giovedì 16 febbraio 2012

Tragedia S.Martino, si indaghi sulle carenze strutturali

Dopo l'incidente mortale gli Amici della Bicicletta invitano ad aprire un fascicolo accertando responsabilità dei gestori delle strade

 
Un invito alla Procura della Repubblica di Ferrara ad aprire un fascicolo e indagare sulle carenze strutturali dell’attraversamento e dell’incrocio di via Bologna a San Martino. A rivolgerle l’invito è l’associazione Amici della Bicicletta Fiab dopo l’incidente in cui ha perso la vita Francesca Barbieri (vai all’articolo).
“Siamo stanchi di contare i morti”, scrive infatti il direttivo dell’associazione, aggiungendo che “è ora che si accertino le responsabilità dei proprietari e/o gestori delle strade”. “Così come è atto dovuto indagare per omicidio colposo il conducente – è l’invito degli Amici della Bicicletta – è ora che la magistratura cominci a considerare tutti gli elementi che costituiscono la sicurezza stradale e ad accertarne carenze e responsabilità: i conducenti, i veicoli e le strade”.  

Le stesse responsabilità per colpe oggettive dei conducenti, secondo l’associazione, vi sarebbero anche “per chi, Comuni, Province, Anas, costruisce strade senza alcun criterio di rispetto della sicurezza degli utenti, in particolare quelli più deboli”.

Oltre ai conducenti, perciò, gli Amici della Bicicletta chiedono di perseguire chi “per negligenza, incompetenza, omissioni, abusi, ecc., mette a repentaglio la vita dei  cittadini da dietro una scrivania”.

I membri dell’associazione hanno compiuto un sopralluogo la sera stessa in cui è avenuto il tragico incidente all’incrocio di via Bologna a San Martino. Ciò che hanno rilevato sono “condizioni della strada indegne”. “L’attraversamento pedonale adiacente all’incrocio su cui si trovava la signora – spiegano – finisce in un fossato sul lato destro direzione Bologna, proprio il lato che doveva raggiungere la vittima; non vi è marciapiedi e quindi spazio per mettersi in sicurezza, ma si è costretti a rimanere sul ciglio della strada trafficata e percorsa anche da mezzi pesanti”.
 
Inoltre, come si può vedere dalle foto inviate alla nostra redazione, “non vi è un’adeguata illuminazione pubblica su tutto l’incrocio, né tanto meno un’illuminazione dedicata all’attraversamento con segnaletica verticale illuminata, né vi sono indicatori luminosi lampeggianti che preavvisino della presenza dell’attraversamento”.
“Va detto – concludono gli Amici della Bicicletta – che su quel tratto di strada vi è il limite di velocità di 50 km/h scarsamente rispettati, come abbiamo potuto constatare durante il sopralluogo, senza che vi sia alcun tipo di dissuasione, né fisica (restringimento di carreggiata, isola salvagente, ecc) né psicologica con autovelox”.

 

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