SEBASTIANO F. CONDANNATO A MORTE IN ITALIA
Vittima della strada, della malasanità e di una politica cialtrona
Sebastiano F. ha 51 anni. Da 17 è sieropositivo, HIV conclamato C3. E’ in cura presso l’ospedale Spallanzani di Roma ma è conosciuto in molti nosocomi italiani essendo senza fissa dimora. Dorme per lo più all’interno delle stazioni ferroviarie.
Sua moglie nel 1986 ha contratto l’HIV - a seguito di un incidente stradale – dopo aver subìto un intervento chirurgico ed una trasfusione di sangue nell’Ospedale ed è morta nel 1994. Era l’epoca di Poggiolini e delle “tresche” sul mercato del sangue infetto.
Sebastiano scopre alla morte della moglie di essere stato contagiato. Gli viene riconosciuta una pensione d’invalidità del 100% pari a 272 Euro mensili. Il giorno 11 settembre 2006 viene aggredito di notte a Villa Borghese a Roma da 4 persone che oltre a rubargli le poche cose che ha con se lo massacrano di botte. Subisce una ricostruzione maxillo-facciale e la perdita della vista all’occhio destro.
Il 5 maggio 2011 Sebastiano F. fa richiesta alla Commissione di Prima Istanza per l’accertamento degli stati di invalidità per l’ottenimento dell’assegno di accompagnamento per poter essere assistito in un monolocale ove passare il resto dei suoi giorni.
Con lettera datata 29 settembre 2011 l’INPS di Roma comunica a Sebastiano anziché la concessione dell’assegno di accompagnamento la revoca della pensione di invalidità al 100% a suo tempo assegnato riducendola al 50% . Sembra siano 4 casi a Roma di cui 2 già rivisti positivamente.
Un sieropositivo costa circa 1200 euro al mese per i soli farmaci specifici, oltre alle spese per analisi di laboratorio, ricoveri e complicanze relative alla primaria malattia. La “fortuna” di Sebastiano è che non ha mai fatto uso di droghe e di alcol e questo ha fatto si di “rallentare” la malattia. Finora non si è abbandonato a se stesso e non ha commesso “sciocchezze” con la la legge.
Lui ( come tutti gli altri sieropositivi) ci costano circa 30 mila euro all’anno e lo Stato (politica) sprecone, “sensibile” con chi trasgredisce la legge e nell’assegnarsi emolumenti nonostante la crisi, “condanna” Sebastiano e tanti come lui a morte anticipata. E’ un risparmio sicuro sulla spesa sanitaria e sociale.
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