venerdì 30 gennaio 2009

Profetico o scientifico?

«Il divario tra le stime attuali e l’effettiva disponibilità degli approvvigionamenti petroliferi sarà tale che le fonti energetiche – dal gas naturale alle energie rinnovabili, dai combustibili liquidi al nucleare – non saranno in grado, né singolarmente né combinate fra loro, di colmare quella lacuna in tempo per scongiurare il trauma economico derivante dal picco produttivo».

Jeremy Legget, Fine corsa, Einaudi, Torino, 2006, p. 297; titolo originale: Half Gone, 2005[!].

mercoledì 28 gennaio 2009

Fino all'ultima goccia di petrolio

Qualche giorno fa, ho visto su una rivista la pubblicità dell’Eni (www.eni.it). La campagna pubblicitaria si chiama “30percento. Consumare meglio, guadagnarci tutti”. Fin qui siamo tutti d’accordo. È vero, non c’è niente da fare, magari si potrebbe ipotizzare un -40%, ma sono i miei eccessi da ambientalista e rompipalle. Sullo sfondo, un’automobilina da bambino, di quelle a pedali…Nulla di nuovo, neanche qui, l’abuso di mezzi a pedali nella pubblicità delle automobili è ormai un classico, non a caso. In primo piano, c’è un cartello con scritto sopra: “Viaggiare in autostrada a 110 Km all’ora anziché a 130 è un bel segno di civiltà”. Ora io mi domando: e non viaggiarci per niente? (Metterebbe in crisi le industrie del petrolio); Viaggiare con l’auto elettrica? Viaggiare in treno? Vendere l’automobile? Nella pubblicità si sottolinea la convenienza ad andare più piano, si parla di risparmiare 1600 euro a famiglia all’anno. E quanto spendo ogni anno per la mia auto? Qual è il costo ambientale di queste pratiche inquinanti? Dopo lo shock petrolifero e ormai additati da parecchie organizzazioni come i più grandi inquinatori del pianeta, le cose non devono essere facili per questi signori, che sui prezzi del carburante vanno molto d’accordo tra loro, infatti non scende, pur essendo sceso da tempo il barile. Meglio l’auto a pedali della fotografia. Ma la pubblicità vende sogni.
L’industria del petrolio è in buona compagnia, indovinate di chi? Sì, risposta esatta, è in compagnia dell’industria dell’automobile, ovviamente. Ho letto, sul Magazine del Corriere della sera del 15 gennaio 2009, che la filiale italiana della Mercedes ha lanciato un’iniziativa che ha raccolto 10.249 voti. Si doveva decidere tra sei soluzioni, un progetto di “mobilità sostenibile” da realizzare entro il 2009. Hanno votato molto al Motor Show e anche in alcune piazze italiane. Riporto testualmente il progetto vincitore perché è esilarante e viene voglia di andare via non dall’Italia, ma dal pianeta Terra. I tedeschi non avrebbero bevuto delle cazzate di questo tipo, ma noi siamo tot milioni di teste di cazzo, secondo l’ineguagliata espressione dell’ex-presidente della Rai Ettore Bernabei, che infatti di tv si occupava e adesso noi siamo governati...lo hanno votato, sto divagando. Ecco il testo che appare a pagina 38. Ha vinto il progetto “Greendrive: viaggiare sostenibili, ideato, si fa per dire, da Stefano Corti, direttore di LifeGate (http://www.lifegate.it, per favore date un’occhiata e allenatevi a queste strane commistioni). Ecco il testo: «Si può guidare rispettando l’ambiente e le sue risorse. Parlo di una tecnica che consente di risparmiare fino al 10 percento di carburante. Essere un eco-automobilista non significa fare la lumaca, ma saper sfruttare il flusso di traffico e saper adottare certi accorgimenti. Per esempio, usare le marce in un certo modo». C’è da restare allibiti. Poi, nell’articolo segue il commento del presidente di Mercedes Benz Italia, Vittorio Braguglia: «Un’avventura esaltante. Ci impegniamo a dare subito il via al progetto vincitore, arricchito con i suggerimenti degli elettori. È una questione di responsabilità sociale. La realizzazione dei “corsi di guida sostenibile” contribuirà alla nostra strategia globale, che abbiamo chiamato True Blue Solution e che ha l’obiettivo di arrivare a una mobilità a zero emissioni entro il 2012».
Per favore, notate che stiamo parlando del Corriere della Sera. Ho molte cose da dire su questo argomento e su altri consimili. Vi pregherei, però, di leggere attentamente il testo e di fare circolare queste notizie anche fra coloro che non hanno letto la rivista, perché si tratta di un sintomo molto chiaro delle intenzioni dichiarate e di quelle vere nei futuri sviluppi dell’industria automobilistica. Cioè cambiare il meno possibile. Va sottolineato il perenne rinvio a un futuro né troppo vicino né troppo lontano, il 2012, che caratterizza da decenni l’industria dell’automobile, che colpevolmente frena qualunque tentativo di innovazione e presenta prototipi elettrici e a idrogeno nei saloni dell’auto per farsi bella, ma non gliene frega niente.
Il sito di LifeGate è una passerella di proposte all’acquisto e réclame sostenibili. Alla fine c’è la suggestiva e molto antica frase del Dao De Jing (volgarmente noto come Tao-Te-Ching), nostro testo di riferimento, se solo ci capissimo qualcosa: «Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce». Ma a cadere ormai sono intere foreste e non cresce più nulla.

