alla vicenda degli ostelli realizzati e smantellati illegalmente, l'ingloriosa fine di ogni "fantomatico" e sbandierato progetto universitario, sono tutti fatti indiscutibili e che pesano come responsabilità su tutte le amministrazioni che si sono succedute nei vari livelli istituzionali almeno dal 1996 ad oggi.
Chi ha la responsabilità di non aver saputo operare un progetto di riqualificazione dell'area del S.Maria che rispettasse le norme del Piano regolatore che lo include tra le Centralità urbane? E con chi prendersela se Comune e Municipio non hanno saputo neanche concludere il processo di trasferimento del Municipio 19 al S.Maria della Pietà? Infine chi ha la responsabilità di aver ignorato per 15 anni i progetti presentati dai cittadini e dalle associazioni della città?

Lei sa benissimo che l'Associazione Ex lavanderia svolge un ruolo oggettivo di offerta culturale pubblica senza pesare sull'amministrazione. Sa anche che la presenza della Ex Lavanderia è "di fatto" un piccolo esempio di riqualificazione del S.Maria che le istituzioni, invece, non sono state e non sono in grado di garantire.
La nevicata di febbraio ha causato danni ingenti perché ha inciso su una situazione già fortemente degradata: alberi malati non potati e pericolanti, strutture senza manutenzione, impianti idrici mai controllati.
Nel nostro piccolo e con le nostre scarse risorse abbiamo tentato di fronteggiare questo disastro. Con i campi internazionali di lavoro e con le iniziative di pulizia del parco, con l'impegno dello scorso anno in occasione del Festival Linea 35, abbiamo provato a ripristinare aree e spazi di parco pubblico contrastati, di fatto, oltre che dall'inciviltà diffusa, dall'operato istituzionale che ha invece favorito il degrado progressivo.

Ma tutto questo, Egregio Presidente, le è noto, altrimenti non avrebbe scelto di svolgere una seduta ufficiale del Consiglio Municipale in quello che il Tempo definisce "Ritrovo". Né avrebbe patrocinato numerose iniziative pubbliche dell'Associazione, né avrebbe favorito la legale e straordinaria iniziativa dell'Estate Romana del Comune di Roma del 2008 da noi realizzata.

Perché allora, invece di invocare "sgomberi", non parla di questo ai giornali?

Sarebbe molto meglio e più utile se i politici di tutti gli schieramenti, Lei compreso, avessero l'umiltà di riconoscere i propri errori nell'aver determinato quello sfascio che caratterizza il Parco ed il Patrimonio del S.Maria della Pietà.
Come sempre, l'Associazione Ex Lavanderia è disponibile ad aiutare Lei e la classe politica cittadina a riparare ai propri errori.


Associazione Ex lavanderia
Comunicato Coordinamento Comitati Roma Nord


RADIO VATICANA E ALTRE DISCARICHE: DUE PESI E DUE MISURE. NON E’ POSSIBILE ESIMERSI DAL CONSTATARE L’OPPOSTO COMPORTAMENTO DELLE ISTITUZIONI E DELL’INFORMAZIONE PUBBLICA SE SI CONFRONTANO LE VICENDE DI CORCOLLE-VILLA ADRIANA E DI RADIO VATICANA. DA UNA PARTE, IN POCHI GIORNI, E’ STATA PRESA UNA GIUSTISSIMA DECISIONE FINALE DA PARTE DEL GOVERNO ITALIANO CHE HA SANCITO IL DIVIETO DI INSTALLARE, IN SOSTITUZIONE DI MALAGROTTA, UNA GRANDE DISCARICA IN PROSSIMITA’ DI UN SITO ARCHEOLOGICO PATRIMONIO DELL’UMANITA’ E TUTELATO DALL’UNESCO. DALL’ALTRA UNA VICENDA, QUELLA DI RADIO VATICANA, CHE NON TROVA UNA FINE, NELL’INDIFFERENZA E NELL’OBLIO DEL MONDO POLITICO, DEL MONDO DELL’INFORMAZIONE E DEGLI AMMINISTRATORI CENTRALI E LOCALI. DOMANI SERA A “REPORT” IL CASO RADIO VATICANA.

La recentissima vicenda di Villa Adriana-Corcolle ha destato le proteste del mondo della Cultura, dell’Ambientalismo, dei Ministri dei Beni Culturali e dell’Ambiente e di esponenti politici ed è stata risolta in pochi giorni. Archiviata per decisione del Governo. Sostituito il Commissario per l’emergenza rifiuti che aveva scelto e difeso quel improponibile sito. Tutto questo ha avuto ed ha grande risonanza nell’Informazione pubblica.

La vicenda di Radio Vaticana, a Roma Nord, che coinvolge da decenni oltre 200 mila persone che vivono all’interno dei 12 km di distanza dagli impianti radiofonici della Santa Sede, non interessa quasi a nessuno. E’ caduta nell’oblio. Politici, Ministri della Salute, dell’Ambiente, degli Esteri, Presidenti della Regione Lazio, Sindaci del Comune di Roma, Presidenti dei Municipi XIX e XX e Sindaci dei Comuni limitrofi, con l’eccezione del Sindaco di Campagnano, sono assolutamente assenti. Così come lo è quasi tutta l’Informazione. Con rare eccezioni, come la Redazione di Report, che nei mesi scorsi ha lavorato per molto tempo insieme ai Cittadini dei Comitati e delle Associazioni, fra cui il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord. impegnati da tanti anni in questa grande battaglia per il rispetto del diritto costituzionale di  salvaguardia della Salute Umana.

Comunicato Verdi Lazio

AMBIENTE
BONELLI (VERDI): CON TAGLI ARPA A RISCHIO SALUTE CITTADINI. AGENZIA RISCHIA CHIUSURA A CAUSA DI TAGLI E IMMOBILITA’ GIUNTA REGIONALE

“L’Arpa non è più in grado di garantire i controlli ambientali, va verso la paralisi, rischia la chiusura con danni enormi per i cittadini del Lazio. Ancora una volta l’immobilità di questa Giunta regionale produrrà un danno enorme, in termini lavorativi e di controlli sul territorio”. Lo dichiara Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi. “Ricordiamo che l’Agenzia regionale per l’Ambiente svolge compiti importantissimi e fondamentali per la tutela della salute pubblica, pertanto chiediamo che la presidente Polverini intervenga urgentemente per spiegare a tutti i cittadini dell’intera regione, cosa intende fare e sopratutto come intende governare senza i fondamentali dati dell'Arpa”.
Comunicato Verdi Lazio

BONESSIO (VERDI) SABOTAGGI SERIALI A ECORADIO. SI VIGILI AFFINCHÈ SIA GARANTITA CONTINUITÀ E SICUREZZA TRASMISSIONI.

