lunedì 30 giugno 2008

Ciclismo e morte

A Cogruzzo, in Emilia, è morto un ciclista di 12 anni, Nicolò Ferrari. Stava provando il circuito per una gara di dilettanti juniores. È uscito da una curva ed è stato urtato da un furgone. Due domeniche fa aveva vinto una gara: avrebbe dovuto partecipare ai campionati italiani di categoria. Non era "nipote di", e per questo la sua morte non è finita in prima pagina, ma in un trafiletto.

mercoledì 25 giugno 2008

Elettrodomestici

Si potrebbe estendere la garanzia degli elettrodomestici a quattro anni, con un piccolo costo aggiuntivo per il consumatore, per dare impulso alle riparazioni (un settore che va scomparendo) e scoraggiare la pratica inquinante dell’usa e getta: questa misura porterà lavoro per i riparatori e sarà un incentivo per le aziende produttrici a studiare macchine più efficienti e robuste. (Si potrebbe fare a meno di alcuni elettrodomestici - il primo è la lavapiatti - ma questo è un altro discorso.)

martedì 24 giugno 2008

Paesi civili

A Giakarta, capitale dell’Indonesia, la polizia municipale ha assunto uno skateboarder professionista per addestrare 20 vigili urbani all’uso dello skate. Lo scopo è superare gli ingorghi e spostarsi agilmente nelle arterie della megalopoli.

Ieri e oggi

Ieri alla Balduina, A.D., noto esponente del centrosinistra, mi ha tagliato la strada a bordo di un'utilitaria senza guardare e s'è beccato uno "sveglia, sveglia". A proposito, qualcuno ha notizie del centrosinistra?, sa per caso se è previsto un rimpasto nel governo ombra, se a un certo punto andranno in vacanza, o se già ci stanno? Sempre ieri, un autista di auto blu ha girato senza freccia è s'è beccato un "la freccia, la freccia!": con un comportamento civile non si guarda in faccia a nessuno.
Stamattina la "panoramica" era completamente bloccata, a causa di una smart semidistrutta, che aveva fatto testacoda contro il guard-rail: sicuramente sarà andata a 30 Km/h... Goduria massima nel sorpassare l'intasamento di auto e moto, anche se a momenti mi prendevo una sportellata in faccia da un camion. Cazziate veementi a veicoli che invertivano la marcia. Poi, sulla ciclabile, tre cicloturisti con bandiera non di Viterbo, non di Grosseto, ma olandese, e due italiani avanzavano verso il centro di Roma: saluti a profusione, beati loro. Pecore ansimanti nei terreni demaniali della Mongolia tascabile che attornia la ciclabile. Bisce d'acqua, profumo di fiori, traffico di corridori e ciclisti. Al traguardo acqua e albicocche.

lunedì 23 giugno 2008

Vada piano!

Il mio nuovo passatempo è gridare ad auto e moto: «Vada piano!». Hanno imparato pure i miei figli. Nelle località di mare molta gente corre troppo. Gridiamo loro - nei timpani, sotto i caschi slacciati, dentro i finestrini - il nostro disappunto, senza turpiloquio e senza rancore. Un "vada piano!" secco e perentorio, laddove le autorità latitano e ognuno guida come gli pare.
Qualche giorno fa, un tipo distinto e abbronzato in suv, cellulare in una mano, se ne andava a 45-50 (non ho l'autovelox incorporato) in una strada di San Felice Circeo. Il "vada piano!" gli è sibilato nel finestrino aperto e in una vita piena di impegni. Il tizio ha rallentato e ha aspettato che lo raggiungessi. Nessuna provocazione, il tono in questi casi dev'essere rigorosamente civile: «Il mio è un invito ad andare piano, su una strada stretta, come vede, frequentata da bambini e da madri con passeggino». E lui, che ci tiene alla figura: «Ma io vado piano, non si preoccupi». Beh, allora una stuzzicadentata, sempre garbata, ci vuole: «Sa, perché l'ho vista arrivare non piano, con il cellulare in una mano, insomma non mi sembrava il ritratto della prudenza». Rapida coda effervescente, ma civile, e saluti finali. Vi invito tutti a praticare il "vada piano!" in città e nei luoghi di villeggiatura. Tranquilli, sorridenti, implacabili.

