martedì 30 settembre 2008

Smontaggio cerchio alla pecorara®

Se vuoi smontare un cerchione senza dover togliere i raggi dal mozzo e rifare da capo la ruota, puoi usare il mio sistema di smontaggio alla pecorara®. Si può fare quando devi togliere un cerchio molto storto per raddrizzarlo, oppure quando sostituisci un cerchio con uno di dimensioni analoghe.



Una volta tolto il cerchio, i raggi rimangono in posizione grazie al nastro da carrozziere.



Non resta poi che rimontare il cerchio e i nipples. Cerchio alla pecorara®, ovunque tu sia, ovunque tu vada. Una riposta ai tuoi interrogativi più nascosti.

lunedì 29 settembre 2008

Roma-Ornaro: tramontana e pedali

Alle 9 di sabato scorso ho infilato i piedi nelle gabbiette dell'Atala, che monta una corona 52-42, e ho imboccato Camilluccia e Olimpica per andare a prendere la Salaria. Destinazione i dintorni di Rieti. La strada è la Salaria vecchia, o quello che ne rimane. Per un bel pezzo è tutta pianura; c'è solo il vento e il freddo che rompono.



Poi, a un certo punto, è Sabina.



Dice una signora in un supermercato che la Salaria vecchia si chiama Palombarese, poi è stata ribattezzata di nuovo, comunque nessuno la ripara. Tanto il traffico passa sulla Salaria grande. A Osteria di Nerola...



...forse una delle ultime lapidi profane in latino, o dico una stupidaggine?



poi go go go...




Ultime indecisioni ai bivi...




Barlumi di Francigena...



Poi si comincia a salire; e ci si ferma un attimo:



In soldoni: 75 Km, 4 ore di pedale e gamba pesante.

martedì 23 settembre 2008

Che strano...

Una piccola annotazione su una cosa che mi è successa ieri sulla ciclabile Ponte Milvio-Castel Giubileo. Mentre di solito la pista è percorsa da esercito e polizia in jeep, municipale in moto e polizia a cavallo, oltre che dai due-tre furgoncini della manutenzione, ieri la pista alle 8.30 era vuota. Forse perché è cominciato l'autunno, fa freddo e i ciclisti non ci sono più. Non lo so. Comunque non era proprio deserta. Un cane piuttosto grosso, che sembrava un rottweiler stazionava di schiena all'altezza del maneggio e del circolo sportivo. La creatura, dotata di collare, era evidentemente sfuggita al padrone, o il padrone le aveva detto "vai a farti un giretto, ormai sei grande, è ora che tu conosca il mondo". Comunque, per fortuna la bestia mi dava le spalle. Scatto con tutta la potenza repressa della mia strizza e mi lancio. L'animale, quando mi vede, scatta per inseguirmi, ma ormai è troppo tardi. Per questa volta me la cavo.

lunedì 22 settembre 2008

Cyclidic art

La noia, la continua presenza di accessori, pezzi di ricambio, scarti di bici, continua a produrre i suoi effetti delirante sulla mente del ciclista urbano. Ogni stupidaggine è buona per riaffermare la bellezza recondita della bici tradizionale e delle sue singole componenti: chissà se la cyclidic art durerà come la cycladic art. Di sicuro, però, non toccherà a certi casermoni ambulanti a motore di latta e plastica rappresentare il bello del XXI° secolo! Forse qualcosa del XX° si potrà essere digerito nei musei intergalattici, ma per il resto caliamo un velo pietoso...




Disinfesting fumigator holder from a spoke, Cyclidic art, XXIth Cent.

venerdì 19 settembre 2008

Di inquinamento si muore

Secondo l'Eurispes, in Europa le malattie respiratorie comportano un costo di 100 miliardi di euro all’anno. Nel 2006 in Italia sono morte 35.427 persone per malattie respiratorie, mentre sono stati 33.275 i decessi per tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni, per un totale di 68.702. Cause principali: il fumo, gli inquinanti sul lavoro e l'inquinamento atmosferico.

Mauricio Kagel (1931-2008)

Coraggio: ci rimangono Giovanni Allevi, Ludovico Einaudi e la giovane musicologia italiana.

«Ma che vieni al lavoro in bici?»