«Le voci libere danno fastidio. Molto fastidio. - commenta così l'ennesimo atto di sabotaggio ai danni di Ecoradio, il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio - L'emittente è una delle poche voci libere che si occupa di ambiente ed ecologia da anni e in maniera continuativa che evidentemente in un momento di forte tensione sociale e ambientale risulta scomoda. Non possiamo non notare, infatti, che questi danni seriali alle apparecchiature di trasmissione che hanno causato più volte l'interruzione delle trasmissioni, arrivano proprio in un periodo cruciale per la vertenza rifiuti del Lazio di cui l'emittente si sta occupando con puntualità. Chiediamo alle autorità competenti di vigilare affinchè non si ripetano atti come quelli degli ultimi giorni e sia garantita la massima libertà d'informazione su tematiche come quelle ambientali che trovano sempre meno spazi d'informazione».

Comunicato Stampa Associazione Ex Lavanderia
Agli attacchi rispondiamo con la mobilitazione civile:
Oggi sul Tempo, in un articolo a firma Erica Dellapasqua, si denuncia lo stato di abbandono del Parco del S.Maria della Pietà.
Ciò che emerge dall'articolo è, ancora una volta, una descrizione della realtà distorta e falsificante.
L'incuria delle istituzioni, da chiunque amministrate, ha prodotto il fallimento di ogni progetto di riutilizzo, l'abbandono del Parco, l'uso distorto del patrimonio pubblico.
Per non assumesi le proprie responsabilità, i politici, non trovano di meglio che attaccare l'esperienza culturale pubblica della Ex Lavanderia.
Questa volta è il turno del Presidente del Municipio Milioni che invoca lo sgombero del Padiglione 31.
Come sempre rispondiamo che l'Associazione Ex Lavanderia è l'unica esperienza al S.Maria della Pietà che opera nel rispetto delle destinazioni d'uso promuovendo senza finanziamenti pubblici quelle attività sociali e culturali che le istituzioni non hanno la capacità di garantire.
Rilanciamo la difesa del Parco e la rivendicazione di un utilizzo dell'Ex Manicomio che rispetti le regole (a partire dalle destinazioni d'uso e dal dovere della pianificazione partecipata) e che accolga le istanze presentate negli anni da cittadini ed associazioni.
Per questo, di fronte all'incapacità delle istituzioni responsabili di prendersi cura del Parco, lanciamo una giornata di pulizia e manutenzione straordinaria del Parco del S.Maria della Pietà per il giorno 24 giugno 2012 dalle 10 alle 19. invitiamo cittadini e associazioni a partecipare.
Un atto concreto per rilanciare i nostri obiettivi:
1- realizzazione dell'Ostello della Gioventù nei padiglioni ristrutturati per questo nel 2000
2- progetto partecipato di uso culturale dei padiglioni destinati al fallito progetto universitario
3- pedonalizzazione del Parco e realizzazione della navetta elettrica
4- preservazione della proprietà pubblica dell'area esterna e progetto di riqualificazione senza nuove edificazioni cosi come previsto dal Piano Regolatore
5- uso non psichiatrico dei padiglioni in osservanza della Legge 180
6- regolarizzazione delle esperienze attive nei padiglioni 31 e 41 (cooperativa integrata)
Comunicato Greenpeace

GREENPEACE SVELA LE BUGIE DI ENEL: QUARTO EMETTITORE DI CO2 IN EUROPA E PRIMO IN ITALIA

ROMA, 30.05.12 - I dati pubblicati oggi dal Carbon Market Data, l'istituto che raccoglie le informazioni sulle emissioni di CO2 in Europa dai grandi impianti, danno ragione a Greenpeace: con 78 milioni di tonnellate di CO2 emesse nel 2011, Enel è il quarto emettitore assoluto europeo di anidride carbonica e il primo in Italia. Si tratta di un dato peggiorativo: con 10 milioni di tonnellate di CO2 in più rispetto al 2010, le emissioni del gruppo Enel in Europa aumentano, nonostante la crisi.

"È la conferma di un primato negativo che già conoscevamo e che l'azienda si ostina a negare - commenta Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace - Non solo Enel mente, ma denuncia chi osa ricordarle quanto emette e i danni che produce. Un atteggiamento che non ti aspetti da un'azienda che si pubblicizza come 'l'energia che ti ascolta'".

Dopo l'avvio dell'operazione "bollette sporche" - che vede Greenpeace impegnata a recapitare nelle case di 100mila italiani i dati sui veri costi ambientali, sanitari ed economici inflitti al Paese dalla produzione elettrica da carbone di Enel - l'azienda ribadisce l'intenzione di denunciare Greenpeace e risponde alle accuse dell'associazione con dati inesatti o fuorvianti.

In una nota diffusa pochi giorni fa, Enel condensa in poche righe numerose bugie:

Prima bugia: "le attività dell'azienda […] si svolgono nel pieno rispetto delle leggi che tutelano l'ambiente e la salute". Falso. Enel è già stata condannata, anche per "emissioni moleste, danneggiamento all'ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico" per la centrale di Porto Tolle. Per quella stessa centrale tutto il management risulta oggi rinviato a giudizio per "omissione dolosa di cautele contro disastri". Altre indagini sono in corso - anche per omicidio colposo - in relazione alle emissioni della centrale a carbone di Brindisi. Su cui, inoltre, sono aperte inchieste per smaltimento illecito di rifiuti pericolosi e disastro ambientale.

Seconda bugia: "circa metà dell'energia elettrica che Enel produce è priva di qualunque tipo di emissione, compresa l'anidride carbonica". Non è così, se a livello globale quella percentuale è inferiore al 50 per cento e in Italia supera di poco il 40. Nella stima di Enel è inclusa anche la produzione nucleare, il cui livello di pericolosità va ben oltre le emissioni di CO2. Ma quanto viene emesso per produrre oltre il 50 per cento dell'elettricità fatta da Enel? Alcune delle sue centrali, a livello europeo, sono tra le più inquinanti, come testimoniato anche dall'Agenzia Europea per l'Ambiente.

Terza bugia: l'azienda sostiene di avere "in programma investimenti nelle fonti rinnovabili per oltre 6 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, un impegno che ha ben pochi paragoni a livello globale". La verità è che gran parte dei 6 miliardi, su un piano complessivo di oltre 27, è destinata a grandi impianti idroelettrici in Sud America e non riguarda le nuove tecnologie rinnovabili. Per un confronto, la banca Goldmann&Sachs ha annunciato di stanziare 40 miliardi di dollari nelle rinnovabili nei prossimi 10 anni e ha un fatturato annuo inferiore alla metà di quello di Enel.

