giovedì 26 febbraio 2009

Atom heart mother

Regione Lazio, l'Assessore Filippo Zaratti dichiara: “A MONTALTO DI CASTRO LA PIÙ GRANDE CENTRALE SOLARE D’ITALIA. LA RISPOSTA DEL LAZIO AI PROGETTI ATOMICI DEL GOVERNO”.
Tra politiche regionali e politiche europee, l'idea delle centrali atomiche farà contenti i pochi e laboriosissimi Dottor Strangeheart di destra e manca (ho detto manca, ma manca davvero), una delizia dell'intelletto e dell'appalto. Chi se le prende le centrali nucleari in Italia? Popolo italiano, sei pronto a mettere un reattorino nella piazza del paese? Se ci sarà un problema, state tranquilli: la disinformazione è garantita, come quelle perturbazioni da Chernobyl che per giorni alle previsioni del tempo della tv non si mossero, in modo da tranquillizzare i telespettatori. Il fascismo catodico ha una lunga tradizione; l'egemonia, poi, ha fatto il resto. L'importante era farli sedere scoglionati sul divano, poi una presa scart nel cervelletto e via col flusso di stronzate, uguali e rassicuranti, semplici treni di codice binario, per inculcare nei neuroni quattro concetti quattro nello spazio desertificato della società italiana. E dal 1986 al 2009, voilà, in barba a un referendum, la centrale atomica rieccola qua.
Ecco, però, che le persone che abitano un territorio dimostrano che possono condizionare le decisioni politiche, opponedovisi; acquistano così un'importanza nuova. A Roma, dopodomani, all'ex- Fiera di Roma si parla di questo. Dalla Regione al quartiere, finanche al condominio, la stessa battaglia per contrastare le fregature di regime.

mercoledì 25 febbraio 2009

Altro sintomo dei tempi

Noi idioti, che ci ostiniamo a girare in bici nelle grandi città italiane, siamo un po' fissati con le due ruote e ci accorgiamo di cose che altri non notano. Per il pensiero prevalente, queste quisquilie non hanno importanza. Ieri mi sono accorto che il gioco "La scuola guida. Impara a guidare giocando" contiene un grossolano errore. È un gioco dell'oca in versione stradale, incentrato sull'automobile (ma va?) adatto per bambini con più di 6 anni e prodotto dalla ditta Startrade, viale Europa, 22 - 20047 Brugherio (MI), sito web: stratradesrl.com. Della serie "educhiamoli subito all'indispensabilità dell'auto" (anche se per quell'epoca il petrolio sarà finito), ma non voglio fare il polemico. È interessante notare la singolare confusione in cui sono caduti vittima i progettisti; bravissime persone, che non avrebbero certo scambiato un semaforo rosso con uno verde. Ma quando di parla di bici in città, è facile sbagliarsi, perché la bici non conta molto. Ecco il particolare interessante. Vi siete accorti dell'errore? Sì; no; non sa, non risponde?



Un consiglio: alla Startrade dovrebbero stampare un po' di adesivi circolari di colore azzurro della stessa misura di quello sbagliato, con sopra il disegno di una bici bianca ed emendare l'errore.

