venerdì 23 dicembre 2011

Fonte: Il Resto del Carlino

Denunciato dal Pd per rimborsi sospetti, nei guai il grillino Tavolazzi

Fustigatore degli sprechi

I ‘detective’ del Pd hanno scoperto che il grillino otteneva rimborsi ai quali non aveva diritto Si faceva pagare i viaggi verso il consiglio: abita a 500 metri

di Stefano Lolli

Valentino Tavolazzi
Valentino Tavolazzi

Ferrara, 23 dicembre 2011 -  PER SCOPRIRE i rimborsi illeciti del ‘grillino’, i consiglieri comunali si trasformano in pedinatori. Pardon, in Pd-natori: quelli che seguendo in bicicletta, di notte, il fustigatore della casta, hanno accertato che l’abitazione in cui risiede il rivale politico non è quella, ben più lontana dal Comune, per cui chiede i rimborsi chilometrici.
ANCHE per sedute talmente ravvicinate da non consentire nessun spostamento dal municipio e, addirittura, per visite gratuite alle mostre. Così ieri è scattata la denuncia, con tanto di documentazione e atti trasmessi alla Procura della Repubblica, a carico del ‘grillino’ Valentino Tavolazzi. Lui è il capogruppo della lista civica che porta il suo nome, ma soprattutto è tra i principali referenti del comico genovese nella lotta ai privilegi della casta.
IN BALLO per la verità, ci sono che pochi spiccioli, appena 609 euro negli ultimi tre anni, ma tanto è bastato per far gridare allo scandalo: proprio perchè in questa legislatura ed anche al fianco di Beppe Grillo, proprio in piazza a Ferrara, Tavolazzi ha picchiato duro contro i privilegi di sindaco e assessori, contro gli sprechi della sanità.
Nei mesi scorsi, dopo aver promosso un referendum popolare per mantenere l’ospedale in città, aveva portato al presidente della Regione Vasco Errani oltre 20mila firme dei ferraresi; per quel viaggio da Ferrara a Bologna, però, non risultano moduli di rimborso.
PER TUTTO il resto invece il Pd grida allo scandalo: «Non più tardi di due giorni fa Tavolazzi ci ha dato dei buffoni in Consiglio comunale, accusandoci di aver buttato milioni di euro al vento», afferma piccato il capogruppo Simone Merli. Che invoca, anzi pretende le immediate dimissioni di Tavolazzi; così come nel 2002 l’ex sindaco Gaetano Sateriale lo aveva clamorosamente licenziato dalla carica di direttore generale del Comune.
UN DIVORZIO traumatico, clamoroso, seguito da un maxi risarcimento a favore di Tavolazzi: quasi 500mila euro, comunque previsti dal contratto. Soldi serviti anche a finanziare la sua incalzante battaglia politica: dalla centrale a turbogas all’inceneritore, dall’ospedale ai debiti del Comune, senza mai risparmiare asprezze e gogna agli amministratori estensi.
«I FORCONI sotto lo Scalone del Municipio sono il meno che dovrebbe attendersi il sindaco Tagliani!»: in tanti ricordano la ruvida sferzata dello scorso 27 settembre. Ma i Pd-natori erano già entrati in azione, dopo che in una notte di nebbia lo avevano visto salire sul sellino e pedalare verso una viuzza a poche centinaia di metri dal palazzo. L’indagine è partita così, ed anche i nomi dei ‘detective’ di partito (Portaluppi, Tafuro, Merli) sembrano usciti dalle pagine di Guareschi. E ieri sono emersi moduli, certificati di residenza, verbali di riunioni. E così pure le note di quei rimborsi con cui, anche in un’epoca di crisi nessuno può certo arricchirsi, ma che per un ‘grillino’ duro e puro rischiano di rappresentare un marchio d’infamia indelebile.
Stefano Lolli

*

Grazie della collaborazione, anonimo postatore, anche se tutti lo chiamano 'grillino'. Da altri articoli si desume che in realtà Tavolazzi fosse a credito col Comune. 
Avevo creduto all'utilità delle indagini in bicicletta, ma forse i segugi del Pd non erano sufficientemente allenati e quindi hanno pedalato troppo poco.


