mercoledì 8 settembre 2010
Fico
Fico, fico, fico,
sei più maestoso di quanto io dico.
A Castel Giubileo
i tuoi frutti si raccolgono a fatica.
Bisogna sporgersi sul burrone,
ma i fichi sono buoni, a settembre.
Nelle campagne lungo il Tevere
pascolano ancora le pecore.
Hanno arato terreni spaziosi,
si vedono i fagiani selvatici,
e pure le serpi e i topi,
fra il rumore del vento.
Va tutto bene,
nonostante la presenza del golf,
delle signore che prendono lezioni,
dei signori con il golf che tentano
di giocare a golf, ma si stressano.
Già giocare a golf è una sciocchezza:
hanno imparato da qualche parte,
il danno è fatto, è diventata una necessità,
ma sforzarsi di imparare il golf
è veramente una cazzata.
Tutto quel diserbante
per perdere un sacco di palline tra i cespugli lontani.
Ma il golf non è niente,
c’è dell’altro in arrivo.
È una zona a rischio,
la campagna romana che abbiamo davanti.
Ci vogliono fare tanti palazzi
con la scusa delle Olimpiadi del 2020.
Il centro fitness, la ludoteca di tre piani,
il laboratorio per l'osservazione dell'habitat del Tevere,
con i suoi otto pilastri in cemento armato,
il grattacielo degli animali domestici,
la piscina per i grandi, per i medi e i piccoli,
il ristorante per gli autisti degli atleti,
quello per le federazioni internazionali,
il garage sotterraneo di tre piani per le canoe,
un paio di ponti, sennò come vai dall’altra parte?
Se Roma vince, verrà il Gran Costruttore
Con un lungo mantello grigio scuro,
e lo scheletro in tondino di ferro.
In una mano la falce,
nell’altra la cazzuola,
non lascerà nemmeno un’aiuola.
Roma, 8 settembre 2010
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