martedì 24 febbraio 2009

Morti da Suv non fanno notizia

Ieri, su La Stampa, un trafiletto a pag. 19 informava che in provincia di Enna un suv si era schiantato su un'auto normale e aveva distrutto una famiglia (due morti e un ferito). L'incidente è accaduto il 22 febbraio sulla strada che unisce Agira (EN) allo svincolo dell'autostrada Palermo-Catania. Durante un sorpasso azzardato, un suv si è schiantato a forte velocità contro un'auto. Morti il guidatore e la moglie, mentre il figlio è stato trasportato in ospedale. Il guidatore del suv, un ventenne, si è rifiutato di sottoporsi al test per l'alcol e le sostanze stupefacenti. È sintomatico che una notizia del genere finisca a pag. 19. Infatti è lontana dalla lista delle priorità che ci viene propinata da tv e gfiornali: un incidente di provincia, una cosa poco appetibile, che ha coinvolto solo italiani. Una miscela come quella che ha provocato la tragedia può essere vista quotidianamente, magari senza alcol, senza droga, con uno scatto in più del suv, su una strada urbana.
Il problema fondamentale è che i Suv non dovrebbero circolare affatto. Veicoli del genere non sono a norma di legge: ingombrano la visuale, vanno troppo veloci per la loro stazza, non possono essere trasportati via da un carro attrezzi, parcheggiano con due ruote sui marciapiedi, garantiscono un'eccessiva incolumità (che abbassa la soglia del pericolo) a chi li guida. Poi c'è il problema dell'atteggiamento mentale di chi è al volante, spesso insofferente in mezzo al traffico o alle code. Si comprano un'auto grande come un camion, presi da delirio di onnipotenza, e poi si lamentano che rimangono incastrati nel traffico, danno in escandescenze e scattano contromano, facendosi pericolosamente largo.
Ci vorrebbe un bravo magistrato, un bravo assessore, che si muovesse su questo fronte del diritto, di concerto con alcuni colleghi italiani ed europei e, per la sicurezza di tutti, lavori, dati alla mano alla proibizione di questi inutili, pericolosi, antieconomici, inquinanti, automezzi che circolano impunemente nelle nostre strade e che purtroppo neanche la crisi finanziaria sembra poter fermare.

lunedì 23 febbraio 2009

Sbatti la bici in prima pagina

Ieri, La Repubblica ha messo in prima pagina un articolo dedicato alla bicicletta. Probabilmente non aveva di meglio, ma è interessante commentarne il contenuto. L'articolo s'intitola "In bici sulle vecchie ferrovie". Si parla dell'eterna questione delle ferrovie dismesse, toccata anche in un recente convegno della Società Geografica Italiana: anche loro evidentemente non avevano un altro tema. La Fiab ogni tanto lo ritira fuori. Adattare una ferrovia dismessa a pista ciclabile costa parecchi soldi al chilometro. Queste linee, poi, uniscono località remote, da raggiungere in treno o in auto. Insomma, puro intrattenimento. Un sacco di soldi, che nessuno spenderà mai, a meno di non intravedere una bella fetta di torta nell'appalto. Ma non c'è pericolo: non se ne farà mai niente, come non si farà niente altrove. Comunque, avendo i soldi, quei circa 5600 chilometri in tutta Italia possono aspettare lo stesso. Se ci fosse qualche finanziamento da riservare alla bici, bisognerebbe usarlo nelle città, grandi e piccole, dove la bici potrebbe diventare un mezzo di trasporto quotidiano, non solo per svago. La Genova Vesima-Finale Ligure, la Chiesaccia-Santo Stefano Magra, la Castellanza-Valmorea-Mendrisio, la Bra-Ceva, ecc. possono aspettare.
È anche un modo, questo, di spostare l'attenzione della ciclabilità verso vette irragiungibili. Così si mettono a tacere i ciclisti urbani. Dove vai se la ferrovia dismessa non ce l'hai, è un ulteriore salto di qualità rispetto alla fissazione per le piste ciclabili nelle grandi città, spacciate come l'unico modo per promuovere la bici, quando basterebbero un po' di vigili e un po' di cartelli con sopra scritto "30 Km/h"...

venerdì 20 febbraio 2009

Faro anteriore a 7 euro: meditate e scegliete

I compagni della Repubblica Popolare Cinese hanno realizzato un eccellente strumento d'illuminazione, messo in vendita in Italia a euro 7, almeno dal ferramenta dove l'ho comprato l'altroieri. Con 24 led, il faro è leggerissimo e spara una luce in grado di illuminare il cammino del ciclista urbano, pecorella smarrita nei sentieri della vita, che cerca la via di casa. Lo strumento messo a punto dai comunisti è fornito di calamita e gancio di plastica retrattile e funziona con 3 batterie ministilo. Caldeggio vivamente quelle ricaricabili. Molto opportunamente,si è scelto di chiudere il vano batterie con due viti e non con quei cazzo di incastri, che poi ti si smontano alla prima buca e ti perdi tutto per strada. Bisogna pensare a come fissare il faro alla bici e a come non farselo fregare, ma sono questioni che ognuno può risolvere da solo facilmente.

