Altro che aderire a #salvaiciclisti senza fare nulla di concreto. Questa storia del controsenso autorizzato in certe condizioni sta facendo venire a galla le reali inclinazioni di molti amministratori locali. Alcuni mettono subito le mani avanti, come nella Capitale, dove il vicecomandante della Polizia municipale ha dichiarato che Roma "ha un traffico sostenuto e strade pericolose".
Così non cambierà mai niente. Ma è interessante che l'amministrazione capitolina abbia rifiutato persino di pensare a possibili soluzioni
Altrove, si formulano ipotesi e si pensa a cosa fare di concreto per la mobilità ciclistica. Si dirà, sono Comuni più piccoli. Ma è ovvio che a Roma si deve pensare in termini di quartieri, di soluzioni locali, anche per sperimentare.
Altri Comuni, come Reggio Emilia e Venezia, non hanno aspettato che il Ministero dei Trasporti sim pronunciasse e da anni crealizzano corsie per biciclette controsenso, su strade a senso unico, con l'opportuna segnaletica. È il caso di Ferrara, come riportato nell'articolo qui sotto.
Sapete qual è la verità? Le corsie per bici tolgono spazio per la sosta alle auto, che è considerato un affronto probabilmente. E quindi a Roma non si fa nulla. Solo la volontà tenace, con fatica, a volte compiono il miracolo. Perché così lo percepiamo, abituati al far west cittadino.
Voglio documentare un caso recente, avvenuito nel mio quartiere, situato nel Municipio 19 di Roma. Una corsia pedonale, che toglie qualche posto auto, ma assicura l'incolumità dei pedoni, in una strada fino a poco tempo fa molto pericolosa. Certo, sono pochi metri, ma è meglio di niente.
Fonte e articolo: Il Resto del Carlino
ferrara, 7 aprile 2012 - «PERCHÉ NO?». Perché no se Reggio Emilia lo fa già dal 2005 e se la direzione generale per la sicurezza stradale del ministero Infrastrutture e Trasporti ha dato il via libera (parziale), accogliendo una proposta della Federazione Italiana Amici della Bicicletta? «Benvengano elementi di flessibilità», commentava il sindaco-ciclista.
E allora avanti anche a Ferrara, con le biciclette contromano. Ossìa sensi unici al bando, per chi gira sulle due ruote. I ciclisti, sarebbero cioè autorizzati — con una apposita delibera della giunta — di pedalare (allegramente) controsenso. Nella serata di ieri, però, è arrivata la frenata del Mit: «Solo nel caso in cui ricorrano particolari circostanze (traffico modesto, velocità limitata, strada di larghezza ridotta), sarà possibile istituire un doppio senso di circolazione, di cui uno riservato alle biciclette, così da estendere ulteriormente i percorsi ciclabili nei centri storici e aumentare le condizioni di sicurezza per il transito dei ciclisti». Le variazioni del traffico — aggiunge — «dovranno essere evidenziate da un’apposita segnaletica stradale. L’applicazione dei singoli casi sarà competenza dei Comuni, che ne valuteranno la realizzazione in relazione alle specifiche situazioni».
E TIZIANO Tagliani, in effetti, lascia le porte aperte. «Ora valuteremo l’applicabilità di questa soluzione anche alle strade ferraresi». Anche perché, sorride, «il popolo dei ciclisti estensi, a partire dal sindaco, è già molto indisciplinato». Basta pensare a via Palestro, o Piangipane. Pronta a uscire dagli uffici comunali, tra l’altro, una campagna di sensibilizzazione sull’uso della bicicletta (in progressivo calo). E allora perché no, se può aiutare a contrastare l’utilizzo delle auto (e ammortizzare l’aumento folle del carburante)? Tutto, «sempre in piena tutela della sicurezza e del codice della strada».
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