martedì 27 gennaio 2009

Le aziende automobilistiche piangono

Non ti puoi distrarre un attimo che arriva, puntuale, il pianto (lacrime di petrolio e di coccodrillo) delle aziende automobilistiche, in pratica della Fiat. Marchionne ha detto che si perderanno 60 mila posti di lavoro nella filiera automotive, se il governo non interverrà. I mezzi di trasporto su gomma hanno registrato un calo del 20%, dice. Quindi, in altre parole, un mercato ipertrofico, saturo, registra un calo e tutti a piangere. La massima ipocrisia è poi chiedere aiuti nel nome degli "ecoincentivi", quando ormai il margine di riduzione degli inquinanti è davvero minimo: costa meno fatica battere cassa che inventarsi qualcosa di nuovo. In Spagna oltre 30 mila posti di lavoro in più con le innovazioni dell'energia eolica. Da noi solo Fiat.
Situazione imbarazzante, soprattutto perché Obama ha detto di voler dare un forte impulso alle energie rinnovabili e ai mezzi non inquinanti. Ci siamo arrivati dopo trent'anni. Carter, quando venne eletto alla Casa Bianca, fece montare i pannelli solari; Reagan li fece togliere e via, grandi pacche sulle spalle con i petrolieri e le aziende di automobili.
Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita internazionale, senza ricordare che la crescita infinita non è possibile e che i danni della crescita non hanno prezzo perché riguardano in buona parte le risorse naturali e la vita delle persone.
Ma si continua a piangere per il mercato dell'auto. Quella automobilina che ci misero tra le mani da piccoli, con soldatino e il fucile dei cow boy non era un gioco, ma il destino di un'intera società. Intanto la Fiat, invece di rinnovare, organizza la cassa integrazione per mettere paura. Capitale umano immobilizzato e mandato a casa. L'idea di qualche fabbrica di pale eoliche o di pannelli per cominciare a cambiare non li sfiora nemmeno. Intanto Obama lavora: non vorremmo beatificarlo, ma negli Usa si è parla di rilancio, di parecchi investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Tornerò domani sull'argomento con una prova esilarante, che riguarda l'atteggiamento imbarazzante e ambiguo dei produttori di petrolio.
Oggi ho ripreso la bici. Le ripetute giornate di pioggia possono fiaccare la volontà del ciclista urbano. Sedici chilometri mi sono sembrati un'eternità. Lardo di colonnata e gamba fiacca. Prometto che prossimamente posterò una foto della nuova graziella ruota 24 pollici, che ha sostituito le due versioni precedenti (quella rosa e quella azzurra), mandate alla cicloasta e ora in buone mani.