venerdì 20 giugno 2008

Bianchi Randonneur con ruote da 27"

Non si finisce mai di scoprire cose nuove. Ho comprato una vecchia Bianchi Randonneur, un caso interessantissimo di bici da viaggio, prodotta in Giappone nei primi anni Ottanta e di cui, alla Bianchi, a cui ho scritto, non sanno nulla. La bici reca loghi Piaggio, sì, quella dei motorini, e componentistica nipponica Suntour, etc. Eccola:



Dopo la solita trafila umiliante e istruttiva (tentativo di montare copertoni da 28" larghi 28 mm, esattamente dei Vittoria Randonneur) scopro che le ruote sono da 27" ossia da 630 mm o, per essere ancora più puntigliosi, ISO/E.T.R.T.O. 630 mm. Sono ruote poco più grandi di quelle da corsa tradizionali e richiedono copertoni specifici. In uso soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone fino all'inizio degli anni Ottanta, sono state gradualmente rimpiazzate da quelle a 622 mm, ovvero le 700c. Alcune case continuano a produrre copertoni di questo tipo. Ne ho trovati due della Schwalbe. Per fortuna, si possono usare le camere d'aria da corsa 700 × 28-35 [mm]. Ecco il dettaglio delle misure del copertone: 27 × 1 ¼ (32 - 630):


Informazioni sulle ruote da 27" si trovano in vari siti statunitensi, quello della Harris Ciclery del compianto Sheldon Brown, o quest'altro.

mercoledì 18 giugno 2008

Semafori, curve, regole

L’ottimismo degli automobilisti romani è sconfinato: pensano che sorpassando il ciclista troveranno tutti i semafori verdi e lui non li raggiungerà più. L’ho verificato varie volte e anche stamattina, quando un tipo mi ha superato in curva. La strada in cui si svolge il tutto è via Prati della Farnesina, una strada già resa insidiosa da due fattori: 1) mamme belle, ricche e molto ansiose che accompagnano i figli alla scuola di suore, parcheggiano i suv sul marciapiedi e ripartono senza mettere la freccia, attraversano la strada di corsa, ecc. 2) auto del CD, corpo diplomatico, con autisti che sembrano provenire da zone desertiche, steppe o altopiani completamente privi di strade, ostacoli e vegetazione. L’ottimismo degli automobilisti è sconfinato (la benzina scenderà, il traffico nel prossimo week-end non ci sarà, ecc.), ma i semafori di Roma sono impietosi. Quindi, con un respiro profondo, promettendomi di evitare accuratamente qualsiasi frase ingiuriosa, anche solo sconveniente, mi accingo al sermone sul divieto di sorpassare in curva, il fatto che la bici è un veicolo a tutti gli effetti, che lui s’ammacca, io m’ammazzo. «Scusi tanto», dice l’automobilista. Vai e non peccare più, ego te absolvo, ecc. So’ soddisfazioni, a Roma, nel 2008.

E veniamo all’idea di usare l’esercito per la sicurezza delle città, idea nel frattempo ridimensionata perché si è detto di mandare soprattutto carabinieri, che già fanno parte delle forze dell’ordine. Quando si dice ‘sicurezza’ non si pensa a quel suv che ho visto stamattina andare a 90 Km/h su via Camilluccia, no: sono lo scippo, la cosiddetta microcriminalità a essere sbandierati come questioni di emergenza nazionale, più di qualsiasi altro problema. I pali di Roma sono pieni di fiori lasciati in ricordo di persone morte scippate e aggredite: è uno scandalo, ministro, tuteliamoli. Il bilancio dei morti è da guerra: solo ieri a Roma sono morte due persone (il ciclista investito dalla Panda e una signora a via dei Durantini) e una ragazza investita in viale Marco Polo da uno scooter è ricoverata in gravi condizioni.

Viene qui allora una modesta proposta: affidare la gestione del traffico di Roma a Hezbollah, il gruppo libanese. Un appalto che non potrà non favorire il dialogo mediterraneo. Siccome un suv in sosta vietata non si può rimuovere, perché pesa troppo e la multa non ha alcun effetto deterrente, loro forse troveranno dei sistemi per gestire questo tipo di problemi. Tutto a norma Iso.

