Mi disse: "Guarda, Archi non è male, dovendo scegliere un soprannome, meglio che sia corto. Saverio, cambialo. Poi non c'entra mai nelle didascalie. Meglio cambiare, così si crea più caos". Quindi Archi, da adesso in poi.
Si fa un gran parlare in questi giorni di arte povera. All'epoca non si consideravano artisti, come ha spiegato Germano. Non artisti, semmai qualunquisti dell'arte o spiantati desiderosi di tirar fuori soldi senza farsi coivolgere dal sistema. Frontiera perigliosa, soprattutto temporanea, che lo star system dell'arte contemporanea presto divora e ributta fuori a modo suo. Insomma, un meccanismo di mercato, in cui contano solo i soldi e il prezzo lo fanno critici e mercanti. L'artista è un povero deficiente che spesso lavora gratis, per rimpinguare il curriculum. Solo qualcuno arriva in alto e fa poi vita da nababbo, sostanzialmente fa lavorare altri ai suoi progetti e finisce per frequentare più gli avvocati che l'atelier o le gallerie.
Beh, Archi da detto no.
Ha spedito dal Lazio montano due opere. La sensazione è che Archi stia bene, sebbene cominci a temere gli effetti dell'inverno. Pare che voglia spostarsi a Sud, verso un clima più clemente, in Sicilia, forse. Staremo a vedere.
Dalle orbite dell'Italia più periferica e fertile, la prim opera che ci perviene è questo Satellite (2011), lampada ciclistica rigorosamente con lampadina a bulbo. (Saverio Bragantini)
1 commento:
se si sposta a sud, la prossima lampada sarà forse munita di pannelli solari. chissà. aspetto sempre con ansia le notizie di archi, mi fa piacere sapere che sta bene.
smoothband
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