Fonte: Il Resto del Carlino
La calamita e la calamità
CI SONO VOLUTI anni prima che le amministrazioni di Forlì si accorgessero del problema che affligge il centro storico. Ora i numeri inchiodano: 110 negozi sono sfitti, muri vuoti in un centro che così fatica ad avere un’anima.
Tante volte anche i nostri cronisti hanno percorso, a piedi o in bicicletta, i corsi per monitorare mese dopo mese i movimenti di un gigante addormentato dalla crisi, spesso con esiti scoraggianti. Ora ci sono i numeri del Comune e del consorzio Forlì nel Cuore (anche in questo caso: quanti anni prima di riunire i negozianti). E obbligano a mettere in campo un pacchetto di misure. Intanto abbiamo raccolto tre storie: chi ha aperto, entusiasta, in piazza Saffi; chi resiste; e chi invece chiude dopo una vita. Chi apre, come l’erborista Nostini, lo fa sottolineando l’unica vera novità dell’anno: l’apertura di Feltrinelli a palazzo Talenti Framonti. Ma c’è da capire anche chi fatica o si arrende: le difficoltà e le potenzialità rimangono tutte lì, in quel guscio di città. E allora queste esperienze insegnano che serve un detonatore, una calamita per evitare una calamità. Sì, vanno bene le baby sitter, ma vorremmo che il Comune non si limitasse a parlare di grandi marchi — l’ha già fatto — ma portasse qualcosa di concreto.
di Marco Bilancioni
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