Fonte: Estense
Rimborsi chilometrici, Tavolazzi va a credito

Dalla documentazione il grillino vanterebbe addirittura dei soldi dal Comune

Il pedinamento si era fermato a metà. Da qui probabilmente nasce l’inciampo che sembra tradursi in una gaffe politica e, vista la notifica alla procura, giudiziaria. Valentino Tavolazzi torna sui rimborsi chilometrici ritenuti non dovuti dal Pd e promette che la vicenda finirà nelle aule giudiziarie. Questa volta per le querele che afferma di aver già affidato ai suoi legali.
Dopo la conferenza denuncia di Francesco Portaluppi e Simone Merli del Pd contro il consigliere di Ppf su presunti “illecito contabile o reato commesso da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni” (vai all’articolo), Tavolazzi ha acquisito la documentazione relativa a quanto gli veniva contestato.
La sua autodifesa è già stata resa nota: il luogo da cui il consigliere si recava in municipio era Francolino e la dimora abituale, come da normativa in materia, è quella utile a identificare il diritto il rimborso chilometrico (vai all’articolo).
“I due segugi Pd-L hanno visto solo un pezzo del viaggio”, rimbrotta Tavolazzi in riferimento alle indagini “ciclistiche” di Portaluppi e Merli. I due consiglieri notarono una sera il grillino salire in bicicletta e fermarsi in via Calcagnini, che scopriranno in seguito essere la sua residenza anagrafica. “Siamo davvero al ridicolo – prosegue Tavolazzi -, perché in quella viuzza riprendo la mia auto parcheggiata per tornare a Francolino, dopo aver riposto la bici nella cantina del mio monolocale”.
Caduta l’accusa di aver gonfiato la lista spese di 609,05 euro, l’analisi della documentazione riserva un capovolgimento di fronte: è addirittura Tavolazzi a vantare crediti dal Comune di Ferrara. Partiamo dai moduli per la richiesta di rimborso. Quelli relativi ai mesi contestati (da luglio a ottobre del 2009) “sono stati ridigitati al computer dall’ufficio” competente, mentre gli altri risultano scritti a mano dal consigliere, “ed i miei originali sono andati smarriti”. Proprio nel modulo di settembre 2009, “tra gli originali smarriti”, sottolinea il diretto interessato, c’è il primo doppio rimborso contestato. A questo punto Tavolazzi si riserva di verificare “nell’agenda del 2009 (se la trovo), se le due riunioni si siano tenute entrambe nel pomeriggio, o una la mattina e l’altra il pomeriggio. In quest’ultimo caso, qualora fossi tornato a casa a pranzo, il rimborso (5,5 euro per andata e ritorno) sarebbe regolare e dovuto”.
Venendo ai controlli da parte dell’ufficio, “è dimostrato che venivano fatti di prassi. “In diversi moduli – spiega il consigliere – ci sono note di controllo sulla fondatezza della richiesta, ci sono vari “ok” dopo verifica, ci sono date doppie cancellate”. Non solo: “nel modulo di dicembre 2010, c’è manoscritta una mia nota relativa a due commissioni nella stessa data, che recita: ‘Stessa data, un solo viaggio, essendosi tenute, come di norma, entrambe nel pomeriggio’”. Un appunto che testimonierebbe “la mia buona fede e l’implicito invito all’ufficio, a controllare le eventuali date uguali, possibile errore materiale”.
Quanto agli altri due doppi rimborsi (del 17.3.10 e del 26.10.10) “li controllerò nei prossimi giorni, anch’essi con agenda alla mano”. Tavolazzi avverte però che nell’ipotesi che si trattasse di tre effettivi errori materialinon corretti dall’ufficio (quindi sfuggiti anche a loro) e pagati doppi, avrei riscosso indebitamente 16,5 euro”.
In ultimo un piccolo colpo di teatro, quello che rende  la vicenda alquanto grottesca: “dall’esame dei documenti – prosegue Tavolazzi – è emerso che un mese intero (aprile 2011) non mi è stato liquidato, o perché non l’ho richiesto, o perché il modulo è andato disperso. Dalla mia agenda risulta che in quel mese ho partecipato ad una decina di commissioni e consigli. Dunque sono a credito del Comune di circa 55 euro.
Calcolatrice alla mano ne esce che anche “qualora risultassi responsabile dei tre errori materiali, non corretti dall’ufficio, rimarrei a credito di 38,5 euro”.
Dai conti risolti ora Tavolazzi pensa ai conti in sospeso, che riguardano “le accuse pesanti ed infamanti” che ritiene di aver ricevuto. “Questa volta sarò durissimo – promette - con chi ha tentato di infangare la mia reputazione e quella di tutto il Movimento”.
La lista di proscrizione continua infine con un altro consigliere comunale del Pd, Enrico Balestra. Che su Facebook ha scritto, a proposito della querelle, che Tavolazzi “o ha dichiarato il falso al fisco per eludere l’Ici sulla seconda casa oppure ha dichiarato il falso al Comune per appropriarsi di rimborsi indebiti” (parola riportate sul sito di Ppf). “Enrico Balestra – scrive la lista Progetto per Ferrara nella sua home page – è consigliere comunale del Pd e presidente del comitato provinciale di Uisp Ferrara. Ne chiediamo le dimissioni da entrambi gli incarichi perché la sincerità dovrebbe essere primo requisito per svolgere incarichi pubblici o dirigenziali. Tavolazzi paga l’Ici per tutte le abitazioni di sua proprietà”.
Pronta la replica, sempre sul sito dei ‘grillini’, del consigliere: “questi sì che sono attacchi personali e non politici. Non so come voi possiate permettervi di usare informazioni private rivolte ai miei amici su un profilo non pubblico. Continuo a non capire – aggiunge – cosa c’entri il mio lavoro in Uisp, dove lavoravo da molto prima della mia elezione in consiglio”.
 

1 commento:

Anonimo ha detto...

non ha nulla a che fare ne con il movimento a cinque stelle ne con grillo.