Infine, Enel ricorda che "solo il 12 per cento dell'energia elettrica italiana è prodotta con il carbone contro una media europea di circa il doppio". Con questa affermazione l'azienda parla d'altro per non ammettere la verità. Greenpeace non contesta il dato nazionale della produzione di elettricità da carbone, bensì fa riferimento al carbone di Enel, i cui documenti riportano una produzione che nel 2011 ha superato il 41 per cento.

mercoledì 30 maggio 2012

Un ottimo investimento per il futuro


Addio all’atomo, Berlino spenderà 32 mld

Fonte e post completo: La Repubblica


La Germania sfida lo scetticismo generale e procede spedita verso la sua conversione energetica, un obiettivo talmente radicato nel dibattito nazionale da aver meritato l’adozione di un apposito vocabolo composto, come è solito nella lingua tedesca: Energiewende. La cancelliera Angela Merkel è tornata a ribadire che “la conversione energetica decisa lo scorso anno è fattibile”, anche se il costo sarà elevato.
I quattro gestori delle reti di trasporto dell’energia, Amprion, Tennet, TransnetBW e 50Hertz, riferisce una corrispondenza dell’agenzia Agi da Berlino, hanno consegnato al cancelliere i piani di ammodernamento della rete di distribuzione, che richiederà investimenti di 32 miliardi di euro nei prossimi dieci anni, quando nel 2022 verrà staccata l’ultima centrale nucleare. [...] Valerio Gualerzi

Joseph Beuys, 'is it about a bycicle?' 1985


Mobilità ciclistica: nuova legge favorisce uso bicicletta, sì unanime

La nuova normativa prevede interventi in tutta la Toscana

Fonte: Il Parlamento della Toscana


Firenze – Via libera con voto unanime alla proposta di legge che promuove interventi a favore della mobilità ciclistica, in altre parole che promuove, in concreto, l’utilizzo della bicicletta in Toscana. Il testo, uscito all’unanimità già dalla commissione Mobilità e Infrastrutture, intende diffondere l’uso della due ruote attraverso interventi infrastrutturali su tutto il territorio regionale individuando la bicicletta quale mezzo di trasporto alternativo a quelli motorizzati e come mezzo di prevenzione sanitaria e di socialità.
Ad illustrare la proposta di legge in Aula consiliare è stato Fabrizio Mattei, Pd, che è presidente della commissione Mobilità ed Infrastrutture, che ha affermato che “questa legge è volta a realizzare obiettivi di intermodalità” tesi a favorire “una migliore fruizione del territorio” e “uno sviluppo infrastrutturale con valenza anche in ambito sanitario, sociale, turistico e sportivo”. Inoltre, ha detto Mattei, la legge “intende garantire lo sviluppo in sicurezza dell’uso della bicicletta sia in ambito urbano che extraurbano” attraverso la realizzazione di “una rete ciclabile regionale e le relative infrastrutture”.
Il provvedimento legislativo prevede un finanziamento di 2 milioni di euro solo per il 2014 e si pone obiettivi strategici sia per il potenziamento e la messa in sicurezza delle piste ciclabili nelle varie città e centri urbani che per la loro messa in connessione con il sistema della mobilità al fine di creare dei circuiti extraurbani protetti e dedicati alle due ruote.
Vincenzo Ceccarelli, Pd, presidente della commissione Territorio e Ambiente, è intervenuto per evidenziare che “dalla commissione esce un testo migliore di quello che era entrato”. Ceccarelli era il primo firmatario di un progetto di legge che vedeva impegnati molti consiglieri del suo gruppo e che durante il cammino in commissione Mobilità e Infrastrutture è stato arricchito ed integrato dai contributi di consiglieri di diversi schieramenti. Per questo, ha detto Ceccarelli, “mi fa piacere ringraziare chi ha dato un apporto concreto alla modifica e al miglioramento della legge”. E si è augurato che “il voto bipartisan avuto in commissione si ripeta anche in Aula”. Cosa che, in effetti, si verificata. Su 31 votanti, al momento dell’appello, i sì alla proposta sono stati 31.
Marco Ceccarini
Ancora credete al calcio? Ah, ah, ah!
COMUNICATO STAMPA DEL COORDINAMENTO RESIDENTI CITTA' STORICA

Il Coordinamento Residenti Città Storica ha contribuito, insieme ad altre associazioni e comitati, alla cancellazione del progetto del Comune che prevedeva la costruzione di un brutto sottopasso a Ripetta interamente finanziato dai privati in cambio di 308 posti parcheggio interrato sulle sponde del Tevere (120 box in vendita, 85 a rotazione e 103 in abbonamento gestiti dal costruttore per trent'anni).
Nel corso delle audizioni, presenti il Sindaco Alemanno, l’Assessore Corsini ed il Responsabile del procedimento del progetto del sottopasso e del parcheggio, sono state evidenziate alcune clamorose carenze tecniche del progetto definitivo del sottopasso. Inoltre sono state riscontrate contraddizioni tra il Piano della Mobilità Sostenibile (che parla di tram su Lungotevere e di pedonalizzazione del centro storico) ed il progetto del sottopasso (che di fatto escludeva per sempre la possibilità di far marciare dei tram su quella sede e confermava al Lungotevere la funzione di strada di scorrimento urbano compromettendo per sempre la ricucitura di quello strappo tra la Città ed il suo fiume). E’ stato spiegato per l’ennesima volta, con l’intervento del Coordinamento NO PUP,  che i parcheggi interrati non si fanno nel centro storico, specialmente quando non c’è la certezza della loro pertinenzialità. Nel centro storico in futuro si camminerà a piedi, in bicicletta, in autobus, in minibus elettrico, in tram. A che servono dunque i parcheggi non pertinenziali se la prospettiva è questa?
Inoltre il Coordinamento Residenti Città Storica ha sempre fatto rilevare alla Soprintendenza come fossero state assenti le indaginiarcheologiche preventive previste anche dal PRG in caso di interventi nel sottosuolo.
L'annullamento del progetto deve essere l'occasione per rilanciare alcuni temi cruciali della mobilità nel centro storico fino a coinvolgere l'intera rete del trasporto pubblico a Roma.
Ma questo ennesimo progetto sbagliato è costato denaro pubblico al Comune il quale prima assegna l'opera in affidamento provvisorio a Todini e poi si accorge che il progetto definitivo con il quale Todini aveva vinto la gara era difforme alle indicazioni contenute dal progetto preliminare dell'Ufficio Città Storica sul quale era stata indetta la gara.
Questa nostra vittoria dimostra che l’unica arma a disposizione dei cittadini contro speculazioni, rovinosi progetti e dilapidazione di denaro pubblico per opere inutili e dannose è costituita dalle risorse umane, dalle esperienze e dalle competenze di cui è ricca la società civile. Crediamo che il Coordinamento Residenti Città Storica possa continuare a dare il suo piccolo contributo in questo senso insieme a centinaia di altre associazioni.
Dispiace vedere giornali come il “Corriere della Sera” che fin dall’inizio di questa incredibile vicenda di Ripetta hanno sistematicamente ignorato la presenza decisiva di coordinamenti ed associazioni attivi da anni nelle vicende urbanistiche romane come il Coordinamento Residenti Città Storica e come il Coordinamento delle Associazioni NO PUP per far comparire solo “Italia Nostra” ed il Comitato Ripetta. Forse siamo scomodi agli editori di riferimento ed a chi ci sta dietro perché esprimiamo una critica più radicale, presentiamo sempre proposte alternative utili alla Città e non solo ai costruttori, e non duriamo solo lo spazio di un mattino come qualsiasi comitato che nasce e muore sul singolo problema sotto casa.

