[6.10]
"Un successo parziale sembra verosimilmente un successo, in realtà non lo è affatto. Un fallimento parziale sembra verosimilmente un fallimento, in realtà non lo è affatto. L'illusione nasce appunto dalla verosimiglianza e il limite della verosimiglianza è confuso. Colui che riesce a non essere confuso di fronte alla verosimiglianza, non si abbatte per sventure che sembrano provenire dall'esterno, non si esalta per fortune che sembrano scaturire dal suo interno. L'erudizione non è in grado di conoscere il momento in cui ci si deve muovere e il momento in cui ci si deve fermare. Colui che confida nel Destino non nutre sentimenti diversi nei confronti di se stesso e nei confronti degli altri. Per colui che fa distinzione fra sé e gli altri meglio sarebbe chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie e, tenendo le spalle contro le mura della città, rimanere in bilico sul fossato; certamente non cadrebbe di sotto.
Di qui il detto: "Vita e morte dipendono dal Destino, povertà e ricchezza dipendono dalle circostanze".
Chi si lamenta della brevità della vita non conosce il Destino, chi si lamenta di povertà e ristrettezze non conosce le circostanze. Non temere la morte e non abbattersi di fronte alle ristrettezze, questo significa conoscere il Destino e accettare le circostanze. Coloro che hanno grandi conoscenze, che calcolano benefici e perdite, che dànno giudizi sul vero e sul falso, che misurano i sentimenti altrui, a volte cologono nel segno e a volte no. Quanto a coloro che hanno conoscenze limitate, che non calcolano benefici e perdite, che non misurano i sentimenti altrui, anch'essi a volte colgono nel segno e a volte no. Calcolare o non calcolare, giudicare o non giudicare, misurare o non misurare: che differenza fa? Solo colui che nulla calcola tutto può calcolare, rimane integro e non subisce perdita alcuna. Non è per mezzo della conoscenza che costui si mantiene integro e non subisce perdite. È spontaneamente che si mantiene integro, è spontaneamente che non subisce perdite".
Liezi. La scrittura reale del vuoto abissale e della potenza suprema, a cura di Alfredo Cadonna, Einaudi, Torino, 208, pp. 215-17.
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