È la frase che ogni tanto qualcuno mi rivolge mentre lego il mezzo al palo. «Ma dove abiti?». «Ah, vabbé, è vicino. Io non potrei, perché abito a X». Questa ceppa è vicino, mi faccio 38 Km e c’è pure la salita per andare a Monte Mario (139 s. l. m.), che non è lo Zoncolan, ma prego, si accomodino...

«Anch’io andavo in bici. Adesso non posso, sai, la famiglia, gli impegni...».
«Ho una Krukken, una mountain bike, presa coi punti delle merendine, che però ha una ruota sgonfia, forse è bucata. Prima ci andavo nei campi e facevo i salti, è divertente».
«Io invece vado a correre», dice la fumatrice di due pacchetti al giorno.
«Come fai con il sudore? Ti fai la doccia quando arrivi al lavoro?». «Non solo, faccio anche il bagno turco, due vasche a stile libero in piscina e poi mi metto sulla sdraio e prendo il sole una mezz’oretta. Poi mi passa la voglia di lavorare e torno a casa».
Il profondo legame emotivo che lega le persone all’attività fisica, in particolare a quella più spettacolare, lo sport, si manifesta in modo strano. Certe volte sembra che a prevalere sia l’idealismo sulla realtà, nelle stesse zone del cervello dove vanno a colpire le pubblicità di automobili, prodotti dietetici e, ovviamente, di articoli sportivi. La realtà, invece, è fatta di ostacoli invalicabili, ostacoli che noi stessi ci costruiamo: la pigrizia, la tv, l’automobile, i centri commerciali producono sogni, a volte anche mostri.

giovedì 18 settembre 2008

Fumo di Roma

Si commentavano ieri le dichiarazioni dell’assessore De Lillo, che non vuole rinnovare i giovedì a targhe alterne, e non si capisce bene come farà a ridurre l'inquinamento a Roma.
Intanto, riferisce Metro di ieri, i risultati delle politiche sulla mobilità a Londra sono stati presentati nella Caput Mundi, presso la residenza dell’ambiasciatore di Gran Bretagna. Sadismo? Desiderio dei londinesi di ospitare un po’ di ciclisti romani fuggiaschi, già esauriti da una serie di fattori, oltre che dall’inquinamento e dal traffico a motore? Non abbiamo una risposta certa, ma va sottolineato che a Londra le misure messe in atto per ridurre il traffico, e quindi l’inquinamento, funzionano.
Si sono ridotte del 16% le emissioni nocive per la salute, che ogni anno uccidono 400 mila persone (50 mila in Italia). 70 mila le auto in meno nel centro della capitale britannica.
Non paghi di possedere un sistema di metropolitana capillare, a Londra si è applicata la Congestion Charge, tassa di accesso di 8-10 sterline da pagare se si vuole entrare in centro con la propria auto. La tassa è stata introdotta nel 2003 e ha dato risultati eccellenti: incassi per 137 milioni di sterline, usate per migliorare la rete di trasporto pubblico; riduzione del traffico; riscoperta della bicicletta, il cui uso è cresciuto del 43%.
Nell’estesissima, fredda, fumosa e nebbiosa città di Londra la bici va a manetta. Come mai? Quale sarà il loro segreto? Perché a Londra ci si dedica molto a promuovere la ciclabilità, concepita come una delle risorse al miglioramento della circolazione e della qualità dell’aria, non come la fissazione di un gruppo ristretto di persone che, in definitiva, portano pochi voti, si lamentano e vogliono la luna: qui da noi, la politica di diverse associazioni non migliora le cose. E poi a Roma ci so’ i sette colli, so’ faticosissimi, poi coi sampietrini come fai a pedala’? Arrivi tutto sudato...ce vole la bici elettrica aggratis ppe’ tutti, ‘a ciclabile de gomma coi guard-rail elastici, er camion che te raccatta se te stanchi...