martedì 29 maggio 2012

A Roma invece aumenta il biglietto

Bicicletta pieghevole sopra autobus Ataf

Bicicletta pieghevole a bordo degli autobus Ataf, da ora si può

Fonte: Firenzetoday

Dal 29 maggio a Firenze si potrà salire a bordo degli autobus dell'Ataf con un bicicletta pieghevole senza alcuna maggiorazione. Partirà anche la sperimentazione europea



Potrebbe interessarti: http://www.firenzetoday.it/cronaca/bicicletta-pieghevole-sopra-autobus-ataf.html
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Giovedì 31 maggio ore 21
BiciMondo: Mongolia, terra di Sogni e di Conquiste

Willy Mulonía e tutto il team di PROGETTO AVVENTURA presenteranno un documentario - prodotto da Film Mar a cura di Paolo e Luca Negro - di un ciclotour in Mongolia e si racconteranno.
Ci sarà una bella sorpresa per chi parteciperà alla serata.

Appuntamento il 31 maggio 2012 ore 21 sede Fiab Ciclobby, via Borsieri 4/E (Milano)

Ingresso libero.

lunedì 28 maggio 2012

Bike sharing, bocciato il piano del Comune Stop al bando e al progetto delle stazioni

Fonte e articolo completo: La Repubblica

DOPO l' ordinanza antialcol e il bando sui campi scuola, sottoi colpi del Tar del Lazio cade anche l' avviso di gara per l' affidamento, la gestione e lo sviluppo del bike-sharing. Tutto da rifare: i giudici amministrativi hanno accolto i ricorsi di Sci, Società concessioni internazionali, e della spagnola Cemusa, che aveva gestito il servizio fino al 2008, contro l' agenzia Roma Servizi per la Mobilità.

Ciemmona 2012 / 1


Tante foto da vedere, tante cose da dire, ma la cosa che mi ha colpito di più alla Ciemmona di quest'anno è stata l'apparizione venerdì a Piazza Vittorio di Guanming Chen, in viaggio da Pechino dal 2001 su un triciclo cinese stracarico. Senza marce.

Le pedivelle del triciclo sono a chiavelle. Usate le chiavelle, sono molto belle. Il saggio cinese di notte chiude le tende e dorme nel triciclo. L'amabile signor Chen ha percorsotutta la cm ed è approdato al Circo Massimo, dove ha pernottato per partire all'indomani in direzione Firenze. Mèta finale del suo viaggio: Londra.

venerdì 25 maggio 2012

Okkubyke Rome. Appello dei lavoratori dei trasporti per una città pubblica (la lettera)

Fonte: dazebaonews  

di 

ROMA-  i Lavoratori Atac Cotral Trenitalia USB Orsa chiedono un passaggio della " Ciemmona " sotto le finestre  di Atac.
Il 25 maggio in occasione della mobilitazione pubblica organizzata  per le ore 13 nella sede Atac  di via Prenestina i lavoratori e le lavoratrici hanno lanciato un invito affinchè il passaggio della “Ciemmona” avvenga sotto le finestre della sede Atac. 
Un occasione importante per unire le lotte, per un città pubblica, ecologica e di tutti.

La Lettera:
Non sappiamo se sia già accaduto che degli autisti del trasporto pubblico siano entrati in relazione con l’evento della “Ciemmona”. Stiamo vivendo un momento complicato per il destino di Atac, Cotral, e delle aziende pubbliche in generale, i meccanismi di privatizzazione finalizzati a risanare le casse in rosso delle amministrazioni locali stanno cambiando volto alla nostra città.
Il piano industriale di Atac prevede uno tsunami su Roma. Aumento delle tariffe, dismissione del patrimonio immobiliare, aumento delle ore di lavoro, taglio di linee considerate superflue. Quindi aumenta il biglietto, diminuisce la sicurezza e si perdono immobili importanti per le necessità sociali della città.
L’operazione viene giustificata agli occhi dei lavoratori e delle lavoratrici come necessità per salvaguardare posti di lavoro e salari. Quindi si prova a mettere contro due realtà ugualmente colpite, coloro che usano il mezzo pubblico e i dipendenti Atac e Cotral.
Riteniamo che questo vada impedito. Perché il trasporto pubblico così com’è risulta inadeguato e non in grado di rappresentare una valida alternativa all’uso del mezzo privato, per cui aumentando le tariffe e peggiorando il servizio, non solo suona come una provocazione ma non tiene assolutamente conto della profonda crisi economica e della necessità di molti e molte di passare, risparmiando, dalla vettura personale al mezzo pubblico. L’incentivazione all’uso del trasporto pubblico dovrebbe essere il primo punto da sviluppare verso una mobilità sostenibile e invece si produce l’effetto contrario, l’aumento del biglietto, gli autobus pieni e lavoratori stressati alla guida degli autobus, allontanano chi deve optare tra la propria auto e il mezzo pubblico.
Inoltre si colpiscono anche le categorie disagiate e gli studenti, pur di fare cassa rapidamente.
Ci siamo espressi contrariamente al piano industriale e ci stiamo battendo per i nostri diritti, provando ad incontrare coloro che intendono impedire la sua applicazione. Insieme agli studenti e alle studentesse, ai movimenti per il diritto all’abitare, ai precari e alle precarie, alle associazioni degli utenti e dei pedoni, intendiamo mobilitarci il giorno 25 maggio 2012, data d’inizio degli aumenti Atac. Ci recheremo davanti la sede dell’azienda in via Prenestina a partire dalle ore 14, chiedendo il ritiro del piano e il blocco degli aumenti.
Sappiamo che in quel giorno la Critical Mass si dà appuntamento a piazza Vittorio e per questo volevamo chiedere di condividere con voi questa giornata, la possibilità di un passaggio della “Ciemmona” sotto le finestre di Atac mentre la nostra mobilitazione era in corso ci appare una cosa notevole. L’idea di un diverso modello di sviluppo e di una mobilità non centrata sul mezzo privato può accomunarci. Vi aspettiamo!

