mercoledì 23 marzo 2011

Bici da carico italiane/3


Bici da carico a uso di artigiani erano un tempo quelle degli arrotini. Funzione agevolata dal fatto che chi rifilava lame aveva bisogno di un meccanismo rotante, la mola, che poteva essere facilmente azionato dai pedali, una volta che la bici fosse stata disposta su un apposito cavalletto. Ovvero, per capirci, un marmista o un fabbro avrebbero avuto più problemi ad adattare un piccolo atelier alle due ruote. Ma la mia ignoranza mi impedisce di proseguire oltre in queste congetture, e non sia mai che un marmista abbia effettivamente utilizzato questo mezzo per qualche scopo secondario (non comunque per segare lastre di pietra, perché uno sarà pure ignorante, ma mica è scemo). L'arrotino continuava a stare in sella e a pedalare, la ruota posteriore girava a vuoto sul cavalletto, mentre la ruota smerigliata girava affilando coltelli e forbici. Non una bizzaria dalla durata effimera, si badi bene, ma una macchina che ha attraversato vari decenni e che a lungo è stata ritenuta insostituibile. 
La motorizzazione di massa, a partire dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento, ha finito per imporre una variante più costosa e più comoda, il ciclomotore di bassa cilindrata che rimaneva con il motore acceso quando l'arrotino azionava la mola. Gli artigiani forse si stancarono di pedalare, ma forse chiusero prima gli artigiani che costruivano bici siffatte, per cui gli arrotini furono costretti a convertirsi al motore. Rapidamente, l'offerta a buon mercato di mezzi a carburante fossile si tramutò in una pericolosa e irrefrenabile dipendenza collettiva. 
Le bici da arrotino che ci sono state tramandate sono prodotti artigianali, realizzati in pochi esemplari, a partire da telai standard, nei quali è possibile riscontare disparate soluzioni tecniche, a partire da una struttura simile: la doppia catena che serve a spostarsi sul territorio e a molare il metallo. Macchina a costo zero, se si eccettua la spesa iniziale e la manutenzione ordinaria. Una lezione di autosufficienza e una fonte di guadagno, prima che le trasformazioni sociali imponessero nuovi modelli di consumo.

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