giovedì 31 luglio 2008

A tutta manetta, l'estate vi aspetta

Stef, che saluto, mi ha inviato un link di ciclismo ad Amsterdam che m'ha fatto venire voglia di prendere la bici e partire all'istante verso lidi più ciclistici. Però, nel mio piccolo, infarcito di buche, rattoppi e stronzaggine automobilistica, non mi posso lamentare. Questa settimana ho fatto svariati chilometri. Domenica scorsa mi sono regalato un San Felice Circeo-Ostia-Roma, niente male. Ho sbagliato strada un paio di volte e ho fatto poco meno di 150 Km, 7 ore e 41 di pedale (ore 6.50-14.31), con relativo indolenzimento a quello che in gergo ciclistico si chiama "soprasella", e un po' alle gambe. L'apice è stato raggiunto sulla Cristoforo Colombo, dove a un certo punto arriva una bella discesa liberatrice. Poi lunedì, martedì, mercoledì 40 Km al giorno. E oggi saranno una sessantina tra Roma e il Lago di Bracciano. Eppure, c'è gente che percorre anche 300 Km di fila o anche peggio, per non parlare dei randonneur della Parigi-Brest-Parigi o la Londra-Edimburgo-Londra, ecc. Quindi pedalate, non avrete la scusa delle condizioni meteo!

mercoledì 30 luglio 2008

Quad

Da qualche anno sono il nuovo passatempo di chi va in vacanza in luoghi ameni, di campagna, dove sarebbe bello oziare all'aria aperta. Si chiama Quad. Con la sua presenza, il luogo non è più tanto ameno e diventa pista da corsa. Pesante, costoso e ingombrante come un'automobile, meno sicuro di quanto non pensi chi lo ha preso in affitto, il quad inquina e scassa i timpani a galline e abitanti delle campagne di mezza Italia. Si pensa così di ingannare il tempo, lanciandosi in gare e inutili ricognizioni: non ci resta che sperare nel prezzo del barile.

martedì 29 luglio 2008

A tu per tu con la valvola 2

Dopo una breve chiacchierata con un ciclorivenditore esperto e affidabile, riporto alcune considerazioni aggiuntive sulle valvole. Lasciando stare la valvola tipo auto o moto (Schrader), che forse va bene in certi contesti di pressione estrema, ma che a me sembra orrenda e ricorda troppo i mezzi a motore, prendiamo in considerazione le altre due, la valvola tipo Presta e quella detta italiana o Regina.
La valvola Presta ha il tappo incorporato, che quindi non si può perdere. Inoltre, si cambia rapidamente, in quanto non si deve svitare il dado circolare, come nella valvola italiana. C’è un fattore, che mi sembra importante, è che rende la valvola Presta meno efficiente: la resistenza e l’affidabilità della valvola interna. Se viene stretta poco rischia di perdere aria; se invece viene stretta troppo si rischia di piegare la parte interna, che ho fatto vedere nel post “a tu per tu con la valvola”. Inoltre, quando si cambia la camera, a volte quella nuova è bloccata e, armeggiando con mani inesperte, si rischia di romperla ancor prima di averla montata. Il blocco della valvola è frequente e quando si pompa aria la camera non si gonfia: mi è capitato di dare una mano ad Adriano Pappalardo, che aveva questo problema, su una ciclabile di Roma.
Il rivenditore chiamato in causa all’inizio mi ha detto che il vantaggio della Presta, che è più delicata, consiste nel fatto che la camera d’aria si cambia più rapidamente, e questo è un vantaggio ricercato da chi possiede bici da corsa e fa gare, o sogna a occhi aperti di farle, mentre la domenica gira attorno al lago di Bracciano o al lago Maggiore. In proporzione, mi dice il rivenditore, si vendono molte più camere d’aria con valvola italiana, che si rivela più affidabile, resistente e versatile. Eppoi nella valvola italiana non devi impazzire a capire quanto devi stringere il tappo, come nella Presta, perché la guarnizione è interna, e devi solo mettere il tappino per proteggere la valvola dalla polvere e dal fango.
Detto questo, sulle mie bici ho quasi tutte Presta, per ora almeno.

