E veniamo alla cronaca locale. A quanto pare le tecniche di restauro sulle ciclabili romane non sono cambiate. Si continua a rattoppare con cemento, un materiale che nel giro di poco tempo si frantuma. Non riesco a capire perché non viene impiegato l'asfalto, visto che la pista è fatta d'asfalto. Sulle strade, le buche si rattoppano forse con il cemento? No. E allora?
Qui siamo sulla ciclabile Ponte Milvio-Castel Giubileo, all'altezza del campo nomadi.
Un'operazione inutile, salvo che per dire "l'abbiamo fatto". Soldi pubblici spesi male. Neanche hanno messo un segnale e le ruote delle bici sono passate sopra il cemento fresco. Sono state anche rimosse alcune barriere che rendevano gli accessi stretti, in particolare per le mountain bike.
Una rimozione forse sollecitata da qualche ciclista, ma adesso ci passano anche moto e motorini. Si aumenteranno i controlli, per evitare che qualcuno sfrecci impunemente sulla ciclabile?
La faglia di San Pietrino che taglia in due la ciclabile per un lungo tratto non è stata ovviamente toccata. Come se uno che rischia di morire per l'ipertensione si concentarsse su un paio di brufoli. È sacra, ormai, venerata a imprecazioni da tutti coloro che ci passano. Ora si attende il Big One. Per evitare smottamenti, anche un boyscout di sei anni avrebbe capito che bastava piantare delle siepi sui contrafforti della ciclabile per renderla più solida. Ma nessuno l'ha fatto in questi anni e la ciclabile ora fa cagare.
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