giovedì 8 marzo 2012

N.B., n.d.r.: Nell'articolo che segue, i dati degli spostamenti in bici e a piedi nel Rapporto Isfort 2011 sono accorpati (cfr. nell'articolo), ma non si rinuncia al titolo a effetto. L'Isfort è l'Istituto Superiore di formazione e Ricerca per i Trasporti. Il problema però va preso sul serio. Nell'articolo, ma non nel rapporto, si parla di un aumento degli spostamenti in auto. Secondo il rapporto dell'Isfort, tra il 2010 e il 2011 si sarebbe verificato un calo del 22,3% degli spostamenti in bici o a piedi, del 15% degli spostamenti in moto, del 12,2 per quelli in auto, e del 7,9 per quelli su mezzo pubblico. Quindi gli italiani si muoverebbero di meno.
Non è vero, come sostenuto nel'articolo che segue, che gli spostamenti in auto sono aumentati. Ce lo confermano le statistiche dei benzinai (Faib, dati del gennaio 2012), che segnalano un -14% di vendite di carburanti nell'ultimo triennio. La discesa continua e molte pompe sono costrette a chiudere. Il Rapporto Isfort, secondo me, tratta grossolanamente il tema della ciclabilitàm, continuando a far suonare la solita campana, quella dei Km di piste ciclabili. Un approccio a cui non crede più nessuno, probabilmente neanche i fabbricanti di piste ciclabili.
Ecco l'articolo, con intervista al presidente della Fiab, Antonio Dalla Venezia.

FIAB: cala l’uso della bici? “Sì, ma solo nelle grandi città. In quelle medie aumenta”


Anonio Dalla Venezia, presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta, commenta con noi il dossier Isfort 2011. “E’ vero, gli spostamenti in bicicletta sono calati, ma la flessione riguarda le grandi città. In quelle di medie dimensioni la tendenza è di segno opposto. Un po’ per abitudine culturale un po’ perché sono quelle in cui si è investito di più”
di Elena Donà, martedì 06 marzo 2012 18:52
Eravamo rimasti sorpresi dalla lettura del Rapporto ISFORT 2011, che oltre a rilevare un calo complessivo di tutti gli spostamenti del 14% - indipendentemente dal mezzo utilizzato – segnalava un calo sensibile degli spostamenti effettuati in bicicletta o a piedi, addirittura del 22,3% fra 2010 e 2011. Considerando le quote modali (la “spartizione della torta” fra i vari mezzi) abbiamo visto che su un totale di 100 spostamenti, la percentuale di quelli effettuati in moto è rimasta esattamente uguale (sempre 4,2%), mentre sono aumentate leggermente le percentuali degli spostamenti in auto (da 64,3 a 65,6%) e sui mezzi pubblici (da 10,7 a 11,4%), a discapito di biciclette e piedi, che calano di due punti percentuali, dal 20,8 al 18,8%: la quota più bassa degli ultimi dieci anni. Possibile? L’abbiamo chiesto ad Antonio Dalla Venezia, il presidente di FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta.

“I dati del rapporto Isfort avevano sorpreso anche noi, e infatti abbiamo chiesto chiarimenti all’Istituto, prima di tutto sulla ripartizione fra spostamenti in bicicletta e a piedi, che nel dossier vengono accorpati. A breve dovrebbero pubblicare i dati separati. E poi c’è un altro aspetto molto importante: la flessione della quantità di spostamenti sulle due ruote varia molto a seconda della dimensione delle città.

E’ vero che le metropoli in Italia negli ultimi anni hanno progressivamente perso punti percentuali per quanto riguarda il numero di spostamenti in bici, e questa per noi non è una novità. La percentuale media di spostamenti effettuati in bicicletta nelle città superiori ai 200.000 abitanti in Italia è il 2,3%”.

Il dato, di per sé è già molto basso, è comunque nettamente migliorato dalle percentuali raggiunte nelle città al limite della soglia dei 200.000 abitanti: per una città come Padova (214.000 abitanti), in cui la bicicletta arriva al 17%, c’è però Roma (2.778.000 abitanti) in cui le due ruote toccano appena lo 0,4%. A Copenhagen il 30%.

“Sulla flessione negativa riportata dal dossier Isfort pesano molto i cali registrati nelle grandi città, ma in quelle di medie dimensioni, inferiori ai 200.000 abitanti, la tendenza è di segno opposto. Negli ultimi cinque anni la percentuale è in aumento, al contrario di quel che succede nelle metropoli. (NdR: Per le percentuali precise si attendono in nuovi dati Isfort). Culturalmente le città medie sono sempre state più propense ad adottare la bicicletta, perché sono più sicure e il traffico è meno aggressivo. Ma a pesare sono soprattutto le scelte delle amministrazioni: più si fa più si cresce. Bike sharing, piste ciclabili, rastrelliere, sono scelte che pagano”.

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