I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DI ATAC, COTRAL, TRENITALIA – USB e ORSA 

Comunicato Verdi

RIFIUTI: BONELLI (VERDI); STOP CORCOLLE E' BUONA NOTIZIA MA DOPO PECORARO SI DIMETTA POLVERINI
PRESIDENTE REGIONE LAZIO E' VERA RESPONSABILE DELL'INDIVIDUAZIONE SITO CORCOLLE

"La scelta del governo di fermare lo scempio di un patrimonio unico dal punto di vista ambientale, storico e archeologico come quello di Villa Adriana è una buona notizia che ci auguriamo sia confermata. Ora però dopo le dimissioni del Prefetto Pecoraro è giunto il momento che la Presidente della Regione Lazio Renata Polverini tragga le dovute conseguenze e si dimetta". Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "La vera responsabile per la scelta del sito di Corcolle, tra quelli per le discariche nel Lazio in un documento del 20 luglio 2011, è la Presidente Polverini: iI questa vicenda c'è una responsabilità politica gravissima della Polverini che per prima ha avallato questa scelta folle".

"La Regione Lazio ha gestito la vicenda rifiuti in modo indecente, furbata dopo furbata. La prima furbata è stata quella di inviare all'Unione Europea un piano rifiuti omettendo di indicare i siti individuati per l'alternativa a Malagrotta, questo per evitare di fare la Valutazione Ambientale Strategica - continua il leader ecologista -. Per questa omissione la Regione Lazio - lo sappiamo perché abbiamo inviato un esposto alla Commissione europea - rischia una nuova infrazione comunitaria".

"Adesso bisogna affrontare il problema immediatamente l'emergenza rifiuti a Roma - conclude Bonelli -. Il governo deve commissariare subito la gestione della differenziata nella Capitale visto che L'Ama, per ammissione dei suoi vertici, non è in grado di raggiungere le quantità di differenziata previste dalla legge: questo è un passaggio fondamentale per affrontare e risolvere l'emergenza a Roma ed evitare che i rifiuti inondino le strade".

Roma, 25 maggio 2012

Pre-partenze per la Ciemmona dalle ciclofficine

Se volete arrivare alla Ciemmona in gruppo, insieme a tante altre cicliste e ciclisti potete unirci a uno di questi grupi che partirano dadiversi punti di Roma:

CINECITTA’-  QUADRARO
Saturday may 26th, at 15.00  in front of CSOA Spartaco, Via Selinunte 57

Roma Sud-Ovest:
VENERDì 25 MAGGIO
   Stazione Trastevere ore 17.15
SABATO 26 MAGGIO
   Stazione Trastevere ore 15.15

CENTOCELLE
CICLOFFICINA MASETTI
SPAZIO SOCIALE 100CELLE ,  Via Delle Resede
Venerdì 25 punta e partenza h.16,30 / 17,00
Sabato 26 ciclofficina APERTA dalla mattina alle h. 9,30. Punta e partenza h. 14,00 / 14.30

PIGNETO
Ciclofficina DON CHISCIOTTE
CSOA EX-SNIA, Via Prenestina 173
Venerdì 25 maggio partenza alle 17
Sabato 26 maggio partenza alle 15
Ciclofficina aperta quasi tutto il giorno, area campeggio, ciclisti di tutto il mondo.
Comunicato Verdi Lazio

VERDI: ALEMANNO REGALA AI COSTRUTTORI L’AGRO ROMANO. FERMIAMO QUESTO SCEMPIO. FIRMIAMO I REFERENDUM 'STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO'

L’avvenuta pubblicazione della cartografia sui nuovi insediamenti contenuti nelle c.d. “ aree di riserva” svela i reali propositi della Giunta Alemanno di configurare una nuova stagione di “mattone selvaggio”, consegnando ettari ed ettari di agro romano pregiato ai costruttori e superando nei fatti le già infauste previsioni contenute nel Nuovo PRG. Con questa manovra urbanistica, che non a caso viene varata a poco meno di un anno dal rinnovo dell’Assemblea capitolina, Alemanno trasforma circa 2 mila e 500 ettari di aree agricole in oltre 22 milioni di metri cui di cemento per realizzare abitazioni. Si tratta di una previsione aberrante, che mortifica le aspirazioni della Capitale, annientando le regole di pianificazione e di riqualificazione ambientale del territorio e che va combattuta su tutti i fronti: l’Agro Romano è un bene comune non disponibile!
I Verdi Ecologisti hanno depositato i Referendum per cambiare davvero Roma ed uno dei quesiti è rivolto proprio ad introdurre la moratoria al cemento (STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO) che soffoca la città, introducendo un piano straordinario per superare l’emergenza abitativa, ed avviare con gli Enti territoriali, gli ordini professionali del settore e le imprese, un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria per l’efficientamento, il risparmio energetico degli edifici, il restauro con tecniche di bioedilizia, la manutenzione delle strade e il risanamento del territorio.

Affermare questi referendum è, dunque, una questione di civiltà e di rispetto per il futuro della nostra comunità, a cui nessuno si deve sottrarre, se vogliamo restituire una speranza alle nuove generazioni.

Ciemmona 2012

Trudie e Sting

Come ti rifilo il bisogno che non hai

- Altraeconomia 41

Fonte: http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=716


Numero 41, luglio/agosto 2003

Le patatine con la fame non c'entrano nulla. O quasi. La realtà è che il consumatore è diventato un target e schiere di esperti di marketing hanno un solo obiettivo: la sua "quota di stomaco"

