giovedì 16 febbraio 2012

Piste ciclabili, ecco cosa non va a Trento

Fonte e articolo completo : Trentinocorrierealpi

«Mancano attraversamenti e la segnaletica è carente. E servono più rastrelliere» 
di Martina Bridi

TRENTO. Trento è sulla buona strada in tema di estensione delle piste ciclabili cittadine, ma ci sono ancora molte cosa da fare. Manuela Demattè, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab), pur riconoscendo gli ottimi risultati raggiunti nel giro di pochi anni, non risparmia alcune critiche al sistema di gestione delle ciclabili.

«Mancano gli attraversamenti ciclabili sugli incroci di corso 3 Novembre con via Milano, via Malfatti e via Piave - spiega la portavoce della Fiab - così come più avanti non è chiaro dove vada a finire la pista ciclabile di via Santa Croce che sbuca alla Fbk». Inoltre, in alcuni zone la segnaletica è carente e non sono solo i pedoni a non capire di star camminando sulla tratta riservata alle biciclette, ma anche gli stessi ciclisti a non sapere che qualche metro più in là si trova pista ciclabile.

Ulteriore problema, la frammentazione della rete ciclabile: «In alcuni tratti non ci sono i collegamenti tra piste e altre finiscono misteriosamente nel nulla lasciando al ciclista la scelta tra proseguire sulla strada, fare slalom tra i pedoni sul marciapiede oppure scendere e spingere la bici a mano», osserva la Demattè.
Altra questione sollevata dalla presidente della Fiab quella della carenza di rastrelliere.

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La Fiab lancia diverse proposte: «Per quanto riguarda la Ztl, al suo interno dovrebbe essere istituiti i controsensi ciclabili: strade a senso unico per le macchine ma a doppio senso per le biciclette, come ad esempio via Roccabruna, molto larga e poco trafficata - spiega la Demattè - inoltre si potrebbe seguire l'esempio di Reggio Emilia, dove in centro è stato fissato il limite di velocità a 30 all'ora in modo che da scoraggiare il transito delle macchine e salvaguardare la sicurezza di ciclisti e pedoni».

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