mercoledì 7 dicembre 2011

Suvviste parsimoniose

Fonte: Corriere del Veneto


TREVISO

I Suv delle mamme sulle ciclabili
«Altrimenti devo pagare il park»

Nessun rispetto delle regole di fronte alle scuole trevigiane. Spostarsi in bici all’ora di punta è (quasi) impossibile

I Suv parcheggiati in zona vietata (archivio)I Suv parcheggiati in zona vietata (archivio)


TREVISO — Attraversare Treviso in bicicletta è un percorso ad ostacoli, e stavolta non c'entrano le condizioni delle piste ciclabili. I trevigiani dimenticano che le strisce gialle talvolta delimitano le corsie riservate ai ciclisti, e fanno sfoggio di un'approssimativa conoscenza del codice della strada. Parcheggiano ovunque, soprattutto dove non si può - e non si paga. Ogni pomeriggio, davanti all'istituto Zanotti di via Battisti (scuola materna ed elementare), ma anche in via Canova, si creano lunghe code di automobili che impediscono il transito alle bici sullo spazio che a loro dovrebbe essere dedicato. Mamme e papà vanno a prendere i figli ma intasano la carreggiata su entrambi i lati. Sia dalla parte degli stalli blu, finendo talvolta anche sugli spazi per le strisce pedonali, le isole e la fermata dell'autobus, sia sulla pista ciclabile che sta sulla sinistra. Biciclette in mezzo alla strada e automobili in doppia freccia: non è uno spettacolo di grande educazione per i piccoli scolari. «Io vengo da Quinto, e non c'è parcheggio all'interno - racconta mamma Natalina -. Non pago la sosta per fermarmi così poco tempo, 80 centesimi ogni giorno a fine mese sono tanti».
Altre si lamentano che, nei dintorni, parcheggio non ce ne sia poi così tanto. Insomma, parcheggiare sulle strisce gialle è l'unica soluzione. «Non dovrebbe essere qui la pista ciclabile - si giustifica un'altra mamma -, ma sul marciapiede, più lontana dalla strada». Rimane il fatto che lì non si potrebbe sostare. Invece un quarto d'ora prima delle quattro la strada si riempie di genitori al volante, che arrivano in anticipo sull'orario di uscita dei figli per cercare un posto. Spengono il motore dove c'è un buco libero, ma più vicino possibile alla scuola. E pensare che a pochi passi da dove sono loro ci sono i parcheggi della città giardino, che come testimoniano i dati del Comune è l'area meno utilizzata dell'interno mura. Una camminata di cinque minuti, in certi casi anche meno, consentirebbe di evitare un intasamento pericoloso. Allo Zanotti buona parte dei questi mezzi è rappresentata dai Suv, molto numerosi a Treviso. Non è una questione discriminatoria delle dimensioni delle automobili, ma una questione di sicurezza stradale.
Gli enormi macchinoni infatti impediscono alle bici non solo di percorrere la corsia protetta, ma di vedere le auto in uscita dalle vie laterali e lo spostamento dei pedoni. Mettendo a rischio anche i bambini che attraversano via Battisti. Il problema è spinoso, e davanti a quasi tutte le scuole materne, elementari e medie ci si trova davanti allo stesso spettacolo. L'anno scorso il Comune ha messo divieti di transito alle automobili nelle ore di punta di entrata e uscita dei bambini dalle De Amicis, scuole non molto distanti dallo Zanotti. In questo caso i genitori si accalcavano davanti alla scuola elementare, sulla pista ciclabile di fronte al liceo linguistico, e lungo il Put, mettendo in pericolo l'incolumità dei bambini. Le transenne funzionano: basta con le macchine in mezzo agli studenti, mamme e papà arrivano a piedi o in bicicletta. Bloccare via Battisti però non può essere un provvedimento ipotizzabile, dato che metterebbe in crisi la circolazione cittadina. Questo fa sì che l'unica soluzione per arginare il problema sia una maggiore sensibilità da parte dei genitori.
Silvia Madiotto
07 dicembre 2011

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