lunedì 31 marzo 2008

Le merci su gomma

Italia. L’88% delle merci viaggia su gomma (fonte: Quinto rapporto sui costi ambientali e sociali della mobilità in italia, Amici della Terra e Ferrovie dello Stato). Per un totale di 13 milioni di euro all’anno, il 34% dei costi totali dei trasporti su strada. Non è possibile contabilizzare le conseguenze ambientali sul lungo termine di queste spese.

La maggior parte dei camion sono gestiti da piccole imprese, che non riescono a ottimizzare il sistema di trasporto: così, la metà dei camion viaggia vuota.

Il 51 % trasporta merci su tratte fino a 50 Km e il 68 % all’interno della stessa regione.

I Tir sono 950 mila; 3 milioni i furgoni. Amen.

venerdì 28 marzo 2008

Restauro 1


Dopo aver trovato e cominciato a smontare la sottostante Atala da donna, Massimo (ciclomassimo.blogspot.com) si è stufato (lo capisco) e me l'ha girata, dato che ero alla ricerca di una bici su richiesta di mia suocera (non fate commenti).

Con interventi minimi, l'ho rimessa in sesto; è inutile che ve la faccia vedere, perché è come prima, solo che ha meno ruggine. In sintesi, ho comprato due copertoni nuovi; due pedali me li ha regalati un altro Massimo. Altri ingredienti: molta carta vetrata media sul telaio, fina (anche con olio) e pasta abrasiva sulle parti cromate, turpiloquio a ruota libera nello smontaggio di varie parti, olio, grasso e una bella verniciata di smalto-antiruggine. Non è eccessivamente leziosa, per evitare di attrarre sguardi golosi...Ho quasi finito ormai, manca solo la catena.

giovedì 27 marzo 2008

La multi-bike movable platform ®

Dopo attenti studi ergonomici, meccanici e statici, siamo in grado di presentare al pubblico italiano la Multi-Bike Movable Platform ®, un accessorio indispensabile alla vita moderna, sempre più frenetica, che permette di stipare più bici nella propria abitazione, spostandole a piacimento. Se fosse venduto, costerebbe sui 200, cromato anche 300. Potete comunque trovarlo dove l'ho trovato io, gratis, davanti a un cassonetto dei rifiuti: si trattava in origine di un supporto per un pesante condizionatore d'aria, quindi è piuttosto robusto.


L'unico intervento è costituito da un paio di tavole fissate al mbbp ®, che attutiscono il peso ed evitano graffi ai telai.


Un'annotazione storica: in passato, la mbmp ® è stata impiegata per attività musicali, come loudspeaker stand e mixer stand. In servizio da più di vent'anni, senza deludere la vostra fiducia. Mbmp ® è indispensabile al tuo benessere e ai ritmi vivaci delle tue giornate. Portatene a casa uno oggi stesso, guarda bene intorno ai cassonetti; ci sono molti prodotti simili che vengono buttati ogni giorno. Ricordati, Mbmp ® è utile, e sei subito protagonista della società che cambia, un oggetto prestigioso che ti distingue dagli altri e crea un'atmosfera per le tue serate e nel flusso urbano, interurbano e intercontinentale.

mercoledì 26 marzo 2008

Buche

Comunicazione di servizio: oggi Roma è un colabrodo. State attenti con ogni mezzo rotante a dove mettete le ruote. Mentre pedalavo pacificamente ho visto due operai che svuotavano con un secchio una vera e propria piscina, prima di incatramare. Non dubito della loro serietà, ma mi lascia perplesso questo continuo riparar buche. Sulle strade scandinave o islandesi, dove il ghiaccio sfonda tutto, tappano le buche? E, soprattutto, le buche ci sono? Possibile che ogni pioggia intensa spacchi tutto? Facciamo così: se anche a Stoccolma e a Olso è pieno di buche, non mi lamento più.
La mia cronaca si fa ora localissima, campanilismo puro. Ho visto che a Primavalle e su via Torrevecchia hanno appena ridipinto un po' di strisce pedonali; meglio che niente. Ho notato anche nuovi lavori sulla ciclabile, anzi non capisco bene se siano lavori o esperimenti, comunque ho scattato una foto. Sembra meglio di quella specie di intonaco di qualche tempo fa (post 18/2/08).

martedì 25 marzo 2008

Sacchetti di plastica

Modbury, un paesino del Devon – a cui oggi Liberazione dedica un servizio (a firma di Francesca Marretta) –, è il primo paese libero dai sacchetti di plastica in Gran Bretagna (una nazione che consuma annualmente 13 miliardi di sacchetti). La popolazione ha fatto un piccolo sforzo mentale senza aspettare le leggi nazionali, mentre gli animali continuano a morire e l’ambiente patisce gli effetti di questa piaga evitabilissima.

