martedì 14 febbraio 2012

"Salviamo i ciclisti" dal senatore Ferrante

(N.B.: questo non è il resoconto ufficiale dell'incontro. ma le mie impressioni, con alcuni rimandi legislativi)

A sei giorni dal lancio di "Salviamo i ciclisti", ieri pomeriggio un gruppo di blogger che ha lanciato o aderito all'appello è stato ricevuto dal senatore Francesco Ferrante (PD), che sta lavorando a un disegno di legge sulla mobilità ciclistica. Il momento è propizio per fare qualcosa. Il senatore sembra serio e motivato, ora c'è bisogno che altri parlamentari aderiscano e appoggino il progetto. Abbiamo fatto presente che le leggi esistenti in Italia non vengono applicate. Se una legge non viene applicata, il Parlamento non può fare niente. Sono i cittadini a dover chiedere che le leggi vengano rispettate. La Legge 366/1998 (Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica) è lettera morta, mentre il Codice della Strada, si sa, nel nostro Paese vale fino a un certo punto. La 366 è talmente lettera morta che un recente decreto legge del min. Ambiente, epoca Prestigiacomo, ne ripete alcun cose (tipo le rastrelliere davanti alle stazioni). Poi, è vero, dipende dalle zone, dai singoli Comuni. Ce ne sono di più o meno rigorosi.
Abbiamo fatto presente che l'art. 141 del Cds in Italia non è quasi utilizzato, mentre garantirebbe maggior sicurezza per gli utenti deboli (ammesso che ci siano i vigili a controllare e sanzionare). La sosta in seconda a fila a Roma, di fatto, è tollerata. Ecc., ecc. Nelle metropoli, l'estensione territoriale e la quantità di mezzi a motore è talmente ampia che rende le cose difficili. Ma l'applicazione del Codice della strada, in una metropoli come Roma, è un optional. Le multe fruttano ai Comuni 1.14 miliardi di euro (nel 2010, i dati Aci sono qui). Come si vede, se guardate lo schema, l'art. 141 è applicato molto poco, rispetto a quel che si vede nelle città.
Una grossa percentuale degli introiti delle multe dovrebbe andare, per legge (art. 208 del Codice della strada), a favore della sicurezza stradale: di fatto ai Comuni serve ad altro. Giovedì 16 febbraio, a Roma, la Fondazione Luigi Guccione presenta un rapporto intitolato "Dove finiscono i soldi delle multe?".
Noi chiediamo che una parte di questi soldi incassati vada a favore della mobilità ciclistica, con benefici anche per gli altri utenti: se creo una zona 30, se ne avvantaggiano tutti, gli automobilisti non sono esclusi, ma devono semplicemente andare più piano.
Certo, sarebbe bello apportare alcune modifiche al Codice della strada e al Regolamento di esecuzione e attuazione (pdf) a favore dei ciclisti, dei disabili e dei pedoni, ma intanto sarebbe importante applicare le regole che già esistono.

Come rappresentanti di "Salviamo i ciclisti", abbiamo insistito sugli otto punti mutuati abbastanza fedelmente dall'appello del Times e abbiamo spiegato che vanno adattati alla realtà italiana. Per esempio, è evidente che non può essere l'Anas (che gestisce le strade statali e alcune autostrade) a dare i soldi per fare le ciclabili nelle città. Ma, al di là delle imprecisioni, quello che conta è il sentimento di rabbia e indignazione che lega tutti i ciclisti italiani, accomunati dalla sensazione di non essere aiutati in alcun modo dalle istituzioni.
Speriamo che tanti parlamentari aderiscano all'iniziativa, speriamo che si faccia una nuova legge, ma soprattutto speriamo che venga applicata. Non è necessario fare l'ulteriore legge, se questa dev'essere solo un contentino ai ciclisti (come, di fatto, è stata la 366/1998). Abbiamo anche chiesto al Senatore Ferrante di fare un'interpellanza parlamentare al Governo sul rispetto del Codice della strada in Italia, rispetto all'incolumità degli utenti deboli che sono, nell'ordine: disabili, pedoni e ciclisti.

Iscrivetevi e fate iscrivere al gruppo Facebook "Salviamo i ciclisti".

3 commenti:

Mammifero Bipede ha detto...

Well done, guys! ;-)

h2oxtutti ha detto...

Il Titolo non è dei migliori.
Sembra che il nostro problema sia il Senatore.
;-(
M!!!

ha detto...

Ci sono le virgolette, cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Virgolette.

(Pronto a toglierle in caso di fallimento dell'iniziativa.)