martedì 17 febbraio 2009

Cerchioni senza fori

Una persona competente e solidale con la Causa, qualche giorno fa ha tirato fuori e donato alcuni cerchioni di alluminio Ambrosio privi di fori. All'epoca il buon cicloriparatore si faceva da solo pure i fori, presumibilmente con un trapano a colonna e uno schema di carta o cartone con il segno per i fori. Si decideva, così, in base alle esigenze e al mozzo disponibile, se fare 32, 36, 48 ecc. fori.



Molto lavoro e molta libertà, che l'appiattimento merceologico ha in parte fatto dimenticare. Mozzi da tandem non se ne trovano più, anche se alcuni produttori usavano nelle bici da viaggio una ruota posteriore con raggi in più per avere una maggior resistenza.

lunedì 16 febbraio 2009

Riciclare le camere d'aria

Vi posto una foto di alcuni artefatti ottenuti con pezzi di camera d'aria. Un modo per riciclare questa parte della bici che spesso si danneggia e che troppa gente, purtroppo, lascia in parte alla strada.



A sinistra, potete vedere l'elastico portapacchi, con i suoi ganci, facili da trovare per strada; se non li trovate, potete comprarli senza l'elastico in grandi ferramenta o mercatini, a prezzi decenti, anche nella versione in plastica. Al centro, una catenella (a cui non ho trovato ancora una funzione), ottenuta intrecciando anelli di camera d'aria. Gli stesso anelli si possono sovrapporre attorno a una palletta di carta o di gomma, per formare le pallette di camera d'aria.
Idee regalo per le occasioni importanti, per te e la tua famiglia, da pezzi di camera d'aria.
La camera di decompensazione delle tue aspirazioni nascoste.
Mai più senza la palletta di camera d'aria.
Prendi il volo con gli accessori esclusivi di camera d'aria.

venerdì 13 febbraio 2009

Ululati sulla ciclabile



Anche pedalando ci si può trasformare in licantropi. È successo l'altra sera davanti alla bella luna piena che sorgeva all'orizzonte. La luce illumanava la strada di asfalto non drenante, i crepacci, il ponte chiuso, il freddo.

giovedì 12 febbraio 2009

Formula 1 a Roma: PD e PdL, amplesso a idrocarburi

Si parla insistentemente di un Gran Premio di Formula 1 da tenere a Roma. La Capitale è proprio la città adatta all'idea dei circuiti sportivi: sampietrini, voragini mostruose, mancanza di marciapiedi, strade strette, auto in terza fila, deroga al Codice della Strada in occasione delle partite di calcio e altri eventi "sportivi".
Non c'è assolutamente bisogno di impegnarsi politicamente nella Formula 1, perche a Roma LA FORMULA 1 C'E' GIA'! Dalla mattina alla sera si corrono diverse gare: Colombo, Osiense, Flaminia, Tangenziale, Raccordo, Prenestina, Collatina, Cassia e Cassia bis, ecc.
Il Gran Premio di Formula 1 che si vorrebbe imporre a Roma racoglie a quanto pare un consenso unanime. Ha detto Alessandro Cochi (PdL), delegato allo sport del Comune di Roma: «Non possiamo che essere contenti della posizione favorevole di Alessandro Onorato (Partito DEMOCRATICO) al Gran premio di Formula 1 a Roma. Come dire, meglio tardi, che mai. Fa piacere, infatti, che anche il collega di opposizione si sia accorto della positiva ricaduta turistica, economica e di immagine, oltre a generare un indotto anche nello sport di base, che una simile competizione porterebbe alla nostra citta'».
Avete colto la singolare menzione dello "sport di base"? Sì, esatto, lo sport di base è quello che già praticano scooteroni, suv, microcar, furgoni: sgasamenti e inchiodate ai semafori, assoluta mancanza di rispetto dei pedoni sulle strisce pedonali, curve senza freccia (piccolo inciso personale: ieri 4 auto mi hanno svoltato davanti alla bici senza freccia nell'arco di tre minuti!).
Lo sport di base sta messo molto bene: fa anche bene alla salute. Avete visto le pubblicità delle auto che girano in questi giorni in tv? Sembra che se respiri dal tubo di scappamento ti passa l'asma e la bronchite...
Qualche genio del male ha anche proposto che il Gran Premio di Formula 1 passi nella pineta di Castel Fusano. Persino a Cochi viene qualche dubbio: «Appare, tuttavia, forzoso e prematuro - prosegue - avanzare l'idea di una gara nella pineta di Castel Fusano senza che siano state ancora fatte tutte le valutazioni di impatto ambientale necessarie all'organizzazione di un simile evento. Qualora il collega Onorato avesse gia' in mano questi elementi, fondamentali per una eventuale valutazione, li condivida con noi al fine di trovare la migliore progettualita' per il futuro di Roma». Forza Onorato, applicati un po'. Vedrete che insieme troverete una bella soluzione per il futuro del Gran Premio, per quello di Roma e per la valorizzazione dei motori a scoppio.