Cosa fa, invece, concretamente, Transport for London? Non con gli insopportabili tormentoni del Comune e delle associazioni sui Km di piste ciclabili, non con le settimane della bici, ma con il coinvolgimento diretto delle istituzioni. C’è pure una galleria di foto che fungono da incentivo per i potenziali ciclisti. Guardate il sito, spiegano pure come controllare lo stato dei freni e come vestirsi per affrontare ogni condizione atmosferica. Gli inglesi non devono guardare il blog di uno sfigato che scatta le foto sotto la pioggia sulla ciclabile (io), ma hanno a disposizione una pagina del sito intitolata “Cycle in all season”; e parliamo di Londra:

Questione di volontà individuale, ma anche politica. E che dire del progetto Bikeability, programma attivo da 5 anni, che intende favorire l’avvicinamento dei bambini alla bici come mezzo di locomozione quotidiano e insegnare loro ad andare in bici a scuola. Nel 2008 saranno 300 mila i ragazzini ad aver ricevuto il distintivo.

mercoledì 17 settembre 2008

Misure antismog

L’assessore alla mobilità del Comune di Roma, Fabio De Lillo, ha dichiarato che non applicherà mai le targhe alterne. Il motivo? Secondo l’assessore, si tratta di una misura antidemocratica, poiché «solo chi ha più macchine ha accesso alla mobilità». L’idea di fare un blocco totale nella zona verde – una zona, lo ricordiamo, che lascia aperti alcuni varchi costituiti da alcune grandi strade – non sfiora minimamente l’assessore. Va ricordato che esistono norme e soglie stabilite dall’Unione Europea, a cui tutti i comuni si devono adeguare. Quale sarà la misura per contenere l’inquinamento escogitata nell’Urbe? Ci avranno già pensato in Campidoglio, oppure si naviga a vista?

Girotondo interrotto

Roma è decisamente tornata ai consueti picchi di traffico. Stamattina, a Piazza dei Giuochi Delfici, si concentrava un centinaio di auto, molte delle quali suv nuovi fiammanti, neri o grigi, e scooter, anch'essi quasi esclusivamente neri o grigi, due scavatrici gialle, bellissime, gli unici due mezzi di una qualche utilità sociale. Molti della scia grigio-nera avevano sorpassato il tovarisch ciclista che scendeva dalla Camilluccia; lo avevano fatto con i soliti scatti blasfemi, un po’ iracondi, per accodarsi sulla stessa via, trenta metri più in là a chi li precedeva, spesso inchiodando, e stringendo i denti, e schiamazzando, nel confondere il clacson col freno e i cilindri del motore col cervello.
A centro metri da Piazza dei Giuochi Delfici, sulla Camilluccia, la coda, immobile ed eterna come una colonna greca. Nella piazza un girotondo interrotto di auto che tentavano di percepire i flussi della corrente più rapida. Dalle auto radio, sbuffi di sigarette slim e chiacchierate al cellulare. Caterpillar in manovra, per necessità di lavoro, non per diletto o sfoggio o accumulo di debiti. E allora il tovarisch, che aveva già dovuto frenare un paio di volte per i contraccolpi della coda, intona più volte a squarciagola il “quando vi passa” – anzi il “quanno ve passa!” – alla massa di ferraglia ferma. Saluti.

martedì 16 settembre 2008

Le isole pedonali secondo Armani

Stefi e Rollo mi segnalano questa notizia: Giorgio Armani, dopo aver parlato di rispetto dei colori della facciata del suo nuovo negozio in via Montenapoleone e del fatto che ci sono troppe insegne al neon per mancanza di regole, aggiunge che quella zona non dovrebbe essere pedonalizzata: "Già Milano è una città morta, se si toglie anche quel po' di movimento delle auto... e poi è bello mostrare la propria bella macchina. Se via Montenapoleone fosse pedonale, diventerebbe meta di struscio non di qualità». Aberrante. La bella macchina prenda una bella multa! Il bell'acquirente dei negozi del centro resti a casa, se non vuole camminare come fa il tovarish proletario "non di qualità".

lunedì 15 settembre 2008

Civiltà



In escursione a Porto San Giorgio, dinnanzi al negozio di bici Cinti, mi imbatto in un formidabile distributore automatico di camere d'aria (al momento guasto, ma fa lo stesso una certa impressione). Se di notte buchi, passi un attimo e compri la camera d'aria. Faccio un inchino e proseguo. Porto San Giorgio è una cittadina estremamente ciclistica. Vecchie Bianchi, molte Adriatica, ovviamente, e anche qualche graziella ripristinata a dovere.



