Fonte: blog bicisnob
Domani a Roma sfida tra bici e tre auto che si spostano
in città simulando tre diversi limiti di velocità. La prima viaggerà a
un massimo di 30 km l’ora, la seconda rispetterà un virtuale limite di
40 all’ora e la terza non supererà i 50 orari. Otto chilometri di
percorso urbano per capire se l’auto è davvero più veloce della bici e
per verificare se – moderando la velocità dei mezzi a motore nei centri
abitati – ci sono rilevanti differenze nei tempi di percorrenza.
La gara precede la presentazione del libro No
Bici di Alberto Fiorillo
(Ediciclo Editore). Appuntamento ore 16, libreria Arion Palazzo delle
Esposizioni.
Come nel caso della temperatura, anche la velocità degli spostamenti
urbani si divide nettamente tra quella reale e quella percepita. Chi
utilizza un veicolo a motore in città, nonostante l’evidenza della
perenne congestione e la lentezza con cui procede nel traffico, ha la
sensazione di procedere a un’andatura maggiore di quella effettiva.
Gli automobilisti credono di andare forte perché hanno un motore in
grado di farlo e perché, magari, tra un intoppo e l’altro alla
circolazione, effettivamente possono pigiare sul pedale
dell’acceleratore. A conti fatti, però, nelle grandi città le
autovetture hanno medie orarie ridicole, viaggiano sempre sotto i 30
all’ora. A Torino gli spostamenti in auto si effettuano in media a 26
kmh, a Genova a 25, a Roma a 23, a Milano a 22, a Napoli a 21 e a
Palermo addirittura a 20 (Fonte Anci, Cittalia). Nel traffico, è chiaro,
si corre solo se c’è un tratto libero, magari tra un semaforo e
l’altro. Ed è uno sforzo abbastanza inutile: vari test su strada
confermano che la guida aggressiva in città può far risparmiare una
sessantina di secondi ogni dieci chilometri. Tanto sgommare per nulla.
Anzi, questo procedere a scatti, ora fermi ora al massimo della
velocità, ha effetti nefasti sulla sicurezza stradale. La velocità media
resta bassa, la velocità di punta uccide.
La letteratura scientifica da diversi anni offre resoconti
estremamente particolareggiati sul nesso velocità-mortalità. I neurologi
spiegano che sopra i 30 all’ora i nostri sensi e le nostre percezioni
si alterano, perdono nitidezza. A quella stessa velocità l’impatto con
un auto corrisponde per un pedone alla caduta libera da tre metri
d’altezza. Investire una persona a 50, a 75 o a 100 all’ora equivale a
spingerla giù dal balcone del terzo, del settimo o del tredicesimo piano
di un palazzo, quaranta e rotti metri senza nessun telone dei pompieri
ad attutire il colpo. Inoltre per fermare un veicolo lanciato a 50 orari
servono una trentina di metri: una dozzina se ne va nella frenata vera e
propria, mentre una quindicina corrono via prima che il guidatore
riesca a reagire (si stima che il tempo di risposta sia pari a un
secondo). In pratica se a 50 all’ora ci si accorge di un pedone quando è
a meno di 15 metri dal cofano, l’urto avverrà esattamente a 50 all’ora.
E’ stato anche stimato che ridurre di un solo chilometro orario la
velocità media nel nostro Paese farebbe diminuire la mortalità del
quattro per cento. Rinunciare a un chilometro in cambio di 160 italiani
vivi in più è assurdo? E rinunciare a una ventina di chilometri orari in
cambio del dimezzamento dei decessi su strada ha senso oppure no?
E’ questo il motivo che ha spinto #salvaiciclisti, Legambiente e Fiab
a organizzare una singolare sfida che si terrà il 10 maggio con
partenza e arrivo dalla libreria Arion del Palazzo delle Esposizioni
(via Milano, ore 16): tre bici contro tre auto che si spostano
normalmente in città simulando tre diversi limiti di velocità. La prima
vettura viaggerà a un massimo di 30 km l’ora, la seconda rispetterà un
virtuale limite di 40 all’ora e la terza non supererà, come attualmente
prevede il codice della strada, i 50 orari. Otto chilometri di percorso
urbano (peraltro in una zona a traffico limitato e dunque potenzialmente
più scorrevole per le auto) per cercare di capire se l’automobile è
davvero più veloce della bicicletta e per verificare se – moderando la
velocità dei mezzi a motore nei centri abitati – ci sono rilevanti
differenze nei tempi di percorrenza. Sulle tre bici ci saranno esponenti
di #salvaiciclisti, Legambiente e Fiab. Mentre sulle auto – messe a
disposizione da Roma Car Sharing – saliranno alcuni dei parlamentari che
hanno recentemente presentato la proposta di legge sulla sicurezza di
chi si sposta in bici.
L’idea, e la sfida tenterà di dimostrarlo, è che si può moderare la
velocità dei veicoli a motore in ambito urbano, per la sicurezza di chi
si sposta a piedi e in bici (e anche di chi si sposta coi mezzi a
motore) e anche perché rendendo palese la lentezza degli autoveicoli è
più semplice promuovere una tipologia di mobilità alternativa. I
risultati cronometrici della gara saranno il prologo della presentazione
del libro No Bici di Alberto Fiorillo, edito da Ediciclo.
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