A costo di tediare il lettore, abituato alle brevi e pregnanti frasi dei blog, aggiungo qualche considerazione sulla legalità nelle strade. Vi ricordate quanto fu rapido il cambiamento che portò all’uso generalizzato delle cinture di sicurezza? Dopo molti anni, si decise di applicare la normativa già esistente sull’obbligo delle cinture, e si cominciarono a fare le multe. Ne presi una il 6 agosto, mentre andavo in biblioteca: i vigili incrollabili non accettarono scuse. E tutti misero la cintura di sicurezza. E poi, il giorno in cui entrò in vigore l’obbligatorietà dei fari nelle strade extraurbane, era pieno di pattuglie che non stavano a spiegare il come e il perché, ma facevano le multe. Raramente, mi capita di vedere fari spenti fuori città. Adesso io mi domando, per quale motivo dentro Roma non si fanno le multe per eccesso di velocità? Con i soldi delle multe si possono comprare tanti autovelox, pagare altri stipendi a giovani vigili urbani, perché no? Perché lasciare che bombe dotate di ruote girino impunemente per le nostre strade? C’è qualche inviolabile immunità concessa a chi guida veicoli a motore?

venerdì 13 giugno 2008

Sinistra criptica

Si torna a parlare alla gente di sinistra: ma in ostrogoto. Ho visto sui muri i manifesti dell’incontro organizzato ieri dal Prc nella Casa del Popolo di Torpignattara, ospite l’ex ministro Paolo Ferrero. Titolo dell’incontro: “Democrazia, mutualismo e vertenzialità”. Finalmente, basta con i lambiccamenti della politica. L’idea di base sarebbe pure discreta: fare un salto verso il basso, lavorare per un partito come quello olandese “del pomodoro”, “organizzatore di segmenti di società”, quindi dare spazio alle realtà locali, ai gruppi che lavorano sul territorio, ecc. Ma il linguaggio? Un linguaggio chiaro vuol dire obiettivi precisi. Alla prossima, allora, con “Resilienza, Ghematria e Glocalismi”!

Lo scureggione

Una fiction non molto improbabile, dedicata a colui che ieri, vicino a Ponte Milvio, mi ha tagliato la strada con lo scooterone tenendo il cellulare in una mano e il manubrio con l’altra. Sperando anche che abbia ascoltato le mie benedizioni. E che gli si sia fuso il motore.


Il barile di petrolio sfiora i 160 dollari. Piergiorgio Maria lavora per l’immobiliare “Sottoscala luminosissimo”. Sui trentacinque anni, stivaletto ortopedico nero, abbronzatura pronunciata tendente al rossiccio, completo grigio, cravattone, basettone, collettone e, va da sé, scooterone. Fino a giugno inoltrato, Piergiorgio Maria gira con la copertina del Tucano sulle gambe (perché la mattina fa freddo) e un piumino gilet di colore nero. Quando il giovane mette il sedere sul suo scoooooterone 800 cc., egli immagina forse di condurre un attacco dall’elicottero in Apocalypse Now o di lanciarsi nelle praterie sconfinate degli Apache alla guida di un destriero incontrollabile. Fatto sta, che dalla periferia di Roma, quando piomba sull’ufficio della “Sottoscala luminosissimo”, Piergiorgio Maria viaggia perennemente sui 70, con punte di 80-90 Km/h.

Il barile arriva a 180 dollari. Scarta, piega, taglia la strada, sorpassa auto che stanno sorpassando, quest’uomo crede di possedere un’abilità di guida straordinaria. Ma il guerriero Piergiorgio Maria, lo avrete intuito, è soltanto uno stronzo. Lo scureggione è comodo, il traffico è impossibile. Quando Piergiorgio Maria deve spostarsi per la Capitale nel tentativo di vendere pollai ammuffiti come “rustici” o seminterrati triangolari dove i cani pisciano sulle finestre, il mezzo preferito è lo scureggione.

Il petrolio è a 200 dollari. Pesante, largo, costoso e inquinante, lo scureggione è il mezzo che ci vuole per spostarti negli appuntamenti della tua vita dinamica. Piergiorgio Maria si fa quattro conti. Di tagliare le sedute di lampada abbronzante non se ne parla; l’aperitivo a 10 euro è un modo di socializzare; al cinema già ci va poco; la benzina per lo scooter è sacra; i week-end con Federica si possono ridimensionare. È deciso: si taglia la palestra. «Casomai andrò a correre», finge di promettere a sé stesso mentre scongela al volo un “quattro stronzate nel piatto”.

