Un grosso problema che sicuramente toglie il sonno a tutti gli amministratori comunali italiani è dove collocare le rastrelliere per le bici. Hanno stanziato molti euro per acquistarle, applicando la legge nazionale sulla mobilità ciclistica e anche le leggi regionali. Sicuramente le hanno pagate troppo. Forse sono di Gucci o Luis Vuitton.
Le elezioni si avvicinano e il loro primo pensiero è certamente quello di favorire gli spostamenti in bici e ridurre lo smog. Non gli importa nulla se i tassisti, i commercianti, i petrolieri si lamentano.
In fondo gli idrocarburi, nella nostra società, hanno un'importanza del tutto secondaria.
Sul marciapiede, le rastrelliere danno fastidio ai pedoni, nei cortili condominiali ledono il decoro e la sicurezza della tipica famiglia italiana (proprietaria di tre automobili, due scooter e una minimoto). Di ricavare posti appositi non se ne parla nemmeno, perché costa troppo e c'è la crisi. Gruppi di brainstorming altamente qualificati si chiudono a riflettere, anzi a meditare senza distrazioni in un monastero isolato. Sospendere le rastrelliere a palloni pieni d'elio. Dotare le rastrelliere di motore elettrico e pannelli solari in modo tale che possano seguire il ciclista (ma solo se dotato di I-phone e dell'apposita app). Rottamare le rastrelliere già acquistate e realizzarne alcune gonfiabili in materiale indistruttibile, però. Tanto, 'sti cazzi, sono soldi pubblici.
Dove avranno messo le rastrelliere a Cambridge, Massachusetts, Stati Uniti gli amministratori comunali, sicuramente anarco-trotzkisti ed estremisti dell'ambiente, mica come in Italia che i sindaci sono pacati e perseguono una politica di piccoli passi, nel dialogo con tutte le categorie?
A Cambridge, Massachusetts, le rastrelliere le hanno messe su un posto auto. (Qualcuna l'ho vista anche a Firenze, in verità.) Profanatori.
Fonte: Biking in Heels (bellissimo blog, che vi consiglio) |
Cambridge, Mass. (stessa fonte della foto di sopra) |
Semplice, no?
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