giovedì 1 marzo 2012

Datele alle ciclofficine!

Bici abbandonate, Amsa ne rimuove oltre 700 ogni anno. Quante ne restano in strada ?

Gli «scheletri» delle biciclette restano agganciati a pali e archetti sia in centro che in periferia

DUE RUOTE DA ROTTAMARE
Bici abbandonate, Amsa ne rimuove oltre 700 ogni anno. Quante ne restano in strada ?
Gli «scheletri» delle biciclette restano agganciati a pali e archetti sia in centro che in periferia
(Fotogramma)(Fotogramma)
MILANO
- Sono «spiaggiate» ovunque. E non c'è differenza tra centro e periferia. Sono gli scheletri delle biciclette, spolpate di ruote, telai e sellini, e rimaste agganciate al classico palo senza che più nessuno le reclami nè le rimuova. I resti delle biciclette fanno ormai parte del paesaggio urbano, testimoniano della passione dei milanesi per le due ruote e dell'incessante attività di ladri e vandali che, quando non riescono ad arraffare una bici tutta intera, rubano i pezzi e, come se fosse una mela, ne lasciano a terra soltanto il torsolo.
Gli scheletri delle bici Gli scheletri delle bici    Gli scheletri delle bici    Gli scheletri delle bici    Gli scheletri delle bici   
I DATI - Il ritiro dei rottami dipende dall'Amsa che ha una squadra dedicata a questa specifica operazione. Nel 2010 le segnalazioni sono state 786, l'anno scorso 716. In pratica ogni giorno almeno due scheletri di biciclette vengono recuperati e smaltiti. Pochi, forse, visto quanti se ne vedono in giro. Amsa tratta i resti delle bici come rifiuti ingombranti, quindi, quando le sgancia dai pali, le butta via. Non esiste infatti un deposito dove collocarle in attesa che un proprietario voglia indietro la sua bici, anche se mutilata di qualche pezzo. Non esiste nemmeno, per ora, qualcuno che si proponga di ridare nuova vita ai «rottami». Proprio perchè sono capitati casi di contestazione, Amsa rimuove le bici dalle strade solo quando appaiono «palesemente abbandonate». E forse questa è una delle ragioni per cui gli «scheletri» in strada sono tanti e aspettano la ruggine.
Massimo Rebotti 28 febbraio 2012
 
Fonte: Corriere della Sera 

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