E poi, la massima a cui si può ispirare il tentativo critico di dire la nostra e divulgare qualche idea - magro proposito per opporsi a una società in via di disfacimento e a un paese ormai attestato sull'offerta turistica, neanche tanto sfruttata - pieno di stronzi e teste di minchia in suv e in scooterone, incapaci di aggiustare uno sportello o di leggere un libro di trenta pagine, abilissimi solo nello sparare cazzate, dai ministri agli sfaccendati dei bar di periferia.



In pieno regresso nelle grandi città, alcune cittadine sembrano oasi di virtuosi comportamenti. Oasi di prodotti alimentari, di raccolta differenziata capillare ed efficiente (anche qui), di mobilità non inquinante, di risparmio energetico. Lezioni di vita dai centri urbani piccoli e piccolissimi suggeriscono nuove strategie di quartiere anche nelle grandi città, dove invece non ci si conosce nemmeno e così si è più manovrabili e deboli: una massa di schiavi alla mercé dei prepotenti di turno.
"Castigat ridendo mores": ma c'è poco da ridere.

venerdì 12 settembre 2008

Tombini

Dal punto di vista dei ciclisti, ci sono due modi di mettere un tombino: quello giusto e quello sbagliato. Tombini disposti correttamente o pericolosamente, a Roma si alternano a distanza di pochi metri e in percentuali pressoché uguali. Sarebbe necessaria una disposizione precisa delle autorità comunali. Se il terreno è bagnato, in particolare quando si è in sella a una bici da corsa o a una mountain bike con copertoni stretti, il tombino diviene fonte di pericolo.
Intuite da soli qual è il tombino disposto correttamente: sono entrambi otturati, ma questo è un altro discorso.




giovedì 11 settembre 2008

Competizione

«La competizione tra gli 800 milioni di automobilisti del mondo che vogliono mantenere la loro mobilità e i due miliardi di poveri che vogliono semplicemente cercare di sopravvivere sta diventando un problema sempre più drammatico». Lester Brown, Earth Policy Institute.

mercoledì 10 settembre 2008

Trallallà, il parcheggio non si fa

A Roma los coches cochinos ¡No pasarán!
A pochi metri dal deserto parcheggio di Villa Borghese non sorgerà una palazzina di sette piani seminterrata, dicono. Pare che l'idea del parcheggio sia stata fermata, nonostante il parere più che favorevole, probabilmente motivato da cause ideologiche o comunque ideali, del coordinatore romano di Forza Italia, Giro, e nonostante il parere favorevole della maggioranza dei 5 saggi (saggi, tutti e 5?).
L'esigenza del parcheggio era sentita a destra, al centro e ... nella parte democratica non per salvare vite umane, non per dare posti di lavoro a mille giovani romani che avevano inutilmente partecipato a numerosi concorsi truccati, ma per dare un posto macchina ai residenti della zona, poveri proletari pendolari che devono uscire la mattina alle 4.30 per affrontare le nebbie dell'inverno e andare in fabbrica a Orte. Il parcheggio per i residenti c'è già, si trova nei pressi del Galoppatoio e pochi ci vanno. Se non vuoi parcheggiare l'auto lì, puoi andare a piedi, in bici, in bus, in taxi, in botticella, in monopattino.

«La vera questione è la liberazione dalle auto del centro storico di Roma», ha scritto l'ex sindaco di Roma, Veltroni, sul Corriere della sera dello scorso 4 settembre. «Sarà un'operazione economicamente conveniente», aggiunge poco più avanti. Sembrava chiaro che questa linea di condotta - ossia la riduzione delle auto in centro, fino alla loro quasi totale eliminazione - sarebbe stata portata avanti con la Ztl e con altre misure restrittive, non con i parcheggi. Di auto blu è pieno il centro, ma loro non andrebbero a sostare nel parcheggio di vip, residenti illustri e clienti della Casina Valadier. Però il finale della lettera di Veltroni è condivisibile: «La vera barbarie culturale è lasciare il Tridente così com'è, non pedonalizzato e occupato dalle auto in sosta». È vero, quelle strade andrebbero chiuse al traffico: dovrebbero passare solo i diversamente abili, le ambulanze e poliziotti in bicicletta.
La posizione della Cna, Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ci permette di avvicinarci alla verità: «Per Roma una grande opera infrastrutturale come questa è necessaria per far continuare a vivere una città che rischia di restare indietro rispetto alle altre grandi capitali europee, per mancanza di infrastrutture adeguate». Le altre grandi capitali europee non sono state fondate nel 753 a. C., o giù di lì. Le attività commerciali del centro non possono essere compatibili all'infinito con la sua fragile planimetria; le jeanserie sarebbe meglio aprirle in luoghi più adatti. Il decentramento amministrativo è rimasto lettera morta. E poi, se volte andare in centro, prendete la bici.
L'abbiamo scampata bella. Pensate fra cent'anni, quando le automobili non si useranno più, che bella figura avrebbero fatto i sindaci di tutti i colori dinanzi al memoriale dei loro patemi cementizi, in cima al Mons Pincius, dove tra le altre cose avevano sede gli Horti Luculliani, sventrato a futura memoria!