Un esempio di democrazia dal basso, a cui fa da controaltare il decreto dall’alto emanato nella molto problematica Cina. Anche lì hanno detto basta ai sacchetti: la data fissata è giugno 2008.

In Italia si dovrà attendere la normativa che entrerà in vigore il 1° gennaio 2010. A partire da quella data, sarà vietato distribuire i sacchetti. Mancano però le sanzioni per chi continuerà a diffondere il polietilene. Così rischia tutti di finire a tarallucci e vino. Fino a quella data, si continueranno a produrre e a disperdere nell’ambiente 300mila tonnellate di buste in plastica all’anno, per un giro d’affari di mezzo milione di euro (dati Legambiente 2007), ma con conseguenze ambientali gravissime. La plastica deriva dal petrolio, non è un mistero. La plastica va usata molto e in modo inopportuno, fino a quando si continuerà a raffinare benzina. La plastica nuova ha un aspetto attraente, poi si graffia, si rompe e tutti la buttano.

Per ora, basterebbe che i supermercati facessero pagare di più i sacchetti.

lunedì 24 marzo 2008

È primavera

Questi giorni di pioggia invalicabile hanno dato una tregua all'inquinamento e agli scorrazzamenti di una particolare sottospecie di ciclista: il ciclista primaverile. Come le violette, a primavera fioriscono infatti anche i ciclisti occasionali. La loro caratteristica principale è sorpassarti in modo bruciante, per crollare dopo un paio di Km tossicchiando o fingendo di controllare il cambio. Avete ingrassato a dovere il movimento centrale? I copertoni e i pattini dei freni non saranno mineralizzati?

venerdì 21 marzo 2008

Patacche e limiti di velocità

Sul Corriere della sera, Cromaca di Roma, di oggi, a pag. 1, c'è la foto di una bici attaccata a un divieto di sosta, con la spiegazione che il suo proprietario, in barba ai divieto di fermata esposto dal cartello, l'avrebbe deliberatamente appesa al palo. Si specifica che sotto al cartello, non visibili, si stanno effettuando dei lavori stradali. Nessuno parcheggerebbe la bici senza catena, appendendola al palo.
Altra notizia, molto più seria. Il Codacons ha misurato la velocità delle auto su Viale delle Milizie: l'88% non rispetta i limiti. Il limite è 30 Km/h e si va anche a 70. Nessun controllo, c'è continuamente il rischio di nuovi omicidi stradali: e le stelle stanno a guardare.

venerdì 14 marzo 2008

Impacchettare la bici

Con questo sistema è possibile raggiungere la stazione ferroviaria di partenza in bicicletta, impacchettare la bici al binario corrispondente, prendere il treno senza pagare alcun costo aggiuntivo e, una volta giunti a destinazione, rimontare la bici e ripartire.

Questo sistema è particolarmente indicato per bici leggere, da corsa o mtb con ruote sottili, da città, e per viaggi rapidi in cui siamo accompagnati da un bagaglio minimo, contenuto in uno zainetto. È caldamente consigliato lo sgancio rapido per entrambe le ruote. Il metodo funziona meglio con le bici che hanno la forcella filettata. Occorre solo la chiave a brugola per svitare il manubrio, ma è meglio portarsi appresso un multitool di buona qualità (non quelle ciofeghe di ferro che spanano e si spanano). Ovviamente, oltre a questo attrezzo porteremo con noi almeno una camera d’aria d’emergenza e la pompa.

Per impacchettare la bici occorrono un paio di sacchetti grandi di nylon grigio, quelli comunemente usati per la spazzatura, un rotolo di nastro adesivo spesso 5 cm, qualche pezzetto di cartone e quattro-cinque pezzi di corda sottile e robusta. Potete riporre tutto questo materiale nello zainetto da viaggio e raggiungere la stazione ferroviaria in bicicletta. Ecco la bici montata.



Svitate la brugola che tiene il manubrio alla forcella e legatelo al telaio con una delle cordicelle.

Smontate entrambe le ruote, che appoggerete ai pedali sui due lati opposti del telaio e assicurerete con le cordicelle al telaio. In questo modo, l’ingombro è minimo.



Mettete i pezzi di cartone sulle corone e sui pignoni, fissandoli con un po’ di nastro. Impacchettate il tutto, senza esagerare con il nastro, altrimenti quando arriverete, dovreste strappare i sacchetti e non potreste riciclarli per il ritorno. Il sacchetto funziona anche da rudimentale antipiogga durante il transito. La bici smontata non è una bici al seguito; pertanto, non si deve pagare alcun costo aggiuntivo. L’unico problema è costituito dall’ingombro. Su questo, dovete informarvi presso le Ferrovie dello Stato e le altre compagnie di trasporto.

