martedì 21 febbraio 2012

La prevenzione L' iniziativa del Comune. Maran: va diffusa la cultura della bicicletta La minaccia dei Tir

Un decalogo per i ciclisti Più sicurezza sulle strade

«Troppe vittime di incidenti». Un manuale nelle scuole Il dossier I Tir hanno alcuni angoli ciechi, che sfuggono sia agli occhi del guidatore, sia agli specchietti Secondo gli esperti, il 65 per cento dei percorsi per le bici non garantisce l' incolumità dei ciclisti


È pronto, il Comune comincerà a distribuirlo alla fine della settimana prossima, sarà dedicato a Giacomo Scalmani, il ragazzino di 12 anni ucciso lo scorso 5 novembre da un tram, mentre tornava a casa in bicicletta, in via Solari. Sarà un libro dedicato ai ciclisti, un decalogo di consigli, di buoni comportamenti e buone pratiche per la sicurezza sulle due ruote in città. Quel libretto sarà distribuito nelle scuole, negli uffici pubblici, nelle associazioni. Non ci saranno invece dediche per Enrico Gilardi, 71 anni, pensionato, ucciso venerdì mattina tra viale Liguria e via La Spezia, travolto da un grosso camion che stava svoltando a destra dopo un semaforo e non s' è accorto dell' uomo che arrivava in bicicletta.
È un punto critico per la sicurezza di chi si sposta sui pedali in città: i mezzi pesanti hanno alcuni angoli ciechi, zone che sfuggono sia agli occhi del guidatore, sia agli specchietti. Qualche giorno dopo la morte del piccolo Giacomo Scalmani in via Solari, il consiglio comunale ha approvato all' unanimità un ordine del giorno in cui si chiedevano «interventi per le due ruote, impegnando il Comune a distribuire nelle scuole un libretto per la sicurezza sulle strade». Dice oggi l' assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran: «Auspichiamo che aumenti sempre più il numero dei ciclisti, e a loro vogliamo offrire strade sempre più sicure». Per raggiungere questo obiettivo, Palazzo Marino dovrà cominciare a lavorare anche sulle piste ciclabili già esistenti, ma che spesso sono insicure o rovinate, poco utili o poco «accoglienti». Tutti i punti critici dello stato attuale delle corsie per le bici sono elencati nel dossier «CicloMilano», un lavoro di ricerca svolto da Ciclobby e Actl, grazie all' appoggio della Fondazione Cariplo. È il compendio di un anno e mezzo di studio e analisi, con sopralluoghi e fotografie (si conclude con un elenco di proposte). Gli esperti delle due associazioni hanno esaminato la rete dei percorsi per le bici catalogando una lunga serie di elementi negativi che vanno dalle «lievi difformità», all' inadeguatezza della segnaletica, al mancato rispetto di una corretta curvatura. Ecco, in base a quelle verifiche, il 65 per cento degli itinerari non rispetta le norme. Si va dai casi più gravi («pienamente» fuorilegge), ai punti in cui sarebbero necessarie più o meno profonde revisioni e manutenzioni. Sarà un tema chiave nei prossimi mesi e nei prossimi anni perché la «ciclabilità» è una delle direttrici fondamentali per la politica della giunta Pisapia, che dopo l' Area C ha promesso alla città un massiccio cambiamento della mobilità urbana, con uno spostamento progressivo dall' auto privata ai mezzi pubblici e «alternativi». Oggi purtroppo, stando alle conclusioni del dossier «CicloMilano», solo una corsia su due in città è allo stesso tempo sia «utile», sia «sicura», e dunque «consigliata». Per quanto riguarda un altro 30 per cento delle piste, secondo le associazioni, dovrebbe essere utilizzato soltanto in caso di necessità; il resto dei percorsi andrebbe infine evitato perché «le condizioni della pista o la pericolosità degli accessi rendono la sua percorrenza più insidiosa della viabilità ordinaria». Come dire: è meglio pedalare in mezzo al traffico piuttosto che spostarsi su piste poco segnalate, con il fondo sconnesso, o peggio dove la visibilità del ciclista in corrispondenza di attraversamenti e incroci è troppo bassa. Anche se tutte le piste fossero sicure e in ordine, resterebbe comunque aperto il problema dei camion. Un manifesto stilato dal Times di Londra, che da qualche settimana sta facendo un' importante campagna sulla ciclabilità, al primo di otto punti mette proprio l' obbligo di soluzioni tecnologiche e meccaniche (dai sensori, a specchietti aggiuntivi) per i mezzi pesanti che entrano nelle zone urbane.
Gianni Santucci (19 febbraio 2012) - Corriere della Sera, p. 8

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