L'economia sta in un tubo.
Quello delle Pringles ormai è abbastanza familiare, da quando, nel 1999, la multinazionale Procter&Gamble decise di lanciare in grande stile le sue patatine fritte sul mercato italiano. Con un risultato clamoroso: l'intero mercato degli snack salati registrò un aumento medio del 25%, e il fatturato per Pringles fu di 100 milioni di euro nei primi 12 mesi, in un mercato che, di milioni, ne vale 450. Un riuscito esempio di come un uso sapiente del marketing e aggressive campagne pubblicitarie (investimenti per decine di miliardi di lire) possano creare i bisogni e aumentare i consumi. Perché il mercato svela i suoi meccanismi ogni volta che apriamo il portafoglio, anche solo per un languorino. E la realtà è che non c'entra la fame: la realtà è che siamo un target, un bersaglio, e il centro è un pezzo del nostro stomaco.
Pringles è la reinvenzione della patatina. Non si tratta di patate affettate e poi fritte, ma di fiocchi di patate disidratate, arricchite con amido di frumento e farina di granoturco, fritte in tempi rapidi e ad elevata temperatura. Lo stampo le rende tutte uguali e perfette nella forma. Un marchio diffuso da decenni negli Stati Uniti, approdato in Europa nei primi anni '90 ma fino al 1999 sconosciuto in Italia. Ancora oggi sono l'unico prodotto alimentare che la multinazionale statunitense vende da noi. Sono preparate a Mechelen, in Belgio (grande produttore di patate): un unico stabilimento fornisce tutta Europa.
Il giro di affari delle Pringles nel mondo è da un miliardo di dollari. A questo punto scordatevi il termine "patatina fritta". Pensate piuttosto alla squadra di analisti ed esperti di marketing che studia le mosse per imporre il nuovo prodotto. Per creare un nuovo bisogno, e conquistare quella che -davvero- si chiama "quota di stomaco" del consumatore. L'analisi di mercato che aveva anticipato il lancio (e valutato la convenienza) aveva rivelato le peculiarità del mercato italiano degli snack: una forte propensione ai prodotti dolci, e gli snack salati si consumano prevalentemente in occasioni particolari, come feste o aperitivi. Ma soprattutto un netto oligopolio: una manciata di aziende (e su tutte la più famosa, San Carlo) che fanno il mercato. Un mercato considerato "dormiente", cioè dalle grosse potenzialità di espansione.
Per far esplodere Pringles sul mercato italiano, e imporlo nelle abitudini alimentari degli italiani, la squadra decide di creare un prodotto "di culto", per replicare successi commerciali come la Coca Cola, o gli orologi Swatch. Nei mesi che precedono la comparsa sugli scaffali dei supermercati o nei bar, il team di Procter&Gamble decide di creare un'aspettativa insoddisfatta, per far parlare di Pringles senza che si potesse saperne troppo, e senza farle trovare in giro. La massima risonanza si ottiene sussurrando la novità, facendola percepire come esclusiva. L'espressione giusta è "marketing della privazione": meno un prodotto è accessibile, più è desiderato.
Per questo motivo dal febbraio 1999 iniziano a comparire nei locali notturni più alla moda di Milano e Roma confezioni di Pringles: ma non si possono comperare, sono regalate. E confezioni di Pringles se le mangiano i personaggi famosi, scelti con cura tra i punti di riferimento giovanili, perché i giovani sono il target del prodotto. Pringles deve essere percepito come un prodotto di nicchia, anche se è una nicchia di massa. E poiché i culti nascono sulla strada, per creare aspettativa, dal marketing della privazione si passa al marketing degli eventi: sponsorizzazione di eventi sportivi legati alla street culture o partnership con radio famose. Il successo della novità inizia ancor prima di aver venduto una confezione o di essere esposto in un negozio.
Questa storia va avanti per mesi, fino al lancio vero e proprio, a maggio. Da introvabile, Pringles invade il mercato, per sfruttare al meglio la domanda insoddisfatta che si era gonfiata nel periodo precedente. Il canale prediletto non sono ancora i supermercati, ma i luoghi dell'acquisto d'impulso, come bar, negozi, locali. L'investimento sulla distribuzione (il modello è la capillarità dei frigoriferi della Coca Cola) è il più imponente, e con esso arriva anche la pubblicità. Nei primi sei mesi Procter&Gamble spende in comunicazione per Pringles 13 miliardi di lire, l'equivalente dell'intera spesa della categoria degli snack salati (di allora). A tre anni di distanza il successo di Pringles, un bisogno indotto a colpi di marketing, prima che con la bontà del prodotto, si è molto ridimensionato, con il fatturato che si attesta attorno ai 55 milioni di euro. La quota di mercato (considerando tutti gli snack salati) è sotto il 10%. La Pringles-mania, creata a tavolino e sfruttata commercialmente al meglio, sembra essersi esaurita, anche se le "patatine perfette" rimangono al vertice rispetto alle concorrenti se guardiamo alla spesa pubblicitaria e agli investimenti per partnership e sponsorizzazioni. I successi hanno sempre bisogno di una spinta.
Almeno fino al prossimo culto.!!pagebreak!!
Procter&Gamble, 300 marchi per 40 miliardi di dollari. A partire da una candela
Tutto inizia con le candele che William Procter inizia a fabbricare all'inizio del XIX secolo a Cincinnati. Oggi la multinazionale cui ha dato vita insieme al cognato James Gamble nel 1837 opera in più di 160 Paesi, con un giro d'affari che supera i 40 miliardi di dollari l'anno. Metà del fatturato proviene da attività al di fuori degli Stati Uniti.

Oltre 300 marchi, per sei aree di attività: pulizia della casa e dei tessuti, cura dei bambini e igiene femminile, derivati della carta, cosmesi, alimentare, salute e cura della persona. Fanno all'incirca 102 mila dipendenti e 100 stabilimenti di produzione. Detiene più di 27 mila brevetti, e ne sforna di nuovi 3 mila l'anno (10 al giorno).
Procter&Gamble è in Italia dal 1956. 1 miliardo e 154 milioni di euro il fatturato 2001 (quasi 800 milioni in meno rispetto al 2000), gli impiegati sono poco meno di 2 mila.
Ha quattro stabilimenti: il primo è quello di Pomezia (Roma), costruito nel 1961 per produrre detersivi. Poi sono venuti Campochiaro, provincia di Campobasso (specializzato in candeggine), Gattatico (Reggio Emilia, prodotti per la casa) e Altopascio (Lucca, per i derivati della carta). I marchi: Dash, Ariel e Bolt, Ace, MastroLindo, Swiffer Viakal, Pantene, Infasil, Az, Kukident,Pampers e Tampax, Tempo e Bounty, Iams. Molti i marchi di profumi e cosmetici: Oil of Olaz, Max Factor, Laura Biagiotti, Hugo Boss, Lacoste, Helmut Lang tra gli altri.
E naturalmente, Pringles.!!pagebreak!!
Il 62 per cento del settore è in mano a un'unica azienda
Il Santo delle patatine che domina il mercato

Altro che patatine: gli italiani preferiscono le merendine. Che siano "fuori pasto" o "rompi digiuno", il mercato degli snack è coperto per i due terzi dagli spuntini dolci. Ma più che ai gusti, questo è dovuto alla presenza di colossi dolciari come Ferrero e Mulino Bianco/Barilla, o Nestlé, che si fanno concorrenza a colpi di spot e promozioni, e con una miriade di nuovi prodotti sfornati ogni mese.