Si diceva ieri della scultura a forma di gigantesco stronzo di cocker dorato, situata nel mio quartiere, Monte Mario, a Roma. L’opera sovrasta numerosi stronzi di cane autentici. Ma c’è un’altra opera che merita la nostra attenzione. Prima di passare a post più ciclistici, vorrei soffermarmi un momento su questo lavoro, situato a poca distanza dall’altro. Anch’esso fa parte della struttura collegata alla Galleria Giovanni XXIII. Eccolo:

Come uno slancio verso il cielo, metafora della ricerca insaziabile dell’uomo, verso nuove sfide, e (opzionale) con la certezza della fede, (altra opzione) il dubbio, ecc.

Francesco Bonami, nel suo libro Lo potevo fare anch’io se la prende con le innumerevoli sfere di Pomodoro (a Roma ne abbiamo una alla Farnesina) e, in genere, con l’arte pubblica, monumentale o come vogliamo chiamarla. Su Pomodoro sarei un po’ meno drastico, come pure sarei meno entusiasta dei cuori di Koons, esaltati invece da Bonami. Ma credo che questo pezzo di ferro arruginito possa mettere tutti d’accordo, in quanto supera ogni più fantasiosa immaginazione: farebbe gola solo a uno sfasciacarrozze. L’unica consolazione è che con l’andar del tempo, la ruggine lo corroderà: ne potrebbe uscire qualcosa di meglio.

giovedì 13 marzo 2008

Cominciano i lavori per il raddoppio di via Trionfale

Cominciano i lavori per il raddoppio di via Trionfale da via Stresa a via Vincenzo Chiarugi.
Tempo previsto: 20 mesi. Lunghezza dichiarata del tracciato (fonte Corriere della Sera, 10 marzo, Cronaca di Roma, p. 3): un kilometro. Lunghezza verificata sul sito viamichelin: 2.5 Km. Evidentemente, entrambe imprecise. Nell’articolo viene riportata una dichiarazione dell’ex assessore ai lavori pubblici, Giancarlo D’Alessandro: «È un’opera fondamentale per il quadrante nord ovest perché completa le infrastrutture già avviate con la realizzazione della galleria Giovanni XXIII». Completa mica tanto. L’impressione è che, dal punto di vista automobilistico, i lavori non risolveranno niente fino a quando non verrà completato il tratto della Trionfale, da via Chiarugi, situata nei pressi di Santa Maria della Pietà, fino al GRA. Prosegue D’Alessandro: «Sono stati avviati in questi giorni anche gli scavi archeologici per il progetto definitivo dell’ultimo tratto di raddoppio, che va da via Chiarugi fino al raccordo». Un modo elegante per dire che per quei lavori siamo ancora in alto mare.

Non voglio qui impostare un discorso generale sulla viabilità di Monte Mario e le sue pecche. Vorrei far notare incidentalmente che i lavori per la galleria Giovanni XXIII non hanno fluidificato il traffico, ma solo spostato le zone in cui si verificano le code. La cosa che mi interessa sottolineare è che dal punto ciclistico la situazione è molto seria. L’inaugurazione del tunnel ha prodotto per la circolazione delle bici un effetto diga: strade e corsie di entrata e uscita costringono i ciclisti a passare sui marciapiedi o a scendere dalla bici e proseguire a piedi.

Per esempio, andare da via Trionfale (direzione centro) a via Cortina d’Ampezzo è impossibile. Le auto possono entrare nella galleria, le bici no. Per loro non è prevista alcuna alternativa. Se volesse rispettare rigorosamente il Codice della Strada, il ciclista che partisse da Santa Maria della Pietà, per imboccare via Cortina d’Ampezzo dovrebbe oltrepassare il Forte Trionfale e la scuola elementare Nazario Sauro, svoltare al semaforo per via Maria Montessori e di nuovo a sinistra per via Sangemini, fino a girare per via Stresa, un tragitto di circa 4 Km! Tutto questo è assurdo. Nessuno ha trovato o fatto balenare una soluzione e i pedalatori continuano ad arrangiarsi come possono.

Ecco una foto della ”barriera ciclistica”: uno spunto di riflessione per tutti i mobility manager e i discorsi sull’inquinamento in città!