martedì 10 febbraio 2009

Il kebab è il miglior cibo per il ciclista urbano

Il kebab è il tipico esempio di street food che conferisce al pedalatore intossicato dal traffico quotidiano il giusto apporto di proteine, carboidrati e sali minerali. Attente ricerche hanno evidenziato come l’assunzione di un döner kebab durante le prestazioni sportive cittadine migliori il rendimento e aiuti persino il morale. Ideale sarebbe la contemporanea assunzione di birra. Ci associamo dunque all’appello lanciato giorni fa da Chef Kumalè, dopo la notizia del divieto a Lucca di aprire nuovi ristoranti “etnici”, pur non capendo bene cosa si vuole indicare con il termine “etnico”, se solo la cinta senese o anche le tortillas messicane…



Il mio personal kebab, ieri

lunedì 9 febbraio 2009

Wild West in Rome

La mia amica Maria è un tipo mite, che ha molto a cuore i problemi della mobilità. Ieri, solito casino davanti allo stadio Olimpico. Maria girava con la macchina fotografica e mi ha mandato qualche immagine. Quando si gioca a calcio il Codice della Strada viene revocato. Ora hanno chiuso anche i parcheggi della Farnesina, non si sa perché, è le auto dilagano fin sotto alla ciclabile. La tripla fila è una norma. Ecco una panoramica:





giovedì 5 febbraio 2009

Ruota bucata

Torniamo su un argomento basilare, quello delle forature. Lo faremo in maniera scientifica, prendendo in esame le varie cause, spiegando come si ripara una foratura e ricordando le accortezze da usare quando si cambia la camera d’aria. Ovviamente, il tutto è basato sulla nostra limitata esperienza personale. Vi dirò una cosa semiseria: la foratura è una grande occasione di crescita.
Quello della riparazione delle forature è un tema interessante, perché costituisce la base della meccanica. Saper mettere le mani sulla camera d’aria è la base di tutto. Anche perché, tempo fa, mi è capitato di incontrare una simpatica coppia di ciclisti urbani di Roma che usano solo la bici, non posseggono l’auto, ma non sanno riparare le forature. Questo crea loro qualche patema, in particolare sulle lunghe distanze, la sera, la domenica, in periferia, ecc. impedisce loro di godere appieno le bellezze del pedale, percorrere lunghe distanze, ecc. Il timore deriva dall’incapacità.
Con le dovute grattate e toccate e cerimonie, capita di bucare. Se buchi spesso, ti mantieni in allenamento. Altrimenti, ti prende l'inerzia e perdi tempo a ricordarti cosa fare.
Portarsi appresso queste cose essenziali: toppe di varie misure, mastice (dev’essere abbastanza nuovo, altrimenti rischiate di trovarlo secco), leva gomme (non quelli metallici, meglio quelli in plastica larghi), pezzo di carta vetrata, piccolo straccio, penna (per cerchiare il foro), pompa, chiave inglese (per svitare i dadi della ruota).
Se forate, togliete la camera d’aria dal copertone. Con un po’ di esperienza, potete riparare la camera anche senza togliere la ruota.



