lunedì 12 dicembre 2011

Pedalate!

Comunicato(ne) Fiab


Basta muoversi di più in bicicletta per ridurre la CO2
Nuovo studio dell'European Cyclists' Federation sulle potenzialità della mobilità ciclistica nelle politiche UE di riduzione delle emissioni di gas climalteranti entro il 2050

"Basta percorrere in bici 5 km al giorno, invece che con mezzi a motore, per raggiungere il 50% degli obiettivi proposti in materia di riduzione delle emissioni".

"Mettere sui pedali un maggior numero di persone è molto meno costoso che mettere su strada auto elettriche"

Le elevate riduzioni delle emissioni dei gas serra previste dalla UE sono sotto esame: quest'anno i progressi e i risultati effettivi sembrano non raggiungere gli obiettivi fissati dalla stessa Unione Europea. Recenti rapporti sulle tendenze nel settore dei trasporti europei mostrano che la UE non riuscirà a ottenere la riduzione delle emissioni dei mezzi di trasporto del 60% tra il 1990 e il 2050 affidandosi alla sola tecnologia.

Un interessante approccio all'argomento è messo in luce da un recente studio effettuato dall'European Cyclists' Federation (ECF), che ha quantificato il risparmio di emissioni delle due ruote rispetto ad altri mezzi di trasporto. Anche tenendo conto della produzione, della manutenzione e del carburante del ciclista, le emissioni prodotte dalle biciclette sono oltre 10 volte inferiori a quelle derivanti dalle autovetture.

Confrontando automobili, autobus, biciclette elettriche e biciclette normali, l'ECF ha studiato che l'uso più diffuso della bicicletta può aiutare la UE a raggiungere gli obiettivi di riduzione dei gas serra nel settore trasporti, previsti entro il 2050. Secondo lo studio, se i cittadini della UE dovessero utilizzare la bicicletta tanto quanto i Danesi nel corso del 2000, (una media di 2,6 km al giorno), la UE conseguirebbe più di un quarto delle riduzioni delle emissioni previste per il comparto mobilità.

"Basta percorrere in bici 5 km al giorno, invece che con mezzi a motore, per raggiungere il 50% degli obiettivi proposti in materia di riduzione delle emissioni", osserva l'autore Benoit Blondel, dell'Ufficio ECF per l'ambiente e le politiche della salute. Che aggiunge: "Il potenziale di raggiungimento di tali obiettivi per le biciclette è enorme  con uno sforzo economico assolutamente esiguo: mettere sui pedali un maggior numero di persone è molto meno costoso che mettere su strada flotte di auto elettriche".

Lo studio ha altresì ribadito la recente valutazione da parte dell'Agenzia europea dell'ambiente, secondo la quale i soli miglioramenti tecnologici e l'efficienza dei carburanti non consentiranno alla UE di raggiungere il proprio obiettivo di ridurre del 60% le emissioni provenienti dai trasporti.

Ha commentato Blondel: "Se vogliamo seriamente conseguire tali obiettivi, dobbiamo cambiare il nostro comportamento. Non si tratta di muoversi di meno ma di usare mezzi di trasporto diversi. Anche i vari livelli di governo devono fare la loro parte".

I principali risultati dello studio indicano:

·        Le emissioni prodotte dalle biciclette sono oltre 10 volte inferiori a quelle prodotte dalle autovetture, anche tenendo conto del consumo calorico addizionale di un ciclista rispetto a un utente di mezzi di trasporto motorizzati.

·        Biciclette elettriche: nonostante la loro assistenza elettrica alla pedalata, le emissioni si collocano nella medesima gamma delle biciclette normali. Considerando che ogni giorno il 56% dei tragitti pendolari più lunghi sono affidati alle bici elettriche e che esse sostituiscono il 39% dei trasferimenti in auto, si comprende che tale mezzo possiede un potenziale enorme per ridurre le emissioni provenienti dai mezzi di trasporto

·        Anche la diffusione del bike sharing contribuisce alla riduzione delle emissioni, dal momento che rappresenta un sostituto del trasporto motorizzato per il 50-75% degli utenti.

·        Se i livelli di utilizzo delle due ruote nei 27 paesi dell'Unione Europea fossero equivalenti a quelli osservati in Danimarca nel 2000, l'uso delle biciclette raggiungerebbe il 26% dell'obiettivo di riduzione dei gas serra previsto per il settore dei trasporti.

·        Con le importazioni di petrolio greggio della UE pari a 955 milioni di barili all'anno, i cittadini della UE che pedalassero a livello di quelli danesi ridurrebbero le importazioni di petrolio nella UE di circa il 10%..

·        Il raggiungimento degli obiettivi della UE non sarà possibile affidandosi a strumenti tecnologici, ma richiederà piani ambiziosi che prevedono l'allontanamento, a livello europeo, dal trasporto individuale motorizzato. Una combinazione di misure di miglioramento (cioè (uso) più efficiente dei veicoli, combustibili a minore tenore di carbone, uso più efficiente del sistema di trasporto) entro il 2050 consentirà di ottenere solo una diminuzione del 20% rispetto ai livelli del 1990.

L'European Cyclists' Federation (ECF, fondata nel 1983, è la federazione che raccoglie le associazioni nazionali dei ciclisti in Europa, affiancata da organizzazioni simili provenienti da altre parti del mondo. In rappresentanza dei suoi membri, l'ECF è impegnata a fare in modo che l'uso della bicicletta raggiunga il suo massimo potenziale in modo da favorire la mobilità sostenibile e il benessere dei cittadini. Per raggiungere questi obiettivi, ECF è attiva affinchè si modifichino gli atteggiamenti, le politiche e gli stanziamenti di bilancio a livello europeo. ECF promuove e organizza lo scambio di informazioni ed esperienze sulle politiche e sulle strategie di trasporto relative alle biciclette nonché sul'attività svolta dal movimento dei ciclisti.

1 commento:

LaSerpe ha detto...

L'iniziativa è lodevole, e l'apprezzo perché anch'io sono un avido ciclista :-)

Il fatto è che comunicati come questi non mi convincono granché. 5 Km in bici al giorno significa che il posto di lavoro sta ad una distanza inferiore ai 3 Km. Quante persone hanno un posto di lavoro così comodo? Le altre cosa dovrebbero fare, parcheggiare l'auto a 3 Km da casa e raggiungere/tornare dall'auto in bici? :-)

Il problema credo stia piuttosto nell'urbanistica delle città e nel fatto che l'industria dell'automobile dà lavoro a così tanta gente (direttamente o per indotto) che nessuno vuole veramente cambiare lo status quo.