lunedì 26 gennaio 2009

Iniziative

I militari nelle città saliranno a 30 mila. Si vuole armare i vigili urbani di Roma, non so se per gestire meglio il traffico agli incroci. Di dotarli di autovelox non se ne parla: che cosa ci fanno dell'autovelox? Di mettere dossi nelle strade non se ne parla, neanche di asfaltarle. A Monte Mario sembra di stare sulle montagne russe. Anche in altri Paesi quando piove le strade si disintegrano? Gli appaltatori di Roma il catrame lo fanno con lo zucchero? La sicurezza è un tema imbarazzante, si vincono le elezioni agitando qualche spauracchio, poi non cambia nulla e allora si rincara la dose con misure inutili. Intanto nelle strade di Roma e d'Italia sui continua a correre e a morire. Di questa sicurezza si parla poco, perché non si vuole risolvere il problema e non si vuole perdere voti. Intanto la domenica pomeriggio la pista ciclabile nei dintorni dello Stato Olimpico viene usata come parcheggio. «'Mbe, c'è la partita», come se si parlasse di un evento eccezionale di comune interesse e di importanza cosmica...

giovedì 22 gennaio 2009

Cicloasta di domenica prossima

ASTA BICICLETTE
Domenica 25 h 16:00
presso la ciclofficina ExLavanderia
Parco-ExManicomio Santa Maria della Pietà, Monte Mario, Roma


La ciclofficina ex Lavanderia, assieme alla rete delle ciclofficine
popolari romane, organizza un'asta di biciclette SALVATE DA UN TRAGCIO DESTINO IN DISCARICA e risistemate da mani di abili meccanici;
probabile concerto a sorpresa con il cantante dei radici nel
cemento.
Qui trovate le foto di alcune delle biciclette all'asta:

mercoledì 21 gennaio 2009

Cicloasta a Roma: domenica 25 gennaio, ore 16



Sarà l'evento clou di questa stagione delle piogge. Per pochi euro (che serviranno ad acquistare grasso, toppe, mastice, cavi, ecc.) potrete portarvi a casa una bici a impatto ambientale zero: scartavetrata, ingrassata, aggiustata e anche collaudata. La ciclofficina Exlavanderia e la Rete della ciclofficine popolari di Roma porteranno le bici a Monte Mario, Santa Maria della Pietà, Padiglione 31. Alle 16 tutti pronti a contendersi bici piccole e grandi. Non mancate.

martedì 20 gennaio 2009

venerdì 16 gennaio 2009

Citazione

«Sulla questione dell'effetto serra c'è ancora molta confusione, il che a ben guardare è in una certa misura comprensibile, dato che una delle cause principali è la campagna di disinformazione avviata fin da subito dalle industrie petrolifere, carbonifere e automobilistiche e dai loro sostenitori all'interno delle istituzioni politiche».
Jeremy Legget, Fine corsa, Einaudi, Torino, 2006, p. 208.

giovedì 15 gennaio 2009

Emergenza auto

Nelle strade italiane ci sono troppe automobili, come in nessuna parte del mondo. Adesso esce la notizia che l'industria dell'auto è in crisi e fa segnare un -46,4%. Restano a galla solo tessile e abbigliamento. Embè? È una buona notizia: la gente continua a vestirsi e smette di comprare macchine. Mentre i palestinesi vengono sterminati, non c'è altro con cui distrarsi.

martedì 13 gennaio 2009

Sicurezza, sicurezza, sicurezza!