lunedì 28 luglio 2008

Il mezzo trattico

Intervista su Alias del 26 luglio al nuovo direttore della National Gallery di Londra, Nicolas Penny. Durante il dottorato, sceglie di specializzarsi sulla scultura inglese, di cui divenne uno dei pochi esperti. Gli ingredienti per scoprire le opere sparse in tutta la Gran Bretagna? «Così pensai che con una bicicletta, un orario dei treni, il volume di Pevsner e l'archivio fotografico avrei fatto grandi progressi».

venerdì 25 luglio 2008

Requiem per un velodromo

Ore 17.45 del 24 luglio 2008: 50 Kg di tritolo mandano in fumo il Velodromo Olimpico di Roma, situato in viale dell'Oceano Pacifico all'Eur. Al suo posto dovrebbe sorgere un centro "wellness". Noi sicuramente ne parleremo malissimo, perché il velodromo era già molto wellness, ma ci si speculava poco. Quando andavi al velodromo - mi hanno raccontato i vecchi ciclisti - bastava esibire la tessera della Federazione Ciclistica Italiana, ti sceglievi la bici da pista della tua misura e ti facevi un po' di giri. C'erano meccanici e personale per uno sport sano. Qui avevano vinto Gaiardoni, Bianchetto, Beghetto, qui fui stabilito il record inviolato di Francesco Del Zio, più di due ore in surpalce.
Anche qui nascerà una nuova struttura, forse un centro benessere, l'ennesima vagonata di cemento in nome dei posti di lavoro, motivazione perfettamente illusoria. Sul Corriere della Sera odierno, ricorda il consigliere regionale Antonio Zanon (Pd): «L'accordo di programma prevede il versamento di un milione di euro da parte di Eur Spa, nelle casse del Comune di Roma. La somma servirà per la costruzione della nuova "Casa del Ciclismo"».

Dubbio

Se un tizio prende un bazooka e si mette a sparare a casaccio in mezzo alla strada, che tipo di reato commette? Mi interesserebbe saperlo per capire quale differenza c’è tra una cosa del genere e il fatto di correre a 80 o a 100 Km/h su una via urbana, dove il limite è 50. Non si tratta di un semplice eccesso di velocità; sarebbe un eccesso di velocità su un autodromo deserto. Invece correre con un'auto su una strada implica inevitabilmente anche un serio rischio per pedoni, ciclisti, ecc. Quindi, perché andare a 120 Km/h su Lungotevere non dovrebbe essere considerato tentato omicidio? C’è una finalità filantropica verso il prossimo, nascosta tra le pieghe dell’eccesso di velocità, che lascia prefigurare le buone intenzioni dell’automobilista o del motociclista? Oppure il fatto di guidare un auto invece di sparare col bazooka rende automaticamente più buoni?

giovedì 24 luglio 2008

Nuclear dream

La nostra società si alimenta di illusioni più che di realtà. Basta vedere come viene gestita sui giornali la questione delle fughe radioattive. Ieri la quarta fuga nel giro di due settimane in Francia: nessun pericolo, nessun danno. Il direttore della centrale ha parlato di "livello zero". A fare il resto è la capacità di dimenticare rapidamente e gestire, occultandole, le notizie più scomode. Il nucleare è sicurissimo e non è mai dannoso per la salute, si ripete in coro, un coro piuttosto interessato. Che fine hanno fatto i 19 giapponesi contaminati nel 1999 da una fuga radioattiva? Quisquilie. Vi ricordate le previsioni del tempo in tv all'epoca di Chernobyl? La perturbazione dall'Est stette ferma per una settimana allo stesso posto. In Italia si spinge molto sul ritorno al nucleare, con la scusa dei rincari dell'energia. Ma il nucleare è più costoso e abbiamo votato contro al referendum. Inoltre il nucleare è inquinante e pericoloso, soprattutto in caso di incidente crea danni irreversibili. Per questo motivo, sul nucleare nessuno dirà mai la verità. Se torna in Italia io mi compro un contatore Geiger.