Il mercato degli snack salati invece registra un elevato grado di concentrazione e una concorrenza relativamente bassa, per cui poche aziende si spartiscono i consumatori. Un mercato "dormiente", la cui crescita è sempre stata limitata all'1 o 2%. Almeno fino al periodo boom di Pringles, di cui abbiamo parlato nelle pagine precedenti, quando la novità si portò dietro anche i marchi concorrenti, e gli italiani si scoprirono golosi di patatine e affini.
Soprattutto un mercato protetto da barriere che impediscono a nuovi soggetti di entrare: la capacità distributiva, innanzitutto, e gli investimenti in comunicazione. Solo chi è in grado di garantire una presenza capillare sul territorio e fidelizzare i clienti alla propria marca ha le chance per imporsi sul mercato italiano: infatti ci è riuscita Procter&Gamble, non foss'altro perché è una delle più potenti multinazionali del pianeta (e comunque anch'essa oggi ha di gran lunga ridimensionato il suo successo). In un mercato dove la marca conta più del prezzo (chi compra un sacchetto di patatine lo fa perché ne ha voglia, e vuole scegliere un prodotto che conosce, che lo ha già soddisfatto in passato) il nome San Carlo rappresenta il primato delle patatine per antonomasia. Infatti si tratta del leader indiscusso del comparto, col 49% del totale delle vendite. Quel che non tutti sanno è che San Carlo è un marchio del gruppo Unichips (nome che al contrario può non dirvi niente), gruppo al quale appartiene anche Pai, acquistato da San Carlo nel 1992 dalla Sme (holding alimentare dell'Iri): 62 pacchetti su 100 acquistati sono di una di queste due marche.
La strategia di marketing di Unichips sfrutta la fisionomia e le barriere del mercato. L'ampiezza della gamma di offerta è infatti uno dei trucchi per mantenere il primato: solo di patatine fritte il gruppo vanta una decina di tipologie (che in gergo si chiamano "referenze"). Quella che va di più è la classica. Ma sono Unichips anche altre patatine che si trovano sugli scaffali dei supermercati (che rimangono il principale canale distributivo): Wacko's (target giovanile), Highlander (speziate, frutto dell'acquisizione di un'azienda britannica), Trattoria (rustiche). Non solo: anche molte delle patatine commercializzate dalla grande distribuzione col marchio del supermercato sono in realtà prodotte negli stabilimenti Unichips (in questo caso si parla di private label). Così voi credete di avere una marca preferita, o più conveniente, e invece mangiate sempre dallo stesso produttore.
L'altro fattore è il sacchetto (pardon, il "packaging"): la riconoscibilità immediata e la capacità di attrazione sono prerogative nei consumi d'impulso (è difficile trovare la scritta "patatine" sulla lista della spesa al supermercato, tantomeno al bar).
E poi la comunicazione. Unichips mira a segmentare la clientela per fasce di età, individuando all'interno della fascia degli adulti un'ulteriore segmentazione in base agli stili di vita e alle scelte in rapporto alla qualità e al prezzo. Per il 2003 Unichips raddoppierà l'investimento pubblicitario, portandolo da 5 a 10 milioni di euro, anche per sostenere un ulteriore sforzo distributivo, che porterà le patatine anche in canali non tradizionali, come i parchi di divertimento, le stazioni di servizio, gli aeroporti e i distributori automatici.
Ma quanto vale il mercato? San Carlo/Unichips è una vera e propria multinazionale: un'azienda da 14 stabilimenti e 380 milioni di euro di fatturato, un quarto del quale è prodotto in Francia (dove gli stabilimenti sono 5 e ha acquistato il marchio Flodor, secondo nel comparto d'Oltralpe). I dipendenti sono oltre 6 mila. Unichips è presente con i suoi stabilimenti anche in Spagna (9% del fatturato) e Gran Bretagna, e possiede aziende distributrici in Germania, Portogallo, Belgio, Olanda, Danimarca, Svizzera, Austria, Grecia, Nord Africa, Caraibi. Neanche la "materia prima", le patate, sono tutte italiane. Dipende dai periodi: a giugno e luglio arrivano dal Casertano e da Napoli, tra agosto e dicembre dal Veneto, dall'Emilia e dall'Alessandrino, il resto (da gennaio a maggio) da Francia, Germania e Belgio. Una multinazionale che però ha mantenuto una gestione familiare: l'epopea San Carlo/Unichips inizia nel 1936, con l'apertura -a Milano- della rosticceria della famiglia Vitaloni, che deve il nome alla vicina chiesa. Ancora oggi un Vitaloni (Alberto) è a capo dell'azienda.
Le patatine costituiscono il 45% della produzione complessiva di Unichips, che fa anche altri snack salati, prodotti da forno e snack dolci. Oltre la metà delle vendite di patatine si concentra al Nord (soprattutto Lombardia e Veneto), il 21% al Centro e il 24% al Sud (tra l'altro: al Sud Italia preferiscono la "Più Gusto", un po' piccante).
Le rivali di Unichips (cioè le rivali dei marchi San Carlo e Pai) sono distanti (vedi box nella pagina precedente). Amicachips, con sede a Castiglione delle Stiviere (in provincia di Mantova) ha una fetta di mercato pari a poco meno del 13%. Icafoods, che commercializza i marchi Crik Crok e Puff, è ferma a meno dell'11%.!!pagebreak!!
L'"Amica" del private label, ovvero delle marche da supermecato
Fuori gli americani. Le Pringles non appartengono (anche per una scelta di marketing) strettamente al mercato delle patatine fritte, ma più in generale a quello degli snack salati. Se guardiamo unicamente alle chips, la supremazia di Unichips è netta: il marchio San Carlo copre il 49%, Pai il 13% del mercato italiano. Di gran lunga distanziata c'è Amica Chips, azienda nata nel 1990 con due stabilimenti: uno a Castiglione delle Stiviere (vicino al lago di Garda, in provincia di Mantova), l'altro a Milano, dove si fanno anche prodotti da forno. Nel 2002 ha fatturato circa 30 milioni di euro, concentrato soprattutto nel private label, ovvero nella produzione di patatine con marchi della grande distribuzione. Investe molto in promozione: il 12% circa del giro di affari. Copre il 12,8% del mercato delle patatine.

Col 10,6% segue Ica Foods, che commercializza i marchi Crik Crok e Puff. Ica è l'unica azienda che riesce almeno a insidiare la supremazia di Unichips, pur se limitatamente al segmento della fornitura dei bar e nella ristorazione (per la quale la marca conta meno).
Ha oltre 50 anni di vita, 170 milioni di confezioni di snack vendute ogni anno e 4 stabilimenti, nei quali si preparano (oltre alle patatine) merendine, biscotti e prodotti da forno.
Le altre marche comprendono Pata (26 milioni di euro di fatturato) e Mitica foods (5 milioni di fatturato). Quest'ultima si rivolge al mercato dei giovanissimi, e per questo ha iniziato una collaborazione con Giochi Preziosi per inserire nelle confezioni di patatine gadget di vario genere.
Occhio alla quantità giornaliera massima consigliata
Destinati a ruminare. L'abitudine di mangiare in continuazione tra un pasto e l'altro sembra consolidarsi anche in Italia. Ciò è dovuto sia al progressivo abbandono del pasto come momento di aggregazione familiare (a causa del lavoro) sia alla maggiore disponibilità di alimenti che possono essere consumati mentre si è fuori casa. Contro l'opinione comune, gli studi dimostrano che gli snack non predispongono necessariamente al sovrappeso. Gli alimentaristi tuttavia puntualizzano: il consumo di snack deve avvenire a debita distanza dai pasti principali. Inoltre, è sempre bene scegliere spuntini che abbiamo il minor apporto calorico. Soprattutto (e in particolare con i prodotti fritti) bisogna stare attenti ai grassi.

