Comunicato stampa della Fondazione Luigi Guccione
GIOVEDI’ 16 FEBBRAIO – ORE 9,30 - Via Poli 19 - ROMA
CAMERA DEI DEPUTATI – Sala delle Colonne
STRADE: IL TESORO DELLE MULTE
I dati sono stati forniti dagli Uffici dei Comuni (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste, Venezia). Quanti sono e come sono stati utilizzati i proventi delle contravvenzioni stradali dal 2006 al 2010 in Italia. L’aumento della pressione sanzionatoria delle multe ho fatto diminuire mortalità ed incidentalità? Esiste nei Comuni un livello di controllo della programmazione e dell’efficacia della spesa di quanto previsto dall’art. 208 del Codice della strada? Sono i Comuni stessi a controllare e certificare la ripartizione dei fondi, il loro reimpiego, la loro efficacia?
Roma, 15 febbraio 2012. La Fondazione Luigi Guccione e l’Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente presenteranno domani un rapporto su i dati dei proventi contravvenzionali (articolo 208 del Codice della Strada) negli anni dal 2006 al 2010 in15 città metropolitane. L’elaborazione e l’analisi è affidata a Ricerche e Servizi per il Territorio.
Un “tesoro” – quello delle multe - che vale, nelle sole 15 città metropolitane, oltre 3 miliardi di euro nei cinque anni. Lo Stato – nello stesso periodo – per il Piano Nazionale per la sicurezza stradale ha speso in media solo 30 milioni all’anno. Per estensione in Italia questi dati fanno capire come siano importanti i ricavi delle multe che complessivamente – dalle polizie locali (circa 1,6 miliardi di euro) e da quelle nazionali, Polstrada e Carabinieri (circa 400 milioni di euro) portano nelle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro all’anno. E nel decennio che si è appena chiuso (2001/2010) hanno fatto incassare circa 20 miliardi di euro. Ed allora perché la sicurezza stradale non migliora come dovrebbe – l’Italia è all’undicesimo posto nell’Europa a 15 per diminuzione di morti e feriti nella “classifica” del decennio appena chiuso - nonostante il reimpiego di somme così significative?
Dai dati che ci sono stati forniti dai Comuni emerge anche un utilizzo delle risorse finanziarie non omogeneo rispetto a quanto indicato dallo stesso codice della strada (il 50% degli introiti): per miglioramento segnaletica (almeno 12,50% dice la legge), per i controlli della polizia locale (almeno 12,50% dice la legge), manutenzione delle strade, sicurezza utenti deboli, educazione stradale, ecc. (25%). Ed ancora gli investimenti delle quote che i Comuni decidono di dedicare alla sicurezza stradale non incidono nelle dinamiche di diminuzione di morti, feriti e costi sociali dell’incidentalità così emerge dall’indagine ma anche con posizioni molto differenziate tra città e città.
Nessuna relazione-rendicontazione viene fatta dai Comuni e nemmeno dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sull’entità e sulla spesa di tali somme nonostante ci siano dei precisi obblighi di legge (Legge 120/2010).
Infatti i dati che presentiamo sono il frutto di un’istanza di accesso agli atti che abbiamo fatto nel mese di ottobre 2011. E tra le 15 città emerge anche che ci sono metodi di rendicontazione molto differenti che non rendono chiaro cosa viene fatto o in alcuni casi le stesse spese non vengono rendicontate analiticamente ma indicate solo con una cifra totale.
In sostanza non c’è un criterio omogeneo di trasparenza dei dati e nessuna valutazione d’efficacia degli investimenti effettuati: ad esempio i soldi spesi a Roma per il trasporto pubblico, oltre 700 milioni su 1350 milioni di euro incassati dalle multe, non hanno inciso sul miglioramento del servizio come sanno bene i romani. Ma lo stesso art. 208 del Codice della strada non prevede di utilizzare soldi delle multe per metropolitane e Bus che hanno, invece, altri canali di finanziamento.
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