Una barriera invalicabile. Prendiamo mestamente la nostra strada obbligatoria, rinfrancati soltanto dalla vista di una delle più commoventi opere di scultura urbana del mondo, situata proprio in corrispondenza della "diga":



Una visione che ci lascia senza fiato, quasi come l'inquinamento. Un gigantesco stronzo di cane cocker dorato, sul nostro inizio di giornata.

mercoledì 12 marzo 2008

Elezioni: impressioni di marzo

A me PD e PdL sembrano la sigla di due bestemmie, una un po’ più ornata dell’altra, ma in sostanza la stessa. Tanto per non cambiare argomento e per essere un po’ più felpati, la CEI ha affermato: in queste elezioni “la Chiesa non si schiera”. È vero, infatti è ovunque, che bisogno c’è di schierarsi? I vescovi hanno poi invitato a votare chi rispetta vita e famiglia, tanto per non restare in disparte neanche un nanosecondo. Ciarrapico si è dichiarato fascista, poi ha rettificato: come se fosse l’unico. Allora io faccio la stessa cosa: non mi schiero e mi dichiaro trotzkista e taoista, ma poi ritratto e dico che non ho mai detto una cosa del genere e, per sicurezza, che sono stato frainteso; ossia che è stato frainteso il mio silenzio. Siamo in pieno balletto di slogan e manifesti elettorali. Strati di carta vengono rimossi ogni due giorni dagli appositi spazi di affissione, per lasciare il posto ad analoghi croste. Gli unici che ci guadagnano sono le tipografie e gli attacchini. Neanche Mimmo Rotella avrebbe saputo che farsene: per le sue opere cercava cose più intriganti. Tutti gli slogan fanno scattare battute esilaranti.

Vogliamo dire che l’ingrediente fondamentale di questa campagna elettorale è la finzione? Tutti vogliono abbassare le tasse, migliorare la sicurezza. Nessuno parla di limitare la circolazione ai veicoli, di abbassare i limiti di velocità a 30 Km/h nelle strade urbane secondarie, di abolire o tassare pesantemente i Suv nelle città italiane, di condannare penalmente chi guida parlando al telefono. Tutti questi sono argomento poco popolari, troppo periferici, ma che a me stanno molto a cuore.

martedì 11 marzo 2008

Ripararsi la bici 13. Pedali 1

Dirò una cosa banale: ci sono vari tipi di pedali. Lasciamo perdere quelli a sgancio rapido, che nel traffico urbano sono problematici, se non fosse per il fatto che richiedono scarpe speciali, non adatte per camminare. I pedali con gabbietta possono incontrare un certo favore, soprattutto se si devono percorrere tratte meno trafficate. In un imminente discorso sul camouflage, diremo che i pedali troppo appariscenti attirano l’attenzione anche dei ladri e, siccome il pedale non è un pezzo così vitale, almeno non come un copertone, sarebbe meglio sceglierne un modello economico. Per quel che ci interessa, ci sono pedali plastificati e pedali d’alluminio. I primi non dànno problemi. Su alcuni tipi del secondo un mio ginocchio avrebbe qualcosa da raccontare. Ve li mostro:

Si potrebbe chiamare modello Dracula, viste le punte. Francamente, non capisco il motivo di queste sporgenze; forse qualcuno può spiegarmelo.

A un altro paio di pedali, meno appuntiti dei primi, ho già dato una limata. Eccoli:

Le filettatute dei pedali sono diverse tra pedale destro e sinistro per evitare che si allentino con la pedalata.

lunedì 10 marzo 2008

Contro i sampietrini a via Nazionale 2

A febbraio ho scritto un post sul progetto di togliere i sampietrini a via Nazionale, affermando che il fatto avrebbe avuto una ricaduta positiva per i ciclisti, con meno cadute, anche se avrebbe favorito l'alta velocità degli automobilisti. Sono stato gentilmente invitato ad approfondire l'argomento dal comitato che difende i sampietrini: ho pensato che si potrebbe pensare a misure meno drastiche, tipo sigillanti, ecc., ma credo che non se ne farà nulla a causa del costo eccessivo di questo genere di lavori. È in atto una raccolta firme contro l'asfalto. Oggi leggo sul Corriere della sera, Cronaca di Roma, p. 3 che si toglieranno tutti i sampietrini, meno tre o quattro file alle estremità. Dice l'articolo: «Dei sampietrini resterà un ricordo ai due lati, un po' come è avvenuto in via Tomacelli. Saranno una fila di circa tre o quattro mattoncini in entrambi i lati». Bene, quella è proprio la zona in cui transitano i ciclisti: ma che lo fate apposta?