Il barile di petrolio oggi ha toccato i 250 dollari e Piergiorgio Maria fa fatica a vendere il suo scooterone; nessuno lo vuole, i prezzi dell’usato si sono drasticamente ridotti. Finisce per svenderlo. Per la prima volta in vita sua, Piergiorgio Maria mette piede su un autobus dell’Atac. Qualche inconveniente inziale e poi via, con l’acquisto di una tessera intera rete.

Al mare ci andrà, forse, ma niente acqua-scooter. Sono stati vietati per legge: ma questo è un altro sogno.

giovedì 12 giugno 2008

Il parcheggio al Pincio: polemiche sterili

Non capisco tutta questa agitazione per limitare la libertà di costruire sotto al Pincio un parcheggio di soli 7 piani, con 726 box auto, ognuno da mettere in vendita a soli 100 mila euro. È stata trovata una villa romana, ma a Roma, quando scavi trovi sempre qualcosa: in un vaso a casa mia ho trovato il filtro di una HB degli anni Sessanta. Si potrebbero incastrare i muri romani nei box, chicchissimi. Per questo i lavori per la metropolitana sono sempre stati lenti. No, Agnelli, non c'entra niente, lui voleva la metro, non voleva vendere più Fiat ai ministeriali. Roma sotto è vuota, per questo non c'è rischio di terremoti. Quando finisce Roma finisce il mondo. Roma è la più bella città del mondo. Caput mundi, si dice. Roma è speciale. Ha un non so che. La gente è proprio simpatica. Si mangia bene, basta che conosci i posti. Dice il giornale che gli archeologi si sono sorpresi per l'estensione delle rovine scavate. Propongo una cosa: se scavando trovate rovine romane, non ce lo dite. Sarebbe interessante se venisse alla luce un cartello con scritto sopra "qui non c'è niente". Comunque nessuno ha il diritto di limitare il parcheggio delle Ziguli dei compagni lavoratori proletari nei pressi di Piazza del Popolo. El pueblo unido jamás será vencido. Peccato davvero che non abbia vinto il compagno Rutelli. La Plaza del Pueblo è in fervida attesa.

Pioggia, citrulli, zucche

Oggi sotto la pioggia si pedala benissimo. All'alba rumori di auto nelle pozzanghere. Il citrullo in visita, Roma paralizzata. Fiori di campo di tutti i colori, i cespugli di more con i fiorellini lilla. Piove, quindi le auto vanno più piano. Nella mia tenuta da palombaro, pedalo piano rimpiangendo di non avere qualcosa da sgranocchiare. Incontro poca gente, i soliti tenacissimi della ciclabile. Poi dò un'occhiata ai giornali: le morti sul lavoro non scalzano del tutto la questione delle intercettazioni. Mezza pagina del Corriere della sera, tipo articolo di Montanelli, è occupata da una lettera dell'Onorevole dott. ssa Deborah Bergamini, che pone questioni serie. È giusto tutelare la vita privata di ognuno: «Non sono più la stessa persona», dice. Se, per esempio, a Milano, voglio mettere a un paziente un tendine diverso, perché non ho quello giusto, nessuno ha il diritto di ascoltare quello che dico.

mercoledì 11 giugno 2008

L'acqua

Italo Rota, architetto, annota oggi sul Corriere della sera: «L'acqua detta le regole per la gestione della città: dove c'è, non ci sono auto». Giochiamo a trovare altri ingredienti scaccia-auto, le montagne rocciose, per esempio.