mercoledì 23 luglio 2008

This is Italy

Lo ha detto, con tono amaro, non di scherno, un ragazzo straniero mentre visitavamo il tempio di Giove Anxur a Terracina. Oggetto dell'esclamazione non il monumento in questione, ma le scritte a vernice spray sui muri.



Racconto la cosa ad alcuni amici. Mi dice Riccardo: "Ah, sí, lì ci organizzano i rave party».



L'oracolo del tempio avrà previsto questa evenienza?

martedì 22 luglio 2008

A tu per tu con la valvola

Ho tagliato una vecchia camera d’aria su cui era montata una valvola Presta, oggetto che mi ha dato qualche problema, forse per un cattivo uso.



Ho smontato la valvola, che è formata da un piccolo dado e da una parte filettata alla cui estremità inferiore è fissata la guarnizione. Ho rotto diverse valvole di questo tipo per la tendenza a chiuderle troppo strette, finendo per storcere la parte che regge la guarnizione, che è piuttosto fragile. A volte, capita anche che il tutto ceda sotto il peso del ciclista e le buche, ma è successo molto raramente.



Comincio a pensare che sia meglio la valvola italiana (qui nella foto non c’è il tappetto metallico che protegge l’entrata della valvola dalla polvere).

venerdì 18 luglio 2008

Incubo

Ieri ho avuto un incubo. In un sonno tormentato, l’attuale clima del nostro paese assume le fattezze dell’on. avv. Niccolò Ghedini. Un tetro stanzone, con al centro una vecchia poltrona da barbiere, diviene il luogo per fare i conti con un’intera generazione, la mia. Le luci al neon traballano sui muri e nell’aria appiccicaticcia a 29 gradi celsius. Generazione, detto per inciso, della sfiga rispetto ai fasti del decennio precedente, con le sue cattedre a go-go, i sociologi socialisti, intermediari e broker di varia natura. Poi giù a rotta di collo: la fine della manualità e dei riparatori, le tv private, gli hard discount, il lavoro a progetto, l’usa e getta a profusione, calci in culo, sorrisetti e dio provvede.
I grandangoli della creatura si ingrandiscono, prendono di mira il cervelletto e cominciano a perforarlo, onde provvedere alla posa di cavi in fibra ottica a norma Iso. Treni di Mb affluiscono all’interno del mio corpo.
«Precario a vita. Al minimo di stipendio. Nessuna novità per tutta la tua vita. Ah, ah, illuso, con i tuoi studi ridicoli...Voglio creare una generazione di superuomini atomici a Suoi ordini. Chicco Testa e Scajola stanno già studiando i dettagli del reattore. Obbedienti alla Sua volontà».
«Vorrei andarmene dall’Italia. Mi lasci il tempo di preparare uno zaino».
«Lo so. Me l’ha detto Lui. Lui sa, Lui vede, per questo è contrario alle intercettazioni, perché Lui già sa, è inutile intercettare. La fuga dei cervelli finirà a Ventimiglia. Tutti in vacanza su un’isoletta, con obbligo di dimora. Al chiodo». A consumare schifezze, a subappaltare il lavoro all’ennesimo stronzo in Suv.
«Non potrete uscire più dall’Italia, come nella vostra amata Cuba». I due fish-eye mi inchiodano alla poltrona. «E niente biciclette». «No, questo no». «È per la tua sicurezza. L’isola di Santo Stefano non è ciclabile, ti schianteresti sugli scogli».

