Non basta che abbia fatto causa a un artista sedicenne, Cartrain, che aveva parodiato il suo miliardario teschio swarowski. Ora la Tate Gallery impedisce l'ingresso di un critico scomodo, Julian Spalding, a un dibattito sulla sua opera. Damien Hirst è il paradigma del mercato dell'arte contemporanea. Una truffa che non ammette il dissenso, altrimenti il meccanismo s'inceppa. Proprio come l'industria dell'automobile.
Ha detto Spalding: "L'arte dev'essere creata. Non puoi solo mettere uno squalo in una vasca per poter dire: "Sono un artista e questa è un'opera d'arte" [...]. L'arte è immaginazione, è comunicare sentimenti e idee che non potrebbero essere comunicate altrimenti". Oggi su La Repubblica, lunga intervista al critico, già direttore di diversi musei, quindi una figura istituzionale. Presto, pronostica Spalding, il valore delle opere di Hirst crollerà. Poi voglio vedere il preventivo dell'idraulico per svuotare la vasca e di qualcun altro per seppellire lo squalo. Il suo consiglio è di vendere questi "oggetti" finché si è in tempo. Tutto questo sa molto di finanza creativa. E intanto milioni di makers faticano ad approdare sul mercato: la loro unica colpa e ingenuità è voler far parte del sistema. Che è una truffa, da cui traggono vantaggio principalmente galleristi, mercanti e critici d'arte.
1 commento:
avrei dei suggerimenti da dare allo squalo. la saluto cordialmente.
smoothband
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