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Robert Rauschenberg, Primary Mobiloid Glut (1988) |
Glut è saturazione, sovrabbondanza. Bob Rauschenberg (1925-2008) andava, come tanti altri, a rifornirsi nelle discariche della Florida, che presumiamo abbondanti, visto il consumismo dello zio Sam, poi lo fece negli anni Ottanta, quando forse si buttava di più e sicuramente cose di qualità migliore di oggi. L'artista aveva fatto lo stesso tempo prima a New York, dove vagabondava di notte, scrutando tra i secchi. A New York, dove un sacco di gente che ho conosciuto, almeno megli anni Ottanta, si era fatta il mobilio di casa raccogliendolo per strada. Poi cambiava città, buttava via tutto e qualcun altro lo raccattava, con qualche problema solo per trasportarlo. Perché ovviamente se molli la presa, arriva qualcun altro e con permesso. Un sistema perfetto, con basse emissioni e a costo zero.
Lo stesso continuano a fare tante persone ancora oggi, pur non essendo artisti, ma magari un po' riparatori. Pure in questo duemilaundici inzeppato di plastica scadente, di saldi civetta, con ritrovamenti molto interessanti e pieni di aura.
Opere che, secondo l'artista, servivano a "svegliare la gente", in quegli anni di consumismo sfrenato, che peraltro ha modificato per sempre certi comportamenti i quali, adesso, devono tuttavia fare i conti con la recessione. Grande sintonia con le parole di Rauschenberg: "Gli oggetti abbandonati mi fanno simpatia e così cerco di salvarne il più possibile".
1 commento:
Finalmente un post interessante, su un grande artista. Devo aggiungere però che un giorno il fato ha combinato uno scherzetto niente male al mitico Bob. nel 1998 è stato costretto a fare causa a un frugatore di immondizia, Robert Francis Montgomery, che è anche un pittore con il nome di Robert Fontaine che aveva raccolto nel secchio negativi e altra roba appartenente a Rauschenberg, e se li era rivenduti. Montgomery, che ha venduto un po' di negativi, ha detto che erano originali e venduti come tali; Rauschenberg ha attaccato dicendo che erano opere incomplete e scartate. Una disputa esemplare, ultracontemporanea, sottesa tra autorialità, volontà definitiva, simulacri, scarti artistici.
Saverio Bragantini
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