giovedì 17 luglio 2008

Nipple perforante


Mi sono imbattuto di un singolare tipo di nipple, molto puntuto e pronto a forare le camere d'aria alla minima distrazione del flap. Era montato sulla ruota di una mtb di discreta qualità reperita "on the road". I nipples sono in ottone e sembrano un capriccio dell'industria anni '80. Buoni per il museo delle invenzioni fallite.

mercoledì 16 luglio 2008

Sedia sediola


Il reperimento "on the road" del giusto pezzo mi ha finalmente permesso di portare a termine una vecchia idea, in cui le camere d'aria inservibili sostituiscono la paglia delle sedie tradizionali, quelle che ancora ci piacciono molto. Per assicurare le parti di gomma basta fare un doppio nodo: finora ha tenuto. E non siamo dei fantini. Ecco la sedia:

martedì 15 luglio 2008

G8 Bolzaneto: fu autolesionismo

15 condannati, 30 assolti, pene miti da non scontare. Anche perché la tortura non è prevista come reato dalla legge italiana. E comunque non era tortura. Casi isolati. Molto autolesionismo. L'autolesionismo è una patologia; in inglese è designata come Deliberate Self Harm Sindrome oppure (Sindrome di auto-ferirsi intenzionalmente), Complex post-traumatic stress disorder (Disturbo post traumatico da stress), Repetitive Self-Harm Syndrome (Sindrome da autolesionismo ripetuto) o Multiple personality/dissociative identity disorders (Disturbi di personalità multipla/identità dissociativa o MPD/DID).

lunedì 14 luglio 2008

Raccolta indifferenziata




Un cassonetto stamattina a Ponte Milvio. Il frutto della movida della zona, per la gioia dei commercianti, finisce tutto nel secchio generico, se non per terra. Ma non c'era l'ordinanza antivetro? Non c'è la campana per la raccolta del vetro? Salute!

giovedì 10 luglio 2008

Vigili, pistole e pistolate

Da una riunione dei Vigili urbani di Roma è emerso che 3 su 4 vogliono la pistola (Corriere della Sera, Cronaca di Roma, 8 luglio 2008). Il 10% dei vigili ha dichiarato l'intenzione di non volere l'arma e il 5% ha annunciato l'obiezione di coscienza. La nostra solidarietà va a loro. La maggioranza vuole essere equiparata agli appartenenti alle altre forze dell'ordine, con l'indennità per la custodia dell'arma in busta paga. Questo ultimo aspetto ci sembra l'unico concreto. Si evoca, ancora una volta, la sicurezza, questo spauracchio che serve a camuffare tutto in una poltiglia indistinta. I vigili si lamentano pure, perché è previsto che usino l'arma solo in casi di legittima difesa e non in difesa di altri cittadini, dice l'articolo. È lecito chiedere quante volte sono stati in pericolo di vita per un aggressione i vigili urbani? Non saranno più pericolosi per la loro incolumità i mezzi a motore delle strade romane, i vari drogati e alcolizzati, le gare d'auto e di moto? Non esistono forse i corsi di difesa personale, i manganelli, le radio per chiamare aiuto? No, tutto concorre al mito del West: ormai in tutta Italia i vigili urbani vengono dotati di arma, come se le loro mansioni fossero cambiate.
Non sarà che ognuno dovrebbe fare il suo lavoro, i vigili gestire il traffico e le altre forze dell'ordine fare altre cose? Peraltro, ho notato che alcuni vigili già portano le armi, per esempio i motociclisti. Dovremo forse dare una pistola anche ai vigili del fuoco, da usare se un gatto sull'albero non vuole scendere?

mercoledì 9 luglio 2008

Occasioni imperdibili

Dal 7 al 12 luglio, a tutti coloro che compreranno un'auto Mercedes, verrà regalata - cito testualmente dalla pubblicità - "la straordinaria Mercedes-Benz Fitness Bike (disponibile nei modelli Sport Edition o Comfort Edition), un autentico gioiello di tecnologia, leggerezza e praticità. Due ruote in più per vivere tutto il piacere dell'estate". Senso di colpa? Indorare la pillola? Cavalcare l'onda del caro benzina in un modo a dir poco acrobatico?

