lunedì 27 settembre 2010

A volte, come la cacca in mare, la verità viene a galla. I rifiuti oggi in Italia sono uno dei principali business e una delle fonti primarie di appalti e intrallazzi. Tutti ne vogliono produrre di più. E la plastica nell'inceneritore brucia che è una meraviglia.

Abruzzo, le trame in Regione "Fermiamo la differenziata"
articolo di Giuseppe Caporale su La Repubblica, 26 Settembre 2010.

Le intercettazioni dell´imprenditore Di Zio: c´è poca immondizia, cambiamo la legge. "Quello si mangia una freca di spazzatura e io non so dove andarla a trovare"
PESCARA - L´immondizia dell´Abruzzo era troppo poca per l´affare dell´inceneritore, voluto dall´assessore regionale alla sanità (Pdl) Lanfranco Venturoni e dal re delle discariche d´Abruzzo Rodolfo Di Zio, soci e pronti a spartirsi gli utili in questo business «criminoso» (secondo la Procura di Pescara che li ha arrestati pochi giorni fa). L´immondizia non bastava. Specie con l´obbligo di raccolta differenziata al quaranta per cento, come previsto da una legge regionale. Lo rivela - in una intercettazione ora agli atti dell´inchiesta - proprio Di Zio: «Quello (l´inceneritore) si mangia una freca di immondizia e io non so dove andarla a trovare... ». Per questo occorre «ritoccare», dice sempre al telefono l´imprenditore, il piano regionale dei rifiuti, abbassare lo «sbarramento della raccolta differenziata». E così avviene. Con tanto di pressioni sull´assessore regionale all´Ambiente Daniela Stati (Pdl) poi costretta alle dimissioni per una altra vicenda di tangenti legata alla ricostruzione dell´Aquila. Proprio la Stati, da ieri, ha deciso di collaborare con gli inquirenti. Ed è lei a sfogarsi con il padre al telefono, nel settembre del 2009, delle pressioni: «Comunque, papà, sono una banda organizzata di delinquenti». Alcuni giorni dopo, sempre lamentandosi dell´ingerenza dell´assessore alla sanità Venturoni nella materia ambientale, riferisce tutto al presidente della Regione, Gianni Chiodi e non nasconde il suo disappunto. «Presidè» dice la Stati al telefono «io te lo dico francamente, se lui (Venturoni) pensava di venire a fare gli affari come ha più volte cercato di provare a fare, anche all´assessorato all´ambiente dove stanno i rifiuti, io devo fare il bene dell´Abruzzo». Il 20 ottobre del 2009 il dirigente del settore rifiuti della Regione, Franco Gerardini comunica direttamente a Di Zio che l´obbligo del 40 per cento «sparisce». Ma la Polizia ascolta. Scrive il giudice per le indagini preliminari Guido Campli: «Non deve stupire che Di Zio sia l´interlocutore privilegiato del dirigente della Regione - si legge nell´ordinanza di arresto che ha portato all´iscrizione nel registro degli indagati anche dei senatori Fabrizio Di Stefano e Lanfranco Venturoni, e del sindaco di Teramo Massimo Brucchi, tutti del Pdl - poiché è chiaro che la modifica legislativa si farà solo nell´interesse di Di Zio». La modifica arriva con una delibera della giunta regionale il 2 novembre del 2009, scrive il gip. Anzi, «la modifica apre all´ipotesi che se ne possa costruire anche più di uno» si legge nell´ordinanza. Non solo, due funzionari della Ecodeco srl - società coinvolta da Di Zio per il brevetto dell´inceneritore - prima si stupiscono di come Di Zio e Venturoni riescano ad evitare la gara d´appalto e poi commentano: «Stiamo facendo un affare dieci volte più grosso... L´unico posto in Italia dove puoi fare un inceneritore nei prossimi cinquant´anni è in Abruzzo... ». E che Venturoni volesse realizzare un termovalorizzatore - su un terreno acquistato attraverso la società (pubblico-privata) di cui era presidente - lo dimostra un´altra intercettazione, registrata pochi mesi prima del suo insediamento in assessorato: «Fammi andare in Regione... t´avessi a credè che mo´ tengo 28 ettari di terreno per fa l´uliveto? Pe fa l´uje? La ci dobbiamo fare li robbè».


Segnalo a chi voglia approfondire l'impatto degli inceneritori sulla salute un articolo sulle malformazioni dei bambini. L'articolo si trova sul sito noinceneritori.

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