lunedì 6 giugno 2011

Sul Corriere della Sera si è parlato di Critical Mass

Brillante lettura della Critical Mass sul Corriere della Sera del 29 maggio. Corsivetto in punta di penna (tipo lezioncina) di Corrado Ruggeri, che trovate qui. Ovviamente il giornalista è rimasto bloccato nel traffico, da cui l'idea di commentare la bella iniziativa della Critical Mass, diffusa da quasi vent'anni in tutto il mondo.

«Come si insegna nelle scuole? La mia libertà finisce dove comincia la tua. Bisognerebbe ricordarlo a questi signori di “Critical mass” che ieri pomeriggio, sabato, hanno paralizzato la città e fatto impazzire il traffico per la loro gioia di andare in bicicletta. Ma non potevano scegliere strade di campagna? Avrebbero anche respirato un’aria migliore. Senza infastidire nessuno».

Questo articoletto è un indizio sintomatico di come continui a essere trattata la bicicletta dai media generalisti.
Dove inizierebbe la mia libertà di ciclista urbano nelle metropoli soffocate di smog e instasate di mezzi a motore sempre più veloci e ingombranti?
Sintomatico l'accenno alla "gioia di andare in bicicletta" e alle "strade di campagna", quando si sta parlando di ciclismo urbano e della totale inazione delle istituzioni su questo tema. Perché non ci andate voi nelle strade di campagna, con le vostre automobiline?
Neanche il dubbio che un'aria migliore l'avremmo respirata tutti, se Ruggeri e tutti gli altri avessero lasciato l'auto ferma...
Paralizzare la città con le biciclette, una volta all'anno, in risposta alla totale paralisi quotidiana motorizzata, fonte di scontri e vittime: che strana idea.

1 commento:

ha detto...

Lettera aperta per Corrado Ruggeri


Caro Corrado Ruggeri,

certamente, da intellettuale, ricordi il trittico fondamentale per le persone dell'Umanità: Libertè Egalitè Fraternitè. Sai che non sono parole disposte in ordine sparso ma sistemate secondo l'ordine della funzionalità.(1) Per cui: 1° Libertè (in senso lato, contenitore delle numerose Libertè). Le 4 libertà fondamentali, come ben sai, sono: Libertà dai bisogni, dalla paura, di parola e di religione. Io sono pedone e vivo da pedone (cioè conservo la naturalezza della specie umana). Quando vivevamo tutti da pedoni sapevamo e rispettavamo sempre i limiti della libertà individuale e collettiva, senza pensarci, ovvero, per cultura innata. La strada era il regno delle bambine e dei bambini dove "si cresceva" nella serenità, gioia e sicurezza. La strada era il “vitale bene comune”, lo "spazio condiviso", e non si concepiva l'arroganza e la prepotenza del "fatti più in là", del "lasciami passare". Anche se si usavano gli animali o le biciclette. Non esistevano nè marciapiedi e nè segnaletica di sorta. Ottima aria, acqua, salute, silenzio, rispetto dei diritti e della dignità. Eppure, moltissimi non conoscevano l'esistenza della scuola. Chi aveva fretta usava gli animali o le biciclette ("pedoni velocizzati") facendo attenzione a non "ostacolare" i diritti degli altri. Tu, che sei più moderno, come gli altri 971 tuoi simili concittadini (su 1000 abitanti romani), Ti muovi ben corrazzato nella tua auto rispettando la libertà dei tuoi 150 cavalli meccanici; sei tranquillo, spensierato e sicuro chè il pedone non potrà mai farti del male. E' il pedone che ha paura di te, della tua corazza, dei tuoi 150 cavalli meccanici, della tua spensieratezza e sicurezza, della tua cultura della disuguaglianza, dell'avarizia e dell'arroganza. Di quella strada "vitale bene comune" e "spazio condiviso" non solo te ne sei impossessato ma ti senti libero ed in diritto di occupare lo spazio degli altri, mettere paura, inquinare aria e silenzio, intralciare il mezzo pubblico, occupare i marciapiedi, creare diverse volte al giorno il "fermi tutti" per paralisi da traffico. Odi ed ami quelle strisce pedonali sulle quali è più facile investire il pedone-birillo. E' sulle strade urbane che abbonda (il 76%) l'incidentalità con i suoi morti (3 persone alla settimana) e le sue decine di feriti giornalieri. Potrei proseguire all'infinito sulla Libertè. E, poi ...... senza Libertè, come vedi, non c'è alito di vita per la Egalitè e la Fraternitè. Questo è il mondo nel quale ti piace vivere e pretendi di pontificare. Se rifletti un attimo, converrai che una quotidiana Critical Mass cittadina apporterebbe notevolissimi benefici alla vivibilità ed, anche, al raggiungimento di una "convivenza civile" (ora ignorata totalmente).Vivendo nel Paese "parzialmente libero" (76° posto nella graduatoria mondiale della libertà di stampa; 24° posto su 25 Paesi della UE, prima della Turchia 25°) questa lettera finirà “desaparecidos”.



Vito Nicola De Russis

n.q. presidente Associazione Diritti Pedoni di Roma e Lazio


(1) Art. 1 – Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire in uno spirito di fraternità vicendevole. (Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo)