lunedì 12 marzo 2012

A bici@romaexpo: oltre al carbonio, ciclismo urbano

Una bellissima giornata romana fa da scenario al mio viaggetto in bici da Monte Mario alla nuova Fiera di Roma, per andare a visitare il bici@romaexpo. Devo anche intervenire alla presentazione del libro Attenzione, ciclisti in giro, curato da Marco Pastonesi e Fernanda Pessolano, editore Ediciclo, a cui ho collaborato con una piccola cosa.
Il percorso, come sempre, viene sommariamente definito a tavolino e riportato su un pezzo di carta che per strada riuscirò malamente a decifrare e che, poi, sbagliando strada volentieri, in nome della psicogeografia, si renderà presto inutile. Torrevecchia-via di Brava-via del Pescaccio-via della Pisana ecc. ecc. fino a via Portuense 1645. Una ventina di bellissimi chilometri, su strade semideserte. Non ho mappe con me. Però afferro all'ultimo momento una bussola, come se qualcuno potesse indirizzarmi così: "Procedi in direzione sud-sud ovest, poi vira di 30°, ecc. Sono strade assolutamente pedalabili, non ci sono piste ciclabili nel raggio di chilometri, e mai ci saranno. Sono strade pianeggianti, comode, e prive di traffico, almeno di domenica. Ovviamente sbaglio strada. Chiedo indicazioni a un autista dell'Ama, in sosta col suo camion. Mi dice: "Via della Pisana? Prendi il raccordo, poi esci alla prima". Il raccordo, uhm...Forse c'è una strada secondaria. No, non c'è. Quindi arrivo su via Casale Lumbroso. Uno scenario da far west, con il vento che scuote i reticolati.

Domina il silenzio più assoluto. Arrivo alla discarica di Malagrotta. Tonnellate di gabbiani sorvolano stormi di immondizia. Dovrebbe chiamarsi "tempio della verità", la discarica. Qui misuriamo il nostro livello di civiltà. Recentemente, il peso a tonnellata dell'immondizia è aumentato, dopo una sentenza del Tar. Un costo quasi insostenibile, quello dell'immondizia. Tutto quello che viene ammassato lì, e che comporta un costo, è già stato pagato dai cittadini, ha prodotto utili alle aziende, e alla fine ricade ancora sulla collettività e chi la rappresenta. Sarebbe il caso di ridurre seriamente la quantità di immondizia. Quello che non va lì e che non viene riciclato, va nell'inceneritore. Ci va molta plastica, nel termovalorizzatore, molta di essa è stata riciclata correttamente. Ma è troppa. Ed è un ottimo carburante.
Le strade, come dicevo, sono bellissime e inondate dal sole. Quando arrivo in prossimità della Fiera di Roma scopro intasamenti colossali. I parcheggi sono già pieni, la gente parcheggia dove può e prende multe. Una cayenna, che non a caso è anche il nome di un suv: ah, ah, ah, buona questa. Va detto che ci sarebbe anche un comodo treno per arrivare alla Fiera di Roma. La stazione si chiama Fiera di Roma, pensate un po'.
La maggior parte di chi è venuto qui oggi va a visitare il salone del motociclo. La bici occupa solo due padiglioni, il resto è per le due ruote a motore. All'interno della fiera c'è pure il percorso ciclabile.

La fiera riguarda i negozianti (qualcuno di loro produce anche bici), ma non le aziende. Quindi la varietà non è eccessiva e dominano le bici intere, non i componenti. Prevale la fibra di carbonio, ma c'è anche qualche interessante bici in acciaio, alluminio e titanio. Si strizza l'occhio, come accade già da un po', alle tendenze spontanee e incontenibili del ciclismo urbano. Quindi ecco la "Milanino" di De Rosa.
La "Milani replica" si avvicina molto alla mia idea di bici. Celeste Milani mi dice che ha molto successo.
Della Milani mi piace molto anche "Acciaio puro", telaio inox saldato a tig.
Ecco Celeste Milani, con il nipote.
Interessante anche la pieghevole "Nanoo".
C'è poi lo stand di Mobility Evolution, un negozio specializzzato in bici a pedalata assistita, che ha aperto da pochissimo nel mio quartiere, in via Teresa Gnoli, 47, t. 06/30602470, Monte Mario.

