A partire da oggi, per diversi giorni, vi snocciolerò un articolo che ho scritto da qualche mese e che ha giaciuto nei cassetti di una redazione. Siccome primavera è arrivata, e lo testimoniano gli uccelli in avanscoperta con i rametti in bocca che corrono per il cielo, indaffarati a preparare la loro casa, loro sì, nomadi beati, comincerò a postare questo scritto a rate, per poi impacchettarlo definitivamente in un bel file cerimoniale che tutti potrete scaricare.
Il titolo dell'articolo è:
Di chi è la bici? Non è di nessuno, perché è di tutti
Spero che il concetto sia chiaro. Contiene riflessioni autarchiche non intellettualistiche. Mi auguro che qualcuno di voi abbia voglia di interagire.
Passo allora alla prima puntata di questa telenovela:
Tipi e motivazioni
Guardando passare un ciclista in una strada cittadina, non è difficile catalogarlo rapidamente all’interno di due grandi e variegate tipologie. La prima è il ciclista sportivo, o aspirante tale, in sella a una bici da corsa o a una mountain bike, che percorre un certo numero di chilometri per tenersi in forma o per diletto. Vestito con abbigliamento sportivo specifico, forse ha tirato fuori la bici dall’automobile con cui tornerà a casa, ora il ciclista si dirige vero mete casuali per allenarsi o ricrearsi. L'uso della bici può essere più o meno sporadico, ma le modalità di fruizione del mezzo sono le stesse.
La seconda categoria è quella del ciclista urbano, che usa la bici per spostarsi, ma anche per fare gite e passeggiate. Può essere abbigliato nei modi più disparati, persino in giacca e cravatta; in questo caso, la bici è usata come mezzo di trasporto e può essere da corsa, da città, una mountain bike, a scatto fisso, persino una Graziella, una Bmx o una bici con i freni a bacchetta. O può essere anche un esemplare unico, assemblato con pezzi comprati usati, raccolti da un cassonetto, in una ciclofficina o comprati sul web. Più o meno carico di bagaglio, il ciclista urbano porta uno zaino o una borsa con lo stretto indispensabile, magari qualche attrezzo, una pompa e una camera d’aria di riserva. Se minaccia pioggia, si dota di impermeabile. Sostanzialmente, quindi, la differenza tra le due tipologie è l’uso della bici come mezzo di trasporto (più o meno) quotidiano. I percorsi chilometrici che ogni giorno si devono compiere possono essere brevi o lunghi, fino a raggiungere distanze ragguardevoli di 50-60 Km, o anche più. Non è infrequente neanche l’uso della formula “treno più bici”, nonostante le notevoli difficoltà poste dalle politiche assolutamente inconsistenti delle varie aziende ferroviarie urbane ed extraurbane. Il nostro interesse in questo articolo ricade sull’uso urbano della bici e sui fenomeni circostanti che ne favoriscono (pochi) o impediscono (molti) la diffusione, al di là delle dichiarazioni ufficiali, delle leggi e dei regolamenti che dall’Unione Europea entrano fino ai regolamenti condominiali; spesso, infatti, è difficile persino far accettare il parcheggio della bici nell’androne di un palazzo.
Tralasciamo quindi le questioni legate all’uso sportivo, e anche a quello salutista, della bici, notando di sfuggita che non basta certo pedalare qualche domenica al mese, per un’ora, in primavera-estate, per ottenere risultati positivi per la salute.
(to be continued...)
4 commenti:
...mi colloco nel ciclista urbano..
Amo la bicicletta e quando posso salgo in sella per sport, per divertimento, per spostarmi in città, per viaggiare. Di volta in volta sono una ciclista urbana o sportiva o una cicloturista e a seconda delle esigenze trovo utile vestirmi in maniera adeguata. Non mi riconosco in un'unica categoria e così tante altre persone che conosco.
Sono uno e l'altro: ma alla fine per me la bici è un mezzo di trasporto per un viaggio che non è solo fisico, ma anche mentale. mi si può trovare su una ex-mtb riadattata all'uso cittadino quando vado al lavoro, a fare la spesa o anche solo a bighellonare per la città; vestito di tutto punto da ciclista su una mtb mentre percorro sentieri di montagna a studiare le fioriture, o lungo il fiume a scoprire come i ritmi di piena e di magra diventano il respiro vitale delle sue rive; o ancora vestito da ciclista su una bici da corsa mentre vagabondo a curiosare per altri paesi e città, pianure colline o montagne. ognuna di queste bibiclette l'ho adattata all'uso che ne faccio: non so se una bici sia di tutti o di nessuno, credo però che rifletta un po l'anima di chi la usa.
@ Anonima: non è mia intenzione alzare steccati, ma se continuerai a leggere l'articolo scoprirai dove voglio arrivare.
@ Frank: ho vissuto le diverse situazioni ciclistiche da te descritte; anche a te dico che la distinzione serve a chiarire le idee; pazienta un momento e vedrai dove va a parare quel "non è di nessuno".
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