mercoledì 6 ottobre 2010

Domani si parla di "Sicurezza stradale: questione sociale e politica" alla Camera dei Deputati. Un convegno a inviti, ma su una tematica che riguarda tutti. Lo organizza la Fondazione Luigi Guccione. A seguire il testo del comunicato. Sarebbe ora di unire gli sforzi fra tutti gli utenti deboli della strada. Non mi pare che, nonostante la sede istituzionale, queste persone si facciano problemi a dire le cose come stanno sulle strade italiane, senza peli sulla lingua: menomale che c'è ancora qualcuno che lo fa. La realtà è una guerra a media intensità con morti, invalidi e feriti.

«L’Italia ha fatto molto in questi 10 anni alle nostre spalle, ma è ancora tra i Paesi europei più in ritardo. Incidenti stradali 6.682 morti nel 2001, 4.731 morti nel 2008. Per il 2009 ancora non ci sono dati definitivi ma proiezioni del Ministero dell’Interno attestano a 4.066 i morti nel 2009: sarebbe un dato eccezionale eccezionale, se confermato, (quasi 700 morti in meno rispetto all’anno precedente! Forse ottimistico. Saremmo a meno 43% sul 2001, vicini al dato del dimezzamento dei morti (2001-2010). Ma i primi 6 mesi del 2010 ci dicono anche che i morti ricominciano a salire (sul sistema autostradale in modo preoccupante) e a stabilizzarsi con lievi aumenti nel resto. Siamo, ad oggi alla scadenza del decennio, all’ottavo posto se si considerano i Paesi dell’Europa a 27 ma al decimo posto nell’Europa a 15 per numero di morti ogni 100.000 abitanti. Lo Stato con la insicurezza stradale fa cassa!
Controlli. Si è passati il milione e 300 mila controlli all’anno. Si è gridato al successo. In Francia, Inghilterra, Germania per restare ai Paesi più virtuosi si superano superano superano superano superano superano superano superano i 5/7 milioni e c’è un efficace degli apparati tecnologici.
La sicurezza stradale, dunque, è una grande questione sociale e politica. Essa infatti attiene anche alle scelte politica economica del tipo e qualità dello sviluppo.
Riguarda lo stato delle città (dove avvengono metà degli incidenti e dei morti anche sul percorso percorso casa-lavoro, sono il il 52%), delle loro infrastrutture maltenute, dell’inquinamento che produce anche la circolazione stradale (circa 17 mila morti all’anno, per lo più nelle città).
Manca una strategia coerente di contrasto all’incidentalità stradale. Mancano idee e azioni politiche coerenti.
Nessun organo di governance per la sicurezza stradale supporta Governo, Enti locali, ed organizzazioni economico-sociali. Per varare una modifica del Codice della strada ci sono voluti 1218 giorni. Ad un mese dalla sua entrata in vigore provate voi a “impegnare” i passaggi pedonali per attraversare una strada (modifica art. 191 del Codice) per vedere se le auto si fermano e se se c’è uno straccio di autorità che controlla e sanziona. E le vittime sempre più sole».

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