Vai barile vai barile, eh, eh

Appena il barile di petrolio arriva a 200 $ organizzo una festa, con tanto di addio al suv, agli scooteroni e alla faccia di minchia di chi li guida. Preparate le stelle filanti!

lunedì 9 giugno 2008

Questione di numeri e di abitudini

Con molta calma, riprendo a scrivere. Ho ancora in mente i fiumi di ciclisti della Critical Mass e riprendo a fare i conti con una realtà quotidiana molto più convenzionale, fatta di molte auto e poche bici. Ho sistemato una cassetta di plastica sul portapacchi posteriore: in questo modo, posso caricare parecchi Kg di bagaglio. E posso fare la spesa. L'altroieri, davanti al supermercato, c'erano parcheggiate tre bici. Questi numeri quotidiani mi incoraggiano quasi quanto le migliaia di persone alla CM. La spesa si può fare in bici, e la bici suggerisce in qualche modo una spesa più sana, mi viene da pensare davanti alle casse, dove si affollano patatine, biscottini, cartoni di aperitivi, bibite e un sacco di altre porcherie.

lunedì 2 giugno 2008

Ciemmona goduriosa

Sono stati 4 giorni di goduria: ieri sono tornato da Ostia in treno dopo tre giornate di sano pedale, incontri, pane e formaggio, vino, buche e prediche ai conduttori di veicoli motorizzati. Già venerdì una marea di bici ha invaso Roma; poi sabato, con la Ciemmona interplanetaria, si è raggiunto il picco di presenze. Ma anche domenica, alla partenza dalla Piramide, per andare al mare a Ostia, c'era un sacco di gente: la Cristoforo Colombo era un fiume in piena di bici e altri mezzi a propulsione umana (i video qui collegati si vedono con Mozilla e sono anche su youtube: "Anche il gorilla lilla usa Mozilla").


Venerdì 30 maggio 2008


vedo doppio!

vedo ancora doppio!
no, è una bici vera, ci si può andare con una mano sola...

triciclo cargo


una pieghevole sfreccia velocissima...


E poi il cavallo, applauditissimo, e perfino il professore:




motori perplessi, qualcuno un po' aggressivo, ma si cerca di spiegare le ragioni dei ciclisti. Il cavallo di battaglia è: quando c'è un ingorgo di automobili ti metti a strillare in questo modo?


Uno dei tanti ciclisti spagnoli presenti



Sabato 31 maggio 2008


La mattina di sabato comincia alla ciclofficina exlavanderia con un'azione di giardinaggio urbano. Tre ore a scavare buche: forse non ci crederete, ma in questa aiuola, situata in un parco pubblico, venivano parcheggiate le automobili. Da qui l'idea di qualche pianta aggiuntiva, carina e lieve, tale da suscitare emozioni distensive e ripristinare nelle persone il sano desiderio di fare una passeggiata di duecento metri, invece che lasciare l'auto in sosta sotto al luogo di lavoro.


Poi si parte da Monte Mario e arriviamo a San Giovanni.

si aspettano gli altri
una sigarettina alla partenza...
mezzi di tutti i tipi scalpitano nella piazza

All'inizio si indugia sulla direzione, oppure si stanno scaldando le ruote?

finalmente si parte!



Ci sono diversi ciclisti francesi.

Si abborda la Tangenziale...
...ci si passa sotto...

...e poi ci si va sopra...


...lasciando un souvenir.

Poi giù a manetta:






Da Firenze e dalle altre città italiane sono arrivati in tanti

Un uomo assorto in profonda meditazione sulla Tangenziale


Il vessillo della ciclofficina exlavanderia

Una delle migliori soluzioni alla vivibilità e alla ciclabilità dei nostri quartieri: le zone 30 Km/h

altra pausa e poi via!
Gira che ti rigira si arriva a Piazza Indipendenza. Un uomo decide di battezzare nella fontana il movimento centrale e i mozzi



Poi si passa un attimo a Piazza di Spagna a fare lo struscio


e infine Piazza del Popolo, prima di guadagnare il Pincio, dove si svolgerà il ciclopicnic finale


A Sora è pieno di ciclisti: ne sono venuti parecchi anche a Roma

Finalmente si mangia!

Il prodigioso cargo trasporta enormi quantità di cibo.

È notte fonda: ciao, ciao, si riparte per andare a casa.


Domenica 1° giugno 2008

Appuntamento a Piramide per andare al mare.


Si unisce al gruppo anche un ciclista Maori.

L'odore di crema protettiva circonda il gruppo

Si parte!






Una considerazione a caldo: un grazie ai Vigili Urbani di Roma, che hanno gestito il traffico con grande professionalità: siamo andati a stringere la mano a uno di loro sulla Cristoforo Colombo.