La terra, las tierras

«L'unico modo per arrivare alla sovversione sociale è solo e proprio il ritorno alla terra, non come atto di rinuncia, come riappropriazione». Luigi Veronelli

lunedì 8 settembre 2008

Gita a Pitigliano



Una gita a Pitigliano (GR) è un tuffo nei libri, e nelle bici, oltre che nel fiume Lente, tra una biscia e un gambero d'acqua dolce. Promotore dell'iniziativa "matti chiari" è il mitico Marcello Baraghini.




Sono in trasferta anche alcuni epici ciclisti. Uno dei mezzi attira l'attenzione dei pitiglianesi.





A ogni angolo una possibile sorpresa.



Livio incontra Pio, un'artista del luogo, possessore di una bici piena di segnalatori sonori.




I mitici millelire, ora un euro.



C'è pure la taverna dedicata, ma non ci andiamo.



Marcello, assieme a Ettore Bianciardi, figlio di Luciano, presenta i bianciardini, libri non libri in vendita ad almeno un centesimo di euro. Il libro finale, non mercificato, senza codice a barre, pura trasmissione di contenuti.





Alla prossima! Ah, da osservare come un mandala l'intreccio dei raggi della doppia graziella...

venerdì 5 settembre 2008

Hibell ucciso in Grecia


Su alcuni blog e giornali online è apparsa la notizia: ucciso in Grecia il pioniere dei cicloturisti. Ian Hibell ha trovato la morte pedalando tra Atene e Salonicco lo scorso 23 agosto. Hibell ha viaggiato in tutto il mondo e ha pubblicato il libro «Into the Remote Places». Hibell è stato investito durante una gara tra automobili. Il conducente del mezzo che ha investito il cicloturista sarebbe poi scappato, ma alcuni testimoni hanno preso il numero di targa della sua vettura.
Hibell, 74 anni, originario di Brixham, iniziò a viaggiare nel 1963, dopo aver chiesto 2 anni di aspettativa al suo datore di lavoro. Tornò a casa dieci anni più tardi. Il racconto delle sue avventure spinse decine di persone a viaggiare in bici in tutto il mondo.
La distanza coperta complessivamente dal viaggiatore inglese ammonta a circa 10 mila kilometri all’anno per quarant’anni.

Viaggiare

Discutibile affermazione del musicista Goran Bregovic, in un'intervista apparsa su Panorama di oggi (data 11 settembre 2008), alle pagg. 162-63. Domanda: "È ancora vivo il suo bisogno ossessivo di viaggiare?". Risposta: "Il mio motto è: «Schiaccia il pedale e va' veloce finché dura la benzina»". La musica di Bregovic non ci piace molto, è molto...furba, ma la cosa più importante è ricordare che si può viaggiare anche senza benzina. Forse siamo troppo critici, quindi ci pentiamo all'istante e pubblichiamo.

