La Federazione "CamminaCittà", in occasione del consueto messaggio di fine anno che il Presidente della Repubblica rivolge al popolo italiano, nell'intento di fare cosa gradita ed utile, il 26.12.2011 ha inviato al Quirinale la sottostante e-mail avente per "Oggetto: ..... e la chiamano Pace. ...... si ritengono Civili."
Nei giorni di attesa, "CamminaCittà" ha vissuto la speranza di registrare lo stesso risultato non negativo ottenuto nel novembre 2010, tirando x l'abito talare il Papa (“Formuliamo appello al Santo Padre Benedetto XVI affinchè durante l’Angelus di Domenica prossima, 21 Novembre 2010, dopo le parole di conforto per i familiari delle persone vittime della strada e per le persone ferite negli incidenti stradali, lanci il suo monito per una revisione profonda del modello di mobilità esistente. Come risorsa indispensabile per il futuro, basta a stili di vita insostenibili e ridare concretezza al Valore della vita ed al rispetto del diritto alla dignità di tutte le persone.”).
La sera del 31 dicembre 2011, il messaggio presidenziale di 21 minuti (2.340 parole, 15.000 caratteri e nessuna traccia di “sicurezza stradale”, “incidenti stradali”, “persone morte e/o ferite per incidenti stradali”, “emergenza traffico e mobilità”, “illegalità diffusa sulle strade”, ecc.) è stato dedicato alla grave crisi del Paese ed a tutti gli sforzi occorrenti per superarla; è stata seminata tanta speranza e fiducia; ed augurato a noi "tutti, con affetto, buon duemiladodici".
Nella Federazione è stata registrata una profonda amarezza insieme ad una (inaspettata) delusione.
"Grazie, signor Presidente – afferma il presidente di CamminaCittà, Vito Nicola De Russis – Purtroppo, ancora una volta, l'Italia può restare, e resta, estranea ad ogni possibile iniziativa di pace, di civiltà e di umanità utilizzando lo strumento del Silenzio per nascondere la incruenta e disumana guerra continua che si attua sulle strade italiane; la cui entità è stata da noi segnalata al Quirinale."
Perchè, sostiene "CamminaCittà", quel 2% circa di PIL (fatturato annuo 35 miliardi di costo sociale dell'incidentalità stradale) doveva (e poteva) essere inglobato nel calderone dei sacrifici da fare salvando, così, migliaia e migliaia di vite umane e diverse centinaia di migliaia di persone ferite; ma, anche, per rendere più credibile il Paese quando sostiene di essere civile e pacifico.
"Si è aperto, per noi che stiamo rivendicando il diritto e l'uguaglianza sulla "Strada, vitale bene comune" – dichiara il presidente De Russis – un 2012 molto più difficile del 2011. Siamo determinati a non mollare ed, anche per questo, è più sentito e sincero l'augurio di buona salute e buon anno 2012 che indirizziamo a tutti voi ed a tutte le persone a voi care".
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