Bottiglie

Stop a bottiglie e lattine a Roma, per effetto dell'ordinanza del prefetto, attiva in quattro municipi fino al 15 settembre, dal venerdì alla domenica. Oh, era ora! Anche perché c'è la moda di spaccare le bottiglie. Fra i sampietrini i frammenti di vetro non si riescono a pulire con la scopa; ho parlato con vari operatori dell'AMA, che me l'hanno confermato: succede a Ponte Milvio, per esempio. Il risultato è che si deve scendere dalla bici e procedere a piedi. Anche le piste ciclabili sono spesso piene di vetri. Perché, però, l'ordinanza è limitata all'estate? Non si potrebbe applicare tutto l'anno? No, perché rovina il business dei commercianti. Perché non fanno pagare la bottiglia e rendono i soldi quando gliela riportano? Se fai pagare 1 euro una bottiglia, non la tiri; e si consuma meno vetro. Dove non arriva l'educazione arriva il borsellino. Ma è troppo semplice. Aspettiamo un esperto di marketing che illumini la nostra vita con le sue idee geniali.

Nulla di nuovo

Al G8 si è deciso di dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2050, una cosa vaghissima: tanto per quella data il mondo sarà desertificato e allagato, per cui le emissioni si taglieranno da sole.
Scrive "La Repubblica" di oggi che a Detroit non si riesce a riconvertire le catene di montaggio dei suv per produrre auto più piccole. GM, Ford e Chrysler non sanno che pesci pigliare: se avete un'idea, chiamateli. D'altra parte, la Mini sfonda negli USA. Ancora un po' e sfonderanno i risciò.

martedì 8 luglio 2008

Spiragli a Monte Mario

Qualche annotazione biecamente localistica e speranzosa su una recente intervista ad Alfredo Milioni, presidente del Municipio 19 di Roma, apparsa sul benemerito periodico "Monte Mario" (numero di maggio-giugno 2008). Si parla anche di mobilità ciclistica, finalmente in termini chiari. L'anonimo intervistatore domanda: «Pensiamo anche a chi vuole muoversi in bicicletta. Ci riferiamo alla deplorevole vicenda della pista ciclopedonale che doveva svilupparsi sulla copertura della FR3, il cosiddetto "parco lineare"». [Rotazioni: Il tratto di pista ciclabile è stato inaugurato due volte, senza essere mai completato, e versa attualmente in condizioni a dir poco disdicevoli]. Risponde Milioni: «I fondi per quella pista ciclopedonale ci sono ed i lavori dovrebbero finalmente cominciare entro il 2008, ma il vecchio progetto dovrà essere sottoposto a qualche verifica; verrà tra l'altro riaperta via dell'Acquedotto Paolo, che attraversa la pista» [Rotazioni: mmh, sarà una buona idea? Non è meglio lasciarla usare solo a pedoni e bici?]. Attenzione, attenzione, il presidente del Municipio 19 continua: «Si sta comunque studiando anche la possibilità di aprire altri percorsi ciclabili, anche lungo le strade esistenti, ricorrendo a misure di rallentamento ordinario e ad idonea segnaletica». Speriamo che l'impegno del Municipio 19 abbia un esito positivo. Pensiamo che Milioni alluda a una riqualificazione urbana del quartiere fatta di zone a 30 Km/h, il miglior modo per ristabilire un equilibrio locale fatto di persone che vanno a piedi, in bici, fanno la spesa nei negozi del quartiere, chiacchierano per strada, lasciano l'auto ferma, portano i figli al parco, in un parco dove non dovrebbero circolare le automobili e i furgoni (come accade, scandalosamente, ancora oggi a Santa Maria della Pietà. Una riqualificazione che non costa quasi niente (i cartelli stradali), anche se dovrebbe essere accompagnata da strisce pedonali rialzate, dossi e controlli mirati sulla velocità effettuati dai vigili urbani. Staremo a vedere.