La Regione Lazio ha stanziato 2,3 milioni di euro per la sicurezza nei municipi del Comune di Roma. Moltissime le telecamere. Si prevedono, fra l'altro, "colonnine totem con 4 telecamere" (che noi adoreremo in silenzio), centri permanenti per la sicurezza, 100 vigili di quartiere, ecc. Ma nessun autovelox dentro Roma, per carità. Poveri automobilisti, mica si vorrà loro tarpare le ali con tutti quei controlli liberticidi! La sicurezza, ancora una volta, è un concetto relativo, anzi strumentale. Se ti metti le dita nel naso ti vedono, se un suv passa a 80 Km/h su via della Camilluccia, allora non era possibile dimostrare la velocità del mezzo.

lunedì 12 gennaio 2009

La mia mobilità sostenibile

Non è un laboratorio di ricerca, il nuovo strumento per la mobilità alternativa, né un'auto elettrica, ma la mia nuova graziella, completamente riciclata, a parte pattini dei freni, copertoni, camere d'aria e guarnitura (42 denti). Strumento di mobilità alternativa anche stamattina, nonostante il perdurare dei blocchi sulla ciclabile Ponte Milvio-Castel Giubileo (dal 24 novembre, sembra la fabbrica di San Pietro); la barriera è stata agevolmente scavalcata con un tasto segreto presente nel mezzo, il tasto antigravitazionale. A parte il cazège, la suddetta graziella nasce attorno a un telaio Emy Giordani, con un po' di sano lavoro manuale, un aspetto che spaventa molta gente, ma che fa risparmiare un sacco di soldi e molto tempo, anche per i lavori dentro casa. La cesta proviene da una tavola da stiro.

venerdì 9 gennaio 2009

La mobilità sostenibile senza bici

È successo nel novembre scorso, il 24 per l'esattezza, all'inaugurazione del nuovo Polo per la mobilità sostenibile della Regione Lazio a Cisterna di Latina, capannone 5, in viale delle Province. Molti assessori, molte relazioni, ma della amata due ruote a trazione animale neanche l'ombra. Tra le altre cose, è stato presentato il dottorato in mobilità sostenibile, il Fondo Venture Capital e varie iniziative che, a mio giudizio, non toglieranno un motore a scoppio dalla strada per i prossimi 5 anni. Per rendervene conto, perché non date un'occhiata al sito del Polo della mobilità sostenibile della Regione Lazio?
Nella homepage si vedono solo automobili, elettriche, d'accordo, ma di bici neanche l'ombra. Anche il link alla rubrica motori di Repubblica, nell'homepage, non promette nulla di buono.
Almeno chiamatelo “polo dell'automobile (in)sostenibile”. La mobilità sostenibile è un'altra cosa. E poi, possibile che la bici non meritava neanche il minimo spazio, di fronte a realtà europee, asiatiche e americane, in cui l'uso intensivo della bici elimina traffico, smog e consumo di petrolio, anche nelle grandi metropoli? Da noi sembra proprio che questo discorso non si possa fare, né a livello nazionale, né regionale, né comunale, né circoscrizionale, né condominiale. Solo all'interno del proprio appartamento e della propria cantina e, certo, nelle ciclofficine, sembra che si possa sviluppare un discorso alternativo attraverso la bicicletta. Una cosa semiclandestina che le istituzioni non tengono in nessuna considerazione.

lunedì 5 gennaio 2009

Smontaggio cerchio alla pecorara® beta

Ho già scritto martedì 30 settembre 2008 sulla tecnica che ho denominato smontaggio cerchio alla pecorara®, utile a smontare, ed eventualmente sostituire, un cerchio senza spostare i raggi. Con due metri e mezzo di cordino è possibile effettuare il lavoro ancora più rapidamente senza sporcare i raggi di colla; le misure del cerchio, ovviamente, devono essere le stesse. Ecco in foto la ruota in via di smontaggio.