domenica 30 ottobre 2011

Per chi va al lavoro in bici

Fonte Adn Kronos
Ambiente e sostenibilita

C'è la copertura assicurativa dell'Inail anche per chi va a lavoro in bicicletta

Sostenibilita

Roma, 28 ott. - (Adnkronos) - La copertura assicurativa dell'Inail c'è per chi sceglie di andare a lavoro in bicicletta, purchè il tragitto sia tutelato da piste ciclabili e strade protette al traffico. A spiegare all'Adnkronos, le modalità di richiesta di indennizzo per gli incidenti in itinere anche per chi sceglie le due ruote, è Luigi La Peccerella, avvocato generale reggente dell'Inail, l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
In generale, secondo i dati dell'istituto, gli incidenti nel tragitto casa/lavoro sono in diminuzione: nel 2010 sono stati 88.629, con un calo del 4,7% rispetto al 2009. Cosa succede per chi sceglie di andare a lavoro in bicicletta?
Secondo la Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta, che l'anno scorso ha anche lanciato una petizione, il trattamento dell?infortunio in itinere per il ciclista è equiparato all?automobilista. Questo vorrebbe dire che per essere risarciti bisognerebbe dimostrare di aver utilizzato la bici per una reale necessità, dovuta alla mancanza o insufficienza dei mezzi pubblici.
"Non è così" commenta La Peccerella che aggiunge: "l'articolo 12 del decreto 30 del 2000 parla di mezzo di trasporto e riconosce l'indennizzabilità del mezzo privato purchè sia necessitato, ossia per mancanza o insufficienza dei mezzi di trasporto". Presupposto che vale anche per il carsharing, "in quanto non fa riferimento alla proprietà del mezzo". La distinzione è solo tra mezzo privato e pubblico, quest'ultimo inteso come collettivo e con conducente e nasce dalla valutazione che il mezzo privato è più rischioso di quello pubblico.
L'utilizzo della bici, invece, spiega l'avvocato generale dell'Inail, "viene tutelato anche quando non c'è una reale necessità, e quindi anche quando il tragitto è coperto dai mezzi pubblici, purchè avvenga su piste ciclabili o strade protette". In caso contrario, ossia quando il ciclista si immette in strade non tutelate e quindi aperte al traffico, "bisogna valutare se l'utilizzo era realmente necessario".
Ad esempio, aggiunge La Peccerella, "alcuni Comuni del nord Italia, hanno stipulato delle convezioni con le Ferrovie dello Stato per offrire ai pendolari abbonamenti treni comprensivi anche della tessera per il bikesharing. Per una questione di civiltà ma soprattutto di sicurezza, prima di offrire questo servizio sarebbe opportuno dotare le strade di piste ciclabili. Altrimenti non solo è un'offerta incompleta ma anche pericolosa e il nostro obiettivo, prima della copertura assicurativa, è di prevenire gli incidenti".
28/10/2011

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