A Tiziano Quattrini va il mio in bocca al lupo. Negli ultimi due anni, nel circondario hanno chiuso due autosaloni. Uno vendeva solo suv. Sono stato molto contento. Ora apre un negozio di bici, nel luogo più alto di Roma, devastato dal traffico. Chi abita a Ottavia, Selva Candida, Palmarola, maledice tutti i giorni una situazione che, stando a bordo di un mezzo a motore ingombrante, contribuisce a creare. Il treno e gli autobus funzionano male, anzi malissimo. Le ambulanze a sirene spiegate non riescono a passare. Tutti i giorni, nelle ore di punta (7.30-10 e 16.30-20.30, ma a volte anche 21) file lentissime e cori di clacson rovinano la vita a tutti.
Provo varie bici a pedalata assistita. Alcune sono straordinarie. Ce n'è una con ruote da 20 pollici, pieghevole. Ce n'è un'altra, con motore Bosch, che è sensibilissima. Io non la comprerei mai, ma con questi mezzi nessuno ha più scuse. O, almeno, una parte della nenia che devo ascoltare quasi quotidianamente da coloro che si giustificano del fatto di non usare la bici, viene messa fuori combattimento. I sette colli, i sampietrini, le lunghe distanze (lunghe?, tipo 8 o 10 Km) e il sudore vengono neutralizzati.
Niente targa, niente casco, niente bollo, niente assicurazione, niente ztl, niente parcheggio da cercare. Una bici che costa 1500 euro permette di percorrere 65 Km senza alcuno sforzo (il che, per me, lo confesso, è quasi irritante), con la modica spesa di 25 centesimi di euro di elettricità. La batteria si ricarica 1500 volte. Fate voi i conti. Poi, se volete continuare a inquinare e impoverirvi con scooter demenziali, fate pure. Ma il prezzo crescente dei carburanti imporrà a tutti ulteriori motivi di riflessione. Sì, va bene, sarete meno in forma, meno euforici e meno abbronzati del ciclista urbano. Accattatevi la bici a pedalata assistita: sarà l'inizio di una nuova vita.
Chi invece i Km li macina tutti solo con le gambe sono i corrieri in bici, i bike messenger di Eadessopedala. Mi stanno molto simpatici.

Se avete un'azienda o una qualche attività commerciale, potreste cominciare a far ricorso a questo tipo di risorsa. Gli Eadessopedala sono più rapidi dei corrieri a motore e non inquinano. Vanno ovunque. E pedalano tutto il giorno. Se parlano delle strade di Roma, sanno quello che dicono.
Postilla mia: non come certe associazioni fatte da gente che non va in bici. E che infatti da anni si sono sclerotizzate in altre nenie, tipo le piste ciclabili. Quando a Roma un sacco di strade non hanno neanche il marciapiede.
Pedalo con la mia Legnano degli anni Cinquanta per i due padiglioni ciclistici. Poi decido di fare una sortita nelle linee nemiche, ovvero la parte dedicata alle moto (anche se pure lì, in realtà, c'è qualche amico, uno almeno - ne parlerò un'altra volta). Una marea di gente si accalca nel grosso della fiera.
 Spazi enormi per far provare le moto a bambini e grandi.
Sarei tentato di invadere il recinto con la Legnano, magari vestito da cowboy: pensate che bello. Meglio che me ne torno all'ovile. Dove mi consolo con la bici di quando eravamo piccoli, anche se non ha il cambio a tre marce sul tubo orizzontale.
Khs, Manhattan Hot Rot, euro 239
Poi ammiro una selezione della raccolta di bici storiche di Rossignoli, il celebre negozio di Milano che aderisce anche alla campagna #salvaiciclisti, esponendo uno striscione, come ha fatto anche il mitico Guido Rubino.

Bici da pompiere
Il ritorno inizia quasi all'imbrunire. Su via di Brava, il crepuscolo e le stelle nitidissime sono compagne ideali. Poi fa buio. I pali della luce ci sono, ma sono spenti. Forse il Comune di Roma lo fa per non rovinare le osservazioni astronomiche. Lo zaino è pieno di ritrovamenti fatti all'andata e anche al ritorno (un lampeggiante, una chiave inglese, una sega, una lima, viti, rondelle, dadi, ecc.) e di un paio di riviste di bici, gìà mezze strappate. Su queste strade il traffico è scarso, e non passano suv o scooteroni, una vera benedizione. Credo che vadano sul raccordo e su altre strade grandi, loro. Tutto è abbastanza calmo fino a via Boccea, dove vige l'inferno motorizzato. A un certo punto, sulla Boccea, mi ritrovo sul marciapiede nell'altro senso di marcia. Di fronte a mezzi che vanno a cento all'ora, è l'unico modo per provare a tutelare la propria incolumità. Via di Torrevecchia è mezza intasata, ma scorro tranquillo e ritorno alla base.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Luca,
bel racconto, davvero!
Luca

maxquattrini ha detto...

io ho comprato l' e-bike dalla mobiliti evolution ed è davvero una bella invenzione, mi accompagna al lavoro e quando vado sono felice perché penso di fare veramente qualcosa di buono per noi....muoviamoci ecologico.Max