Pressing al telefono alla Belviso. "Vedo che posso fare". La bufera dopo gli arresti. L'inchiesta promette nuovi scenari e nuovi protagonisti
Fonte e articolo completo: La Repubblica
di MARIA ELENA VINCENZIL'inchiesta sui punti verde qualità non si ferma. Anzi, promette nuovi scenari e nuovi protagonisti. Altre aree, altri imprenditori, altri funzionari comunali in odore di corruzione. È chiaro il gip nell'ordinanza con cui martedì ha disposto gli arresti per due architetti del Campidoglio e due imprenditori che avevano in gestione alcuni pvq, aree che l'amministrazione ha dato in gestione a privati per riqualificare il verde pubblico.
Di spunti ce ne sono parecchi. A partire dalle aree finite nel mirino dei procuratori aggiunti Alberto Caperna e Nello Rossi e dei sostituti Francesco Minisci, Giorgio Orano e Alberto Pioletti e dei finanzieri del I gruppo di Roma e del nucleo di polizia tributaria: molte di più rispetto alle tre per cui sono state disposte le misure (
Tor Sapienza, Feronia e Spinaceto). I due imprenditori arrestati Marco Bernardini e Massimo Dolce, avevano le mani in pasta anche altrove. In una intercettazione telefonica del 7 dicembre scorso, Dolce parla con Stefano Volpe (architetto responsabile dei punti verde finito in manette) e lascia intendere, sottolinea il gip Nicotra,"che truffe e fenomeni corruttivi sono stati commessi e sono in atto anche con riferimento alla realizzazione di altri pvq, in particolare parco Feronia e parco Kolbe". Non sono i soli: l'ordinanza parla anche di Pino Lecce e Casa Calda (venduti da Dolce a Fabrizio Moro), di Torrevecchia e di Forte Ardeatino.
(29 marzo 2012)
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