Le fasi della riparazione

-Gonfiate la camera d’aria
-Cercate il buco, passandovi la camera d’aria sulle guance o le labbra.
-Cerchiate con la penna il foro, fate un cerchio abbastanza largo.
-Passate la carta vetrata ripetutamente sulla zona del foro.
-Sgonfiate la camera d’aria
-Questo è il vero segreto di una buona riparazione: prendete due gocce di mastice e spandetele su un’area grande quanto la toppa che attaccherete
(spesso si mette troppo mastice e non si riesce a riparare bene la ruota).
-Dalla toppa va staccata la parte in alluminio, non toccate la parte che aderirà alla camera d’aria. L’altra parte, di plastica trasparente, potete anche lasciarla attaccata.
-Attaccate la toppa e pressatela tra i pollici con la vostra forza brutale e selvaggia. Basta tenerla pressata trenta secondi.
-Se volte, aspettate un altro po’.
-Rigonfiate la camera d’aria. Se volete, fate prima una prova; se, invece, vi sentite abili, inseritela direttamente nel copertone.

Un altro problema che può causare lo sgonfiamento rapido della ruota è procurato dalla rottura della valvola della camera d’aria. In questo caso, solo se avete appresso una camera di riserva potete risolvere il problema. Quando cambiate camera d’aria, la valvola di quella nuova potrebbe essere incastrata: muovetela delicatamente (nel tipo Presta), oppure spingetela in basso con il tappo (tipo italiano). Fate attenzione ai levagomme e a non schiacciare la camera tra cerchione e copertone. Quando inserite la nuova camera, date una spinta in basso alla valvola, che potrebbe altrimenti far fuoriuscire dal copertone una parte della camera d’aria. Gonfiate e ripartite. Per favore, non buttate le camere d’aria rotte in mezzo alla strada. Con le camere d’aria si possono fare un sacco di cose. Ve ne mostrerò alcune prossimamente.

La libertà è una bella differenza

martedì 3 febbraio 2009

Il mistero del ponte sulla ciclabile

A Roma, nella Caput Mundi, dalla seconda metà di novembre del 2008, la pista ciclabile che unisce Ponte Milvio a Castel Giubileo non è percorribile. Prima è stato il taglio della vegetazione, effettuato con enormi macchine, evidentemente per tagliarle ben bene ed evitare che ricrescano in fretta.
Finito il taglio, è stata la volta del ponte, l'unico della ciclabile, che permette di attraversare il torrente Crèmera. È un ponte enorme, di cemento armato, che sembra un ponte ferroviario, molto alto. Il torrente Crèmera è un rigagnolo d'acqua ed è un affluente del Tevere; di recente, è stato anche intubato. È lì che è scattata la chiusura del ponte. Adesso il ponte è chiuso con recinzioni da muro di Berlino. Che strano, un ponte così grosso, per far passare le biciclette, e pure a rischio crollo. Speriamo che qualcuno tenga gli occhi aperti. Potrebbe essere una spesa pubblica pesante e inutile.
Speriamo che gli ingegneri del Comune di Roma facciano in fretta a verificare se il ponte rischia davvero il crollo, se è stato costruito male, o se nel torrente Crèmera passa acido muriatico, invece dell'acqua, e sta corrodendo i solidi pilastri del ponte.
I ciclisti della domenica, e anche chi va al lavoro, non possono percorrere la ciclabile. Ne fanno mezza e tornano indietro.
In altre parole: mi sono rotto il cazzo di fare la via Flaminia in mezzo ad auto che vanno a cento all'ora (non ho mai visto un autovelox in cinque anni).

lunedì 2 febbraio 2009

Divieto di segnalazione

Da ricordare

Non dimentichiamo l'esempio della giornalista Ida Tarbell, che con il suo lavoro mise alla berlina le pratiche asociali della Standard Oli (l'odierna Exxon), provocando lo smembramento del suo potente monopolio in società diverse. In che anno siamo? Nel 1911. Da allora non è cambiato nulla, ma il petrolio ora sta per finire.