Rifiuti elettronici 2

Venerdì scorso, 7 marzo 2008, mi sono recato all’isola ecologica per depositare due buste piene di schede elettroniche, vecchi telecomandi, ecc. A Roma questi depositi dell’Ama sono pochi, sono aperti solo in alcune ore, peraltro scomode per chi lavora. Tutto materiale, che come sapete, è illegale gettare nel cassonetto dei rifiuti comuni per l’alto tasso inquinante di alcuni componenti, oltre che della plastica. Ho conservato gelosamente i due sacchetti in cantina e poi nel bagagliaio dell’auto. Un’attesa che non mi ha divertito.

Mi reco in automobile all’isola ecologica dell’Acqua Acetosa. Dista da casa mia almeno 5 Km, ed è la più vicina. Giunto lì, chiedo a un operatore dove posso depositare le due buste: mi comunica che posso gettarle nel camion che sta triturando l’immondizia comune, perché il container dei rifiuti elettronici è pieno e da due settimane non vengono a prenderselo.

giovedì 6 marzo 2008

Me ne andavo per la mia strada


Stamattina, vestito come un palombaro, me ne sono andato al lavoro tra pozzanghere e un po' di pioggia, alla faccia del traffico e dello stress.

mercoledì 5 marzo 2008

Ripararsi la bici 12. il cannotto sella, questo sconosciuto

I diametri del cannotto sella – o tubo piantone, o reggisella – scalano di 0.2 mm. Ne esistono quindi da 2.58, 2,60, 262, ecc. fino a 31.6. Se dovete cambiare il cannotto, sappiate che se mettete un tubo più piccolo di 0.2 magari al momento tiene, ma quando ci salite, implacabilmente il tubo scenderà nel telaio. Per cui è bene misurare con precisione il diametro del cannotto da sostituire attraverso il calibro a nonio all’atto dell’acquisto. Un’occhiata dentro è sempre bene darla. Ho comprato tempo fa una bici usata. Dopo un po’ di giri, ho visto che in cannotto si era leggermente piegato. Ebbene, il diametro era di un cannotto da anoressici. Ve lo mostro, è molto sottile.


Risultato:


Adesso si trovano cannotti più robusti e alti, fino a 35-40 cm, che permettono di alzare il cannotto di parecchio. Senza esagerare: un eccessivo innalzamento dà qualche problema di bilanciamento. Se il telaio è davvero troppo piccolo, non sarà il solo cannotto a risolvere la questione. C’è infatti da tenere in conto la distanza tra la punta della sella e l’attacco del manubrio.



martedì 4 marzo 2008

Ripararsi la bici 11. La bici dello scemo (parentesi)

Questo è un mea culpa. Elenco qui tutti i pezzi e gli errori che ho fatto, o che ho intuito senza farli, che concorrono a realizzare la perfetta bici dello scemo. Gli elementi basilari sono:

- Ruote: mozzi pressofusi, nipple e raggi di ferro, copertoni cinesi;

- Sella scomoda (a cui qualcuno tenta di rimediare con rivestimento gelatinoso, pesante e scivoloso);

- Cannotto sella di ferro o, peggio, di alluminio troppo sottile;

- Freni: cavi di ferro da cambio, pattini di plasticaccia o induriti, ganasce scadenti di plastica e ferro.

-Telaio troppo piccolo per percorsi lunghi;

-sella troppo bassa;

Ora mi sento meglio: ho ammesso i miei errori, smarrita pecorella sulle chine scoscese della vita.

lunedì 3 marzo 2008

Avviso

Da ieri, domenica 2 marzo, in via Montanari, a Fiumicino, il limite di velocità è di 30 Km/h. Martedì scorso nella strada sono morte 5 persone. I giornali riferiscono che il tachimetro della Stilo che ha provocato la strage segnava 220 Km/h.

Goditi il meglio della città, ah ah ah

Nessuno che io conosca possiede un Suv. Sicché mi rimane difficile sondare la psiche di queste persone. Dal modo di guidare della maggior parte di loro ho capito che hanno avuto problemi nell’infanzia e che ce l’hanno piccolo, ma mi è impossibile disporre di maggiori informazioni. Ecco, quindi, che ho accolto con sollievo l’annuncio pubblicitario della Ford Fusion – definito Urban Activity Vehicle, tanto per variare – il cui slogan è inequivocabile sulle aspirazioni dei potenziali clienti: “La città nelle tue mani”. Sull’altro lato c’è l’immagine dell’automezzo con sotto la didascalia: “Goditi il meglio della città [Ih, ih, ih!]: posizione di guida elevata e look possente per farsi rispettare come un SUV”. Segue qualche altra menata, ma non ci sarebbe bisogno di aggiungere nulla. Amen.