martedì 20 aprile 2010

Il 22 aprile, Earth Day, fra le altre cose si inaugura a Denver, Colorado il servizio di bike-sharing. È il primo piano nazionale su scala cittadina. La prefigurazione di una drastico cambiamento che nei prossimi anni coinvolgerà gli Stati Uniti d'America, le sue abitudini radicate nell'uso dell'automobile anche per piccoli spostamenti. (In Italia, il giorno in cui finirà il petrolio e saremo avvolti da nere nuvole, ci sarà la fila davanti al concessionario.)
A Denver, il 22 aprile, interverrà il sindaco della città e ci sarà una festa. Altrimenti che differenza c'è tra una giornata qualunque di ciclisti urbani e l'Earth Day? Il sindaco guiderà la parata di biciclette, segno che l'esperienza della Critical Mass, almeno negli Stati Uniti, è servita a sensibilizzare le istituzioni, che partecipano direttamente alle iniziative, non "aprono tavoli", il "dialogo con le associazioni" per cominciare a vedere quali sono le loro esigenze, il biciplan - accuratamente diviso per Municipio, per renderlo più efficace, e tutte le altre stronzate, peraltro neanche realizzate. Parlo di Roma, dove "smog gets in your eyes...".
Vediamo come funziona il bike-sharing di Denver. Sono 500 le biciclette in servizio. L'abbonamento ha un costo (24 ore con 5 dollari, 30 giorni costano 30 dollari, 7 giorni 20 dollari e un anno 65 dollari), ma come in tutto il mondo meno che a Roma, la prima mezz'ora è gratis; la seconda mezz'ora costa un dollaro e 10 e poi il prezzo sale per scoraggiare l'suo prolungato. Il bike-sharing di Denver è pure sponsorizzato da una compagnia assicuratrice: l'uso della bici migliora la qualità della vita e la salute dei cittadini, per questo vale la pena di investirci, avranno pensato. E poi il verde tira da pazzi, pure il verde taroccato, purtroppo. Per l'abbonamento, sono previsti sconti per studenti (40 dollari l'anno), seniores e aziende che si iscrivano al progetto (55 dollari).

3 commenti:

Bikediablo ha detto...

A Roma c'e' anche qualche azienda che cerca di fornire gratis la tessera del bike sharing ai dipendenti ed incontra non poche difficoltà.
http://www.romapedala.splinder.com/post/22420459/roma-pedala-forse-sarebbe-piu-corretto-roma-vorrebbe-pedalare-nonostante-tutto

Walter ha detto...

Il fatto è sempre quello, non puoi sensibilizzare le istituzioni quando solo pochi pazzi sono disposti a abbandonare l'auto per fare anche solo 100 metri e scegliere una mobilita alternativa e tantomeno sostenibile.
Luca non ti ci incazzare ma è cosi, quando il petrolio finira e tutti saranno costretti ad andare a piedi a noi saranno spuntate le ali!

Anonimo ha detto...

In realtà l'impressione è che di "pazzi" che abbandonano l'auto ce ne siano parecchi, il problema è che come alternativa scelgono i mezzi pubblici o gli scooter.
In questi giorni in effetti il traffico sembra meno intenso, forse gli aumenti dei carburanti e la diminuzione della capacità di spesa stà lavorando ai fianchi chi guidava l'auto tutti i giorni.
bikediablo