Ciclismo e arte

Piacevoli effetti di sincronicità ciclistica alla mostra su Schifano alla GNAM di Roma. Dopo aver nascosto e legato la bici, onde non rimanere in mezzo alla strada con i pantaloncini neri con il pannolone (pantaloni da ciclismo), entro. Produzione diseguale, alcune opere un po' irritanti, molte di quelle degli anni '60, il sole, poi certi stencil di palme. Altre opere invece sono molto originali, specie quelle degli anni '80, oppure le foto trattate degli anni '70. De gustibus. Come "Il parto numeroso della moglie del collezionista" (1984) o "Sussulto" (1986). Come la presa in giro al mercante d'arte "ora esatta" e, arriviamo alle bici, perché non sono un critico d'arte, lo splendido quadro "biciclette", con 2 bici da corsa e ruote varie in rotazione. Un tema che ogni tanto torna, come la foto del podio del Tour de France 1989 vinto da Lemond, inserita in un'opera.
Nella libreria della GNAM trovo un libro su Pino Pascali, il mare, e, scorrendolo, vedo una foto dell'artista in bici da corsa. Pascali si iscrisse alla UVI (Unione velocipedistica italiana) e andò ad allenarsi in velodromi provinciali con bici da pista e da corsa.

giovedì 4 settembre 2008

Incontro in salita

L’altro ieri, mentre arrancavo sulle chine di Monte Mario, ho incontrato M. Anche lui stava pedalando in salita, e la prima osservazione è stata che dalle nostre parti c’è poca gente che si inerpica. Nonostante la salita e lo smog, abbiamo avviato una conversazione. Una cosa normalissima, visti i problemi che accomunano i conduttori di velocipede nell’Urbe. Dopo una visita alla mostra su Schifano alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna – di cui parlerò un’altra volta, ma non tra molto – mi ero appena elargito la salita dalla Panoramica. Subito, con M., si parla della “cosa”. Quale cosa? Ogni categoria di persone ha un tema elettivo: quello dei ciclisti urbani forse è il numero di persone che, più o meno quotidianamente, girano in bici nel traffico. Un altro discorso che capita spesso di sentire, ma io non lo faccio più, è la lamentela per la carenza di piste ciclabili e l’assenza di interventi strutturali delle istituzioni. Noi ci concentriamo subito sull’incremento del numero di pedalatori a Roma da qualche anno a questa parte, un dato confortante ma pur sempre minoritario. Quello che conta è la tendenza, e in questo caso ci si consola con quella: il lento incremento numerico e il lento crescere dell’interesse per la bici, al di là dei facili stereotipi proposti in questo senso dalla stampa e dalla tv. Chiedo a M. se conosce la ciclofficina exlavanderia; sì, c’è stato; mi domanda se ci sono ricambi, gli dico che dovrebbe passare a dare un’occhiata e vedere se li trova. Gli domando allora se conosce la Critical Mass, mi dice di sì, ma dice che lui va in bici tutti i giorni, non ha bisogno di misurarsi con le automobili in quello che gli sembra un approccio un po’ conflittuale, mentre desidererebbe un mood più giocoso e clownesco, forse situazionista, tipo pagliacci in bici in mezzo al traffico. Poi mi dice, ha poco tempo libero, ha i figli, ecc. Gli dico che da quello che ho potuto vedere mi sembra tutto già abbastanza giocoso e festoso, alla CM: gente col naso rosso su una bici doppia e pantaloni a righe, tandem a tre posti, risciò, pesci gonfiabili sulla schiena, ecc. Comunque non parliamo di questo, ognuno ha le sue idee e si può anche decidere di rinunciare a un momento di aggregazione. Non è questo il punto, semmai, dico ansimando, il problema è il contrasto tra la moltitudine annuale o mensile della CM e la solitudine quotidiana di ogni ciclista, con i suoi rischi, problemi meccanici che deve saper risolvere, le sue incazzature, lo smog, la pioggia. E quindi il discorso finisce per gravitare, ancora una volta, attorno alla scarsità di ciclisti a Roma e, indovinate un po’, allo scarso rispetto di cui essi godono tra gli automobilisti, i motociclisti, gli autisti degli autobus. Ma questo nei miei pensieri, perché ho già salutato M. e sto arrivando a casa.

martedì 2 settembre 2008

Chi dice no, chi dice sì e chi sta zitto

Ernesto Buonaiuti
Giuseppe Antonio Borgese
Aldo Capitini
Mario Carrara
Antonio De Viti De Marco
Gaetano De Sanctis
Giorgio Errera
Giorgio Levi Della Vida
Piero Martinetti
Fabio Luzzatto
Bartolo Nigrisoli
Errico Presutti
Francesco Ruffini
Edoardo Ruffini Avondo
Lionello Venturi
Vito Volterra