lunedì 7 luglio 2008

Rifiuti prevedibili

Dopo cinque giorni esclusivamente a pedali ho ripreso l'inquinante. Avviato il motore, una leggera nausea mi ha preso alla testa, come se un vegano si mangiasse un piatto di rigatoni con la pajata e, appresso, dei chiles en nogada. Lentezza, peso inutile, code, semafori rossi...Vado al mare con la bici al seguito, faccio un rapido giro tra i cassonetti. Elargirò due perle di saggezza popolare: 1) solo che conosce da vicino l'immondizia la odia veramente; 2) gli italiani producono immondizia sempre più scadente, molta plastica, poco legno e poco metallo. Ho visto due bici buttate, roba di bassa lega, quando ritorno se l'erano già caricate: saranno stati gli indiani. Mi consolo con un paio di tubi di alluminio in ottimo stato.
Intanto dalla Toscana giunge notizia (Il Sole-24 ore, 30 giugno 2008),che tra due anni saranno esaurite tutte e 21 le discariche della regione (8 i termovalorizzatori), i cui abitanti producono ogni anno 2,5 milioni di tonnellate. I rifiuti differenziati sono attualmente al 35%. La Toscana si colloca al settimo posto della classifica dell'illegalità ambientale, con 1690 violazioni (dati Legambiente). E stiamo parlando della Toscana! L'ipotesi di ridurre i rifiuti non sembra essere una delle priorità. Così continuiamo a vedere nei cassonetti migliaia di bottiglie di plastica - acqua minerale, detersivi, ecc. - giocattoli, oggetti, ecc. Se sapeste quanti stendipanni di plastica vengono gettati... C'è forse una lobby dello stendino usa e getta? Perché non li fabbricano di alluminio, uno per famiglia per sempre, riparabile? Stiamo studiando, studiate anche voi e guardate quanta inutile immondizia produciamo.

venerdì 4 luglio 2008

Svincoli troppo veloci

Oggi ho scattato una foto allo svincolo d'accesso di uno degli ingressi del Policlinico Gemelli. Frequentemente, passando in bici mi è capitato di sentir sibilare le auto da dietro che, senza freccia, si immettevano a velocità elevata nello svincolo in questione, a volte passandomi a destra, a volte anche a sinistra, tagliandomi la strada. Non so se queste persone lavorano nel reparto traumatologico dell'ospedale.




Come vedete, oggi, come bonus, c'era anche un rimorchio di un autoarticolato lasciato in sosta davanti alla fermata dell'autobus, così per gradire. Lo lascio un attimo qui e poi torno a prenderlo. Tornando allo svincolo, si tratta del tipico svincolo autostradale, ma ancora meno curvo: l'auto abbandona velocemente la strada principale e non intasa il traffico. Concepito probabilmente per le autoambulanze che imboccano l'entrata a velocità sostenuta, lo svincolo in sé avrebbe una sua logica. Ma l'uso che se ne fa, la velocità elevata delle autovetture in entrata e la scarsa propensione degli automobilisti a usare la freccia e il freno rendono questo punto abbastanza critico. A Roma, è l'ennesimo tratto di strada esclusivamente a misura di veicolo a motore.
Da notare, infine, l'ironico cartello con limite a 30 Km/h: ah, ah, ah.

giovedì 3 luglio 2008

Due ula-op







Ecco qui due ula-op ricavati da un vecchio copertone da corsa.

Ciao, bella

Vedo sui muri i manifesti della Festa dell'Unità 2008: lo slogan dice "Ciao, bella". È un po' agghiacciante, sembra l'addio all'idea di sinistra.


