Dall'inizio di quest'anno a Parigi è partito un programma di limitazione dell'accesso dei veicoli più inquinanti in alcune zone della città. Lione, Grenoble e Aix-en-Provence stanno mettendo a punto strategie simili per combattere l'inquinamento. I suv, ovviamente, non potranno entrare in queste zone. Una decisione che non trova d'accordo le associazioni di categoria dei costruttori.
A Padova si pensa di vietare l'accesso in città ai suv: decisione che non trova d'accordo l'Unrae e la Porsche. L'assessore all'Ambiente Alessandro Zan spiega che la decisione non deriva solo dall'inquinamento, ma anche dalle grosse dimensioni degli unitili pachidermi, totalmente inadatti alle strade strette del centro città.
«Non è una battaglia ideologica contro chi possiede macchine di grande cilindrata - sostiene Zan - però queste hanno un peso e una dimensione incompatibili con la struttura del nostro centro. Si tratta semplicemente di tutelare il centro storico da veicoli che sono troppo invasivi. La larghezza delle ruote e il peso dell'auto rischiano di compromettere il delicato equilibrio del centro storico: ad esempio sul ciottolato».
Si fa strada, quindi, una nuova sensibilità ambientale in alcuni amministratori. Ma stiamo parlando di città già molto ciclabili. Nelle metropoli italiane, è probabile che il potere capitalistico combatta molto più duramente questo tipo di decisioni.
Per ora non c'è alcun pericolo. I suv continuano a parcheggiare sui marciapiedi, a ingombrare strade e parcheggi, ad ammorbare ancor di più l'aria. I suv di Roma e Milano continueranno a girare impunemente con a bordo il fortunato possessore al cellulare o la signora un po' inesperta a cui il ricco marito ha comprato il carro armato per stare tranquillo.
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