In genere su ogni confezione c'è la tabella nutrizionale che indica calorie, carboidrati, grassi: la quantità giornaliera massima di quelli saturi per 100 grammi dovrebbe essere di 9 grammi. Nel caso delle patatine fritte, i grassi saturi sono tra i 18 e i 21 grammi ogni 100, ben oltre il limite giornaliero. Per cui non si dovrebbero mangiare più di due o tre sacchetti alla settimana. Un po' meglio le Pringles, che di grassi saturi ne contengono 13 grammi su 100 (quindi il "tubo" da 200 grammi ne contiene il doppio).

Adozione cani e mostra fotografica

Ex Lavanderia (Pad. 31), Santa Maria della Pietà, Roma. Sabato 26 maggio 2012, dalle ore 15.
Sabato 26 Maggio le associazioni ed i comitati del Municipio 18 scendono in piazza, con un corteo allegro, pacifico e colorato per difendere i beni comuni del territorio:

- Contro il consumo del territorio e la speculazione edilizia
- A tutela dell'ambiente, del verde pubblico per nuove pratiche, individuali e collettive, che indirizzino il municipio verso un percorso solidale e sostenibile
- Per la legalità, contro l'aggressività delle vecchie e nuove mafie
- Per i diritti sociali: salute, casa, lavoro
- Per i diritti civili: per un municipio in cui a nessuno vengano negati i propri diritti in base al luogo di nascita   o all'orientamento sessuale
- Per una mobilità sostenibile

IL CONCENTRAMENTO E' ALLE 16.00 A VIA URBANO II

giovedì 24 maggio 2012

Fano (PU). Tentativo di furto in via Perosi: un giovane mette in fuga i ladri e li insegue in bicicletta.

Fonte: giornale.sm
Comunicato Verdi

COMUNICATO STAMPA

CORCOLLE: BONELLI; ESPOSTO IN PROCURA, CHIEDIAMO SEQUESTRO AREA DISCARICA PER SALVARE VILLA ADRIANA
SEQUESTRO NECESSARIO PER EVITARE DANNO IRREVERSIBILE A BENE AMBIENTALE E CULTURALE UNICO

"Oggi abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di Roma il sequestro preventivo dell'area dove a Corcolle è stata prevista la realizzazione della discarica, attraverso un esposto". Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che spiega: "La richiesta di sequestro si è resa necessaria per evitare che un danno ad un bene ambientale e culturale unico come quello di Villa Adriana venga realizzato e portato a conseguenze irreversibili".

"Chiediamo un provvedimento d'urgenza da parte dell'autorità giudiziaria. Inoltre abbiamo chiesto all'autorità giudiziaria per la violazione della legislazione in materia ambientale e di tutela dei beni culturali di avviare un'indagine - continua il leader ecologista -. Infatti gli stati membri dell'Europa non possono derogare dal proprio ordinamento giuridico interno per giustificare l'inosservanza degli obblighi derivanti dalle direttive europee, come stabilito nelle sentenze della Corte di Giustizia Europea sent. 13/12/1991 C-33/90 sent. 24 e 16 gennaio 2003 n C-388/01".

"E' ormai evidente che sulla discarica di Corcolle è in atto uno scontro di potere tra gruppi economici che si contendono il controllo del ciclo dei rifiuti nel Lazio: tutto questo sulle spalle dei cittadini e di un'area dal valore ambientale culturale, storico unico - conclude Bonelli -. La zona dove si vorrebbe realizzare la discarica di Corcolle è una zona ad alto rischio idro-geologico (R4). Continuare con questa follia che cancella il valore di Villa Adriana è uno stupro alla cultura e alla storia del nostro Paese oltre che un atto di una irresponsabilità assoluta".

Roma, 24 maggio 2012
Comunicato Verdi Lazio

RIFIUTI
BONESSIO (VERDI), CAPITALE OGGI STRETTA IN TRIPLA TENAGLIA. MONOPOLISTA CONTINUA A DETTARE SUE CONDIZIONI

«É una tripla tenaglia quella che si stringe oggi sulla Capitale oggi circa la questione rifiuti. - afferma il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio - Da un lato la vicenda di Corcolle con il beneplacito di Monti, mentre arrivano con straordinaria sincronia le dichiarazioni del amministratore delegato di Ama che definisce, come al solito irrealizzabili, le proposte del Ministro Clini di portare la capitale al 65% entro il 2014. La cosa non ci sorprende. Ama non è in grado, o non vuole, di fare la differenziata, la appalta all'esterno con procedure opache e affida il futuro della città a un dubbio destino. Ciò che più ci sconcerta è il fatto che il monopolista Cerroni, cosi si definisce lui, provi a dettare le regole addirittura al Presidente del Consiglio Monti cosa che la dice lunga con quale tenacia chi ha gestito per trenta anni l'affare rifiuti a Roma voglia continuare a farlo cercando di influenzare in maniera diretta chi deve prendere le decisioni».

¡Tierra y Libertad!

Visitate Grigoland, terra della libertà.

Se non avete tempo, non avete soldi, non avete voglia di andare lontano e state a Roma, forse potreste fare una bella scoperta prendendo una bici per inotrarvi da Ponte Milvio sulla pista ciclabile che arriva a Castel Giubileo e che attraversa il magnifico reame di Grigoland, terra di tradizioni e sapori unici.
La visita in bici è meravigliosa. Lasciato alle spalle lo scempio edilizio ormai ultimato nel Parco di Tor di Quinto, e nonostante il fitto traffico di ciclisti stagionali, Grigoland si raggiunge facilmente. Quando ci arrivate, stradiatevi a terra o sedete su una panchina. Non gettate rifiuti. Se forate e cambiate la camera d'aria, per favore appendetela da qualche parte, così quando passo me la prendo.
Se un giorno qui vorrannno costruire, forse questo tuo viaggio ti farà capire quanto sia bello questo posto così com'è, d'estate e d'inverno. Forse anche tu, allora, darai una mano a combattere la speculazione edilizia di questa città, il vero partito che la domina: altro che pd e pdl, altro che Alemanno e Zingaretti. Tutte quelle boiate sui parchi tematici, turistici, punti verdi, i campi sportivi (con docce, ristorante, bar, parcheggio interrato, foresteria, ecc.), il golf (che è uno sport di merda e riempie la terra di diserbanti), la crescita, la scusa ipocrita dei posti di lavoro (che non verranno o saranno comunque sempre meno pagati).
Vai e conosci Grigoland, amico pedalatore più o meno assiduo. Che il tuo pedalare sia sereno e istruttivo! Ma non in questo weekend, perché il 25-27 maggio a Roma, orco mondo, c'è la Ciemmona.