Il bike-transfer-multipacking® dopo il viaggio, riusabilissimo.

mercoledì 2 luglio 2008

A Verbania

La prima sorpresa è che a Verbania le auto si fermando davanti ai pedoni sulle strisce. Ma l'incontro determinante è con un atletico vigile-ciclista, M., che tiene la situazione sotto controllo fischiando alle auto, stoppando chi si vuole infilare nella zona pedonale e concedendo un minuto per andare in farmacia. Da 32 anni in sella alle bici, M. - che ci tiene a definirsi "vigile urbano" e non "poliziotto municipale" - è la personificazione di un sogno che noi a Roma, dove i vigili urbani pattugliano le ciclabili in moto, forse non vedremo mai.
La seconda sorpresa è la grande attenzione destinata a Serge Latouche, sociologo francese, che ha scritto un paio di libri sulla decrescita felice ed era ospite del Festival LetterAltura, dedicato alla letteratura di montagna, di viaggio e di avventura.

martedì 1 luglio 2008

Treno + bici

Ritorno sull'impacchettamento della bici, per raccontare (a scopo esemplificativo, nulla di interessante) la mia recente trasferta a Verbania. Parto dal lavoro per Roma Termini alle 13 del giorno 26 giugno con un caldo infernale. Esco dalla stessa stazione il 29 alle 15.30 in un clima desertico e concludo la trasferta abbordando da Piazzale Clodio la "panoramica", complice la lettura in treno di una rivista di alpinismo...Parto con una bici da corsa, dotata di portapacchi (trovato per strada); sopra il cromato reperto è legato uno zainetto contenente una camicia, una maglietta e un paio di pantaloni, 2 camere d'aria, pompa, multitool, faretti a led anteriore e posteriore, coltellino svizzero, asciugamano, spazzolino, un minidisc, la borraccia, due libri e un sacchetto di müsli. Inoltre porto con me il bike-transfer-multipacking®, ovvero tre sacchetti dell'immondizia 80 × 120 cm, aperti e uniti da nastro adesivo, 6 pezzi di corda e un piccolo rotolo di nastro adesivo, più un paio di pezzi di cartone per proteggere le corone e la forcella: il tutto serve a impacchettare la bici davanti al vagone del treno e a evitarsi seccature: grazie al bike-transfer-multipacking® la bici diviene a tutti gli effetti un collo, da riporre negli appositi vani bagagli di cui sono dotate le carrozze. Prima di impacchettare bisogna smontare il manubrio e le ruote, che vanno fissati al telaio con le corde. In particolare, le ruote vanno appoggiate sui pedali e fissate a questi e alla canna orizzontale; per le foto e altri dettagli, potete leggere su questo blog il post del 14 marzo 2008, Impacchettare la bici. Potete anche studiare la normativa di Trenitalia sull'argomento (l'ho stampata e portata appresso, non si sa mai).
È andato tutto bene. L'unica scocciatura è stata il trasporto del collo da un treno all'altro a Milano Centrale, ma alla fine il problema si è risolto, caricando tutto su un carrello per bagagli. Ci tengo a dire, però, che il comitato scientifico del partito taoista trozkista sta già studiando un sistema di trasporto del btm®, indipendentemente da carrelli o altro, un sistema leggero che si può usare quando non si vuole o non si può rimontare la bici. La discesa dal treno è avvenuta alle 23 del 26 giugno, dopo un ritardo di mezz'ora del treno per Milano e due ore di attesa sotto le belle e roventi volte di Milano Centrale; partito dalla stazione, percorrevo in tutta calma circa 10 Km di strada, a parte i tratti di tenebra assoluta con piccole buche, colpa anche del faretto quasi scarico. Alla fine, dall'uscita da casa all'arrivo, computavo in circa 80 Km di bici il mio percorso, privo di qualsiasi problema meccanico, fisico e psicologico, anzi di gioia pura sulle rive del Lago Maggiore. passate le tenebre della statale, il viaggio a Verbania è stato illuminato a giorno da due fatti positivi che vale la pena di raccontare. (To be continued.)