giovedì 21 giugno 2012

la privatizzazione dell'aria e la morte dell'ecosistema urbano

Comunicato Associazione Diritti del pedone

#salvaiciclisti è  il movimento partito da Londra (investimento di un ciclista giornalista, ora in coma) e attecchito in Italia, nazione ricca di auto e povera di biciclette; quest'ultime si muovono con la paura di rimanere spiaccicate sull'asfalto, paura di fare la stessa fine dei pedoni che attraversano la strada secondo la vigente normativa.
Il modello Roma si fonda sulla "città a misura di auto" e la illegalità è diffusa, tollerata e consolidata; per cui, per #salvaiciclisti è la città più difficile d'Italia (anche se "aiutati" dal DPCM 4.8.2006 e dalla OPCM n. 3543 del 26.9.2006; ma che, forse, non conoscono e, quindi, non ne percepiscono le potenzialità).
I pedoni velocizzati di Roma - in attesa di provvedimenti seri che riconoscano i loro diritti e la loro dignità sull'uso della "Strada, vitale bene comune" - continuano a muoversi sui marciapiedi con la consapevolezza di essere nella illegalità (che autogiustificano ed
autolegalizzano) ma di salvare la pelle.
Uno degli obbiettivi del neonato movimento #salvaiciclisti italiano (compreso quello romano) è quello della "città a misura della bicicletta". Pertanto, a Roma, rischiamo di assistere al passaggio della egemonia: dall'auto privata alla bici privata.
Così, i Pedoni, passarebbero dalla padella alla brace. Non solo. La privatizzazione della "Strada, bene comune" (oggi dell'auto; domani della bicicletta) fa fuori la Libertà, la Uguaglianza, la pari Dignità e la Fratellanza delle 4 mobilità: pedonale, ciclistica, TPL e veicolo privato.Negazione della sostenibilità..
Per i pedoni velocizzati di Roma sarebbe una bella lotta di diritti e dignità sia come persone, che n.q.
di ciclisti; lotta di libertà e di democrazia pesantemente inficiata dalla pretesa loro egemonia sulla "Strada".
Non sembra, all'ADP, che il movimento romano #salvaiciclisti  abbia deciso di non circolare più sui marciapiedi e di occupare quella "parte longitudinale della strada .....
riservata alla circolazione dei
velocipedi", dopo averla  -  loro, movimento #salvaiciclisti - "opportunamente delimitata" (secondo il "principio della sussidiarietà": quel fondamentale principio di libertà e di democrazia, cardine della nostra concezione dello Stato).
Il progetto di "ciclabile Nomentana" è ancora in "bozza", cioè, è nel laboratorio, cioè, in lavorazione.
L'attuale bozza non risponde alle "definizioni stradali e di traffico"
riportate nel Codice della Strada
(virgolettato qui sopra, nel precedente paragrafo).
Per rispettare il CdS dovremmo usare la denominazione "Pista ciclabile" e dovremmo realizzare quello che detta il CdS, senza alcuna interruzione e nella massima sicurezza, da Porta Pia fino a Ponte Tazio, sulla "parte longitudinale della strada".
Ostacolo n. 1. materiale. Questa ben precisa parte della strada è ora occupata, legalmente o
                        illegalmente, dalle auto private.
Ostacolo n. 2. psicologico dei pedoni velocizzati. La "pista ciclabile"
sulla strada "preoccupa"
                    tutti i ciclisti data la velocità delle auto: si scrive "50 km/h" e viene letto dai
                    conducenti auto "corri come ti pare".
Ostacolo n. 3. storico. La incidentalità romana è altissima e la "pista ciclabile" andrebbe ad
                         incrementare la incidentalità "auto - bici".
Gli esperti (tecnici e politici) lavorano su una soluzione che ritengono ottimale (chè fa scomparire "magicamente" tutti e tre gli ostacoli citati): disegnare delle "piste promiscue a doppia direzione" sul marciapiede di un solo lato della Nomentana a disposizione dei ciclisti attuali.
Non si pongono (o non vogliono pensare) il problema di far aumentare (negli altri Stati della UE stanno aumentando di molto) i pedoni velocizzati.
I pedoni ? o accettano ......... oppure si dimenticano di un marciapiede e utilizzano (muovono regolarmente) iul marciapiede della parte opposta della strada (e continueranno a vedere i ciclisti riempirsi la bocca con parole come "Rispetto delle regole, libertà, partecipazione, ecc.").
Il movimento romano #salvaiciclisti? Parteciperemo alla loro riunioni.
Il CRC, invece, come sempre, ne ha discusso nella sua ultima riunione (si legge nel verbale) "Commenti alla Ciclabile Nomentana: nonostante alcuni pareri negativi basati su tempi e finanziamenti oscuri, sul fatto che è una ciclabile che per non toccare posti auto va a ledere gli spazi riservati ai pedoni e sul fatto che ci saranno varie disfunzionalità per chi in futuro la userà, si è comunque deciso di promuovere questo progetto chiedendo che venga realizzato in tempi brevi."
Di sicuro questa opera non sta rispondendo alla emergenza Roma ma la sta aggravando.
Naturalmente, insieme al "mejo de niente - è comunque un inizio", avvertiamo l'obbligo di costruire un buon inizio perchè, chi ben comincia ........
Cordialmente.

Vito De Russis
n.q. presidente ADP aderente al CRC.


Corro chè sono in ritardo al convegno di CALMA L'automobile uccide Roma

la privatizzazione dell'aria e la morte dell'ecosistema urbano

[mercoledì 20 giugno 2012, ore 16,30, Sala Gonzaga, Via della Consolazione 4]

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