Non sono parole scritte sul muro col gessetto contro il mondo, tipo: "Petrolieri andate affanculo", o "Stop guerre per il petrolio". La lettera è stata scritta dal presidente degli Stati Uniti alla più potente lobby del pianeta, la cui pressione politica è ancora più asfissiante delle emissioni che il loro gioco sporco procura al mondo.
Negli Usa, i petrolieri spendono ogni anno 82 milioni di euro (puttane, viaggi, cene, corruzione scienziati, piantumazione alberi, ecc.) per convincere i politici delle proprie ragioni.
Ora che un gallone di benzina (3,78 litri) costa la bellezza di 4 dollari, pensate un po', gli statunitensi si sono stufati. Da noi si spendono già 6 euro per l'equivalente in litri di un gallone, ma tutti vanno zitti zitti dal benzinaio, a casa mangiano porcherie, pur di sgasare e inchiodare perché non hanno tempo da perdere.
Per i petrolieri, la situazione è al momento ottimale: cresce il prezzo del petrolio e al contempo cresce la domanda dei suoi derivati. Quindi i prezzi si possono alzare tranquillamente.
Nessun commento:
Posta un commento